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Autore: Juliet23    06/07/2012    1 recensioni
-..assomigliava a una statua greca.-
-Come quelle che si vedono nei libri di storia?- chiese.
-Sì,- rispose debolmente la madre, cercando di ricacciare dentro le lacrime, con una forza che non sapeva essere sua, e fissando il mare, che in lontananza, era passato dal viola intenso del tramonto al nero, mentre le stelle iniziavano a mostrarsi nel cielo sereno, e la luna quasi piena illuminava il cielo, rendendo la notte molto chiara. -Proprio come quelle che si vedono nei libri di storia.. Ma la sua vera arma vincente, erano i suoi occhi, e il suo sorriso. Oh, piccolo mio, quelle statue possono solo invidiarglieli, questi ultimi.- commentò sforzandosi di sorridere.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Baby I'll be back again", you whispered in my ear.




La giovane donna si affacciò al balcone di casa sua, quello che dava direttamente al mare. Il rumore delle onde che sbatteva contro gli scogli era tutto ciò che riusciva a sentire, era rilassante, c'era un senso di pace totale, nonostante lei non fosse in pace con se stessa e con il mondo. Teneva gli occhi chiusi, perché si dice che le persone tengono gli occhi chiusi nei momenti più importanti, e lei ci voleva credere. Ripensava a tutto ciò che era successo, a tutte le emozioni, le sensazioni provate insieme a lui, ma lui non era più con lei. Al pensiero lei chiuse una mano a pugno e le unghie cominciarono a farle male entrando nella carne, ma in quel momento non le importava. Una lacrima scese veloce lungo la sua guancia e per un secondo le sembrò di sentire un forte solco. Asciugò quell'unica lacrima solitaria che era sfuggita al suo tentativo di dimenticare e sorrise. Non era felice ma aveva bisogno di esserlo, o almeno di fingere di esserlo, per suo figlio.

Lui sarebbe dovuto tornare. L'aveva promesso, l'aveva promesso. Altra lacrima che bruciava come fosse acido, corrodeva le sue povere guance che non avevano nessuna colpa di quel dolore così profondo. 

 

Another long summer's come and gone

I don't know why it always ends this way

The boardwalk's quiet

And the carnival rides

Are as empty as my broken heart tonight. 

 

Continuò a guardare il sole calare giù nel mare. Da bambina si era sempre chiesta se per caso il sole tramontasse sul mare perché gli piaceva fare il bagno. Era un pensiero stupido, ma in quel momento le tornò in mente e sorrise. Era difficile per lei sorridere, da quando era stata sorteggiata come tributo. Si appoggiò al suo balcone con i gomiti, posando il mento sui palmi delle sue mani e continuò a contemplare il panorama, ignorando il fatto che cominciava a fare abbastanza freddo lì fuori, ormai l'estate era finita, di nuovo. Ma lei non cambiava idea, nonostante tutti i ricordi che aveva lì tormentavano la sua fragile mente, lei non avrebbe mai lasciato il mare, non avrebbe mai abbandonato i suoi ricordi lì da soli. E comunque, ovunque fosse andata, avrebbero continuato a perseguitarla. Non importa se ogni anno dovesse vedere per tre stagioni su quattro il lungomare desolato e le giostre abbandonate, anzi, forse quelle tre stagioni erano le più belle. Questo luogo la capiva. Anche lei era desolata e abbandonata. E l'estate ancora di più.

 

But I close my eyes and one more time

We're spinning around and you're holding on tightly

The words came out

I kissed your mouth

No Fourth of July has ever burned so brightly..

 

Il vento le accarezzava il viso e in quel momento un brivido la scosse. "Ti amo.." le sembrò di sentire, ma non aprì gli occhi. Sapeva che non era lui. Sapeva che lui non c'era più. Era solo la sua testa, che per l'ennesima volta le stava facendo un brutto scherzo. Tutti i bei momenti, tutti i baci e le carezze, quel bellissimo 4 Luglio prima della terza Quarter Quell, tutte le promesse ormai infrante, tutto, tutto, tutto quello che avevano vissuto, ora dov'era? "Dove siamo finiti noi?", si chiedeva. Domande futili, senza risposte, illogiche, che creavano solo confusione, nonostante quella fosse comunque sempre, sempre presente. Un altro sguardo al mare da sopra quel balcone e la giovane donna si sedette sul pavimento. Lo sguardo fisso verso il vuoto, o forse verso qualcosa che solo lei riusciva a vedere, pensava, pensava, ma in realtà nella sua testa c'era un garbuglio tale che lei non pensava a nulla. Solo che lei ancora l'amava.

 

You had to go, I understand

but you swore that you'd be back again

so i wander 'round this town..

'til summer comes around..

 

Era stata l'estate più bella, le sembrava che nemmeno fosse finita, ma invece erano passati ormai cinque lunghissimi e solitari anni, in cui lei non aveva pensato a nessun altro se non a lui, l'unico uomo che le avesse mai rubato il cuore. Prese la testa tra le mani, era sull'orlo della follia, ma questa non era una gran novità. Pianse, pianse di nuovo, e ringraziò Dio di essere sola, in quel momento non avrebbe voluto che nessuno la vedesse, per niente al mondo, specialmente suo figlio. Aveva bisogno di pace, anzi, aveva bisogno di lui. Non importava che lui ormai fosse morto, lei continuava ad aspettarlo lì, come gli aveva promesso. Perché lei gliel'aveva promesso, e lei manteneva sempre le promesse.

Lei era solo la pazza vincitrice degli Hunger Games che abitava nel Distretto 4, con capelli neri e fluenti e occhi che, a detta della cosiddetta Ghiandaia Imitatrice, erano più verdi dei boschi fuori del Distretto 12. E lui certe volte era creduto persino più pazzo a stare con lei, quando se solo avesse voluto, avrebbe avuto tutte le donne di Panem ai suoi piedi. Perché lui era Finnick Odair, di un'incredibile bellezza naturale con i suoi capelli di bronzo e i suoi occhi verde acqua, ma cinque anni prima - quel giorno erano quattro anni esatti, il nove settembre, ancora se lo ricordava - lui, partendo per sormontare Capitol City, quella stessa Capitol City che l'aveva fatta diventare completamente pazza, le aveva fatto una promessa. 

-Avevi promesso che saresti tornato.. L'avevi promesso..- sussurrò lei a se stessa, quasi sperando in una scena da film, quelle dove lui appare proprio nel momento in cui ne hai bisogno e ti consola. "L'unico problema è che questo non è un film", pensò. Quella era la vita reale, e nella vita reale non sempre c'è un lieto fine per tutto, qualche volta c'è solo tanta ingiustificabile sofferenza che nemmeno ci meritiamo, ma non possiamo farci nulla, certe volte semplicemente deve essere così. 

Le lacrime solcavano le sue guance una dopo l'altra proprio come le gocce provocate dalle onde che si infrangevano sugli scogli, e bagnavano i bambini che erano rimasti a giocare con gli aquiloni sulla spiaggia. Come avrebbe voluto avere la loro stessa spensieratezza! Purtroppo però nella vita si cresce, e la spensieratezza viene rimpiazzata dalla tristezza, dai rimpianti, dal dolore e dalla paura, da tante paure.. Che alla fine ti lacerano l'anima. 

 

I got a job working at the old park pier

and every Summer now for five long years

I grease the gears, fix the lights, tighten bolts, straighten the tracks

And I count the days 'til you just might come back

 

Ogni estate lei va a stare intere settimane dai suoi cari amici del Distretto 12, Katniss e Peeta. In qualche modo deve tenersi impegnata, e pur non essendo di grande aiuto per loro nelle faccende domestiche, sa bene che quelle visite fanno piacere a tutti. A Peeta, che desidererebbe avere figli un giorno; a Katniss, che vede nel piccolo Eric così tanto di suo padre, e ad Eric stesso, cui ogni giorno la coppia di novelli sposi trova qualcosa di nuovo da raccontargli riguardo il proprio padre. Cosa che lei non sa se riuscirà mai a fare. "Eri tu quello che avrebbe dovuto fare il genitore, Finnick. Tu, non io."

 

But I close my eyes and one more time

We're spinning around and you're holding on tightly

The words came out

I kissed your mouth

No Fourth of July has ever burned so brightly..

 

Alza la testa e appoggia la nuca sul muro del balcone, chiude gli occhi mentre un'ulteriore lacrima vi scivola via, un singhiozzo si prende per un attimo possesso del suo gracile corpicino, poi con forza si riasciuga le lacrime e si giura che smetterà di piangere. Deve farlo, per Eric. 

Si rialza in piedi ed ha un capogiro, è debole, e piangere rende il suo corpo ancora più fragile di quanto già non sia. Si appoggia al balcone e guarda la spiaggia ormai desolata, solo i gabbiani vi ci sono rimasti, loro non abbandonano mai la spiaggia. "Quello si che è vero amore.." Ripensa al suo, di amore, a quei giorni impressi nella sua memoria a fuoco, a quel ragazzo che le faceva battere il cuore fino a scoppiare, alla prima volta in cui le parole "ti amo" uscirono dalla sua bocca, al suo magnifico sorriso,  a quella volta in cui lui le aveva recitato una poesia in diretta nazionale, la serata delle interviste da Caesar Flickerman, prima dell'Edizione della Memoria, una poesia che lui stesso aveva scritto per lei, una poesia che lei avrebbe sempre tenuto nel suo cuore. Ripensava ai suoi baci, a come le facessero girare la testa, a come ogni volta che le loro labbra si sfiorassero il suo cuore perdesse un battito. A come quando c'era lui tutto il resto del mondo sparisse.

 

You had to go, i understand,

but you swore that you'd be back again

and so i'm frozen in this town,

'til summer comes around..

comes around..

 

-Mamma?- sente chiamare con un filo di voce da verso la portafinestra. Si gira verso quello scricciolo dai ricci di bronzo e dagli occhi verdi intensi, forse troppo intensi per un bambino di cinque anni. -Mammina, cosa c'è che non va?- 

Sa che i suoi occhi sono rossi e gonfi, sa che non riuscirà a reggersi in piedi abbastanza a lungo da arrivare da lui per abbracciarlo anche se la distanza è di appena tre metri, sa che non può aprire bocca, per colpa di uno stupido nodo in gola, poiché sarebbe scoppiata a piangere di nuovo. Era pazza, ma non voleva essere una cattiva madre, voleva proteggere suo figlio dal dolore che sentiva, a tutti i costi. 

Gli fece cenno di venire verso di lei, -Eric, ti voglio raccontare una storia, ti va?- gli propone, una volta avutolo stretto tra le sue gracili braccia.

Il bambino annuì un po' incerto.

 

And I close my eyes and

You and I are stuck on the Ferris wheel

Riding with the motion,

And hand in hand we cried and laughed

Knowing that love belonged to us girl, if only for a moment..

 

Eric era troppo piccolo per capire cosa ne era stato davvero di suo padre, per adesso sapeva solo che era un eroe coraggioso, che era morto per salvare tutti loro, ed era fin troppo. Pareva che tutti avessero come scopo nella vita di proteggere quel piccolo bambino che nonostante somigliasse tanto al padre nei colori e in carattere, aveva lo stesso aspetto indifeso e sempre spaventato della madre, e beh avevano le loro ragioni. 

Ma era intelligente e precoce, e sapeva che c'erano alcuni argomenti di cui non si sarebbe mai aspettato che sua madre gli avesse mai potuto parlare.

Uno di questi, era proprio quello di cui aveva più curiosità e voglia di sapere: suo padre, l'eroe.

-C'era una volta,- iniziò lei, credendo che forse, buttandola giù come una favoletta, le parole sarebbero state più facili da dire -un giovane eroe: era altissimo, forte e atletico, con bellissimi capelli di bronzo, e assomigliava a una statua greca.- 

-Come quelle che si vedono nei libri di storia?- chiese.

-Sì,- rispose debolmente la madre, cercando di ricacciare dentro le lacrime, con una forza che non sapeva essere sua, e fissando il mare, che in lontananza, era passato dal viola intenso del tramonto al nero, mentre le stelle iniziavano a mostrarsi nel cielo sereno, e la luna quasi piena illuminava il cielo, rendendo la notte molto chiara. -Proprio come quelle che si vedono nei libri di storia.. Ma la sua vera arma vincente, erano i suoi occhi, e il suo sorriso. Oh, piccolo mio, quelle statue possono solo invidiarglieli, questi ultimi.- commentò sforzandosi di sorridere.

 

And "Baby I'll be back again", you whispered in my ear

But now the winter wind is the only sound

Yeah and everything is closing down

'Til summer comes around

'Til the summer comes around

'Til it comes around

And comes around..

 

-Qual'è la storia di questo eroe, mamma?- chiese il piccolo, che, stanco dei convenevoli, voleva sapere cosa succedeva nel racconto.

Non poté fare a meno di sorridere. -Se non ci fosse stato lui, sarebbe stata ancora più fuori di testa..- aveva commentato una volta Johanna, un'altra sua cara vecchia amica. -Il piccolo è tutto ciò che fa restare la sua testa in questo pianeta, e non nel suo.-

-Questo eroe.. Questo eroe ha salvato la nazione. Ha salvato intere migliaia di persone. Questo eroe, è il più coraggioso e gentile allo stesso tempo mai esistito.- continuava a guardare il mare color della pece, ormai. -Ma soprattutto è il mio eroe preferito, perché è riuscito a salvare la ragazza di cui era innamorato, da un destino inesorabile.-

-Perché? La volevano uccidere?- lei trasalì. -La voleva uccidere un drago?-

-C'erano cose peggiori che la stavano uccidendo, molto peggiori di un drago.- disse trattenendo nuovamente le lacrime.

-Beh, allora doveva essere un vero eroe se è riuscito a sconfiggere qualcosa di peggiore di un drago!- le rispose, sorridendo entusiasta. Poco importava che quel racconto non era molto logico o preciso, la sua mamma non gli raccontava mai nessuna storia, e quello per lui rimaneva un momento bellissimo, nonostante volesse sapere cosa l'eroe avesse sconfitto.

-Sì, era un vero eroe, tesoro. - Nella sua mente tutto tornò alla vita in un attimo, -Tornerò, Annie. Te lo giuro. La guerra non durerà molto, probabilmente nemmeno combatterò affatto. E so badare a me stesso, lo sai.- le disse guardandola negli occhi, con tanta sicurezza, che la fece tremare ancora di più. Lei sapeva che lui le mentiva, anche se era per il suo bene. -Non andare, Finnick, non andare ti prego!- ripeteva senza sosta fissando il vuoto. -Annie, guardami.- le disse, e lei obbedì. Lui sorrise -Ti amo. E tornerò da te.- Perché non aveva mantenuto la promessa? Perché? Perché? 

Sapeva che stava per perdere il controllo di se stessa, e dovette spostare lo sguardo su suo figlio per cercare di tornare con la mente alla realtà. -Indubbiamente era un eroe.-

-Mamma?- la chiamò.

-Dimmi amore mio.- sussurrò quasi all'estremo delle forze per quella difficile conversazione.

-L'eroe è papà, vero?- disse così piano, che la sua voce delicata era quasi impercettibile.

 

And I miss you baby,

Oh and I miss you baby.

 

-Sì, Eric, e mi manca tanto.-



 

Angolo Autrice:
Erano anni (letteralmente!) che non pubblicavo una FF qui! Non che ne abbia mai pubblicate troppe, a dir la verità..
Beh, voglio solo dire che questa era una song-fic che avevo scritto due anni fa, i cui soggetti erano completamente diversi,
ma rileggendola l'altro giorno non ho potuto fare a meno di notare quanto la storia fosse simile a quella di Finnick e Annie,
dunque tutto ciò che ho fatto è stato riaggiustare qua e là alcuni dettagli. :3
Spero vivamente che vi piaccia, e che conosciate la canzone, peraltro bellissima:
'Til Summer Comes Around - Keith Urban.

lovelovelove Juliet 

  
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