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Autore: Eternal_Blizzard    06/07/2012    1 recensioni
Il tempo passa inevitabile e dopo la terza media, salvo imprevisti, ad attendere c'è il primo anno di liceo. Settembre, Ottobre, Novembre, tutti i mesi fino ad arrivare ad Agosto compongono quell'anno dopo il diploma dei membri fondatori della Raimon Eleven e compagni. Alcuni sono iscritti allo stesso indirizzo, altri si incontrano fuori scuola, ma come si muoverà il destino: a favore o contro i loro rapporti?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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.Settembre_Hurry up
«Ichinose! Scendi o faremo tardi!» lo chiamò Domon, mentre con il dito indice non si decideva a lasciare il pulsante del citofono di casa dell’amico. «Oddio, non è che se n’è andato senza di me..?» si allarmò, togliendo il dito dal bottone per grattarsi la testa, ma sentì il portone dietro di sé che si apriva, scricchiolante. Si voltò e sorrise.
«Domon. No, non me ne sono andato, ma per favore non trucidare più il mio citofono…» lo supplicò, sistemandosi meglio una scarpa che non era riuscito a mettersi decentemente per via della frettolosa corsa sulle scale, luogo che quella mattina gli avevano fatto da camerino. «Se non sono in ordine, è colpa tua» lo rimproverò giocosamente, facendo una finta espressione scocciata. Il ragazzo dai capelli argentati gli passò rapidamente una mano sulla frangetta, sistemandogliela e lo ammonì a sua volta, avviandosi.
«Se tu ti fossi svegliato in tempo» iniziò, «non l’avrei fatto, lo sai» terminò, lanciando un’altra occhiata all’amico. Notando che aveva un’orrida piega al lato della giacca gliela tirò svelto, facendo sì che si stirasse.
«Che fai? Sei peggio di mia madre!» ridacchiò Ichinose, liberandosi delle premure dell’amico. «Comunque, non capisco perché stamattina hai tutta questa fretta…» ammise, inarcando un sopracciglio.
«In prima ora ho un compito in classe importantissimo. Se lo salto o perdo tempo sono fregato» spiegò allungando il passo. Ichinose accelerò insieme a lui, affiancandoglisi e guardandolo perplesso. Alla silenziosa ma eloquente occhiata del castano, Domon sospirò, grattandosi il mento. «Il prossimo non potrò farlo perché avrò una visita medica. Il prof ha detto che l’alternativa era interrogarmi, ma quando interroga è impossibile prendere la sufficienza» spiegò e vide l’altro annuire.
«Capito. Materia?» chiese estraendo un paio di merendine dallo zaino ed iniziando a mangiarne una. Porse l’altra al compagno, senza togliere la sua dai denti. Quello fece cenno di no col capo.
«Matematica» si limitò a dire e l’altro scosse la testa.
«Ahia…» replicò, riponendo la merendina nello zaino e finendo in silenzio quella che non aveva mai tolto dalla bocca. Da quel momento, per quasi tutto il tragitto calò il silenzio, finché Ichinose non si voltò a fissare Domon. «A che pensi?» gli chiese, storcendo le labbra. Il ragazzo dai capelli argentati aveva un’espressione vagamente allarmata, ma si distese leggermente quando la domanda dell’amico lo riportò sulla Terra.
«A matematica, che altro?» sbuffò, ripensando a tutto quello fatto in quel mese di scuola. «Tu?» chiese di rimando senza nemmeno pensarci troppo. La sua attenzione fu attirata dalle spallucce fatte da Ichinose. «Endou e compagnia. In Giappone quand’è che inizia la scuola? Primavera o ricordo male?» ponderò, alzando lo sguardo al cielo ed aggrottando le sopracciglia. «Mi chiedo come stiano… Avranno un club di calcio? Oppure Endou dovrà fondarne uno suo come ha fatto alla Raimon?» continuò, abbassando gli occhi in terra, sorridendo al pensiero dell’amico giapponese che, scoprendo l’assenza di un club di calcio al suo liceo, si sarebbe lanciato in un’impresa folle pur di crearlo. O di cambiare liceo, se necessario. Il volto di Domon addolcì l’espressione, guardando a sua volta verso le poche nuvole bianche presenti in cielo, come poco prima aveva fatto il più basso dei due.
«Mancano anche a te, eh? Beh, pensa che presto saremo in vacanza e voleremo dritti dritti in Giappone, per rivederli e giocare altre sensazionali partite di calcio!» sorrise all’idea. «Già…» socchiuse gli occhi e a quel punto, Ichinose ruppe l’atmosfera leggermente ovattata che si era creata con una risata cristallina.
«Oddio, ora non te ne uscirai con quelle frasi melense tipo “ci basterà guardare lo stesso cielo”, vero?» rise ancora. In effetti gli sembrava che l’amico dovesse dirlo da un momento all’altro, ma così non fu. Con un lieve rossore delle gote, il più alto sospirò, facendo il finto offeso.
«Sei scemo o cosa? Non avrei mai detto una cosa del genere. E poi, non è lo stesso cielo, ma le stelle o la luna» rettificò, piccato. L’altro agitò una mano all’aria e poi indicò un punto avanti a sé, mantenendo il sorriso. Domon lanciò l’occhio di fronte a loro e notò che a pochi metri camminavano Mark e Dylan, quindi agitò una mano e richiamò la loro attenzione, così che li aspettassero. Una volta raggiunti ripresero a camminare come se nulla fosse. Dopo pochi attimi però Dylan s’illuminò, iniziando a frugare nella tasca esterna della borsa di Ichinose, che gliela sottrasse.
«Scusami?» inarcò un sopracciglio mentre si allontanava, così da usare Mark e Domon come divisorio. «Oh, scusa, è che volevo vedere se ti era avanzata una merendina, dato che la mattina ne mangi due» ridacchiò, alzando una mano ed una spalla, come fosse normale. «Sai, non ho fatto colazione» spiegò. Dopo un’altra occhiatina perplessa, il castano prese il dolcetto e glielo lanciò.
«Sei fortunato che oggi non l’abbia mangiata» gli sorrise e l’altro ringraziò con un euforico “thank you!”. «Ah, Mark! Domon mi ha detto che avete un compito in classe in prima ora. Sei preparato?» domandò e l’altro fece un piccolo scatto con il capo, guardando il compagno di squadra con aria interrogativa.
«Preparato sono preparato, ma… Il compito è in terza ora, non prima» dichiarò con un sorriso di scherno. «Ah, no, Mark» si intromise il più alto dei quattro. «L’hanno detto il giorno dopo a ricreazione. Matematica e letteratura scambiavano l’ora» gli ricordò, ma il biondo scosse il capo.
«No, me lo ricorderei. Dov’ero io, scusa?»
«E che ne so? Mi pare Dylan ti avesse trascinato fuori, ma potrei anche sbagliarmi…» si grattò la testa. Il compagno di classe lo guardò interdetto e fece per porgli un’altra domanda, ma optò per il guardare storto Dylan ed infine afferrare Domon per la manica.
«D’accordo. Urge un ripasso svelto. Vi spiace se facciamo un corsa in classe e ci vediamo dopo?» domandò a Dylan e Ichinose, che scosse il capo mentre Domon si chiedeva perché dovesse venire coinvolto nella corsa a scuola. «Bene, a dopo!» salutò, iniziando a correre e trascinando via anche l’altro.
«In bocca al lupo!» gli gridò dietro Ichinose, salutando con un ampio gesto del braccio e poi avvicinandosi la mano alla bocca. «Ah, Domon, devi chiamare Aki, più tar…» il tono man mano si affievolì. Ormai erano andati. «Mah, glielo dirò dopo…» fece spallucce, sentendo in seguito il braccio di Dylan che gli cingeva il collo e lo avvicinava a sé.
«Kazuya, che ne dici se andiamo a fare colazione decentemente?» propose sornione, alzando un pollice come se quel semplice gesto potesse convincerlo. L’altro guardò l’orologio e scosse il capo.
«In prima abbiamo chimica e tu dovresti seguirla…» rimproverò, togliendosi il suo braccio di dosso. «Oh, come on!» sbuffò il biondo, alzando entrambe le mani. «Scuola è iniziata da un mese, ho solo un impreparato! E poi male che vada mi aiutate tu, Mark o Domon! Dai, andiamo!» insistette, tirando l’amico per la mano. Quando Dylan ci si metteva, era piuttosto difficile dirgli di no, come diavolo faceva Mark a tenerlo a bada? Misteri della vita, probabilmente. Rassegnato all’idea, Ichinose annuì, facendo spalancare ancor di più il sorriso che Dylan non si toglieva mai dal volto. «Good! Muoviamoci, che muoio di fame!» riprese a trascinarlo. «Hurry up, Kazuya!»


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E rieccomi qua! La cosa divertente? Non so scrivere slice of life! <3 Eppure eccone una. Premetto che è la prima volta che ne scrivo una (anche se, sotto consiglio di una tipa, ho messo "slice of life" anche tra i generi della mia fic sul funerale di Kageyama, ma shhh), quindi non assicuro il risultato...
Alluor, questa sarà una raccolta di dodici fic, una per ogni mese, su diversi (ma manco tropp- cioè, volevo smistare i pg, ma mi sono divisa tutti i mesi e chi ci "appare" e... beh alcuni dsi ripetono, togliendo la possibilità di apparire ad altri .__.) dicevo, su diversi pg che... vivono. Tulipanamente (sinonimo si shallamente o tranquillamente. Scusatemi, ma da quando l'ho ideato e una mia amica gli ha dato un senso (?) dovevo ancora usarlo ed ora era il moemnto miglior-). Bene, spero di riuscire a fare qualcosa di decente. Ho anche già scritto ottobre, ma lo pubblico domani così per far finta di nulla, che oa finisoc alter shot.
Ah, il titolo chiedo venia ma fa schifo. Non so trovare titoli decenti se non ai saggi brevi, ahimè. L'ho chiamato così, comuqnue, non tanto per la frase finale di Dylan, ma più per Domon e Mark, credo. ...non mi capsico manco io. :I
Vabbè, spero vi sia piaciuta e vogliate lasciare qualche commento o critica! ><
  
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