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Autore: reina86    07/07/2012    7 recensioni
Dopo l'ennesima minaccia per la terra, Bulma deve fare i conti con i suoi sentimenti ed in particolar modo, con il ricordo del suo Mirai Trunks, quel ragazzo coraggioso eroe di tante battaglie, che seppur lontano, occupa sempre un posto di riguardo nel cuore della nostra protagonista.
Sarà questa volta il piccolo Trunks a tranquillizzarla e a ridarle quella serenità che per troppo tempo aveva cercato, poichè alfine ognuno di noi torna sempre lì dove la sua anima appartiene.
"A volte la verità salta fuori quando meno te lo aspetti, e quello era il momento più opportuno, quella era l'occasione più adatta per raccontare al mio bambino la verità sul suo conto e sulla sua storia".
Movieverse liberamente ispirata all'OAV "L'EROE DEL PIANETA CONUTS".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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"We all go back where we belong".

(R.E.M.)

Una nuova minaccia per la terra era stata sconfitta ed eliminata una volta per tutte...

 

Intorno a noi solo macerie, distruzione e tanto coraggio, quel coraggio che abbiamo sempre trovato dentro di noi ogni qual volta un nuovo nemico veniva sconfitto e la voglia di tornare alle nostre solite vite riafforava tra le menti stanche e derelitte.

 

Nessun eroe aveva fortunatamente perso la vita, nè Goku, nè Gohan, nè tanto meno la mia adorata famiglia.

 

Vegeta aveva dato una mano a sconfiggere quell'orribile mostro di Hildegarn, ma purtroppo per lui, il suo coraggio e la sua forza non erano state sufficienti a distruggerlo. Ancora una volta Goku aveva dato sfoggio della sua potenza e delle sue capacità in battaglia, si era reso nuovamente il paladino della pace sul nostro pianeta.

 

In disparte il mio adorato principe, osservava tutti noi salutare quell'eroe arrivato da una galassia lontana, quel Tapion che era prepotentemente entrato nel cuore di mio figlio, e che ora mi odiava silenziosamente perchè gli permettevo di tornare lì da dove era tornato. Gli avevo fatto dono della mia macchina del tempo, per permettergli di tornare sul suo pianeta, nella sua epoca, per rimettere a posto una situazione tragica che gli permettesse di salvare il suo adorato fratello Minosha.

 

Quella macchina che avevo costruito dopo molti sacrifici, mi portava sempre alla mente ricordi felici e tristi allo stesso tempo; mi bastava anche solo vederla per riportare alla mente quel Trunks che avevo conosciuto molti anni prima della sua nascita, un privilegio che nessuna madre avrebbe mai avuto. Avrei tanto voluto riabbracciarlo, sapere come aveva trascorso i suoi giorni dal momento in cui aveva riportato la pace nella sua dimensione, e sopratutto trascorrere qualche momento da sola con lui.

 

Lui però non mi apparteneva, quel Trunks non era mio, non avrebbe mai conosciuto la vita insieme a suo padre e ai suoi nonni, e forse era giusto cosi...


Aveva accarezzato l'idea di non essere più orfano di padre durante i giorni precedenti il Cell game, e forse quel periodo gli era bastato, forte ne aveva tratto una forza indescrivibile che gli sarebbe bastata per tutti i giorni che si sarebbero susseguiti nella sua misera epoca. Il mio animo e il mio cuore di madre però, non mi permettavano di vivere tranquilla, ed ogni singola e maledetta volta in cui quella macchina e la sua storia riaffioravano nella mia testa, il viso di quell'eroe e gli occhi di mio figlio, mi congelavano il sangue nelle vene. Sperando solo che lui stesse bene, pregavo per lui e per sua madre, ripetevo dentro di me parole che non esprimevo a voce, e che forse solo Vegeta, nei suoi lunghi silenzi, poteva segretamente comprendere.

 

Quei giorni e quei ricordi mi permisero di regalare a Tapion la mia macchina del tempo, per far si che la storia non potesse ripetersi e che lui, come il mio Trunks, potesse tornare lì da dove era venuto.

 

Furono inutili tutte le suppliche di mio figlio, inutili i suoi capricci e la sua voglia di far rimanere in casa nostra quel suo nuovo amico che considerava proprio come un fratello maggiore. Per quanto non gli mancasse nulla, l'affetto di un fratello, magari guerriero come lui, mancava a Trunks proprio come l'aria che respirava.

 

Essere figli unici non è sempre facile, ed io potevo capirlo, io sola potevo comprenderlo, ma ormai non si poteva cambiare ciò che era stato, il destino aveva fatto il suo corso e nulla sarebbe mai più cambiato.

 

Vegeta era per lui un padre fantastico, aveva imparato a comprenderlo e a capirlo; sapeva spadroneggiarsi nell'arte della guerra perchè lui aveva voluto cosi, e non c'era giorno in cui non stessero qualche ora insieme ad allenarsi e a rimembrare quali fossero le loro origini saiyan.

 

Trunks aveva tutto l'affetto e l'amore di cui aveva bisogno, amici come Gohan e Goten ad aiutarlo nella vita che avrebbe affrontato in fututo; lui avrebbe avuto davvero tutto, e fu per questo che decisi di aiutare Tapion proprio come avevo fatto con mio figlio molti anni prima.

 

Quell'eroe del pianeta Conuts regalò al mio bambino una spada, leggendaria ed imponente, un'arma da guerra forte e all'altezza di quel piccolo saiyan.

Vegeta ed io ci osservammo complici, poichè in un secondo avevamo compreso cosa fosse quello, che ad un occhio distratto, poteva sembrare un semplice dono e niente di più.

 

Ora dopo anni, avevo rivisto il mio Trunks, l'eroe capace di riportare la pace sul nostro pianeta, il ragazzo capace di far capitolare un cuore di ghiaccio come suo padre e fargli accettare l'idea di una famiglia tutta sua, una famiglia per cui avrebbe donato la sua intera esistenza.

 

Salutammo Tapion fino a quando lui e la mia invenzione non divennero un piccolo punto in quel cielo terso e azzurro; Trunks correndogli dietro, esalò l'ultimo grido di gioia, salutandolo per sempre e abbandonando una volta per tutte l'idea di avere accanto a sè un nuovo fratello maggiore.

 

Sulla strada del ritorno, Vegeta camminava dinanzi a noi orgoglioso come sempre dandoci le spalle, mentre Trunks cominciava a brandire la sua nuova arma con una destrezza enorme, un'abilità che gli era evidentemente congeniale e innata.

 

Se solo sua maestà non fosse stato davanti a noi di qualche metro dandoci le spalle, giurerei di averlo visto sorridere di quella nuova inclinazione di Trunks; per quanto non volesse darlo a vedere, di suo figlio era molto orgoglioso e non perdeva occasione per poterlo allenare e renderlo sempre più forte e potente.

 

A qualche metro da casa nostra, distrutta dai colpi più potenti della precedente battaglia, Trunks rimise la sua spada nella custodia e guardando dritto negli occhi suo padre, volle chiarire una situazione che gli stava a cuore, un episodio di cui poteva parlare solo con lui.

 

"Quando Tapion mi ha dato la sua spada perchè potessi ucciderlo e mettere fine all'incubo di Hildegard, non ne ho avuto il coraggio e non perchè non ne fossi capace. Gli volevo bene come ad un fratello, ed ora che è tutto finito, voglio chiederti scusa, perchè so di aver sbagliato papà. Il destino dell'intero pianeta era nelle mie mani, ed io stavo mandando all'aria tutto solo per l'affetto che mi legava a lui. Ti ho certamente deluso e me ne dispace, giuro che una situazione del genere non si ripetrà mai più, voglio solo portarti onore e far si che tu sia sempre orgoglioso di me".

 

Vegeta non fiatò fino a quando Trunks non ebbe finito di parlare, e orgoglioso di quelle parole, non potè fare altro che annuire, e rispondergli nel modo più semplice possibile. Non poteva deludere le aspettive di un bambino cresciuto troppo in fretta, di un guerriero divenuto tale già molto tempo prima della sua nascita, quel figlio responsabile della sua felicità sulla terra.

 

"So che non mi deluderai mai Trunks, non lo hai fatto nemmeno oggi. Forse è meglio che io ti insegni ad usare la tua nuova arma figliolo, ma non prima che tua madre ti abbia detto due parole".

 

Si diresse nella sua solita camera gravitazionele, e nonostante non avessi proferito parola per tutto quel tempo, aveva capito l'angoscia che mi occupava l'anima, la voglia di chiarire una situazione con Trunks che per molto tempo avevo seppellito nel mio cuore per non turbarlo e non ferirlo; dopo tutto lui era il mio uomo e mi conosceva meglio di chiunque altro.

A volte la verità salta fuori quando meno te lo aspetti, e quello era il momento più opportuno, quella era l'occasione più adatta per raccontare al mio bambino la verità sul suo conto e sulla sua storia.

 

"Forse oggi sono stata io a deluderti Trunks, ma vedi... Tapion non appartiene a questo mondo e tu non potevi trattenerlo qui con noi anche se i tuoi sentimenti erano nobili e gli volevi bene come ad un fratello".

 

"Lo so mamma, ma tu mi hai sempre detto di aiutare gli altri, qui di spazio ce n'è e poi Tapion era un vero eroe"

 

Non potevo aspettarmi niente di meglio da quel bambino cosi forte e al tempo stesso dal cuore nobile; avevo senza ombra di dubbio racchiuso dentro i suoi bellissimi occhi azzurri il meglio di me e del mio Vegeta.

 

Era pronto ad aiutare chiunque proprio come avevo sempre fatto io, sia con suo padre che con tutti gli amici che avevo conosciuto durante tutta la mia vita.

 

"Era davvero un eroe figliolo, lo era... ma ora rispondimi sinceramente... se fossi stato tu al suo posto, saresti rimasto nell'epoca che ti ha accolto con tanto amore o saresti tornato qui da tuo padre e da me"?

 

Avevo pronunciato quelle parole con una paura tale da essermene pentita quasi subito, per paura di ascoltare la verità, per timore di un rifiuto da parte di quel ragazzino che amavo più della mia stessa vita.

 

"Io tornerei sempre qui da voi mamma, nulla potrebbe mai distaccarmi dalla mia famiglia, nemmeno tutto l'amore del mondo".

 

Avevo ottenuto la mia risposta, potevo essere orgogliosa del mio Trunks, e avevo finalmente capito che non vi era differenza tra il bambino che in quel momento abbracciavo con tutte le mie forze, e quel ragazzo che anni fa avevo lasciato partire per una dimensione a me sconosciuta, ma che per lui rappresentava tutta la sua vita.

 

Non avrei mai più dovuto essere triste pensando ai suoi occhi e alla sua aria nostalgica, perchè tutto ciò che lui rappresentava faceva parte di mio figlio, di quel ragazzo che ora, stanco dei miei abbracci, correva verso suo padre per potersi migliorare e poter diventare un guerriero simile in tutto e per tutto all'uomo che amavo.

 

Un giorno gli avrei raccontato tutto e se avesse voluto, avrebbe potuto viaggiare anche lui indietro nel tempo per poter portare la pace in un'altra epoca, per far si che un'altra Bulma ed un altro Vegeta avessero avuto la possibilità d'innamorarsi e di godere della presenza di un bambino tanto forte quanto maturo.

 

Ora ne ero certa, perchè lui sarebbe tornato sempre da me, lui sarebbe sempre tornato lì dove appartiene, lì dove i suoi genitori avrebbero sempre aspettato trepidanti il suo ritorno.

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Salve a tutti cari lettori, questa è una movieverse che ho sempre voluto scrivere e ho potuto realizzare solo oggi, visto che il tempo me lo permetteva ^_^

Spero che abbiate visto anche voi l'oav di Dragon Ball Z di nome L'EROE DEL PIANETA CONUTS in modo tale da potervi intrecciare nella storia; ho dato molte cose per scontato proprio perchè in realtà non volevo descrivervi la storia, ma i sentimenti di Bulma dopo l'ennesima minaccia per la terra.

Contattatemi quando volete e recensite pure se si va!

Grazie mille a tutti voi che mi seguite sempre con tanto affetto.

   
 
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