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Autore: roxy_xyz    05/07/2012    9 recensioni
Ispirata al celebre film di Marylin Monroe, una shot comica in cui vedrete Ron spiegare a Harry perché le donne non riescono a resistere al suo fascino animale.
Pairing solo accennati, perché Ronald Weasley è il nostro Re!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quando la moglie è in vacanza


L’estate era la stagione preferita di Ronald Weasley perché voleva dire solo una cosa: libertà. Amava la sua donna, anzi era pazzo di lei, ma è risaputo che tra uomini ci si diverte di più e, se a casa ti aspetta la moglie che nota subito se hai bevuto o fumato in compagnia, ecco che passa la voglia di essere sposati. In estate invece, tutto quello etichettato sotto la voce “vietato” era possibile: poteva finalmente guardare le partite di Quidditch con Harry, e bere birre a volontà.
Decisamente l’estate era la sua stagione preferita. Altro che troppo caldo in città e fuga per andare a mare.
Aveva ostentato una misurata tristezza quando aveva accompagnato Luna e Hermione alla stazione dei treni, perché non voleva che nessuno delle due si insospettisse, e poi c’era Harry con lui che, per fortuna, aveva la capacità di mentire spudoratamente anche se Hermione era la donna più astuta del mondo magico.
“Mi mancherai,” aveva detto Harry, mentre rivolgeva un’occhiata malandrina a Ron. E Hermione gli aveva creduto, baciandolo con trasporto, perché tutti quegli anni passati a Privet Drive con gli zii gli avevano insegnato molto. Era capace, infatti, di riprodurre l’ordine lasciato da Hermione senza suscitare alcun dubbio su come passassero le serate in loro assenza.
“Come possiamo divertirci in vostra assenza?” domandava un Harry premuroso alla sua donna. Il treno non aveva ancora lasciato del tutto la stazione che già i due uomini si erano messi d’accordo su come passare il loro primo giorno di vacanza.
“Ore 20:00 a casa tua. Preferenze su quante casse di birra comprare?” aveva chiesto Harry.
“Svuota il supermercato!” era stata la risposta di Ron. E Harry Potter non era solo il Prescelto, ma anche il fornitore ufficiale di alcol di casa Weasley.

Non erano neanche le venti in punto che già Harry Potter si trovava di fronte alla casa del suo migliore amico e a bussare alla porta. Poteva sentire l’odore di popcorn caldi anche se l’uscio era ancora chiuso. Da mesi ormai Hermione lo teneva a stecchetto, convinta che con il passare del tempo sarebbe stato sempre più difficile perdere peso, e poiché teneva alla sua linea, non voleva che diventasse un tiepido trentenne con la pancia e le maniglie dell’amore. Lui doveva essere perfetto, quindi doveva mangiare solo insalata ed evitare qualsiasi forma di grasso.
“Amico mio!” aveva esclamato Ron una volta aperta la porta. “Entra pure e comincia a mettere le birre in frigo.”
In meno che non si dica, si era seduti sul divano e avevano cominciato a festeggiare il loro essere nuovamente scapoli, guardando ogni genere di film, trasmissione, vietato dalle loro mogli.
Sembravano due bambini rimasti soli a casa senza la guardia dei genitori, ma nessuno dei due si vergognò di quanto fossero infantili e ipocriti. Perché si comportavano come dei mariti modelli se poi aspettavano l’esodo estivo con tanta trepidazione?
“Non sai quanto ho desiderato farlo, ma sai com’è Luna…” aveva iniziato a dire Ron.
“Strana? Sulle nuvole? Sempre a sperimentare nuove pozioni su di te?” Era stata la risposta spudorata di Harry con la quale si guadagnò un’occhiata torva da parte dell’amico.
“È così precisina!” aveva invece esclamato Ron.
“Luna?” Sul viso di Harry si era disegnato un perfetto sopracciglio inarcato.
“Quante mogli ho?”
“Scusa, ma Luna precisina… cioè, non me la immagino proprio!”
“Ti dirò che è anche gelosa, Diventa una furia quando becca un’altra donna guardarmi… ed è anche normale visto il fascino animale che possiedo.”
Se Ronald Weasley aveva parlato con tono serio e faceto, Harry Potter scoppiò a ridere in modo boccaccesco e galiardico.
“Cosa possiedi… tu?”
“Harry, io le donne le strego. Tutte! Dalla lavandaia, alla fruttivendola che c’è qui all’angolo, e la povera Luna deve convivere con questo enorme peso.”
“Seriamente, Ron, persino Kreacher è più sensuale di te” aveva detto Harry, afferrando una manciata di popcorn che non esitò a portare alla bocca.
“Non puoi capire, sei un uomo e quindi non senti il mio magnetismo, non senti le viscere sconquassarti solo se ti sono accanto.”
Harry aveva guardato la birra, cercando di capire se fosse stata modificata con qualche sostanza, ma ben presto capì che Ron era proprio convinto di quello che stava dicendo. “Io mi ricordo di te che fingevi di dormire pur di non lasciare LavLav!”
“Perché sono un gentiluomo e non volevo spezzarle il cuore.” Era stata la risposta pronta di Ron.
“Avevi solo paura!”
“E Hermione, la tua dolce mogliettina che mi ha riempito di baci mentre ci trovavamo in mezzo ad una battaglia?”
“Potresti non ricordarmelo, per favore?” Harry aveva chiuso gli occhi, cercando di scacciare via l’immagine di Hermione tra le braccia di Ron. Gli provocava delle sensazioni davvero spiacevoli e lui aveva cercato in tutti i modi di dimenticare la loro breve storia, anche se era praticamente impossibile.
“Suvvia! Eravamo solo dei ragazzini… avevamo appena distrutto l’Horcrux ed eravamo così eccitati…”
“Ron!” Harry non aveva potuto evitare di avvertire l’amico di non proseguire.
“È il mio magnetismo animale.”
“No, Ron, tu sei un animale!” aveva replicato l’amico.
“Ti ricordi di Angela Thompson, quella che si era trasferita nell’ufficio accanto al nostro e che poi hanno trasferito per un motivo che non abbiamo mai capito?”
Harry dovette impiegare un paio di secondi per capire di chi stesse parlando, ma una volta compreso, fece segno a Ron di continuare.
“Ecco, io sono il motivo!”
“Non capisco…” Harry era sempre più confuso.
“Angela non faceva altro che lanciarmi sguardi svenevoli e una volta fu quasi violenta. Io ero in ufficio, e come al mio solito, stavo lavorando in modo diligente…”
“Diligente non è l’aggettivo più appropriato” aveva affermato Harry, interrompendolo.
“Dicevo… ah sì, lei entrò e chiuse la porta a chiave e mi saltò addosso. Povera, era così innamorata di me e non riusciva a capire che io non potevo tradire la mia Luna. Alla fine, non potendo sopportare di vedermi senza potermi amare, decise di chiedere il trasferimento.”
Le labbra di Harry si stirarono in un mezzo sorriso. “A me aveva detto che voleva stare vicino alla madre.”
“Magnetismo animale, magnetismo animale… E la segretaria del Capo Smith?”
“Cosa?” Harry stava cominciando a divertirsi veramente e Ron era proprio convinto delle sue affermazioni.
“Anche lei non accettò il fatto che io amassi Luna e decise di cambiare completamente genere. Se non poteva avere me, allora non avrebbe avuto alcun uomo.”
“Veramente usciva da mesi con Rebecca del secondo piano…” Ormai l’ilarità di Harry era sempre più evidente.
“Magnetismo animale, Harry!”
“Dato che sei in vena di confessioni, perché non mi racconti di come hai sedotto Luna.”
“È stata una preda facile. Si trovava al San Mungo perché aveva accompagnato il padre, se non ricordo male a causa di un esperimento andato male. Lei era seduta sola soletta e io cominciai a parlare. Era palese il suo interesse nei miei confronti e non dovetti aspettare molto per averla.” Ron sembrava molto soddisfatto e lanciò al suo amico uno sguardo di puro compiacimento.
“Sai, io e Hermione siamo sposati, ma siamo sempre rimasti migliori amici. Capisci cosa intendo?”
Harry si era alzato dal suo posto per accomodarsi sul divano vicino al suo amico.
“Nel senso che siete fastidiosamente sinceri e che lei continua a confidarsi con te?” aveva domandato Ron, senza però capire dove volesse andare a parare Harry.
“Esatto!”
“Quindi?”
“Quindi, noi sappiamo che fu Luna a fare tutto, perché tu non riuscivi a dire nemmeno una parola. Stavi in silenzio, altro che magnetismo animale!”
“Harry, ripeto perché sei un mio amico e perché sei ignorante in materia: magnetismo animale.”
“Ma…”
“Harry, gli animali parlano?”
“Eh?”
“Gli animali parlano?” chiese ancora Ron.
“No” rispose Harry.
“Come io feci con Luna. Magnetismo animale.”
Negli occhi di Harry brillò un luccichio sinistro, mentre le sue labbra si arricciarono in un ghigno. “Ron… ecco, non so come spiegartelo, ma sento uno strano formicolio. Come se si stesse risvegliando qualcosa in me. Vedi, io… non posso, anzi non voglio reprimere le mie emozioni.” Aveva parlato, accarezzando con il pollice il dorso della mano di Ron, che improvvisamente si era irrigidita.
“Comincio a capire cosa intendevi prima.” La mano di Harry si era improvvisamente spostata sulla gamba di Ron, cominciando a disegnare piccoli cerchi.
“Si è fatto tardi e ho un sacco di pratiche da finire entro domani…” aveva provato a dire Ron.
“Sono il tuo capo, puoi anche consegnarmele un altro giorno.”
“No, non voglio che gli altri poi ti critichino perché mi concedi certi favori…” Ron si era improvvisamente alzato, mettendo le mani davanti a sé.
“Tu puoi chiedermi tutto, Ron.” Questa volta Harry aveva parlato con un tono di voce basso, quasi un sussurro.
“Non senti caldo?”
Harry osservò un Ron sempre più nervoso dirigersi verso la finestra e aprirla. “Se vuoi, puoi togliere la maglietta. Anzi, vuoi che ti aiuti?”
“No!”
“Sicuro, Ron?”
“Oh sì, miseriaccia! Sai che ti dico? Forse è meglio che anche io mi prenda qualche giorno di ferie e raggiunga mia moglie a mare…”
Lo squillare del telefono pose fine ai deliri di Ron che guardò l’oggetto senza però agire, lasciando all’amico il compito di rispondere.
“Pronto?” aveva detto Harry, afferrando la cornetta. “ Luna! Come stai? Mi fa piacere sapere che vi stiate rilassando. Come? Oh, noi tutto bene, siamo qui a guardare un po’ di tv e Ron stava giusto pensando di venirti a trovare perché credi che io gli salti addosso da un momento all’altro per il suo incredibile magnetismo animale… eh, sai come è fissato! Sì, sì, mi ha raccontato ogni cosa. Quindi ho il tuo permesso? Perfetto cara e salutami tanto mia moglie. Ah! Ma certo che glielo dico. A domani.”
E con un’incredibile faccia tosta, mise giù la conversazione.
“Che mi deve dire?” aveva chiesto Ron.
Harry alzò le spalle prima di replicare. “Oh, nulla.” Con una mano aveva cominciato ad allentare il nodo della cravatta e iniziato a sbottonare i bottoni della camicia. “Mi ha dato solo il permesso di fare di te tutto quello che voglio!”
Quando Harry Potter guardò nuovamente verso la finestra, vide un Ronald Weasley con meno magnetismo animale, ma molto più simile ad un animale spaventato davanti ai fari di una macchina.



Non mi uccidete, è solo una storia per rallegrarvi un po’ dato che ultimamente ho scritto storie un po’ angoscianti e avevo voglia di scriverla da un po’. Mi piace il personaggio di Ron, e prenderlo in giro è uno spasso. Le coppie sono solo accennate, perché è Ron a essere il vero protagonista!
La scena a cui mi sono ispirata è tratta appunto dal film “Quando la moglie è in vacanza” e il protagonista immagina di parlare con la moglie, in questo caso Harry, e ingigantisce ogni cosa. Davvero divertente. Spero che vi piaccia, anche se il finale non mi ha proprio convinto.
Alla prossima!
   
 
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