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Autore: hanaemi_    08/07/2012    2 recensioni
Prussia è a un passo dalla morte.Ne ha combinate tante,ma vuole farsi perdonare almeno da una persona...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't wanna close my eyes




 
{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia x Hungary
Pairing: Prungary
Parole: 837 (grazie a http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "I don't wanna miss a thing" - Aerosmith-->   https://www.youtube.com/watch?v=Ss0kFNUP4P4 
(ascolto consigliato durante la lettura)}


La vita e la sua fugacità.
Buffo come ora si ritrovasse a pensare a ciò nella situazione in cui era, steso su una misera branda a guardare il soffitto, a un passo della morte.
E sì che lui in passato ne aveva combinate tante.
Ma adesso imprecava contro se stesso e le sue malefatte, in particolare una. Spezzare il cuore a lei, la bambina che era cresciuta come un maschiaccio con lui ma che poi si era trasformata in una bellissima ragazza...
Ungheria.
Quello era ciò che rimpiangeva di più, di tutto quello che aveva combinato in tutta la sua vita. Sospirò forte. Sapeva che da quel letto non si sarebbe più tirato su. I suoi cari avevano tentato di spronarlo, dicendogli che sarebbe andato tutto bene, che ce l'avrebbe fatta a superare anche quella...Ma lui non desiderava la loro compassione. Aveva capito benissimo quando il medico, terminata la visita, aveva scrollato le spalle mestamente, come a dire "Qui non c'è più nulla da fare". Spostò lo sguardo verso la porta. Stava entrando suo fratello, Germania, con una tazza di the in mano. Si rizzò a sedere sui cuscini, facendo non poca fatica, e gli sorrise. Questi gli rispose con lo stesso gesto, lasciando però trasparire l'agitazione e la preoccupazione che provava per lui, sentimenti che non gli erano mai appartenuti.
-West- disse chiamandolo, quando era già quasi sulla soglia. Ludwig si voltò a guardarlo da sopra la spalla.
-Potresti...ecco...potresti chiamarmi Ungheria? Vorrei parlarle.-
Non sapeva se Ungheria fosse lì oppure no, però...in un certo qual modo sentiva la sua presenza lì, in quella casa...o forse si stava immaginando tutto.
-Te la chiamo subito.- fu la risposta secca del fratello, voltandosi nuovamente e avviandosi fuori. Prese un profondo sospiro. Dio, era lì! E stava venendo da lui...ma ora, cosa le avrebbe detto? "Mi dispiace per averti spezzato il cuore"? Certo, come no, giusto per farla star peggio, come se ciò che avesse sofferto non fosse stato abbastanza. Sbuffò, pensando a cosa dire. Mmm....
-Mi...mi hai chiamato?- disse una vocina sottile in piedi sull'uscio della stanza. Prussia si riscosse dai suoi pensieri. Oddio, eccola. Era lì, in piedi, a testa china, con le mani giunte in grembo, in silenzio. Deglutì un paio di volte a vuoto prima di riuscire a parlare.
-Elizaveta...- riuscì a dire con voce roca.-Avvicinati,ti prego.- La ragazza ubbidì, avvicinandosi al suo letto ma senza sedersi.
Quanto odiava la lontananza che ormai si era creata tra loro. Prese un altro respiro profondo, per poi schiarirsi la voce.
-Elizaveta,io...-
-No- lo interruppe lei, con voce tremante -non dire nulla.So quello che stai per dire, ma io...non voglio le tue scuse. Perché io...perché io ti amo ancora, Gilbert. Nonostante tutto quello che è successo tra di noi, nonostante tu mi abbia spezzato il cuore, io...- ma non riuscì a continuare, perché scoppiò in un pianto a dirotto.
Dio, quanto gli faceva dolere il cuore tutto ciò, vederla così, come un pulcino, tremante e in lacrime...Lo amava ancora. Anche dopo averla trattata come la aveva trattata, lei...lo amava. Incondizionatamente. E lui? Lui cosa provava per lei? Chinò il capo, serrando i pugni.
-Elizaveta!- disse forte -Vieni qui.-
Non appena gli si avvicinò quel tanto che bastava, colmò la distanza tra loro stringendola in un abbraccio, tenendole la testa sul suo petto, permettendole di sfogarsi mentre lui le carezzava le lunghe onde biondo cenere, riempiendole il capo di baci. Finalmente capiva. Finalmente capiva. In punto di morte, quando ormai siamo giunti alla fine della corsa, si capiscono molte cose. E lui ora capiva che...la amava, semplice. La aveva sempre amata.
-Eliza...- mormorò, sollevandole il capo e guardandola dritta negli occhi -io ti amo.-
Non le diede neanche il tempo di ribattere che avvicinò il viso al suo e le posò un dolce bacio sulle labbra, come una promessa di amore eterno.
-Gilbert...- sussurrò Elizaveta dopo quel bacio, tirando su col naso e asciugandosi le ultime lacrime che le rigavano il bel volto -io...aspetto un bambino. Tuo.-
In quel momento per Gilbert si fermò tutto. Aspettava un bambino...da lui? Oh cielo, ma...Sentì una stretta al cuore. Era il segnale che il suo tempo era quasi finito. Con un gemito si stese nuovamente, il dolore lancinante al petto gli faceva quasi venire voglia di gridare.
-Gilbert!- esclamò Ungheria, stringendogli le mani. Le sorrise debolmente. Era così bella...ora finalmente capiva le parole di quella dannata canzone:

"Don't wanna close my eyes,
don't wanna fall asleep
'cause I'll miss you, baby
and I don't wanna miss a thing"


Sì, anche lui non voleva chiudere gli occhi, non voleva morire, non voleva lasciarla sola...sentiva che il suo posto era lì, accanto a lei, felici insieme...La guardò un'ultima volta. In grembo portava suo figlio, il bambino che avevano concepito in quella torrida notte di passione di qualche mese prima....e che le sarebbe sempre stato accanto, e con lui la sua presenza. Sentì i battiti del cuore sempre più deboli..ma prima di morire, parlò mentalmente al futuro pargoletto che sarebbe nato.



"Abbi cura della tua mamma,e amala come avrebbe dovuto meritare...cosa che io non ho fatto."


Poi, riportando lo sguardo su Ungheria, esalò il suo ultimo respiro....lasciando vagare nell'aria un "Ti amo" in un sussurro.
   
 
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