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Autore: rimbadash98    07/07/2012    4 recensioni
Questa è la mia primissima storia in assoluto, quindi siate clementi: il racconto parla di come Nagisa, ormai una liceale, cerca di spiegare ad Honoka i suoi sentimenti................... scatenando un sacco di guai.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.DIMENTICATI DA DIO



Era mezzogiorno,forse l' una, non avrei saputo dirlo con certezza avevo altro a cui pensare.
Mi incamminai verso la mia classe, nel liceo femminile Veron Accademy, e mi fermai titubante davanti alla porta prendendo un profondo respiro, e bussai.
Aprii senza nemmeno attendere una risposta dalla professoressa, non avrebbe fatto differenza, ero comunque nei guai.
" Vedo che la signorina Misumi ci ha graziato della sua presenza, prego, si metta al suo posto... parleremo dopo della giusta punizione.........."
La sua voce aveva un tono di scherno che nemmeno voleva nascondere.
Quella cagna godeva del suo potere!
E ovviamente ne usufruiva il più possibile, soprattutto contro di me: una semplice bastardella senza madre, ne padre, costretta a vivere dalla nonna, ormai disabile, e fare lavori "sporchi" per sostentare il fratellino ancora piccolo.
Ecco. Era così che il mondo mi vedeva.
L' unico problema è che questo mondo non mostrava pietà a nessuno, si andava avanti, se cadevi, ti rialzavi da solo.
Parlando così mi sembrava di tornare ai momenti in cui mia madre era appena morta, e mio padre, fuori di sé, mi disse queste parole, prima di togliersi la vita davanti a me..... e............ diamine! aveva ragione!
Cosa fa questo cazzo di mondo per noi!
Siamo come mai nati, siamo i " dimenticati da Dio"!? "
Nagisa stai bene?"Era Honoka a parlare.
Ero ribollente dalla rabbia e forse, dopo tanto tempo le lacrime mi arrivavano agli occhi: alla fine, non le avevo ancora consumate tutte.
"Benissimo" mentii e sorrisi, fingendo.
Ero brava a mentire ,soprattutto ad Honoka: la mia compagna di banco, la mia più fidata amica, e il mio amore proibito.
Amore.
Avevo usufruito tanto di questa parola.
Avevo amato mio padre e mia madre, un tempo, e alla fine mia madre era morta di overdosi, e mio padre si è tolto la vita qualche giorno dopo il funerale, lasciando me e Ryota soli e indifesi.
Avevo amato Shogo in modo infantile, sciocco, inesperto e innocente, portandomi a essere sfruttata, sporcata e infine gettata via. E dopo quella notte, mi ripromisi di non innamorarmi mai più di un ragazzo.
E così fu.
E adesso amavo Honoka, più di quanto avessi amato i miei stesi genitori o mio fratello o mia nonna.
L' amavo, e mi odiavo per questo.
Honoka non mi porse ulteriori domande e continuò a seguire tranquillamente la lezione, mentre io la osservavo, in tutta la sua bellezza.
Aveva i lunghi capelli blu, lasciati sciolti, liberi di svolazzare nel vento, ma senza mai scomporsi.
Gli occhi del medesimo colore, pieni di vita, illuminati dalla luce di chi ha ancora un futuro radioso davanti a se.
Una piccola bocca con un abbozzo di un sorriso, e delle labbra sottili al punto giusto, che mi diedero una gran voglia di attaccarmici.
La carnagione candida la faceva sembrare una bambola di porcellana, fragile e indifesa, e le conferiva una maggiore bellezza, se possibile.
Infine, il suo corpo, con un abbozzo di curve molto sensuali, e un seno fiorente sodo e uniforme.
Il tutto la faceva sembrare dannatamente Sexy, instaurando nel mio cuore una grande lussuria. Pensai a lungo, mentre la professoressa spiegava con parole indecifrabili per me, un argomento del tutto sconosciuto che non mi interessava minimamente, e feci pensieri al quanto sporchi, che mi fecero giocare con il corpo di Honoka senza ritegno, fino a quando non capii che ogni sogno su di lei sarebbe stato irrealizabile.
Io ero il contrario di Honoka.
Avevo i capelli di una arancio innaturale sempre spettinati e arruffati.
Gli occhi dello stesso colore, che nonostante dovrebbero dimostrare bellezza, sono ormai opacizati dalle lacrime, incavati dalla mancanza di sonno e spenti, senza un futuro.
La pelle screpolata dalla fatica e dal dolore e una corporatura fin tropo muscolosa e mascolina per una ragazza di 16 anni.
Eravamo esattamente gli opposti.
Lei era un aquila ed io un insetto
Lei era pura e io macchiata Lei era femminile, affascinante e io rozza e maschile
Lei era un angelo........ e io era dimenticata da Dio..............




TO BE CONTINUED............
  
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