Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Midnight_whisper    07/07/2012    2 recensioni
Imprigionato, l'uomo può trovare, o credere di aver trovato una speranza. Possibile che basti una speranza per ribellarsi, per salvarsi? Forse si. Ma cosa accadrebbe se, per non si sa quale ragione, questa speranza, ormai chiara per l'uomo, dovesse venire a mancare?
Questa è la prima storia che pubblico su questo sito. Solitamente non mi è mai piaciuto far leggere le mie storie alla gente. Ma, non so perché, questa pagina richiedeva un pubblico. Non so se caricherò altro, ma per adesso spero solo che questa storia possa interessarvi, non annoiarvi e farvi riflettere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sei sempre chiuso in questa prigione. Ormai è passato così tanto tempo che non conti neppure i giorni. Le sbarre sono state prese dalla ruggine. Il pavimento è umido per il freddo notturno. Non si sente niente. Nessun passo. Nessun sospiro. Niente di niente. Solo ogni tanto la catena urta il muro alle tue spalle. È strano. Non ti stai muovendo. Eppure con ritmo lento e cadenzato un anello di quella catena sbatte contro la parete. Probabilmente hai tre o quattro ossa rotte, ma non te ne rendi neppure conto. Ogni centimetro del tuo corpo è ricoperto da lividi. Praticamente un vegetale. E, quello che è peggio, è che andrà avanti così. Per l’eternità.
Il sole è ormai tramontato. La luna che filtra tra le sbarre della finestra illumina a rettangoli regolari alcune mattonelle. Tutto è immobile. Ma, d’un tratto, qualcosa si sposta. Si tratta di un movimento lievissimo ma non importa, puoi percepire qualunque cosa ormai. Alzi lentamente la testa. Un tenue riflesso argenteo si sposta, secondo un movimento imperfetto, per la stanza. Compie questo spostamento in linea d’aria, salendo e scendendo senza nessun ritmo scandito, in maniera del tutto imprevedibile, impensabile. Si tratta di una farfalla. La scarsa illuminazione notturna trasforma le sue esili ali in riflessi, riflessi argentei. Ti piacerebbe poterla osservare da vicino, ti piacerebbe poterla toccare. Ma è troppo lontana. Svolazza qua e là, senza meta. Libera. Sembra quasi vantarsi, nel suo allegro volteggiare per l’aria, della sua leggerezza, della sua impalpabilità. Già. È irraggiungibile.
Stai per abbassare la testa, quando il riflesso si ferma. Si è posata a terra. A non più di un metro e mezzo dal tuo angolo. Forse può essere tua. Ti guardi attorno circospetto, prima di provare ad avvicinarti, come per controllare di non essere visto. Erano anni che non vedevi una farfalla. Cerchi di imprimere movimento all’articolazione del ginocchio, ma sembra che non ci sia più. Ci vuole un po’, prima di riprendere le redini di un corpo abbandonato. Ci riesci. Ti stai muovendo. Ecco, ti sei avvicinato. Ancora qualche centimetro. Le sei vicinissimo. Tendi il braccio, ma non basta ancora. Serve fare almeno un altro passo, un solo passo e... La catena finisce qui. Sei sempre legato a quel muro. E lei è ancora lontana. Ti accasci al suolo, forse senza forze si potrebbe pensare. No. Senza speranze. Il riflesso si rimette in volo e si posa dopo un breve volo. Lo osservi.
Cominci a tirare con tutte le forze che puoi, ti spingi sulla parete con le gambe e le ossa e i tendini e le articolazioni, ormai sul punto di sbriciolarsi, e cerchi, invano, di andare avanti di qualche millimetro. Ora lo senti il dolore, lo senti ovunque, il sangue sgorga e fluisce lungo il tuo ginocchio e la tua gamba e le unghie cercano di raschiare il terreno ma vanno in frantumi, deboli. Ti muovi in maniera confusa, non replicabile, caotica, rabbiosa, forzata. Devi farcela. Ormai sembra essersi avvicinata. La smorfia di sofferenza che ti si è dipinta sul volto si tramuta in un grido di rabbia e di immenso dolore. Di disperazione. Nessuno verrà a controllare cosa sta accadendo nella tua cella. Nessuno è mai venuto in questa prigione abitata solo da te e dimenticata. Solo, al confine del mondo, e la catena non si spezza.
Ma ecco che il riflesso si muove di nuovo, ti viene incontro. Sembra volersi poggiare su te e allora alzi la mano in un ultimo sforzo e cerchi di farla tua. Ma lei sfugge. Come la sabbia da una mano aperta, scivola lentamente dalla percezione del tuo tatto. Si alza. Esce dalla finestra. Non la rivedrai mai più. Irraggiungibile.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Midnight_whisper