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Autore: ___Nick    06/07/2012    5 recensioni
Tony aprì a stento gli occhi, ritrovandosi nel buio più totale; li sbattè più volte ricostruendo con un effetto psichedelico la stanza, o almeno pensava fosse la sua. Alzò appena le lenzuola assicurandosi di avere i vestiti addosso: “Ci sono.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Sick Carrot


Tony aprì a stento gli occhi, ritrovandosi nel buio più totale; li sbattè più volte ricostruendo con un effetto psichedelico la stanza, o almeno pensava fosse la sua.
Alzò appena le lenzuola assicurandosi di avere i vestiti addosso: “Ci sono.”
Si disse riabbassandole, mentre si massaggiava pigramente gli occhi; se non fosse stato per il suo orologio biologico malandato avrebbe detto con sicurezza che erano passate da un bel pezzo le dieci, doveva essere una sua impressione. Tra non poco la signorina Potts sarebbe entrata nella sua stanza, gli avrebbe augurato il solito “Buon giorno, signor Stark” mentre attivava il sistema di J.A.R.V.I.S, permettendo così alla calda luce del giorno di attraversare i vetri fotocromici. Portò le mani dietro la testa, con l’intenzione di godersi quegli anni di pace:
-JARVIS.- disse poco dopo spazientito, aveva dato abbastanza tempo alla signorina Potts.
 
-Buon giorno, signore.- comunicò la voce dell’automa, disattivando la vetrata così da illuminare la stanza.
 
-Poche chiacchiere, J.A.R.V.I.S. dov’è Pepper?- chiese lui ammirando la costa californiana; ci fu un logorante attiamo di silenzio: -La signorina Potts ha richiesto un giorno di malattia e…-
 
-Muto.- lo zittì lui, dirigendosi nel salotto, sicuro di trovarla lì: Pepper doveva aver trovato il modo di resettare la scheda madre di J.A.R.V.I.S.; la parola “malata” non esisteva nel suo vocabolario, era decisamente uno scherzo di poco gusto.
 
-Signor Stark.- lo salutò lei mentre nascondeva un fazzoletto nella tasca della giacca, che a seconda delle innumerevoli pieghe doveva essere stata del giorno precedente; la donna tirò su col naso e si sistemò alla meglio i cappelli in chignon, decisamente non dei migliori, poi lisciò la gonna di raso nascondendo con imbarazzo le varie grinze.
 
-Signorina Potts?-
 
-Le dispiace congedarmi per il resto della giornata?-
 
Tony si avvicinò frettolosamente alla donna, obbligandola a sedersi sul divano alle sue spalle:
 
-Vuole un cuscino?-
 
-Cosa?- domandò lei a sua volta notando l’aria spossata del suo capo.
 
-Pepper, vuole che la porto in ospedale? Conosco i migliori medici d'America.- parlottò lui sistemando qualche cuscino dietro la schiena della segretaria, poi si alzò dirigendosi i cucina: ora che ci pensava ci aveva messo piede si e no due volte, non era tipo da fornelli.
 
-Desidera un caffè... o forse è meglio un the?- continuò poi senza dare il tempo alla donna di ribattere.
 
-Tony è un raffreddore, non una polmonite.- rispose lei calma, accennando a un sorriso.
 
L’uomo si girò verso di lei, interdetto. Si fermò un attimo ad ammirarla, cosa che solitamente preferiva fare in incognito: nonostante gli acciacchi del raffreddore rimaneva la solita e impeccabile Pepper.
 
-Signorina Potts, si accomodi nella mia stanza, oggi si occuperà solo del suo riposo.-
 
-Tony ti sei ammattito?-
 
-E’ un ordine, Miss Potts.-
 
La donna rise a fior di labbra, poi si incamminò verso la camera di Tony, rischiando di inciampare sui vertiginosi tacchi; la donna si chiuse la porta alla spalle, così da nasconderle il sorriso “premuroso” del genio.
 
-J.A.R.V.I.S., analizza l’agenda della signorina Potts, cancella tutti i miei appuntamenti di oggi e nascondi in una cartella le note private.-
 
-Ma, Signor Stark…-   
 
-Muto.- lo zittì lui di nuovo, mentre guardava attentamente il bollitore, con l’insensato timore di bruciare la cucina anche con un po’ d’acqua.
 
Si scollò un attimo da quest'ultimo, sicuro che non avrebbe mandato la cucina in fumo e fiamme; aprì appena la porta della sua camera, per assicurarsi che la bionda stesse bene: la trovò assopita, mentre abbracciava le lenzuola bianche, dove lui dormiva fino a pochi minuti fa. Tony si avvicinò a lei, scostandole le lenzuola dalle mani e le distese su di lei, assicurandosi che le dolci curve della donna rimanessero nascoste; indugiò sul suo viso, assopito ed immerso nel sonno più profondo, fece un respiro profondo e si stese accanto a lei, intrecciando tra le sue dita quei ciuffi color carota.
Sorrise. Probabilmente lei se lo sarebbe ricordato come un sogno, il più bizzarro e inverosimile, probabilmente; prima del suo risveglio sarebbe sparito, eclissandosi nel suo laboratorio, e forse l’acqua del bollitore avrebbe fatto lo stesso.
 
-Buona notte, Pepper.-
   
 
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