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Autore: Yaya_Moony    06/07/2012    1 recensioni
Non ricorda più l’ultima volta in cui ha dormito senza svegliarsi nel cuore della notte a causa di un incubo. Gli sembra non aver mai dormito tranquillamente, senza il timore che la sua vita tornasse a perseguitarlo anche nei sogni.
Quando chiude gli occhi vede delle catene emergere dall’oscurità per immobilizzarlo, gli stringono i polsi e le caviglie e il collo, e la sensazione è così vivida che urla per il dolore.
Dei passi echeggiano nel bui, si fanno sempre più vicini, e la voce di Danarius che lo chiama lo fa tremare. Lo sta cercando, e lo troverà: lo trova sempre.
[La mia seconda M!HawkexFenris...spero vi piaccia!]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Yayachan
Fandom: DragonAge2 (M!HawkexFenris)
Avvertimenti: OTP/Slash
Prompt: #2 Terrore nella notte (della 500themes di http://500themes-ita.livejournal.com/)
Riassunto: Fenris scopre che Hadriana, l’allieva del suo padrone, si trova a Kirkwall e decide di andarla a cercare per ucciderla. Quando la trova la donna gli rivela che sua sorella è ancora viva e, se lui l’avesse risparmiata, gli avrebbe rivelato dove si trova. Fenris finge di accettare la richiesta, ma dopo aver ricevuto le informazioni la uccide. Tuttavia la rabbia e la frustrazione per essere di nuovo braccato fanno perdere il controllo a Fenris che si scaglia contro Hawke, nonostante questi stesse cercando di consolarlo. La sera stessa, però, torna da lui per chiedergli scusa e dopo una breve discussione Hawke lo bacia. Questa oneshot riporta semplicemente i pensieri scaturiti nella testa dell’elfo dopo che si sveglia accanto a lui.



Non ricorda più l’ultima volta in cui ha dormito senza svegliarsi nel cuore della notte a causa di un incubo. Gli sembra di non aver mai dormito tranquillamente, senza il timore che la sua vita tornasse a perseguitarlo anche nei sogni.
Quando chiude gli occhi vede delle catene emergere dall’oscurità per immobilizzarlo, gli stringono i polsi e le caviglie e il collo, e la sensazione è così vivida che urla per il dolore.
Dei passi echeggiano nel buio, si fanno sempre più vicini, e la voce di Danarius che lo chiama lo fa tremare. Lo sta cercando, e lo troverà: lo trova sempre.
Improvvisamente è di nuovo un bambino, sta rannicchiato contro il muro e si nasconde la testa tra le mani. Il terrore si impossessa di lui e il cuore gli rimbomba nelle orecchie, come un tamburo.
Fa’ che non mi trovi, prega, non voglio che mi trovi.
Ma Danarius ormai è vicino, e tiene le estremità delle catene che lo legano.
Si avvicina a lui e si piega sulle ginocchia. “Fenris, mio piccolo lupo” lo chiama con voce maliziosa.
E lui urla e vorrebbe scappare, ma è pietrificato dalla paura. Guarda attraverso le piccole dita e vede sua madre alle spalle del magister, gli occhi lucidi e lo sguardo affranto.
Fenris cerca aiuto, tende le braccia verso di lei, aiutami, mamma, la implora; ma lei scuote la testa e gli fa segno di rimanere fermo.
Allora ubbidisce e il viso di Danarius compare nitido e terribile davanti a lui e sente la stretta delle sue mani sul proprio corpo.

E’ a questo punto che si sveglia ogni volta.
Si ritrova seduto sul letto, le lenzuola completamente a terra e il sudore gli imperla la pelle; i tatuaggi di Lyrium luccicano debolmente della loro luce azzurra.
Per diversi secondi l’unico rumore che sente è il battito del proprio cuore e la disgustosa sensazione del tocco di Danarius su di sé.
Non si rimette più a dormire, non ci riesce; rimane sveglio come un bambino terrorizzato dal buio, e scruta ogni ombra come se potesse uscirne un mostro – il suo mostro.
Anche questa volta si sveglia di soprassalto, ma non è nel buio che si ritrova, bensì in una stanza ampia e illuminata da un fuoco crepitante che danza dentro un camino di marmo.
Un singhiozzo di rabbia e frustrazione gli esce dalle labbra. Non potrà mai essere libero, lo sa, non c’è modo per lui di riconquistare quello che gli è stato tolto: quell’incubo tornerà a perseguitarlo sempre, notte e giorno, e prima o poi lo farà impazzire.
Incassa la testa tra le spalle e stringe i pugni sentendosi perso e abbandonato e non da importanza al fatto che accanto a lui ci sia qualcuno, qualcuno che ora si è svegliato e lo osserva, chiedendosi che cosa sia successo.
Poi percepisce una lieve pressione alla base della schiena, un leggero, gentile tocco, un poco incerto. Sussulta sentendo il respiro troncarglisi nel petto.
-Scusa non volevo spaventarti…- mormora la voce di Hawke, accanto a lui.
Già, ecco dove si trova, ecco cos’è successo appena un paio d’ore prima.
Non vuole che lo veda in quello stato, che ne accorga; non vuole dovergli raccontare di quei sogni e riviverli di nuovo. Dimenticare è l’unica cosa che vuole.
-Fenris?- chiama ancora Hawke non ricevendo risposta. -Qualcosa non va?- chiede, e Fenris sente una nota preoccupa nella sua voce.
-Ti ho svegliato?- domanda l’elfo evitando di rispondere.
-Beh, sei scattato su come un grillo… pensavo stessi male- spiega Hawke. Di nuovo avverte il suo tocco alla base della schiena, ancora e ancora, in una serie di piccole carezze rassicuranti.
Vorrebbe potersi stendere accanto a lui e non dover pensare a nient’altro, lasciandosi semplicemente cullare dal calore di quel contatto; ma le sensazioni di quell’incubo sono ancora troppo vivide.
-Danarius mi perseguita anche nei sogni…- spiega con la voce rotta dalla rabbia -Non finirà mai… è una prigione da cui non posso uscire…-
Hawke sospira. -Vedrai che riuscirai a trovarlo…o magari non lo rivedrai mai più …- mormora fermando per un attimo le carezze. -e potrai rifarti una vita e vivere da elfo libero…-
Fenris scuote la testa, scoraggiato. -No, non ce la farò… lui mi avrà sempre in pugno e mi troverà ovunque andrò…- si volta verso Hawke pur senza guardarlo in viso. -Non voglio mettere in pericolo anche te. Non mi importa degli altri ma tu…-
L’altro scuote la testa -E perché? Tanto ho perso il conto della gente che cerca di uccidermi…che differenza pensi che mi faccia?- il tono è ironico, ma a Fenris non va di scherzare.
-Tu non capisci…- replica in un sussurro. Deglutisce. -Nessuno di voi può capire… - breve pausa -Non è la vostra battaglia…è una cosa che devo fare da solo…almeno se morirò o se Danarius riuscirà a riavermi… nessuno di voi ci andrà di mezzo e---
-Non dirlo nemmeno per scherzo!- esclama Hawke tirando a sedere. Fissa il suo sguardo in quello dell’elfo, ferito e adirato per le sue parole vittimiste e egocentrice. -Pensi davvero che mi rifiuterei di aiutarti? Risolvo ogni giorno i problemi di chiunque me lo chieda e pensi che non vorrei aiutare te?- Un solco profondo si disegna tra le sopracciglia. -Non pensare nemmeno di risolvere tutto da solo. Non farlo.-
Fenris lo guarda, cerca di sostenere il suo sguardo, ma ci riesce solo per poco, poi è costretto a distoglierlo.
-Non posso promettertelo, Hawke…- scuote la testa. Lentamente si sottrae alla sua stretta e al suo sguardo. Si sdraia dandogli le spalle.
Cala il silenzio. Hawke si volta verso il fuoco che, silenzioso, ha assistito alla loro discussione. Lascia che i suoi pensieri si sciolgano in quelle fiamme e per un attimo non pensa più a nulla. Poi volta lo sguardo verso Fenris. La schiena esile e percorsa dai tatuaggi si alza e si abbassa al ritmo lento del suo respiro. Non sa se stia già dormendo, ma non vuole disturbarlo ricominciando a parlare. Segue con lo sguardo quei ghirigori bianchi e non può fare a meno di pensare che siano bellissimi…che lui sia bellissimo.
Allunga una mano e sfiora la pelle della sua spalla, poi scende lentamente lungo il braccio, fin dove riesce ad arrivare. Sotto il suo tocco sente Fenris fremere, ma allo stesso tempo irrigidirsi.
-Buona notte…- mormora, poi si stende accanto a lui, senza però toccarlo o abbracciarlo; poggia soltanto una mano accanto alla schiena dell’elfo, così da toccarlo quasi per caso, e li la lascia. Poi chiude gli occhi e lascia che il sonno lo trascini via.
Hawke non può vederlo, ma ora Fenris ha riaperto gli occhi – o forse non li ha mai chiusi – ancora sotto l’assalto della miriade di pensieri che gli affollano la testa.
L’unica cosa che sa, è che tiene a Hawke più di quanto avesse immaginato e l’idea di abbandonarlo era insopportabile; ma allo stesso tempo ha l’impressione che non ci sia alcuna alternativa.
Dovrebbe solo aspettare che l’altro si addormenti di nuovo, poi se ne andrà senza alcuna spiegazione e lascerà che lo odi e che trovi qualcuno migliore di lui che possa amarlo davvero.
Sarà facile, in fondo.
O almeno, lo spera.
   
 
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