Titolo: Coda
Autore: vul95 (whatachaos su Live Journal)
Fandom: Ao No
Exorcist
Rating: PG
Parole: 280
Avvertimenti: Slice Of Life
Riassunto: Rin
ragiona sulla sua condizione di demone.
Note: Partecipante al 500 Themes Italia.
Bon, come prima fic
per il progetto, ho chiesto a mio padre di dirmi un
numero da uno a cinquecento e un numero da uno a undici (numero dei fandom scelti xD). E così, eccola
qui! Spero vi piaccia <3 (non sono abituata a mettere le note all’inizio coff).
Coda
Spesso se
l’era domandato Rin, nella sua stanza vecchia lì
all’Accademia, quando era ora di andare a letto e Yukio
già dormiva. Le braccia incrociate dietro il capo, guardava il soffitto,
incapace di dormire. La coda gli dava fastidio in quella posizione. Gli faceva
ricordare quanto risultasse simile alla sua condizione
di diversità.
Spesso se l’era domandato Rin, quando il gemello
spegneva la luce prima di tirarsi le coperte su fino al naso, stanco di
leggere. Seduto a gambe incrociate guardava dritto di fronte a sé,
imperturbabile. Ma la coda gli dava noia anche a quel
modo. Impossibile da sopportare, come lui risultava
agli occhi di molti.
Spesso Rin aveva guardato la propria coda chiedendosi
per quale strana casualità fosse toccata a lui e non
ad una delle sei miliardi di persone sparse per il mondo. E
perché tra tutti proprio Shiro avesse deciso di
proteggerla. A rischio della propria vita.
La soluzione era una sola. Yukio glielo diceva
sempre. Il suo enorme potere di figlio di Satana sarebbe
potuto essere utile alla comunità degli esorcisti. E
così il Signore degli Inferi non avrebbe avuto altra forza dalla sua parte.
Questo doveva aver pensato Shiro.
Fosse
toccato al fratello minore invece che al maggiore, il ragionamento sarebbe
stato lo stesso.
Lineare.
Ma
tra i suoi pensieri, ogni tanto, l’ombra di un dubbio si faceva spazio tra
miliardi di supposizioni.
Forse Shiro
aveva avuto compassione di due bambini con il destino segnato.
Tanta compassione da affezionarsi a loro. E morire per
loro.
Poi un
sorriso ironico si affacciava sul volto di Rin, ed il
pensiero veniva ricacciato tra le ombre del suo
cervello.
Perché pensarla così rendeva tutto dannatamente più doloroso.