Anni. Erano passati anni da quel giorno di
fine novembre che
mi portò via il mio amato. Anni,da quando il mio angelo andò via,nella
città
degli angeli,la mia amata Los Angeles.
Peccato però,che io non spiccai il volo
con il mio angelo,peccato che io ero qui,con le ali tappate. Perché? Semplice,non ero ancora maggiorenne e
lui lo era,invece. Bhè ci dividevano solo due anni,ma vabbè.
Io,ormai diciassettene,ero
chiusa nella mia camera da almeno due giorni. Tra esattamente tre
giorni,sarebbero stati tre anni dalla sua partenza. Sul calendario
segnavo,giorno dopo giorno, i giorni da quando era partito.
Ma poi,diciamoci la verità,come si può davvero soffrire se il tuo ragazzo è partito per via della sua carriera? All’età di 17 anni partecipò a Xfactor e partì,mesi dopo,appunto in quel freddo novembre, per l’America,per un tour promozionale,insieme agli OneDirection. Si,gente. Ero fidanzata con uno degli One Direction,ma nella nuova scuola,nessuno ne era al corrente,se non la mia migliore amica.
Ero distesa sul mio letto che fissavo il soffitto e ogni tanto lanciavo calci al muro di fianco a me. Bussarono alla mia porta,chiusa a chiave per evitare che qualcuno entrasse.
‘Mamma,che c’è?’ Dissi ad alta voce per farmi sentire.
‘Tesoro,la cena è pronta’ disse dolcemente,e poi sentii i suoi passi allontanarsi e scendere. La cena? Da quanto tempo ero chiusa qui dentro? Scossi la testa levando i pensieri negativi e scesi al piano di sotto,in cucina dove mia madre aveva gia apparecchiato e mi stava aspettando seduta.Mi sedetti di fronte a lei e le sorrisi dolcemente. Per l’ennesima volta mio padre non ci sarebbe stato,era sempre via per il lavoro,e sembrava essere scomparso dalla nostra vita.
Cominciai a mangiare,dopo almeno cinque minuti che giocavo con il cibo insieme alla forchetta.
‘Melanie,come stai?’ mi chiese lei,per la terza volta in quella giornata.
‘Sto bene,mamma. Sto bene. Come potrei stare?’ dissi prima dolcemente,anche se mentendo,e poi irrigidii il tono sull’ultima domanda. Mi guardò con uno sguardo pieno di tristezza,delusione..perchè in fondo era quello lo sguardo che mi rivolgeva nell’ultimo periodo. Uno sguardo ricco di delusione,come se lei potesse essere delusa dal fatto che io continuassi a mentire,continuassi a pensare a Liam.
‘Melanie,non mentirmi’ disse poi,prima di portare alla bocca un altro boccone.
‘Non devo mentirti? Ok,allora non lo farò
mamma. Non sto
bene,io non sono felice. E il mio stato d’animo non si avvicina neanche
minimamente alla felicità,o al sollievo,o a qualsiasi altra cosa
positiva. E
sai perché? Perché lui è andato via, e tra due giorni saranno tre anni
che il
MIO ANGELO’ dissi scandendo le ultime parole ‘è andato via. E sai cosa?
Sono
stanca di doverlo aspettare,ma non ce la faccio a dimenticarlo mamma.
Non ce la
faccio.’ Dissi mentre delle lacrime mi
solcavano la guancia, e mi alzai di scatto spingendo la sedia indietro.
Qualcosa,o meglio qualcuno,mi strinse da dietro. Credevo fosse mio padre,tornato in anticipo,in fondo notai delle mani di un uomo. Ma non c’era la fede,non erano le sue mani,erano molto più lisce delle sue.
‘Mi dispiace. Ora sono qui’ queste furono le sue parole. Questa fu la mia sentenza di morte,perché,si..in quel momento sarei potuta morire molto facilmente. Perché,si. Lui..lui era tornato.