Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Wren e Harriet    23/01/2007    9 recensioni
Riusciranno Fay e Kurogane a sopravvivere al centro commerciale più grande del mondo di Piffle? E...ai ricordi tristi?
Humour+angst+fluff. Fanfic-"gioco di ruolo".
Genere: Drammatico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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(Harriet here speaking)
Questa fanfic è un RPG, un gioco di ruolo. Sulla base di una specie di trama, abbiamo scritto un pezzo per una, interpretando ognuna un punto di vista diverso, e abbiamo costruito la storia. Una scriveva, inviava il suo pezzo all’altra e l’altra continuava con il suo, e così via...Per due lunghe nottate!XD
Nel testo della storia abbiamo lasciato uno spazio ogni volta in cui cambia il PdV e l’autrice, tranne che nella scena del battibecco. Quella l’abbiamo scritta live su msn, e credo non ci sia bisogno di spiegare chi ha scritto cosa, mi sembra evidente.

Noi ci siamo divertite un sacco. Speriamo possiate trovarla una storia carina anche voi!^^

Wren è un Fay molto convincente. Vorrei ringraziarla per avermi proposto di “giocare” con lei in questo modo, e per avermi dato l’occasione di compiere un atto vandalico a fin di bene...XDDDD

Harriet, nel ruolo di Kurogane
Wren, nel ruolo di Fay
Sceneggiatura: Wren
Montaggio: Harriet
Soundtrack: “She’s always a woman to me” di Billy Joel per la prima parte, qualcosa di molto angst per la seconda (a dire il vero io avevo su i Within Temptation, Wren non lo so...XD)
Regia: Wren&Harriet


Ambientazione: il mondo di Piffle

Spoiler per una scena del passato di Fay, capitolo 133!!!!




Lift Me Up

Se esisteva una qualche giustizia superiore che amministrava il mond...i mondi, allora lui per forza doveva essere ricompensato. In qualche modo, l’occhio di quella giustizia doveva vedere quello che era costretto a subire, e quindi agire di conseguenza.
Solo quel pomeriggio doveva bastare a garantirgli una notevole ricompensa, in quella vita, nella successiva o nell’aldilà.
Erano in un palazzone labirintico con un numero spropositato di piani, tutto adibito a negozi...Si vedeva che una delle massime autorità di quel mondo era una Tomoyo! Una cosa così stupida e inutile non poteva essere stata progettata che dalle menti perverse di un mondo perverso dominato da una Tomoyo perversa!
...ecco, appunto, per restare in tema di cose stupide e menti perverse...
- Kuro-pin!!!! Tieni anche questo!-
L’essere più stupido e perverso che Kurogane avesse avuto la sfortuna di incontrare uscì dall’ennesimo negozio, gettandogli tra le braccia l’ennesimo acquisto (inutile) della giornata. Da quante ore erano lì, a comprare cose inutili?
- Idiota, smettila di spendere per sciocchezze! Lo sai, siamo venuti per cercare un pezzo di ricambio per la macchina volante della principessa, e basta!-

-Ma non sono sciocchezze!- esclamò Fay raggiante.
Kuropon aveva davvero bisogno di imparare a godersi la vita. Finalmente erano in un mondo civilizzato e non ostile, pieno di cose carine, con quelle adorabili macchinine volanti che erano così così divertenti da pilotare, e tutto quello che riusciva a fare Kurochu era borbottare come una pentola di borlotti.
Meno male che c’era lui ad insegnargli come prendere la vita con più tranquillità!
-Guarda, guarda cosa ti ho comprato!-
Cominciò a frugare in uno dei molti sacchetti, gettando scompiglio tra le varie compere, finché non pescò il pacchetto che stava cercando con tanto entusiasmo. Scartò rapidamente la carta che avvolgeva il misterioso contenuto, lasciando anche quella tra le mani del ninja, e mostrò con orgoglio l’oggetto appena acquistato.
Era decisamente fiero di quel piccolo meraviglioso elettrizzante capolavoro, che stringeva tra le mani e che aveva appositamente scelto per Kurowan.
Un grembiule da barbecue bianco con le rifiniture rosse esibiva con orgoglio la scritta “Daddy loves his family” circondata da tantissimi cuoricini.
E ora non gli restava che attendere la reazione, che ben sapeva non avrebbe deluso le sue aspettative. Sempre più sorridente cominciò a contare.
Tre…
Due…
Uno…

-...-
Era così sconcertato dall’enormità di quello che stava vedendo che per tre secondi non riuscì a reagire. In quei tre secondi lo stupore ebbe la meglio su tutto il resto. Ma subito dopo tutta la sua giusta e sacrosanta ira cominciò a salire sempre più rapidamente, e finalmente il povero ninja esplose.
- MA CHE CAVOLO E’ QUESTO, RAZZA DI IDIOTA SENZA CERVELLO?-
La mano corse immediatamente al fianco sinistro, dove di solito si trovava la sua fedele spada.
Solo che in quel mondo non era proprio normale andarsene in giro armati di spada. E Souhi era rimasta stipata nello stomaco dello shiromanjuu. Quindi lui non aveva una spada.
Oh, beh, come se avesse avuto bisogno di un’arma per farsi finalmente giustizia di quell’essere che tormentava la sua esistenza!
Infuriato come non mai, si lanciò all’inseguimento del povero mago, incurante del fatto che le borse e i pacchetti della loro mega-spesa si trovassero in equilibrio precarissimo tutti addosso a lui, e soprattutto degli sguardi a dir poco perplessi dei passanti.
- VIENI QUI, DANNATO IDIOTA! Fatti uccidere una volta per tutte!-
Il mago prese a correre sempre più veloce, saltellando, serpeggiando, muovendosi in quel modo pazzesco che gli era solito (ma quale uomo si muove in quel modo?, si domandava sempre il ninja, di fronte a tale vergognoso spettacolo). E Kurogane lo inseguiva, facendosi largo tra la gente, tentando di reggere tutti i pacchetti degli acquisti e di non perdere di vista la sua preda.
Quando lo raggiunse, aveva perso almeno tre pacchi e investito due passanti. Ma finalmente era lì, davanti a lui, e il ninja non vedeva l’ora di porre fine a quella diabolica esistenza...

-Ahhh!!!- strillò Fay quando Kurogane era a pochi passi da lui.
Indicava qualcosa alle spalle del suo inseguitore e la sua faccia era così stupita che convinse il ninja a fermarsi.
-Guarda che amore di chiosco che c’è laggiù! Voglio assolutamente andare a comprarci qualcosina!- esclamò infine il mago sciogliendosi in un sorriso estasiato.
Approfittando dell’attimo in cui il ninja passava dall’essere allarmato all’essere infuriato, Fay lo accalappiò per un braccio e prese a trascinarlo verso il banchetto rosa che distribuiva dolcetti di ogni sorta ai bambini in paziente attesa.
L’equilibrio di Kurogane era seriamente compromesso, ma la cosa non preoccupava molto il mago. Più era impegnato a non rovinare per terra con tutto il suo carico, più facile era per lui portarselo a spasso dove voleva, senza rischiare la vita. A volte aveva la sensazione che se l’avesse preso, avrebbe potuto ammazzarlo davvero… Ma in fondo era quello il divertente!
E poi doveva prenderlo prima…
-Visto che Kurowan è stato proprio bravo a portare tutti i sacchetti, si merita un premio! Preferisci una crèpes o dello zucchero filato?-

Era troppo. C’era un limite a tutto!
- Tu...tu...- balbettò il guerriero, mentre il mago si avvicinava minacciosamente a quel chiosco, per fare l’acquisto che avrebbe finito di distruggere tutta la loro dignità. O meglio...la dignità di Kurogane. Il ninja era certo che il mago non avesse assolutamente nulla di simile alla dignità.
- Vieni qui! Non voglio nulla e non vuoi nulla nemmeno tu! Non osare comprare quella roba! Non provarti!- strepitò Kurogane, ma in quel momento uno dei mille pacchetti che stava reggendo volò a terra, e quando il ninja si chinò per raccoglierlo, ovviamente ne caddero altri due, e l’operazione di raccoglimento globale fu più lunga del previsto.
E quando Kurogane finalmente si rialzò in piedi, con i pacchetti ben assestati, ed alzò gli occhi, vide il mago con un in mano un bastoncino, su cui stava una nuvola di un assurdo materiale lanoso rosa. Il mago gli fece un sorriso dei suoi, poi cominciò a mangiare quella strana roba, tutto contento. Kurogane distolse lo sguardo, disgustato.
- Muoviamoci, abbiamo già perso un sacco di tempo, per colpa tua!- ruggì il ninja, rimettendosi in cammino.
- Ma Kurotan! Una volta che abbiamo una giornata da trascorrere insieme senza niente di particolare da fare!- protestò il mago, saltellandogli dietro.
- Hai idea di dove possiamo trovare la roba che ci serve?- lo ignorò Kurogane, continuando a camminare a passo spedito, ma senza sapere dove andare.
- Io no, ma potremmo chiedere a qualcuno!-
- Ma ci sarà una cartina di questo posto, da qualche parte, no?-
Ma il mago non lo stava ascoltando più: si era lanciato all’attacco, ed aveva appena fermato un passante.

-Mi scusi, gentile signorina, mi saprebbe dire dove possiamo trovare… questi?- domandò alla ragazza che aveva fermato, mostrando un fogliettino con sopra segnati dei contorti e noiosi termini tecnici.
La ragazza, dai lunghi capelli biondi e una buffa divisa alla marinara (piuttosto inconsueta in quel mondo a dire il vero) sembrava decisamente di fretta e lanciò solo un’occhiata veloce al biglietto prima di rispondere mentre già scappava via.
-Il negozio dei Dragonfly è all’ultimo piano del grande magazzino! L’ascensore lo trovate alla vostra destr…- e scomparve prima di terminare la frase.
-Visto?- disse esultante Fay, premiandosi con un altro boccone di zucchero filato. -Non capisco perché voi uomini non volete mai chiedere informazioni… Rende tutto mooooolto più semplice!-
Kurogane gli lanciò un’occhiata di sbieco.
-Anche tu sei un uomo, scemo di un mago! Cerca di comportarti come tale per almeno cinque minuti!!!-
-Ora abbiamo un problema ben più pernicioso…- lo ignorò Fay, facendosi improvvisamente pensieroso.
-E sarebbe?-
Fay si voltò verso il ninja e lo fissò negli occhi con aria grave.
-Cosa diavolo è un ascensore?- domandò lasciando che il suo sorriso più smagliante gli si stampasse in viso.

- Beh...- iniziò Kurogane, e lì si fermò, perplesso. In effetti, per una volta il mago aveva fatto una domanda intelligente. – Non ne ho idea.- ammise infine il ninja. – Ma quella strana tipa ha detto che sta alla nostra destra, no?-
- Kuropon, hai intenzione di controllare se tutti gli oggetti alla nostra destra possono essere ascensori?-
- No. Cioè sì. Insomma! Riflettiamo! A cosa dovrebbe servire questo coso?-
- Uhm. Forse è qualcosa che dobbiamo avere con noi per poter entrare nel negozio? Come una specie di riconoscimento?-
- Potrebbe essere. O magari è come una cartina, è qualcosa con su delle indicazioni precise per arrivare al negozio. In ogni caso, è alla nostra destra, e noi lo troveremo.-
Detto questo, Kurogane si diresse verso destra, con un’espressione determinata in viso. Superò un cestino per i rifiuti, una fontana con delle piante ornamentali tutt’intorno e uno di quei cosi con le ruote su cui le donne di quel mondo trasportavano i marmocchi, lasciato lì vicino. Si fermò quando ebbe raggiunto la parete, nella quale si apriva una strana porta metallica.
Dubbioso, Kurogane si voltò ed esaminò nuovamente la strada che aveva percorso. Il cestino non poteva essere un ascensore. E nemmeno la fontana. Che c’entrassero qualcosa le piante? Molto strano...Il coso con le ruote, neanche a dirlo. E allora, cosa...
- Ehi, Kuropyon, guarda! Questo è un disegno del posto dove siamo noi!- esclamò il mago, che intanto l’aveva raggiunto.
- E cosa vuoi che me ne importi?- gridò Kurogane, ancora tutto intento a risolvere l’enigma dell’ascensore.
- Guarda, ci sono i disegni di tutti i piani, con tutti i negozi!- insisté il mago, indicandogli un disegno a colori appeso al muro, vicino alla porta metallica.
- E allora?-
Finalmente si decise a voltarsi, e a seguire sul disegno la mano del mago.
- Noi siamo qui.- indicò l’altro, toccando uno dei primi piani dell’enorme stabilimento, riportato nel disegno. Effettivamente aveva senso: erano entrati, avevano girato per il piano terra ed avevano salito le scale un paio di volte. – E l’ultimo piano è quassù.- continuò il mago, raggiungendo con le dita la vetta dell’edificio.
I due si scambiarono uno sguardo dubbioso.
In quel momento un rumore inaspettato li fece riscuotere. La porta metallica lì vicina si era misteriosamente aperta da sola, e un gruppetto di persone stava uscendo, mentre altre si apprestavano ad entrarvi. Kurogane arrischiò un’occhiata all’interno della porta...e vide che la porta non portava da nessuna parte! La porta si apriva su una specie di stretta cabina...Ma allora, da dove era uscita quella gente? E perché entravano lì?
- Kurorin, non sarà che questo ascensore serve a far arrivare la gente in fretta all’ultimo piano? Perché mi sa che deve essere dura salire tutte le scale...Magari è una specie di porta dimensionale...-
Kurogane iniziò a sospettare di aver capito la funzionalità della strana porta metallica. E forse anche la verità sull’ascensore.

Fay continuò a ponderare l’eventualità che l’ascensore fosse uno strambo parente di Mokona, che li avrebbe inghiottiti e sputati in cima all’edificio, dopo aver scartato un paio di altre opzioni poco verosimili.
-Mago…-
La voce di Kurogane lo risvegliò dalle sue cogitazioni e Fay si voltò verso il ninja, che gli stava indicando la porta di metallo accanto alla cartina.
-Credo sia questo l’ascensore…-
Fay si avvicinò per sfiorare con la mano il metallo lucido della porta e il curioso bottone tondo che stava proprio lì accanto, incastrato nel muro. Non appena le sue dita lo sfiorarono, si accese di una bella luce rosse ed emise il vivace suono di un campanello. Fay lo osservò perplesso, ma non sembrava aver fatto scattare qualche trappola o cose del genere, perciò lo ignorò. Si allontanò di un passo e prese a studiare la struttura con occhio clinico, ma non trovò nulla che gli suggerisse il funzionamento del misterioso ascensore, sempre che quello fosse davvero il famigerato ascensore che dovevano trovare…
Non avvertiva magia provenire dalla porta metallica, ora richiusa, il che sarebbe stato strano se quel coso fosse stato un portale dimensionale. Era semplicemente assurdo pensare che, senza una gigantesca forza magica, sarebbe comparso il negozio che cercavano, una volta superata quella porta… Forse una volta dentro si apriva un passaggio nascosto…
-Oi…- lo richiamò ancora Kurogane. –E’ meccanico…-
-Eh?- domandò perplesso Fay.
-A Nihon abbiamo dei sistemi simili per issare carichi pesanti in luoghi alti… leghiamo una corda ad una cassa e la issiamo in alto con una carrucola… credo che questo ascensore funzioni nello stesso modo- spiegò con fare assorto il ninja.
-Mi stai dicendo che se oltrepassiamo quella porta finiamo in una gigantesca scatola che qualcuno tirerà su per…- Fay si interruppe per dare ancora un’occhiata alla cartina. –…cinquantadue piani?- Fay era ovviamente scettico… Rinchiusi in una scatola trainata verso l’alto… E ci sarebbe voluta una vita per raggiungere la cima del palazzo...
-Senti, in questo cavolo di mondo tutto si muove ad energia elettrica, figurati se non funziona così anche questo coso! Probabilmente vola come quelle stupide macchinine della corsa!-
-Quindi secondo te dovremmo entrare dentro un’enorme scatola volante…?-
Fay continuava a fissare titubante la porta metallica ben chiusa. Energia o non energia, sarebbe comunque dovuto entrare dentro una grossa scatola e venire trascinato verso l’alto.
-Sai Kurotan…- iniziò cercando di suonare naturale. -…credo che sia più sicuro prendere la scala…-

- La scala? Mi stai prendendo in giro? Hai appena detto che sono cinquantaqualcosa piani!-
-Non vorrai dirmi che ti spaventa un po' di moto! Suvvia, Kurorin... per un ninja forte come te dovrebbe essere una passeggiata!- disse Fay dandogli una pacca d'incoraggiamento sulla spalla.
- Non ti è ancora passata la voglia di farmi arrabbiare, oggi?- si agitò il ninja, ancora più incredulo che arrabbiato. - Come pretendi di fare tutte quelle scale a piedi? Sei completamente scemo o che altro?-
Fay fece un passo indietro per prendere le distanze dall'oggetto che avevano deciso essere l'ascensore, sperando che Kurogane lo seguisse, quantomeno per cercare di colpirlo con qualche oggetto contundente.
-Le scale sono tutta salute Kuropyon! E poi abbiamo tutto il giorno, non c'è nessuna fretta, possiamo prendercela con calma e salire piano piano...-
- Questa è la cosa più folle che ti ho sentito dire da quando ti conosco!- strepitò il ninja, che stava passando rapidamente dall'incredulo al veramente tanto arrabbiato. - E poi, come pretendi che io possa salire tutte quelle scale con quest'ammasso di roba che tu hai voluto comprare?-
- Ma sono solo due o tre sacchettini piccini piccini... Sono sicuro che non saranno un problema per te!- insistette Fay facendo un altro passo indietro, impegnandosi con tutto se stesso per mantenere il suo sorriso impeccabile e senza incrinature.
- Benissimo, visto che ti sembrano così piccini, allora li porti tu!- e con un'inaspettata manovra brusca il ninja rovesciò l'ammasso di pacchi addosso al povero mago. L'altro fu abbastanza veloce a schivare la valanga, e solo una metà dei loro acquisti finirono effettivamente tra le braccia del mago. Che sembrava comunque già piuttosto provato dal solo peso di quelli. - Forza, raccogli gli altri e prendiamo le scale!-
-Weeeeeehhhh Kurowanko è cattiiiiiiivo!- cominciò a piagnucolare Fay, cercando di non dare a vedere quanto fosse in pericolo il suo equilibrio, schiacciato sotto il peso di tutti quei sacchetti. -Come puoi lasciare che mamma porti da sola tutti queste cose! E' compito di papà fare i lavori pesanti! Io sono una creatura troppo delicata per tutta questa fatica!-
- Se non vuoi portare il peso, sali su quel dannato ascensore!- sbraitò il ninja, ormai giunto vicino all'esaurimento della sua scorta giornaliera di pazienza.
-Beh senti, Kurochi... si sta facendo un po' tardi... potremmo tornare un altro giorno... magari con i bambini... fare una bella giornata in famiglia... non è mica urgente comprare subito quei pezzi, no?-
Detto questo Fay prese a cacciare in mano al ninja tutti i sacchetti che si erano sparsi attorno a loro.
- Ti do tre secondi per salire su quel coso, poi ti giuro che ti ci faccio salire io con la forza!- gridò il ninja, avvicinandosi minacciosamente al mago, con la sua già consistente mole aumentata dalla miriade di pacchettini. - E i tre secondi sono appena passati!-
Fay affrontò l'ira funesta di Kurogane con la sua solita verve, senza scomporsi, mostrando il più limpido dei suoi sorrisi. Non era tanto la prospettiva di essere strozzato a preoccuparlo in quel frangente...
-Toh guarda... Laggiù c'è un 3x2! Facciamo così, Kuropii... Io vado a dare un'occhiata, tu comincia pure a salire se vuoi! Ti raggiungo do...-
Una mano si serrò su un braccio del mago. Tenendo tutta la loro spesa in equilibrio sul lato sinistro, il ninja era riuscito a riacchiappare l'altro, prima che sparisse chissà dove.
- SALI. ORA. IMMEDIATAMENTE!-
In quell'istante l'Hitsuzen si mise dalla parte di Kurogane.
La porta metallica, oggetto della loro discussione, si spalancò, e ne uscirono alcune persone. Nell'istante prima che la porta si richiudesse, il ninja fece letteralmente volare dentro il suo leggero compagno, e si affrettò a seguirlo, accompagnato da una cascata di borse e pacchettini.
La porta si serrò davanti a loro.
Il ninja si voltò verso il mago e gli fece una specie di ghigno soddisfatto.

Fay si ritrovò chiuso nell'ascensore prima ancora di aver tempo di protestare ancora. Non vide l’espressione sadica che era comparsa sul viso di Kurogane, non fece un gesto per recuperare uno dei sacchetti colorati che si erano dispersi per tutta la cabina durante l’energica mossa del ninja. Lui nel frattempo aveva cominciato a guardarsi attorno, per capire come far funzionare quel trabiccolo.
Oh, per favore, fa’ che si sbagli… Fa’ che si riapra di nuovo la porta…
Durante il lasso di tempo in cui constatava per qualcosa come la decima volta l’assoluta mancanza di aperture attorno a lui, Kurogane aveva dedicato le sue attenzioni ad un pannello tempestato di bottoni come quello che era all’esterno della porta. Il ninja provò a premerne uno che subito si illuminò. La stanzetta in cui si trovavano ricevette uno scossone e Fay la sentì spostarsi verso l’alto… lentamente… decisamente troppo lentamente.
Maledizione…
Kurogane lo stava osservando con quel suo occhio critico, che registrava ogni minimo e inopportuno particolare, e lui invece se ne stava impalato e zitto in mezzo alla stanza. Doveva rilassarsi… Essere naturale… Perché non sorridere? In fondo non c’era nulla che non andasse…
Era una sua impressione o mancava l’aria lì dentro…?
Oh giusto… doveva respirare
Ok…niente di grave... tra poco la porta si sarebbe riaperta... inspirare… espirare…
-Mh… sembra proprio che stiamo salendo, Kuropin…- disse, impegnando ogni forza per non sembrare nervoso.

- Beh, allora devo aver pigiato il coso giusto!- rispose Kurogane, continuando a guardare alternativamente il pannello pieno di pulsantini e il mago piuttosto inquieto, al centro della scatola che li portava su.
Molto strano, che il mago fosse così agitato.
No, non era strano che il mago fosse agitato, si corresse mentalmente. Era...agitato in modo strano.
- Non ci resta che aspettare di arrivare in cima.- disse il ninja, più che altro per tentare di riempire quel silenzio imbarazzato che si era creato. Ma il mago non sembrò raccogliere quello spunto di conversazione: continuava a guardarsi attorno, evidentemente a disagio.
Il mago...a disagio? Ma se avrebbe dovuto fare i salti di gioia, alla prospettiva di utilizzare un marchingegno tecnologico come quello! Perché all’improvviso sembrava desiderare trovarsi ovunque tranne che lì?
- Ehi. Si può sapere cos’hai?-
Il mago si preparò a rispondere, tirando fuori dal suo repertorio di sorrisi poco convincenti uno di quelli meno riusciti. Ma un attimo prima che potesse pronunciare parola, all’improvviso la luce venne meno e il buio inghiottì completamente la scatola volante che li portava su.
- Ma cosa...-
Uno scossone spaventoso bloccò le parole del ninja: tutta la cabina fu investita dall’urto e Kurogane tentò di appoggiarsi ad una parete, per evitare di perdere l’equilibrio e cadere, ma non fece in tempo, e si ritrovò a terra.
E poi...più niente. La cabina era immobile, immersa nel buio.
- Si può sapere cosa diavolo è successo?-
Silenzio.
- Oi...mago?-

Fay aveva la sensazione che le gambe avrebbero potuto tradirlo da un momento all’altro, ma grazie alla sua forza di volontà era riuscito a tenersi ben saldo in piedi. Questo prima che quella specie di trappola venisse scossa violentemente e si fermasse di botto. Fay si ritrovò a terra, incapace di alzarsi. Non che tentò di farlo, paralizzato com’era.
Era buio. Completamente buio.
E faceva freddo…
Non è possibile.
Fay scosse la testa, ma la morsa di gelo che gli stringeva la gola non se ne andò. Era la voce di Kurogane che aveva sentito? Non ne era sicuro, non era più sicuro di niente, perché sapeva che il ninja era in quel maledetto cubicolo da qualche parte, ma non lo vedeva… e non riusciva a sentirlo davvero.
Le orecchie gli fischiavano e gli parve si sentire il rumore del vento in lontananza…
Un vento implacabile che non si fermava mai…
Non sta succedendo niente di tutto questo…
Nonostante gli sforzi la sensazione di freddo e il rombo del vento gli invasero la testa.
Non è vero, me lo sto solo immaginando!
Ma la sua mente non sembrava d’accordo.
Una mano si strinse sul suo braccio e Fay sussultò spaventato e si ritrasse con violenza. Ma almeno era emerso dal gorgo delle sue visioni.
Si tirò mentalmente un pugno per essersi lasciato prendere dal panico in quel modo. Era solo un… ascensore (qualsiasi cosa questo significasse)!
-Scusa Kuropon, mi hai preso alla sprovvista…- si affrettò a dire il più allegramente possibile.
Le immagini nella sua testa se ne erano andate, ma la sensazione opprimente che gli schiacciava la gola continuava a togliergli il fiato.
-Oi… sei sicuro che vada tutto bene…?-
Ah… Kuro-sama… scettico come sempre…

Ecco, ora le cose erano decisamente peggiorate. Quel coso si era fermato, era tutto buio, e lo stupido mago diventava tremendamente strano.
Chiaro, la situazione non era delle migliori: erano bloccati e non sapevano perché, poteva essere anche una specie di attacco da parte di qualcuno malintenzionato, però...Che il mago avesse paura del buio? Ma no, era un’idea insensata. E poi...l’agitazione era cominciata da prima. Da quando erano entrati là dentro.
No, a dire il vero, no. Era strano da molto prima, da quando...da quando aveva iniziato ad enumerare quelle scuse cretine per non salire a bordo di quel coso!
Sì, ma cosa c’era da aver paura, lì? Perché il mago aveva paura, questo era chiaro. Ma perché, accidenti?
- Dove sei?- domandò all’improvviso, senza sapere bene perché. Ma l’altro non gli rispose.
Kurogane fu indeciso per qualche istante se essere arrabbiato o preoccupato. Scelse per un mix dei due, e agì. Scattò in avanti, tendendo la mano per trovare l’altro.
Le sue dita entrarono in collisione con il viso del mago. Il ninja ritrasse subito la mano, sconcertato.
- Ma cosa stai...-

Doveva stare calmo, doveva solo stare calmo e presto quella situazione si sarebbe risolta da sé.
Era così impegnato a dirsi di star calmo che ignorò per la secondo volta la presenza del ninja, che cercava di comunicare con lui. Almeno finché non sentì una mano finirgli in faccia.
Se ne accorse solo in quel momento.
Oh cavoli…
Kurogane allontanò di scatto la mano, evidentemente sorpreso dall’aver trovato le sue guance completamente bagnate. A dir la verità se ne stupiva lui stesso.
Le lacrime erano rotolate giù dai suoi occhi senza farsi notare. O forse era lui troppo preso dalle sue visioni per accorgersi di essersi messo a piangere.
-Oh… io…- si asciugò in fretta il volto, sperando di cancellare l’avvenuto misfatto. -Non capisco che mi sia preso! Che cosa stupida, spaventarsi per un nonnulla come questo, eh Kurochin?-
Kurogane non disse nulla e lui non aveva modo di vedere la sua espressione per decifrare cosa stesse pensando.
Però… Non era un nonnulla. Era stupido ma non era per niente un nonnulla.
Era al buio.
Era in trappola.
Non c’era modo di uscire.
Per quanto avesse cercato di non focalizzare l’attenzione su quel particolare, era impossibile continuare a far finta di nulla. Il tempo passava e loro erano ancora là dentro. Rinchiusi.
Il panico gli aggrovigliò lo stomaco e fu costretto a fare un profondo respiro per non soffocare.
Era prigioniero.
Non poteva scappare.
Per quanto facesse grandi respiri, gli sembrava che l’aria non arrivasse ai polmoni, che si fermasse in gola senza scendere.

Sì, era una cosa dannatamente stupida, insensata, idiota, infantile e indegna, spaventarsi per un nonnulla come quello. Però non lo disse, ebbe l’impressione che fosse sbagliato dirlo.
E’ spaventato. Ma non in modo normale. E quindi non posso comportarmi in modo normale nemmeno io.
Oh, accidenti a lui!

Bene, era il caso di raccogliere le idee e decidere cosa doveva fare.
- Ehi, scemo di un mago, guarda che se c’è qualcosa che non va, lo puoi dire.-
- Ma no, davvero,va tutto bene, è che non me lo aspettavo...-
Eh, sì, infatti le persone che stanno bene ansimano e parlano a stento.
Si sporse di nuovo in avanti, per trovare un contatto col mago. La sua mano incontrò la spalla dell’altro: stava tremando. E Kurogane poteva avvertire il battito del suo cuore. Andava così veloce che il ninja ebbe un brivido improvviso: se la luce non si sbrigava a tornare, il cuore di quel mago idiota sarebbe esploso.
- Senti, è chiaro che questo posto non ti piace. Ma non riesco a capire perché.-
Dall’altra parte nessuna risposta. Il ninja maledisse prima il mago, poi il buio e infine se stesso, perché era bravo con le parole quando si arrabbiava, ma quando tentava di essere...come dire...consolante? ...beh, in quei casi faceva abbastanza schifo.
- Non...Insomma...hai paura che manchi l’aria? Guarda che non resteremo qui per sempre. Tra un po’ questo coso dovrà muoversi, no? Insomma, abbiamo visto cose peggiori. E poi...ehm...-
Stava andando malissimo. Accidenti a quel pomeriggio del cavolo nato male fin dall’inizio!
- E smettila di stare zitto e dimmi cosa c’è che non va! Cos’è, questo posto ti ricorda qualcosa?-
Dal tremito improvviso che scosse il corpo dell’altro, il ninja dedusse che forse ci era andato parecchio vicino.

Come Kurogane riuscisse a toccare le corde giusto, per Fay sarebbe rimasto sempre un mistero.
Il panico non voleva proprio dargli tregua, gli attanagliava lo stomaco facendogli venir voglia di piegarsi su sé stesso per stringersi le ginocchia. Però, nonostante tutto, la presa ferma e rassicurante del ninja sulla sua spalla, la sua voce burbera che si sforzava di suonare gentile, gli davano conforto.
Tranne quando lo riportavano direttamente al nocciolo del problema, mentre lui faceva di tutto per evitarlo…
-No… è che…- provò a rispondere ma aveva la bocca asciutta e le parole gli si impastavano sulla lingua.
Un flash, un lampo nella sua mente e davanti ai suoi occhi.
Un luogo buio e freddo. Con un’unica piccola finestra, troppo in alto perché un bambino potesse guardarci fuori. Un’unica apertura verso l’esterno e per di più bloccata da spesse sbarre di pietra.
-…io…-
Dalla finestra entrava un vento terribile, che lo tormentava senza sosta, portandosi dietro piccoli granelli di ghiaccio e fiocchi di neve induriti dalla temperatura troppo bassa.
Era buio e di notte lo era anche di più. Nell’oscurità gli sembrava di sentire le pareti strisciare verso di lui per schiacciarlo.
Voleva uscire.
-…voglio uscire…- disse seguendo il flusso dei suoi pensieri.
-Questo posto è… stretto… chiuso… voglio uscire…- ripeté desiderando disperatamente di non suonare patetico.
-...quando ero… più piccolo… sono rimasto chiuso in un posto come questo… per qualche tempo…-
Si pentì quasi subito di quelle parole, non gli piaceva che qualcuno perspicace come Kurogane sapesse quel genere di cose sul suo conto, ma irrazionalmente gli sembrava che pronunciando quelle parole, forse qualcosa sarebbe successo ponendo fine a quella brutta sensazione…

Di solito l’essere capace di indovinare le cose non dette lo riempiva sempre di una certa fierezza. In quel momento...no.
In quel momento era troppo impegnato a digerire l’informazione che aveva appena ricevuto.
Essere rinchiusi non era mai troppo bello per nessuno. E il “qualche tempo” del mago...beh, Kurogane davvero non voleva sapere a quanto corrispondeva tradotto nella lingua di tutti.
Decisamente gli era tutto più chiaro adesso...
Però quella consapevolezza non lo aiutava a risolvere il problema. Anzi, se era possibile, complicava ancora di più le cose. Non riusciva a trovare una mezza parola che gli sembrasse di qualche utilità. Gli venivano in mente solo frasi brusche, ma alla fine non riusciva a pronunciarle. Eppure sapeva di dover fare qualcosa perché, cavolo, va bene che quel mago idiota era uno stupido scemo senza speranza, ma l’idea di averlo lì, a terra, angosciato in quel modo, non gli andava per nulla.
Doveva fare qualcosa.
- Ehi. Ecco. Senti. Insomma.-
Fare qualcosa, non dire.
Rifletti, cosa fai quando c’è un problema?
...uccido la fonte del problema?
NO!
Non era la risposta giusta!
Se con le parole non funziona...
Il ninja scattò in piedi e alzò le mani fino a toccare il soffitto della cabina. Ci arrivava tranquillamente, e ringraziò mentalmente la sua altezza. Iniziò a tastare il soffitto, cercando qualche apertura, qualche punto che cedesse sotto la sua pressione.
- Kurochan? Che cosa...- sentì balbettare il mago, ma non ci fece molto caso, né perse tempo a dare risposta. Aveva capito che quel soffitto era formato da pannelli messi l’uno accanto all’altro, e tra di essi c’erano delle fessure. Le sue dita stavano riuscendo a trovare un appiglio...forse qualcosa si stava smuovendo...
O quel coso era veramente fragile, o la forza del ninja era straordinaria. O tutte e due le cose. Ma non importava.
- Brutto bastardo, ce l’ho fatta!- esclamò Kurogane, fiero di sé.
- Kuropin...cosa stai dicendo?-
Poi un fragore improvviso fece trasalire il mago.
Ma subito dopo un alito d’aria fresca lo raggiunse.
- Cos’hai fatto?- mormorò. Kurogane sorrise.
Questo non risolve il problema, ma forse...almeno questo posto non è più chiuso...
- Mi sa che quando questo coso ripartirà e arriveremo in cima, dovremo correre per non farci beccare, mago...-



Owari
*Abbraccione di gruppo per Kurogane!!!*
(“Kurogane” risponde: mpf...)


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