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Autore: Elaeth    08/07/2012    7 recensioni
Tutti abbiamo scritto in corsivo almeno una volta nella vita. Ma ci siamo mai soffermati a pensare cosa lo rende diverso dallo stampatello? Scorpius sa bene cosa può essere espresso in corsivo, sa bene che per rendere al meglio ciò che deve dire a Rose deve trovare un modo speciale e unico per farlo. Il punto è... come esprimere la storia di una vita semplicemente a parole?
[Quinta classificata al contest "The You&Me Contest" indetto da Francisca_Potter sul forum di Efp]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ti amo, ma in corsivo.


 

La prima volta che Scorpius Hyperion Malfoy sentì qualcuno nominare i Weasley, era troppo giovane per ricordarlo. L'unica cosa che valeva la pena sapere per lui era che i Weasley erano sempre stati quelli buoni. Per questo aveva speso i suoi anni ad Hogwarts osservandoli da lontano, immaginando come sarebbe stato poter essere uno di loro. Aveva sentito parlare molto più dei Potter, ma fin dal suo primo anno era sempre stato attratto dalla quella numerosa famiglia con i capelli rossi.

Ma questo possiamo benissimo attribuirlo all'episodio che vide Scorpius protagonista durante il suo primo anno ad Hogwarts, quando un giorno, senza che potesse aspettarselo, incontrò Rose Weasley.

Scorpius si era sempre sentito distante dagli altri, vuoi fosse a causa del suo cognome, vuoi fosse per la sua capacità di respingere chiunque, fatto sta che quando la piccola Weasley l'aveva difeso da quei due ragazzini che continuavano a prenderlo in giro, si era sentito per la prima volta apprezzato.

Continuava a chiedersi come fosse possibile che proprio la figlia di Hermione Granger e Ron Weasley non badasse al suo cognome, nonostante appartenesse alla famiglia che aveva causato più mali di tutti alla sua.

Ma ora Scorpius era cresciuto, e con lui tutta la famiglia Potter/Weasley. Aveva imparato a conoscerli, ad apprezzarli, e soprattutto ad amarli. Si era reso conto fin da subito che quella mandria di testoline rosse era capace di entrargli dentro al cuore e non uscirne più, si era reso conto fin da subito che Rose Weasley sarebbe stata sempre la più speciale per lui.

La nostra storia però non inizia con il primo giorno di scuola di Scorpius, non inizia con il primo incontro con Rose, e non inizia neppure con il preciso istante in cui capì di essere innamorato di lei.

La nostra storia inizia in una calda giornata di giugno, poco dopo la fine del loro settimo anno. Scorpius se ne stava seduto sull'erba del prato della Tana, dove era stato gentilmente invitato per l'annuale (più che altro quatriennale) raduno Weasley/Potter, e non poteva fare a meno di pensare al primo giorno in cui aveva messo piede in quella casa. Era stato esattamente l'anno prima, quando si era presentato per la prima volta all'intera famiglia della sua fidanzata. Scorpius era stato terrorizzato, ma a parte qualche sbuffo proveniente, ripetutamente, dalla parte di Ron Weasley, si era sentito subito a casa. Perché si sa, i Weasley sanno sempre farti sentire a tuo agio, nonostante la famiglia da cui provieni.

« Hey, Cory! »

Ed eccola, la voce della sua adorata Rose.

Rose Weasley avrebbe potuto avere anche la voce più sgradevole del mondo, o il tono più acuto esistente, ma per Scorpius Malfoy sarebbe sempre stato il suono più melodioso di tutti.

Il ragazzo cercò con quanta più fretta possibile di nascondere il quaderno che teneva gelosamente fra le mani, evitando così che la sua ragazza lo notasse.

« Hey, Rosie. »

Sentì uno spostamento d'aria alla sua sinistra, fino a quando non si decise a voltare lo sguardo per incontrare gli occhi della ragazza che si era appena seduta al suo fianco.

« Cos'è quel quaderno che hai nascosto, biondo bello? »

Il solito sorriso furbetto e raggiante increspava le labbra di Rose, dandole un'aria più sofisticata di quella che aveva solitamente quando urlava in giro per le strade.

« Oh, niente! Un libro che sto leggendo! »

Scorpius aveva parlato velocemente, quasi incespicando sulle parole. Non gli piaceva mentire alla sua ragazza, ma stavolta vi era un vero motivo. Posò possessivamente una mano sul suo quaderno, facendo intendere a Rose che non l'avrebbe mosso da lì.

« E ti sta piacendo questo libro? »

Rose gli aveva creduto, nonostante l'evidente rossore che aveva imporporato le guance del ragazzo, chiaro segno che stesse mentendo.

Ma Rose Weasley era così: da quando era innamorata di Scorpius era capace di credere a qualsiasi cosa lui le dicesse, sempre nel limite del possibile, intendiamoci.

L'ex-Corvonero indugiò per un attimo su cosa rispondere. Non gli piaceva per niente doverle mentire, ma continuava a ripetersi che lo stava facendo per una buona causa.

« Ehm... sì. Ma l'autore esagera troppo con il corsivo! »

La ragazza non si trattenne dal ridere. Era evidente il fatto che Scorpius avesse inventato una scusa, ma lei continuava a reggergli il gioco, attratta dal continuo rossore che aleggiava sul suo viso.

« Gli autori esagerano sempre su tutto, Cory! » Rose scrollò le spalle. « Tutto sembra amplificato scritto in corsivo, non trovi? »

C'era la solita spontaneità e leggerezza nel tono di voce di Rose, ma lo sguardo era assente, come se stesse pensando ad uno dei suoi assurdi piani che tanto le erano piaciuti pianificare durante la permanenza a Hogwarts.

Scorpius riuscì solo a pensare che il corsivo veniva utilizzato troppo spesso per sottolineare cose che non avevano una reale utilità, così, giusto per fare.

Osservò Rose rialzarsi lentamente e tendergli una mano per fare in modo che la seguisse. Non aspettò un secondo di più, intrecciò le dita alle sue e rientrò in casa assieme a lei, mano nella mano, stringendo il suo quaderno con quanta più forza potesse.


 

::14::…


 

Scrivere non era mai stato un grosso impegno. Scorpius la considerava un'opportunità per esprimere tutto quello che non riusciva a dire a parole.

Al contrario, per Rose invece erano sempre esistite le parole. Questo perché era stata cresciuta così, cullata dal potere che una buona storia può avere se letta nella maniera corretta. Aveva sempre chiesto a suo padre di raccontarle qualche favola su un drago, un ippogrifo oppure una sfinge, ma lui, inevitabilmente, le aveva sempre raccontato una storia che parlava di tre eroi che salvavano il mondo. L'Eroe, il Cervello e l'Imbranato erano sempre stati i suoi personaggi preferiti da piccola, ma aveva sempre avuto una speciale preferenza per l'Imbranato. Suo padre amava quel fatto, e le diceva continuamente che anche l'Imbranato aveva una speciale preferenza per lei.

Crescendo, Rose aveva capito che in ogni storia c'era un velo di verità, in ogni parola c'era qualcosa di veramente vissuto. Scorpius d'altra parte pensava che tutto provenisse dalla mente di un unico autore, il quale a volte si divertiva a mettere dentro alle sue storie qualcosa di personale.

Gli venne naturale ridere quando aprì il suo quaderno e prese in mano una piuma. In quel momento lui era quell'autore, e stava per mettere dentro alla sua storia qualcosa di personale.

Non avrebbe mai pensato di scrivere riguardo l'amore, la felicità o la bellezza, eppure tutto ciò che gli saltava alla mente era solo e unicamente quello.


 

::13::…


 

Scorpius aveva bisogno di cercare qualche libro a cui ispirarsi per la storia che aveva intenzione di scrivere, così si recò in biblioteca. Non una biblioteca qualsiasi, bensì la piccola biblioteca che la signora Weasley, nata Granger, aveva creato in un angolino remoto della Tana. L'odore dei vecchi libri passati di mano in mano durante tutti quegli anni gli invase le narici, facendogli apprezzare ancora di più il fatto che stesse per scrivere. Gli piacque l'idea che un giorno il suo libro potesse essere presente in quella piccola biblioteca; la sua storia, o meglio la loro storia, non sarebbe stata più privata.

Entrò nella stanzetta di soppiatto, senza farsi vedere, e si richiuse la porta alle spalle con estrema delicatezza. Probabile fosse per il suo silenzio nei movimenti, perché quando Scorpius entrò e vide stravaccata su una poltrona niente di meno che Rose Weasley, la ragazza non si mosse di un millemetro. Aveva i capelli rossi tutti scompigliati, gli occhi chiusi che riposavano tranquillamente. Tante piccole macchie nere le contornavano gli occhi, e Scorpius non poté fare a meno di intenerirsi alla vista del suo mascara colato. Non si vergognò nemmeno per un istante quando pensò che Rose era una visione angelica, lì, con una mano ferma a sostenersi il volto e i capelli rossi che le contornavano il viso, mentre dormiva teneramente. Rimase fermo a fissarla per molto tempo, nonostante sapesse che non appena si fosse svegliata e avesse alzato gli occhi, avrebbe certamente notato la sua presenza.

Il suono della risata di Rose invase i suoi pensieri, facendolo vagare tra i ricordi. Per un istante nella sua mente si susseguirono le immagini della ragazza seduta tra i fiori, intenta a ridere come non aveva mai fatto in vita sua. Sarebbe rimasto per sempre perso in quelle fantasie.

Si riscosse prontamente poco dopo, quando ispirato dalla meraviglia che aveva davanti agli occhi prese in mano il suo quaderno, piuma e inchiostro.

Con estrema delusione (anche se in cuor suo era la sensazione migliore del mondo) Scorpius non riuscì a buttar giù nemmeno una riga, tanto era preso dal contemplare la figura di Rose.


 

::12::…


 

Mancava poco all'alba e Scorpius era ancora sveglio, seduto scompostamente, con gli occhi assonnati, sul letto della camera che divideva con Noah. Strabuzzò gli occhi e molto lentamente prese la piuma in mano, proprio come aveva fatto per milioni di volte negli ultimi giorni. Tutto quello che voleva era scrivere una storia piena di significato, così, con molta calma, si mise a scrivere il primo capitolo. Iniziava con un ragazzo solo e desolato, il quale dopo qualche pagina incontrava un cavaliere coraggioso, che lo accompagnava ovunque volesse andare. Si vergognò enormemente di ciò che aveva scritto, e considerando quelle poche pagine la cosa più brutta che avesse mai pensato, strappò il tutto con rabbia e lo buttò violentemente a terra.

Finalmente un barlume di speranza lo attraversò; la sua mente stanca era la sua musa, e lo ispirò a scrivere qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di pensare. Gli venne naturale scrivere parole senza senso, eppure realizzò che stava attaccando un pezzettino di se stesso in ogni segno che faceva sulla carta. Molto pacificamente si addormentò nella luce dell'alba, con la testa nell'inchiostro e le ultime parole del suo primo capitolo scritto stampate sulla mano sinistra.

Farfalle blu nel suo giardino.


 

::11::…


 

« Al! » Rose mugugnò fuori dalla porta della camera di Albus.

« Uhm. » Albus rispose da dentro la sua stanza. « Solo un minuto. »

Rose era terribilmente annoiata. Era da due giorni che Scorpius se ne stava da solo, in compagnia del suo segretissimo quaderno. Rose non era arrabbiata o delusa, semplicemente aveva deciso di approfittare della situazione per stare un po' con il suo migliore amico. Teneva in mano un sacchetto ripieno con le caramelle preferite di Albus, e in faccia aveva stampato il più largo dei sorrisi.

Era sicura che avrebbe passato un pomeriggio fantastico, magari sarebbero usciti a fare un giro in città. Per Rose era sempre facile dire che avrebbe passato una giornata stupenda con il suo cugino preferito.

« Rose, ciao! » La accolse quest’ultimo non appena aprì la porta e diede un'occhiata alla ragazza da dietro l'ammasso di capelli neri scompigliati che si ritrovava in fronte. La sua maglietta era abbottonata malamente, i pantaloni slacciati e gli occhi brillavano come non avevano mai fatto prima, esaltando il loro verde acceso.

« Oh. » Rose esalò delusa quando capì di aver appena interrotto Albus nel pieno di un'attività più che piacevole « Mi dispiace! » Disse. « È solo che credevo che almeno per oggi saresti stato da solo! »

« Sì, sono... beh, Rose... puoi entrare se vuoi! » Il ragazzo era chiaramente in imbarazzo, si leggeva dentro a tutto quel verde.

« È okay. » tagliò corto la ragazza. « Ho altro da fare. »

« Sei sicura? » Albus insistette e le diede un'occhiata che diceva silenziosamente ''Sei da sola, non è vero?''.

Rose provò a sorridere. « Non avrei diviso le mie caramelle con te in ogni caso! »

« Davvero? » Albus parlò, dando una leggera occhiata alle caramelle che Rose teneva in mano. « Credevo le odiassi! »

« Beh, ora mi piacciono. » La ragazza schioccò la lingua al palato. « E non sono così disperata quindi non guardarmi in quel modo! »

Dopo aver dovuto insistere che quelle caramelle le piacevano davvero, Albus chiuse la porta. Rose aggrottò le sopracciglia quando sentì la risata isterica di Lorcan, sbuffando per il fatto che almeno loro due avrebbero concluso al meglio la serata.


 

::10::…


 

Scorpius era tornato a casa per qualche giorno, giusto per prendere altri vestiti. Il cortile della villa dove quando era piccolo era solito correre nudo, ospitava ora l'enorme gazebo dove la famiglia Malfoy organizzava feste galanti. Sua madre Astoria lo aveva accolto baciandolo ripetutamente appena era tornato a casa, e per un attimo Scorpius si era sentito nuovamente bambino. Fu solo quando Draco lo salutò con la voce calma e piatta che lo caratterizzava che si accorse di non esserlo più.

Scorpius si sedette al tavolo con dispiacere, desideroso di tornare il più presto possibile dalla sua Rose.

« Come va, caro? » Chiese sua madre, con la voce rampicante. « Hai bisogno di soldi? »

« No, sto bene, mamma, grazie. » Rispose, passando velocemente lo sguardo su suo padre, che come al solito, sembrava indifferente.

« E la tua ragazza? Sempre tutto perfetto con Rose, vero? » Astoria chiese interessata, mentre tutti e tre versavano del thè nelle loro tazze in maniera cerimoniosa.

« Certamente, mamma, è sempre tutto perfetto. » Scorpius parlò senza pensarci minimamente, la riposta usciva dalla sua bocca con estrema spontaneità ogni volta.

« In cosa sei preso esattamente, allora? Oltre a Rose, ovviamente. » Aggiunse sua madre, regalandogli un lieve sorriso pieno di comprensione. A questa domanda suo padre si versò un bicchiere di Firewhiskey, e iniziò a sorseggiarlo lentamente.

« Vivere, sono preso a vivere. » Disse il ragazzo, cercando di mantenere la voce stabile. Stava vivendo come non aveva mai fatto in vita sua. Da quando conosceva Rose aveva cominciato a respirare a pieni polmoni e a vivere ogni momento come se fosse stato l'ultimo.

« Hai intenzione di sposarla? » Draco aprì finalmente la bocca per parlare, solo per dar voce al pensiero che da un anno a questa parte aveva fisso in mente.

Un silenzio brutale invase l'aria di quella giornata estiva. Lo sguardo enigmatico del signor Malfoy colpì Scorpius, seguito da un leggero ghigno di compiacimento.

« Non ora. » Rispose Scorpius onestamente, conscio che la sua risposta sotto sotto faceva piacere a suo padre.

Con l'espressione più neutra di sempre, Draco Malfoy scolò l'intero contenuto del suo bicchiere di whiskey.


 

::9::…


 

Rose non vedeva Scorpius da tre giorni oramai, ed era sicura che se fosse mancato ancora per un'altra ora sarebbe morta di solitudine. Tutti i suoi cugini se ne stavano addescati con il proprio fidanzato o fidanzata per le stanze della casa, presi in attività del tutto innocenti.

Fu per questo che non appena vide materializzarsi il proprio ragazzo davanti ai suoi occhi, nel giardino della Tana, gli corse in contro, saltandogli al collo con le lacrime di felicità che premevano per uscire.

Scorpius si aspettava una reazione simile da parte di Rose, ma nonostante ciò perse inevitabilmente l'equilibrio quando si trovò schiacciato contro il corpo della ragazza, causando così la caduta di entrambi al suolo.

Era impossibile per Rose non sorridere. Starsene sopra di lui, con il vento che le soffiava tra i capelli, e gli occhi di Scorpius che la scrutavano erano la sensazione più bella al mondo.

Il ragazzo le passò gentilmente una mano dietro la schiena, aiutandola così a rialzarsi.

« Ehilà, Rosellina. »

Il sorriso che Scorpius riservava solo a Rose comparve sulle sue labbra, facendo sciogliere un poco il peso che la ragazza aveva all'altezza del petto.

« Scorpius Hyperion Malfoy! La prossima volta che mi lasci da sola per più di due giorni ti eviro! »

Scorpius si aspettava anche questo. La reazione esagerata e spropositata di Rose era d'obbligo, o per lo meno a questa conclusione ci era arrivato dopo un anno e mezzo di fidanzamento.

« Lo dici dal giorno in cui ci siamo messi assieme, ma non mi è mai successo niente. »

« Questo perché nonostante le mie continue minacce, il tuo pisellino mi serve, caro il mio biondino. »

Scorpius scoppiò a ridere, esasperato dall'espressione seria che Rose metteva tutte le volte che se ne usciva con una frase del genere.

E così, tutte le volte che Rose si comportava in quel modo, Scorpius si innamorava di lei ancora una volta.

« Sei sempre più pazza, Rosie cara. »

Le sue parole non erano veramente sentite, il più delle volte lo ripeteva solo per ricordare a se stesso che Rose non era come tutte le altre ragazze. Rose era diversa, unica e speciale.

« E questo è perché chiunque ami è pazzo, Cory bello! »

Rose chiuse le braccia attorno al collo di Scorpius, avvicinando il volto al suo. Entrambi avevano le bocche già dischiuse quando le labbra si incontrarono, entrambi volevano quel bacio più di qualunque altra cosa.

Così, finirono per rimanere incollati l'uno all'altra per un lasso di tempo interminabile, fermi nel giardino della Tana, dove dalla finestra della cucina un livido Ronald Weasley li osservava digrignando i denti.

Un solo e unico pensiero aleggiava nella mente di Scorpius Malfoy.

Chiunque ami è pazzo.


 

...::8::…


 

« Passami le patate, Hugo. » Chiese Rose, prima di guardare suo fratello riempirsi il piatto con quante più patate possibili salvo poi passarle la ciotola dove era rimasta un'unica patata. La cena era stata preparata per più di venti persone, come era possibile che il cibo fosse già finito?

Ron Weasley sorrise. « Questo è il mio ragazzo! Mangia come un vero uomo! »

« Forse come quattro uomini. » Hermione Granger si intromise nella conversazione, guardando schifata il modo in cui suo figlio sapeva trasformarsi in un maiale quando si trattava di mangiare. « Esattamente come tuo padre. »

« Merlino, Hermione, non ero così terribile! » Urlò Ron, dando una leggera pacca sulla spalla di Hugo.

« Infatti eri anche peggio. » La voce di Harry Potter, seduto dall'altra parte del tavolo, arrivò dritta alle orecchie del suo migliore amico. Tutta la tavolata scoppiò in una fragorosa risata.

Rose provò a ridere, ci provò intensamente, ma il pensiero che il suo stomaco fosse stato privato di cibo la intristì terribilmente. Affianco a lei, un sorridente Scorpius Malfoy osservò la sua reazione e, molto cautamente, rovesciò il suo intero piatto di patate in quello della sua ragazza.

« Si vede che non sei un Weasley. Nessuno di noi rinuncerebbe al proprio cibo, nemmeno per la nostra dolce metà. » Seduto alla sua destra, un Fred Weasley che sputacchiava pezzetti di cibo qua e là aveva parlato con disinvoltura, guardando di tanto in tanto la schifata Sam Jordan che lo fissava al suo fianco.

Si levò un coro di assensi da parte di tutti i Weasley presenti in sala, tutti tranne Ron Weasley.

« A proposito di dolci metà, io e Sammuccia vorremmo darvi una lieta notizia! »

Rose vide chiaramente Sam sbiancare, e suo cugino Fred sorridere compiaciuto.

« L'hai messa incinta? » Urlò una più che eccitata Lisa Wood, fermata poi dall'aggiungere altro da James Potter. Nessuno riuscì a trattenersi dal ridere quando Angelina Johnson sgranò gli occhi terrorizzata dall'affermazione della Wood.

« Non ancora! Ma vorremmo dirvi con grande gioia che... ci sposiamo! »

In pochi secondi, da ogni parte della tavolata si levarono urla estasiate e applausi sentiti. I ragazzi facevano la fila per stringere la mano a un Fred Weasley in preda alla commozione, le ragazze invece correvano ad abbracciare Sam Jordan, la quale ancora non aveva realizzato cosa fosse appena successo.

« Ed ecco la prima coppia sistemata! Ora ne mancano solo un centinaio in più! »

Gridò da un angolo della sala George Weasley, alzando in aria un bicchiere di Firewhiskey. Dalla parte opposta in cui si trovava George, Ronald Weasley non poté fare a meno di strozzarsi con la sua stessa saliva, colpito dalle parole del fratello.

« Che c'è, fratellino? Non ti piace l'idea che anche tua figlia si sistemi? »

Quello che seguì non era quello che George si era aspettato. Ci fu uno scomodo e duro silenzio, fino a quando una sedia stridette contro il pavimento e i passi frettolosi del padre di Rose non abbandonarono la stanza.

« Vado io, non preoccupatevi. » Cercò di smorzare la tensione Hermione, incamminandosi velocemente al piano di sopra, dove sapeva che suo marito si sarebbe rifugiato.

Rose si girò a guardare Scorpius negli occhi, scorgendo in quelli grigi di lui un velo di tristezza. Entrambi si sentirono mancare il respiro, senza nemmeno saperne il reale motivo.

Per una frazione di secondo Rose pensò che ad aver infastidito suo padre non fosse il pensiero che si sposasse, ma il pensiero che Rose Weasley si sposasse con Scorpius Hyperion Malfoy.


 

::7::…


 

Scorpius non aveva nulla di scritto se non il misero capitolo che aveva buttato giù una notte di tanto tempo prima. Secondo un suo intimo cerimoniale, ogni pezzetto di carta su cui scriveva qualche parola veniva buttato con poca grazia fuori dalla finestra. Le parole che aveva cercato di scrivere erano forzate, poco sentite, ed era sicuro che non avrebbero significato nulla, né per lui, né per Rose.

Dopo quella che per lui sembrò un'eternità, finalmente Scorpius trovò qualcosa di reale su cui scrivere e senza difficoltà impresse con la piuma l'inizio di ciò che dentro alla sua mente premeva di uscire.

Quando finalmente riuscì a scrivere l'ultima parola, fiero come non mai analizzò la sua opera.

Rose
Di Scorpius Malfoy

Sospira, è il suono più dolce di tutti

Parla, e da qualche parte nel mondo qualcosa si sistema

Sorride, e mi sento morire ogni volta

Un suo tocco, e il respiro viene a mancare.

L'unico desiderio è la sua bellezza e vicinanza

proprio come le farfalle blu nel suo giardino.

Era l'inizio di una piccola poesia, non particolarmente ricercata o spiritosa, ma era pur sempre meglio di niente. Non avrebbe cambiato il mondo o colpito qualcuno, ma era la sua poesia, per lei. Ed era bellissima.


 

::6::…


 

Era stupido evitare il giardino della Tana solo per paura che dalla finestra della cucina qualcuno lo potesse guardare, così, senza pensarci ulteriormente, Scorpius Malfoy raggiunse Rose Weasley tra l'erba del prato che circondava casa Weasley.

Vederla lì, seduta tra i fiori, gli ricordò la fantasia che una volta gli aveva invaso la mente, rendendolo orgoglioso di avere una ragazza del genere. Lei era bella, affascinante, ed estremamente solare: lei era tutto ciò che chiunque potesse desiderare, ed era sua.

« Hey » Sospirò Scorpius nell'orecchio della sua ragazza. Gli occhi di Rose strabuzzarono, passando dalla distesa di erba alle iridi grigie del ragazzo.

Scorpius credeva di aver raggiunto Rose per farla sentire meno sola, fu solo dopo aver incontrato il largo sorriso di Rose che capì di essere lì solo per sentirsi meno perso.

« E quindi ci rincontriamo qua fuori. » Disse Rose allargando il sorriso. « Penso significhi che mi ami. »

Avrebbe voluto dirle che l'amava con tutto il suo cuore, avrebbe voluto trovare le parole più romantiche del mondo. Ma vederla così raggiante gli fece venire solo voglia di ridere, scherzare e urlare dalla felicità.

« No! Ma che dici! Io non ti amo! » Era chiaramente ironico. Scorpius voleva solo vedere il cipiglio deluso che sapeva si sarebbe impresso sul volto di Rose.

« Tu sei pazzo, Malfoy. »

Gongolava, la sua Rose gongolava. Si godeva l'aria della campagna inglese riservando tutta la sua attenzione su di lui. Il cuore del ragazzo mancò un battito, avrebbe voluto davvero dirle che l'amava.

« Chiunque ami è pazzo. »

Citò la sua ragazza, piegando la testa in preda alla tenerezza.

Rose sorrise ancora, un sorriso sul quale Scorpius avrebbe voluto scrivere milioni di storie e preservarle per sempre solo e unicamente per sé.


 

::5::…


 

Nonostante ciò che diceva chiunque la conoscesse, Rose era una ragazza, o meglio oramai una donna, di logica e senso. Sapeva che gli incontri notturni nel bel mezzo della campagna che circondava la Tana non sarebbero piaciuti per niente a suo padre. Soprattutto se il figlio di Draco Malfoy stava gentilmente scostando una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso dietro al suo orecchio. Illuminati solo da una fiebile lanterna, era impossibile per Rose non rabbrividire al contatto delle dita di Scorpius sulla sua pelle fredda. L'aria che fuoriusciva dalle sue narici era pregna di desiderio, i suoi respiri erano rapidi.

L'unica cosa che la teneva a galla, e la frenava dal chiudere gli occhi e perdersi sotto al suo tocco era la voce melliflua e calda del ragazzo, che gentilmente le sussurrava parole dolci. Rose decise di giocare un po', e di far finta di essere ancora offesa per il fatto che ore prima le aveva detto per scherzo di non amarla.

« Non ti bacerò, Scorpius. »

Delicatamente, il ragazzo disegnò con le dita piccoli cerchi sulle sue guance, soffiandole sul collo.

« Sì invece, lo farai. »

Disse Scorpius, prima di chiudere gli occhi e sentire il caldo e nervoso respiro di Rose sulle sue labbra. Dopo una piccola eternità chiuso nell'oscurità, sentì la morbidezza delle labbra della ragazza, il tocco gentile delle sue mani sulla sua faccia e l'inesperto tremito che l'aveva impossessata. I baci di Scorpius erano pura elettricità, come milioni di lampadine che illuminano il buio più totale di una strada, in una calda nottata di Giugno.


 

::4::…


 

Rimase sdraiato nel suo letto freddo per giorni. Scorpius non riusciva a dormire, nemmeno per cinque minuti a notte. L'unica cosa che riusciva a fare era scrivere un ammasso di parole e frasi senza senso. Nervosamente si spostò nel letto, pensando a Rose. Si fece guidare dal suo ricordo, passava le ore fantasticando su cosa avrebbe potuto fare se l'avesse raggiunta. La cosa che lo infastidiva di più era averla a pochi metri di distanza, sdraiata in un letto che non era il suo. Tutto ciò che riusciva a percepire era il calore che il pensiero di Rose gli dava.

Fu quando si alzò dal letto per aprire la finestra, incapace di prender sonno, che fu investito da un'ondata di profumo di fiori e prato bagnato che gli ricordarono inevitabilmente Rose. Il bisogno di vederla era così grosso che in quel preciso istante decise di uscire dalla stanza che divideva con Noah, per raggiungere quella che la sua Rose divideva con Roxanne. Non gli interessò minimamente il fatto che potesse essere scoperto, e nel peggiore dei casi da Ron Weasley, si mosse solo spinto dall'amore. Sapeva cosa stava cercando ma non dove fosse esattamente; camminò lentamente per le numerose scale che attraversavano casa Weasley, fino a quando non raggiunse una porta rossa proprio come la sua Rose. Era pure follia, ma Scorpius bussò e aspettò.

Ad aprire la porta fu Rose. I capelli le uscivano scompostamente dalla coda di cavallo in tutte le direzioni; il mascara formava cerchi attorno ai suoi occhi e un grosso marchio era stampato sulla sua guancia, segno lasciato dal cuscino. Scorpius ammirò gli occhi di Rose che molto lentamente lo scrutarono lungo tutto il suo corpo. Quando la ragazza gli sorrise non poté che chiedersi come fosse possibile sembrare così bella anche appena sveglia.

« Ti ho trovata. » Le disse, ringraziando mentalmente di aver bussato alla stanza giusta.

« Mi hai trovata alle tre del mattino, sì, Cory. » Rispose Rose prendendogli delicatamente una mano. Senza aver bisogno di dire altre parole, lo guidò giù per le scale, portandolo in soggiorno, dove nessuno li avrebbe scoperti. Almeno non fino al mattino seguente.

Scorpius la prese in braccio teneramente e la baciò esattamente come aveva fatto ogni giorno e ogni notte nei suoi sogni.


 

::3::…


 

La notte seguente fu Rose a sgattaiolare fuori dal letto per vedere Scorpius. Era notte fonda, ma non sapeva bene che ore fossero. Noah le aveva aperto la porta, e dopo qualche battutina riguardo al non renderlo zio subito, era uscito dalla stanza per andare a prendersi qualcosa da bere, o almeno, questo era quelle che le aveva detto. Nella penombra della stanza, Rose riusciva a scorgere il profilo di Cory supino sul letto.

Scorpius non dormiva realmente, era più che altro in uno stato di dormiveglia. Sentì la ragazza togliersi le scarpe e stendersi delicatamente al suo fianco, sopra le coperte. Il calore del corpo affianco al suo gli inebriava la mente, facendolo sentire quasi ubriaco. Avrebbe voluto riaprire gli occhi e dirle che era sveglio, e che era lì anche lui per lei. Ma non lo fece, si limitò a farsi cullare dalle dolci carezze che Rose gli riservava.

« Stai dormendo, biondo bello? » Chiese Rose bisbigliandogli in un orecchio.

Scorpius non rispose, si fece solamente cogliere dai brividi che la vicinanza con la ragazza gli causavano. Rose se ne accorse, ma non disse nulla.

« Forse dovrei raccontarti una favola della buonanotte. » La voce di Rose era come un lieve canto e Scorpius non seppe dirsi come, ma riuscì a percepire il sorriso che la ragazza doveva aver impresso in volto. « C'era una volta, quando non c'erano guerre o dispute, storie riguardo a quello. Questa non è una storia di guerra, nemmeno sull'amore; questa storia parla di una mucca che fa la ballerina classica, parla di un gigante con i tacchi alti e se vuoi, questa può essere una storia riguardo un piccolo corvo biondo che impara a volare. Questa, biondo bello, è la tua favola. Una favola riguardo tutto quello che vuoi essere. »

Scorpius ascoltò affascinato le sue parole, continuando a ripetersi che avrebbe voluto addormentarsi in quel modo per il resto dei suoi giorni.

Poco dopo sentì le labbra rosse e carnose di Rose premere sulla sua tempia, nella perfetta imitazione del gesto più dolce che una mamma può riservare a suo figlio.

« Sei fantastico. » Bisbigliò la ragazza, mentre Scorpius continuava a godersi compiaciuto le sue carezze.

Una favola riguardo tutto quello che vuoi essere. Ripeteva Rose, e più la ragazza schiacciava il corpo contro il suo, più Scorpius si sentiva completo.


 

::2::…


 

« Leggi ancora il tuo segretissimo libro? »

Rose gli era comparsa alle spalle, facendolo sussultare sul posto. Come era successo spesso in quei giorni, si erano dati appuntamento nell'immenso giardino che circondava la Tana, ma stavolta nel posto più lontano possibile, in modo che nessun occhio indiscreto, o testa rossa, potesse vederli.

« Sì, l'ho quasi finito. »

Scorpius richiuse il quaderno nervosamente, cercando di sorriderle con gli occhi. Rose sapeva che le stava nascondendo qualcosa, ma non voleva indagare oltre. Avere Scorpius era tutto ciò che le bastava.

« L'autore usa ancora troppo corsivo? »

« Eh? »

C'era tanta tenerezza nello sguardo di Rose, talmente tanta che per un momento Scorpius credé di essersi sciolto.

« Oh sì, decisamente, troppo per un libro! »

Una risata cristallina e divertita si levò dalla bocca della ragazza. Per un po' lo sguardo di Scorpius indugiò sulle labbra invitanti di Rose, valutando l'idea di saltarle addosso. Come era capitato spesso negli ultimi giorni avrebbe voluto dirle che l'amava, ma non trovava le parole giuste per farlo. Avrebbe voluto dedicarle la più bella della poesie, o magari la più dolce delle canzoni, ma l'unica cosa che gli veniva in mente era un banale Ti amo.

« C'è qualcosa che non va? »

Rose lo guardava con un sopracciglio inarcato. Era da giorni che aveva notato il suo sguardo sempre assente, concentrato su qualcosa che a lei non era permesso sapere.

« No, niente di cui dovresti preoccuparti. »

Le labbra di Scorpius si curvarono in un sorriso rassicurante. Allungò istintivamente una mano verso la guancia della sua ragazza, carezzandola con delicatezza.

« Mi dici per favore cosa scrivi in quel quaderno? »

Scorpius cercò di allontanare gli occhi, evitando lo sguardo della ragazza, ma inevitabilmente la voce di Rose lo riportò alla chioma di capelli rossi che tanto amava.

« Andiamo... sono giorni che scrivi e non mi dici niente! »

L'ex-Corvonero sospirò in preda al panico; non avrebbe dovuto farle vedere il quaderno, ma non poteva resistere a quegli occhi azzurri. Come se fosse stato in trance, con molta titubanza consegnò il quaderno alla sua ragazza.

Quando Rose sfogliò le prime pagine e vi trovò il nulla più totale, si fece prendere dalla delusione. Nemmeno lei sapeva cosa aspettarsi, ma sicuramente non avrebbe mai creduto di trovare solo bianco. La pagina su cui Scorpius aveva scritto la sua prima poesia tante notti prima si trovava nascosta dentro alla sua valigia, dentro ad una tasca che il ragazzo era sicuro nessuno avrebbe mai aperto.

Nel momento stesso in cui capì che Rose stava osservando solo fogli vuoti, il ragazzo si pentì terribilmente di aver nascosto quella famosa pagina. Farle leggere la sua poesia era sicuramente meglio dell'imbarazzante figura che stava facendo in quel momento.

« Non riesco a scrivere... scusami. »

Il tone di voce di Scorpius non era sotto terra, faceva direttamente un buco nel terreno e sbucava dall'altra parte del mondo. Aveva lo sguardo basso, e le mani torturavano con irruenza dei ciuffi d'erba. Rose non poté fare altro che avvicinarsi a lui, e sedergli in braccio, il volto contro il suo. Le labbra si sfioravano ma non erano coinvolte in nessun bacio; le mani di Rose accarezzavano gentilmente la nuca del ragazzo.

« Forse avresti dovuto scrivere qualcosa in corsivo! » Se ne uscì fuori la ragazza, scoppiando a ridere poco dopo.

Scorpius stette un attimo in allerta, analizzando l'espressione che Rose aveva in volto. Tempo pochi secondi, e anche lui scoppiò nella stessa divertita risata, dimenticando completamente il sentimento di vergogna che lo aveva invaso poco prima.


 

::1::…


 

Nel bel mezzo di luglio, Scorpius vide Rose aspettarlo alla fine del vialetto della Tana. Guardandola, sotto al sole cocente, nei suoi abiti di qualche taglia in più della sua, era una festa per gli occhi. Rose d'altra parte era affascinata dalla figura di Scorpius: i capelli biondi sotto la luce del sole erano trasparenti, creando un alone di luce tutto attorno alla sua testa. Per una volta Scorpius non si era pettinato, cosciente del fatto che lei amava vederli carezzati dal vento.

Era arrivato il momento di separarsi: lui doveva tornare a villa Malfoy, per qualche strano e del tutto insignificante ballo organizzato dalla sua famiglia.

Lo stesso sguardo complice e di intesa aleggiava sul volto di entrambi quando Scorpius camminò lentamente verso di lei, sorridendole distratto. Non appena si ritrovò faccia a faccia con Rose, le prese le mani, e lei non fece altro che sorridere alla vista di uno Scorpius sudato a causa del calore soffocante.

Fu il ragazzo il primo a cercare un contatto fisico, sotto gli sguardi minacciosi del signor Weasley, cozzandole contro per premere le labbra sulle sue.

C'era tanta disperazione in quel bacio: entrambi si aggrappavano al corpo dell'altro come se ne dipendesse la loro vita, come se dall'altro avrebbero ottenuto l'ossigeno necessario per sopravvivere.

Lentamente, quando Scorpius si scostò dal volto martoriato dai suoi stessi baci di Rose, il ragazzo mise una mano dentro ad una tasca, per tirarne fuori un piccolo pezzetto di carta tutto stropicciato.

« Questa è la cosa migliore che io abbia mai scritto... » Disse Scorpius, sorridendole e porgendole ciò che aveva in mano. « È una storia su di te. »

Rose sbuffò alla vista del pezzetto di carta; era certa fosse stato scritto di tutta fretta cinque minuti prima. Sopra, scritto a caratteri cubitali, vi era il lavoro di precisione più bello che Scorpius Hyperion Malfoy avesse mai fatto. Erano parole che creavano una poesia unica e il loro significato sarebbe stato tramandato ai loro figli, e dopo di loro, ai nipoti e così via.

« Leggi per me. » Fu l'unica cosa che disse la ragazza. « Voglio sentirti raccontare la tua storia » Disse secca, chiudendo gli occhi così da poter sentire la sua voce più chiaramente.

Riuscì a sentire Scorpius sorriderle senza neanche guardarlo.

« Okay. » Rispose il ragazzo e subito dopo cominciò. Le baciò entrambe le palpebre ed infine le lasciò un veloce bacio sul naso, prima di leggere le poche parole scritte sul pezzetto di carta. « Ti amo. »

Ti amo. C'era scritto.

« Ti amo anche io. » Disse Rose, percependo alcune lacrime bruciare da dentro le sue palpebre. Le colarono non appena aprì gli occhi, solo per guardare Scorpius dritto in faccia mentre era illuminato dal sole. I suoi occhi grigi d'altra parte cercavano di non piangere, e trattenevano tutto il bagliore che vi era nell'aria.

« Non ti amo solamente. Ti amo. Vedi, l'ho scritto in corsivo. »

Scorpius mormorò distintamente e poi chiuse gli occhi. Poggiò le labbra contro la sua fronte, facendosi cogliere dai ricordi. « Una volta mi dicesti che per te le cose erano amplificate scritte in corsivo, e io ti amo enormemente. »

« E ti amo così anche io. » Rose parlò e intreccio le dita alle sue, stranamente rabbrividendo al contatto con il calore della sua pelle. « Il mio ragazzo, Scorpius Malfoy. » Sussurò prima di baciarlo lentamente.

Un altro bacio li coinvolse, come tanti altri baci prima di quello avevano fatto. Ma questo non era un bacio di scoperta, di consolazione o di passione pura, questo era un bacio che prometteva.

Un bacio che prometteva ad entrambi che sarebbero stati assieme per sempre.


 

*


 

E questa è solo una prima versione di ciò che il nostro amore può farci vivere, Rose; siamo ancora giovani e siamo ancora ad Hogwarts, ma abbiamo tanto da vivere assieme. Siamo solo al sesto anno, l'ultimo anno ci attende, ci sorride, ci invita a vivere le stesse meravigliose esperienze che abbiamo vissuto quest'anno.

Questa storia è come una di quelle favole della buonanotte che oramai mi sono abituato a sentire con la tua voce, una di quelle favole che io non ho mai ascoltato quando ero piccolo ma che tu hai sentito fino alla nausea.

E se ho scritto tutto questo, Rose, e perché ti amo davvero, sottolineato, in grassetto, in lettere capitali e soprattutto sempre in corsivo.

Tuo,

Scorpius Hyperion Malfoy

  
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