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Autore: Calmdowncurly    08/07/2012    5 recensioni
Sfotterlo era la cosa che sapevo far meglio, se escludiamo il fatto di amarlo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte hai pensato di morire per una semplice delusione? Quante volte avresti preferito farla finita pur di non soffrire? Quante?

Se la tua risposta supera le dieci volte, stai sicuro che nella tua testa qualcosa non va come dovrebbe. Potresti farti curare, potresti consultare qualche specialista nella materia o potresti continuare a vivere, come un comune mortale che ha dei semplici problemi ogni tanto, nessuno potrebbe mai accorgersi del tuo disturbo, sono tutti troppo impegnati nelle loro faccende, sono tutti troppo distratti.

 

 

Non avevo mai incontrato, prima di quel giorno, una persona tanto attenta ai particolari, ai dettagli, agli altri. Era così silenzioso e misterioso, si guardava intorno osservandoci tutti come se potesse capirci, come se fosse un’entità superiore.

Non mi meravigliò il fatto che le ragazzine del primo anno cominciassero già a sbavargli dietro, il primo giorno di scuola. Era nuovo, ed era strano che un ragazzo tanto affascinante, con quell’aspetto da americano si fosse trasferito in una cittadina tanto piccola dell’Inghilterra. Non si vedevano tutti i giorni ragazzi di New York a Bradford, a dirla tutta non si vedevano mai, nessuno era abbastanza stupido da lasciare l’America per l’Europa in generale.

Qui piove sempre, ma da quel poco che so sulla Grande Mela, anche lì l’umidità e la pioggia fa da padrona al meteo settimanale.

Fatto sta’ che mi infastidiva molto quel ragazzo, era il primo giorno di scuola e l’attenzione era tutta su di lui, il ragazzo seduto al tavolo degli sfigati, che in poco tempo divenne il tavolo dei ‘fighi’. Odiavo quelle persone, odiavo quella scuola e odiavo quel tipo. Odiavo perfino il fatto che sapeva farsi amare senza fare un bel niente. Se ne stava lì seduto, con quell’aria da macho americano. Che rabbia!

Ancora oggi ripensandoci mi viene la rabbia scorgendo in qualche piccolo angolo della mia memoria il suo volto, i suoi gesti, i suoi modi di fare, le sue mani.

 

 

“Date il benvenuto al signor Styles, che per quest anno sarà con noi.” Un applauso di gruppo accompagnava la sua camminata alquanto annoiata in mezzo ai banchi “Si sieda dove vuole Edward, posso chiamarla così?” La sua faccia schifata fece meravigliare la signora Purple la quale si scusò immediatamente.

“Potrebbe chiamarmi Harry, se non le dispiace” aveva una voce così bassa, rauca, quasi mi tranquillizzava quel suono così soave. “Posso?” mi chiese sorridente. Con mia totale sorpresa, quel tipo che odiavo tanto aveva scelto proprio il posto vicino al mio. Odiavo letteratura, odiavo quella professoressa e nuovamente odiavo lui. Sarebbe stato un anno esaltante.

Non potevo essere tanto scortese da mandarlo via ed i posti erano finiti perciò annuii senza tralasciare né entusiasmo né noia, feci per la prima volta una faccia indifferente decente.

Mi sentivo fiera di me, delle mie possibilità da probabile bugiarda in un futuro non molto lontano.

“Pare che la mia presenza ti rechi fastidio…..” La mia faccia non parve sorpresa, dopotutto era un americano, potevo aspettarmi questo ed altro “Sono Felicite e la tua presenza è indifferente, sono qui per studiare quest’inutile materia, non per dare corda al nuovo arrivato… Quindi ti chiami Edward, che bel nome” mi lasciai sfuggire un sorriso e fu quello il mio errore più grande di quel lunedì pomeriggio.

“Dovresti sorridere più spesso… Felis, sei bellissima quando sorridi e comunque se proprio ti fa piacere potrai chiamarmi Edward, anche se odio questo nome” Sull’ultima frase si rattristì e mi sentii in colpa per averlo reso pensieroso, lo era sempre, ma in quel momento aveva del cupo nei suoi occhi verde marino.

“Ti chiamerò Harry, non importa” gli dissi quasi per scusarmi.

La campanella non ci mise tanto a suonare ed io ci misi altrettanto poco per prepararmi ed uscire da quell’aula.

Merda avevo bisogno di una sigaretta. Mio fratello mi fissava meravigliato, seduto su una sedia della caffetteria e la mia migliore amica gli toccava la gamba come per dire “stasera sesso sfenato”. A quel pensiero non potevo far altro che rabbrividire. Mi facevano schifo insieme, li amavo, ma presi da soli in disparte. Quando erano insieme mi veniva quasi una sensazione di vomito.

“Inviteremo Styles alla nostra “serata cinema” oggi, è un ragazzo così simpatico, mi fa ridere” cominciò Louis appena mi vide abbastanza vicina da poter parlare.

“Allora io non verrò” mi affrettai a dire prima di cambiare strada ed andarmi a sedere vicino alla mia sorellina.

“Lottie, dimmi che anche tu odi quel tipo dai capelli ricci e il fisico perfetto, quello con quegli occhi che ci potresti affogare dentro” parlai troppo.

“Lo odi,vero?” cominciò ridendo “Feli, lui verrà alla nostra serata e tu ci sarai, che ti piaccia o no stare in sua presenza”

Merda.

Dovevo tirarmi fuori da quella serata e forse avevo trovato un modo intelligente per farlo o forse no.

“Niall James Horan fermati subito o giuro che quelli che tu definisci testicoli saranno così distrutti da non poter essere più fefiniti nemmeno poltiglia” minacciai il ragazzo che frenò subito la sua velicità, impaurito.

“So della serata e non ti tirerò fuori in nessun modo, ho un appuntamento” Che cazzo stava dicendo.

“Cosa cazzo significa? Senti Horan me ne sbatto dei tuoi appuntamenti da quattro soldi, tanto lo sappiamo tutti come va a finire, farai sesso scadente con qualche tizia del primo forse secondo anno e poi ritornerai a casa deluso e insoddisfatto e piangerai sulla mia spalla. Ora basta!”

Abbassò lo sguardo “Esco con Lottie oggi”.

Merda.



  
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