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Autore: saxy    08/07/2012    3 recensioni
Lo scopo nella vita non è eliminare l'infelicità; è mantenere l'infelicità al minimo. [Dr House]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto.

Seneca

 

Poteva capitare a chiunque, infondo nel mondo ci sono solo sette miliardi e centotrenta milioni di abitanti. Lui si era ammalato, come molti altri, ed aveva avuto le sue giornate no e quelle in cui credeva di poter sollevare il mondo.

È quasi ironica la questione: un oncologo che muore di cancro.

Potevamo definirci amici e ci comportavamo sempre come tali: quando mi mettevo in qualche guaio lui decideva di aiutarmi oppure mi lasciava solo, per vedere se imparavo la lezione. In vita mia ho imparato una sola cosa: tutti mentono. Anche lui lo ha fatto, tranne quella volta; avrebbe potuto mentire, risparmiarmi un dolore così grande, ma aveva deciso di dirmi la verità, mi aveva voluto al suo fianco in quel momento.

Odiavo la sua malattia, odiavo il motivo per cui si era ammalato e l'ho odiato quando aveva voluto mollare; ma non ho mai, mai, detestato, il mio unico amico.

Fisso l'orizzonte: quella stupida linea che separa la terra dal cielo e penso al tempo che abbiamo passato insieme.

Tante volte mi ha pagato il pranzo, gli ho mangiato panini e patatine;

una volta mi ha segato il bastone, facendomi cadere a terra come un sacco di patate;

diverse volte l'ho drogato, addormentato, placcato o torturato;

una volta l'ho persino intrappolato con una rete nel mio soggiorno;

ha cercato di fregarmi, mentirmi, una volta ha provato a catturarmi!

Tante volte è stato il mediatore fra me, misantropo, zoppo, infantile, e la Cuddy.

Nonostante tutto, io non capisco, non riesco, attraverso un percorso logico, a trovare il motivo per cui doveva capitare proprio a lui: uno su sette miliardi e centotrenta milioni di persone.

Era l'unico amico che avevo.

Lui non era uno del mio team che potevo licenziare, scegliere di allontanarlo da me oppure cambiare con qualcun altro: era l'unico amico che avevo, l'unico che mai si fosse preoccupato per me.

Quando mi diede la notizia mi sentii in caduta libera: in bilico tra il credergli e il dirgli che era uno scherzo idiota. Camminavo sul filo di un rasoio, quando poi ebbi la conferma andai giù, precipitai dal grattacielo della vita: mi mancò l'aria, sentii il mio corpo sfracellarsi a terra e rompersi in mille pezzi. Quella volta nessuno avrebbe raccolto i cocci.

Ero finito in galera per la questione della macchina nel soggiorno di Lisa, lui mi aveva lasciato solo, ma non mi ha mai odiato.

Adesso sono sdraiato sul pavimento di una stanza di motel e fisso il mondo da una porta-finestra.

Questa volta non ci sarà nessuno, perché io non sono nessuno: non esisto; eppure soffro, sento le budella contorcersi, il vomito salire, il sangue che si gela nelle vene.

Lo scopo nella vita non è eliminare l'infelicità; è mantenere l'infelicità al minimo.”

Da questa notte in poi il mondo non vanterà più i suoi sette miliardi e centotrenta milioni di abitanti, ma solo sette miliardi, centoventinove milioni,novecentonovantanove mila e novecentonovantanove essere umani.

In effetti, rispetto ad un numero con nove cifre, l'uno è pari a zero: ma per me quel singolo era tutto; dannatissimo “uno”.

Schopenhauer aveva proprio ragione: “La vita dell'uomo è un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia.”; soprattutto adesso che Wilson non c'è più.
 

  
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