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Autore: RoSyBlAcK    22/01/2007    2 recensioni
rieccomi con una nuova ff..! vi sono mancata vero? hihi.. questa volta su (rullo di tamburi xD) lily e james! la nascita del loro proverbiale amore in una specie di one-shot in tre piccoli capitoli... spero che vi piaccia!
dedicata con affetto alla mia gemellina..!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccovi il mio ultimo attacco di follia

Eccovi il mio ultimo attacco di follia! Prima di lasciarvi alla lettura, devo dirvi due cose… allora, la prima è che questa one shot è in realtà divisa in tre corti capitoli… la seconda è che, come noterete, è scritta in modo un po’ diverso dal mio solito… la terza è che ho postato i tre “capitoli” così per due motivi: il primo è un fatto di impaginazione… sono figlia di una grafica, perdonatemi! Il secondo è perché sono certa che la persona a cui l’ho dedicata non avrebbe potuto aspettare se facevo prima un capitolo e postavo dopo gli altri… e siccome so che preferisce le fanfiction lunghe, ho pensato che così il mio “ragalino” le sarebbe piaciuto di più… va bhè, basta… ora vi lascio… le chiacchiere vere dopo, su! Buona lettura…

 

 

 

 

°Alla mia Marty, per tutto quello che ogni giorno fa per me e perché è per me in questo momento la persona più importante…Ti voglio benissimo...°

 

 

 

                                                    __La Favola del Ranocchio __

 

 

 

Meredith: è una caccia ed io non ci sto.

Derek: cosa?

Meredith: il brivido della caccia, mi sono chiesta più di una volta per quale motivo insisti tanto a volere che esca con te, tu sei il mio capo è contro il regolamento e continuo a dirti di no… è una caccia.

Derek: ma è divertente.

Meredith: visto? Per te è solo un gioco, ma non lo è per me io al contrario di te ho ancora qualcosa da dimostrare.

[Grey’s Anatomy; 1.3]

 

 

 

Oggi: Febbraio.

Anno: 6°.

Luogo: Hogwarts.

 

 

 

 

James.

So che non stai pensando a me. So bene che il tuo sorriso affettato mi prega di non parlare. So che non cerchi le mie mani e che quegli sguardi non cercano i miei occhi. E infondo va bene così.

Ti cerco ancora nei corridoi, lo sai? Cerco di trovare i tuoi lunghi capelli rossi, e le dita mi fremono al ricordo lontano di quell’unico contatto con loro.

E, soprattutto, nella mente, ti cerco di continuo. Spero che, in un qualche modo incomprensibile, sentirai i miei pensieri, li ascolterai come non ascolti la mia voce.

Che parleremo. Perché anche questo mi basterebbe di te. Qualche esile parola che non sia il tuo tiepido saluto ogni mattina. Un saluto cordiale, come di lontani conoscenti. O come quello che si rivolge a qualcuno che si è perso. Qualcuno a cui tieni. Qualcuno a cui hai tenuto.

 

 

 

Lily.

Evito il tuo sguardo sempre più invadente, innervosita, ma insieme compiaciuta.

Farmi cercare da te. Tentare di essere presa. All’ultimo, scappare. Ho sempre trovato insieme ridicolo, patetico, allettante il gioco che fai con me. Infantile, certo. Ma chi l’ha detto che io voglio essere adulta? Gioco distrattamente con una ciocca di capelli, ripassando la lezione di Difesa. So che mi stai guardando. Reprimo un sorrisetto. È il momento che preferisco. Quello in cui non sei tu a giocare con me. Quello in cui sono io che gioco con te e con i tuoi sentimenti. Mi fa sentire insieme forte, spudorata, donna. Totalmente, irrimediabilmente, idiota.

 

 

 

James.

Sai che ti guardo, sai che ti seguo da lontano, ombra delle tue più segrete paure. Non capisco perché scappi da me, forse come tu non capisci perché io rincorro te. So che in qualche modo perverso è quello che ti piace, essere rincorsa. Come in una vecchia canzone di Vasco, vorrei poterti dire, però, che “non puoi farti eternamente corteggiare”. Ma tu continui a tessere questo strano misto di euforia e tristezza dentro di me. Sono cotto di te. E con te non è come con le altre. Non funzionano al tuo cospetto ironiche battute, perché tu rispondi su di tono, invece che piegarti in risatine ammaliatrici. Non funziona il mio sorriso personale, quello che rivolgo solo alle ragazze con cui voglio uscire. Tu non rispondi al mio sorriso. Non funzionano le frasi serie infilate nei discorsi più futili. Fingi di non cogliere i riferimenti a noi. E questo è quanto. Hai vinto. Continuo a ripeterti mentalmente. Hai vinto questa partita. Ora fammene vincere una anche a me. Ma a te non basta una vittoria. Tu vuoi essere la vincitrice indiscussa di ogni singolo round.

 

 

 

 

Lily.

E poi non riesco proprio a smettere di pensare a quel giorno. È come una specie di doloroso ricordo a metà tra il mio stato di veglia e di sonno. In quel momento in cui non sei ben sicuro di essere sveglio ne di essere ancora addormentato. Lì si trova il ricordo di quel momento. Quell’unica volta in cui ho ceduto. E da allora le tue occhiate mi sembrano quasi più difficili da sopportare. Continuo a cercare di afferrare con la memoria che cosa ho pensato quando le tue dita hanno sfiorato la mia schiena, quando hanno accarezzato i miei capelli, quando con le tue labbra hai assaggiato le mie. Cerco disperatamente di catturare ancora una volta la sensazione che ho provato. Spero vivamente di esserne stata disgustata. Sì, penso che disgusto sia quanto meno quello che ho sempre sentito per te. Mi stai ancora aspettando? Me lo chiedo e supplico che non sia così. Perché io non voglio che tu mi aspetti. Non voglio altro che scordare quell’unico bacio…

 

 

 

 

James.

E poi, ovviamente, ogni giorno, ricordo almeno per qualche minuto quell’unico bacio che mi hai lasciato dare. Riafferro e faccio mia la sensazione gloriosa di soddisfatta pace che mi ha assalito, la cieca felicità, fiducia, la netta sensazione che tutto sarebbe andato, ora, per il verso giusto. Cerco di rievocare il tuo seno sul mio petto, il tuo piccolo e gelido naso che sfiorava la mia guancia, la punta morbida delle tue dita che scivola sotto la stoffa della mia maglietta e accarezza, piano, la mia pelle. E esploro il fondo della mia memoria alla ricerca di un frammento del sapore placido del tuo respiro, sognando di averlo intrappolato tra le labbra. E mi rendo conto di averlo perso. Di essermelo lasciato sfuggire, nell’arroganza di poterlo sentire ancora e ancora. E invece no. Avevo sottovalutato la tua crudeltà, il tuo orgoglio di donna, la tua forza. Avevo sottovalutato il disprezzo che hai per me.

 

 

 

Lily.

Ciò che proprio non posso perdonarti, James, è di affascinarmi così tanto. Perché quanto amo odiarti, odio l’idea di amarti. Quanto vorrei non vederti più ogni mattina, non sopporto l’idea di non nutrire per un secondo la tua fame dei miei sorrisi. La verità è che non sopportare niente di te è diventata un’abitudine per me. Apprezzarti, invece, qualche volta, è una sorpresa, qualcosa che mi lascia senza fiato. E nessuno mai mi aveva stupita. Ma molti mi hanno deluso. Questo sì. E io non voglio permetterlo anche a te.

 

 

 

 

James.

Spesso, molto spesso, penso che la realtà sia semplice. C’è un altro. Non provo nessuna tristezza, lo sai? Solo un po’ di rabbia. Se sapessi chi è, gli tirerei un bel cartone, e poi magari mi innamorerei di nuovo. Di qualcun’altra. Qualcuna che, questa volta, mi ricambi. Ma così, mi tieni appeso ad un filo, sospeso sopra il baratro infinito dei miei sogni nel cassetto. Vorrei farli uscire da li, sparpagliarli per tutta la stanza, ballare con te tra macchine costose, futuri incredibili, musiche lontane. Tutto ciò che ho chiuso lontano dalla realtà. Ma tu non sei un sogno. Tu sei lì, in bilico tra il vero e il falso. Popoli i miei sogni e domini le mie veglie.

Ogni tanto penso di amarti.

Ogni tanto penso di odiarti.

Ma comunque sia, ti penso.

 

 

 

 

Lily.

E comunque, continuo a chiedermi come diavolo sono arrivata qui. Cosa mi abbia portata a giocare con te questa partita… è un po’ come una partita a scacchi.

Ognuno fa la sua mossa, e poi aspetta.

Tu cerchi di entrare nel mio campo, di sferrare il tuo attacco migliore.

Io, con tutta l’astuta malizia che trovo, ti respingo.

E poi, entrambi, aspettiamo la mossa successiva. Ma non ne usciremo mai.

Non sono nemmeno sicura di volerne uscire ormai. Di certo non ne voglio uscire con te. Ma anche l’idea di stringerti la mano e decretare la fine di questo gioco un po’ mi intristisce. Sia che il vincitore sia io, sia che sia te.

E in ogni caso non capisco cosa mi abbia portata qui.

Vorrei tornare la vecchia Lily.

Quella che non metteva nemmeno in dubbio il fatto di odiarti.

Quella che non ti avrebbe mai baciato.

MAI.

 

 

 

 

°oOOOo°oOOOo°oOOOo°

 

  
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