What's
up you crazy people? Questo è il primo degli aggiornamenti
folli
di questa settimana. Voglio battere un record u_u E spero
soprattutto che voi siate lieti della Fireweek perché mi sto
uccidendo per farla. Almeno così pensavo. Ma poi
penso che
è per voi e ... *_* sono felice di star impazzendo
per voi
<3. Prima di tutto, fatemi sapere cosa ne pensate di
questa
nuova grafica e se vi piace. Per le week ho pensato che i poster
fossero un po' eccessivi quindi mi sono limitata ad i banner.
Per questa one shot devo ringraziare Athena14 per la
collaborazione - that sweet girl - quindi questo lavoro è
una
specie di quattromani.
Oggi ci vedremo molto e anche nei giorni a seguire, quindi, per chi
fosse interessato, tenete sotto osservazione la pagina per le varie
week e le long. E ho anche ricevuto la mia prima fan art su
una
ff *-* sono iper felice!
Vorrei ringraziare chi segue sempre le mie storie e chiunque dovesse
preoccuparsi di utilizzare un po' del proprio tempo per recensirmi,
anche poche parole contano davvero tantissimo per me. Amo ogni singola
persona con cui ho interagito qui.
Quello che avete fatto per in questi mesi e soprattutto la scorsa
settimana - alcuni di voi mi hanno perfino contattato in privato per
chiedermi come stavo - è davvero incredibile. Love you so
much!
A più tardi!
-1, #Fireweek
xoxo RenoLover
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Doin’ it
for the Fame
Pezberry Week,
Day 1:
Inappropriate Flirting
Rachel
doveva aver decisamente frainteso
le intenzioni di Santana.
Di certo l’ispanica non si aspettava che
quella richiesta di tenere una foto nel suo armadietto fosse la
conseguenza di
profonde riflessioni sentimentali leggermente spaventose e la causa di
situazioni future più che imbarazzanti.
“Hai
ancora la mia foto nell’armadietto?”
domandò Rachel, improvvisamente, spuntando
da quel corridoio. Santana alzò lo sguardo verso di lei,
tentando di
riprendersi dall’infarto che aveva rischiato di farle venire
saltando fuori in
quel modo.
“Cosa?”
domandò d’istinto l’ispanica, prima di
riuscire sul serio a mettere a fuoco
quella situazione. Diede uno sguardo all’armadietto per
assicurarsi di non fare
pessime figure, “oh, certo, certo! Avrei dovuto
toglierla?” domandò ironica,
non avendo idea del perché la Berry glielo stesse chiedendo.
Era già tanto che
avesse acconsentito a mettere una sua foto nell’armadietto su
richiesta.
“No!”
esclamò l’altra all’istante, quasi
offesa da quella supposizione,
“assolutamente no! Per nessuna ragione!” fece, con
un sorriso raggiante sulle
labbra, un sorriso che quasi abbagliò Santana.
“Beh,
non l’ho fatto” ripeté, facendo
spallucce e chiudendo l’armadietto, “anche se
sono tentata, visto che ogni volta che apro l’armadietto mi
ritrovo la punta
del tuo naso nell’occhio!”
Rachel
arricciò le labbra a quelle parole, ma non si offese
più di tanto. E Santana
ritenne che fosse dovuto al fatto che ormai si era abituata alle sue
battute
offensive, visto che si preoccupava del fatto che ricevesse ogni giorno
la sua
dose.
“Okay!”
esclamò la diva, quindi, sollevando le mani al petto con un
sorriso raggiante,
“Solo … non toglierla, va bene?” chiese,
costringendo Santana ad arricciare le
sopracciglia. Non per la richiesta. Più che altro per il
fatto che fosse
insistente.
“Hai
fatto una qualche specie di incantesimo al mio armadietto per farmi
diventare
muta?” domandò dubbiosa, visto che non
l’avrebbe affatto sorpresa se avesse tentato
di fare qualcosa del genere. In fondo, era pur sempre Rachel Berry.
“No!”
esclamò la ragazza, sospettosamente offesa a quella
insinuazione,
“assolutamente mai, Santana, non potrei mai farlo
…” continuò a bassa voce,
avvicinandosi appena a lei.
Santana
si guardò un istante intorno, profondamente confusa. Si
domandò se Rachel non
avesse voluto tentare di nuovo la vita da artista ribelle via alcol e
non ne
stesse subendo ancora i suoi postumi affettuosi. Ma stranamente non
c’era
affetto in quel gesto, come avrebbe dovuto perché quando era
ubriaca diventava
‘carina e coccolosa’ . Uno schifo, insomma.
“Sul
serio? Sai, ho sempre pensato che tu fossi una specie di strega, cose
così,
forse proprio a causa delle dimensioni del tuo naso,”
rispose, insistendo su
quel punto, “o magari semplicemente perché ti
vesti da strega. O forse perché canti tutti quei
pezzi da Wicked con Lady
Hummel, magari anche muniti di scopa …”
Dal
modo in cui Rachel abbassò lo sguardo per una frazione di
secondo, con aria
colpevole, fu certa del fatto che sì, l’avevano
cantato anche con le scope e
probabilmente perfino con i cappelli.
“Dios,
Rachel, por favor,” commentò dunque quel pensiero,
“non devo neanche sforzarmi
di prenderti in giro, ti prendi in giro da sola
così!”
Ma
Rachel curvò nuovamente le proprie labbra in un sorriso.
“Lo
so! Non è divertente?” domandò,
sporgendosi verso l’armadietto, quasi stesse
tentando di vederci attraverso per controllare che la propria foto
fosse ancora
lì. Ed era una cosa spaventosa, “Puoi prendermi in
giro tutte le volte che
vuoi!”
Santana
assunse un’espressione pensierosa perché, nel
momento in cui Rachel le aveva
fatto tutto quel discorso sul fatto che non erano mai state buone
amiche e
tutte quelle cose, non aveva certo immaginato che fosse dovuto ad una
sottospecie di cotta.
Certo,
ultimamente l’ispanica si era divertita a prenderla in giro,
chiamarla ‘gay
Berry’ e aveva fatto qualche battutina su lei e Quinn a
telefono con Mercedes,
ma non pensava che Rachel stesse davvero cambiando gusti. Insomma,
aveva
quell’armadio del suo ragazzo. Stare con Finn poteva essere
giustificato
dall’essere eterosessuale, a parere di Santana, ma se la
Berry neanche lo era,
non poteva trovarsi un ragazzo di copertura migliore? Era un perticone,
non
aveva tutto questo gran bell’aspetto, non brillava per
intelligenza e,
soprattutto, era pessimo a letto.
Insomma,
perché mai sprecarsi con un uomo del genere se si poteva
passare alle donne? In
fondo, Rachel aveva solo bisogno di una sistematina, non era male come
ragazza.
Era il look a complicare qualsiasi speranza avesse di rimorchiare
qualcuno,
donna o uomo che fosse.
Magari
se le avesse dato una mano a trovarsi qualcuno, sarebbe riuscita a
liberarsi di
quegli sguardi inquietanti che la ragazza le stava rivolgendo anche in
quel
momento.
“Pensavo
avessimo deciso di passare gli ultimi giorni di liceo a smettere di
odiarci ed
essere amiche” protestò a quella richiesta di
Rachel: si stava impegnando
davvero tanto a limitare gli insulti per via di quell’accordo
e non era carino da
parte di Rachel buttare via tutti i suoi sforzi in quel modo.
“Sì,
ma non importa,” rispose la piccola Barbra Streisand,
entusiasta, “alla fine
tra poco saremo fuori da questo liceo e non posso sopportare
l’idea che tu
limiti tutte le cose che vuoi dirmi spontaneamente, insomma, dovremmo
dirci
tutto quello che pensiamo, ogni singola cosa.”
Okay.
La discussione stava prendendo una piega assurda e, benché
Santana dovesse
ammettere che le era capitato di sognare di una buona dose di sesso per
rabbia
con quell’hobbit, si trattava semplicemente di uno dei suoi
sogni strani: le
era capitato perfino con un cespuglio, eppure non aveva mai avuto
un’attrazione
per i cespugli. Ormai aveva imparato ad ignorare i propri sogni
erotici, visto
che non avevano quasi mai senso.
“Non
credo sia una buona idea,” rispose, allora, pronta a
confessare, “perché vedi,
Rachel, ci sto mettendo davvero l’impegno a non commentare
quell’orribile
camicetta rossa a pois bianchi che hai deciso di mettere questa
mattina, mi
auguro a luce spenta …”
“Ma
…” le fece, interrompendola, la Berry –
e da quando la interrompeva? -
indicandole la camicia e cominciando ad accarezzarsi i capelli con
l’altra
mano, facendoli scendere lungo il petto, “non trovi che mi
doni molto?”
Santana
seguì il suo gesto, finché i suoi occhi non si
posarono sul seno della Berry.
Scosse all’istante il capo, tornando al suo volto.
“No!”
rispose all’istante, prima di doversi correggere,
“cioè sì, queste cose donano
soltanto a te, visto che ormai ci siamo abituati a vederti indossare
orrori. Ma
è comunque uno scempio!”
Rachel
scosse il capo, battendo le ciglia con fare … bizzarro.
Santana si domandò per
un istante se non la considerasse la propria
‘modalità seduzione’. Magari la
aveva appresa osservando Quinn, ma … quando batteva le
ciglia Quinn aveva tutto
un altro effetto.
“Ti
ringrazio per aver detto che mi sta bene!”
esclamò, ribadendo le sue parole
quasi fossero un trofeo, “Ora devo andare a scegliere quale
assolo voglio
cantare alle Nazionali!”
“Cosa?”
domandò all’istante la Lopez, chiudendo le braccia
attorno al proprio petto, “E
chi ha deciso che sarai tu a cantare l’assolo alle
Nazionali?” chiese, sapendo
che stavano per tornare al loro solito discorso.
Non
che non avesse già deciso che ormai le importava davvero
poco – visto che in
fondo lei aveva il suo numero con le TroubleTones garantito –
era più che altro
il fatto che non avessero neanche il diritto di discuterne.
“Schuester!”
rispose prontamente Rachel, con un sorrisetto fiero, “ha
detto che me lo merito
per non aver abbandonato il Glee, tenendone la guida fino alla fine,
anche nei
momenti più bui!”
“Tecnicamente,
sull’abbandonar-“ tentò di interromperla
Santana, ma quando Rachel partiva era
inarrestabile, sul serio.
“Quindi
ha pensato che fosse una buona idea mettere in luce il talento maggiore
del
Glee per la nostra ultima occasione!”
Aveva
sentito decisamente abbastanza. Strinse le palpebre, quasi volesse
ucciderla
con lo sguardo e le puntò un indice contro.
“E
chi ti fa credere che tu sia il talento maggiore del Glee? Ti ricordo
che ne
faccio parte anche io. E non solo.”
“Nulla!”
precisò all’istante la Berry, quasi sentisse la
necessità di spegnere quella
sfida in atto. Il che era strano perché Santana ormai si era
abituata fin
troppo a dover trovare una risposta ad i suoi imbarazzanti sproloqui su
quanto
fosse destinata ad essere una star, a causa del suo talento sconfinato,
“Sono …
sono solo le parole di Schuester, io le riportavo
…” fece con un sorrisetto
inquietante.
"Non
dubito che Schuester abbia detto queste cose di te ... in fondo ti
venera dal
primo momento in cui ti ha vista. E’ evidente che tu sia la
sua preferita."
Le fece notare Santana che ormai non riusciva a nascondere il tono
alterato
della propria voce. Non le piaceva la piega che sta prendendo la
conversazione
e quasi le veniva voglia di rimangiarsi tutta la questione dello
smettere di
odiarsi all’istante.
"Ti
direi che probabilmente il motivo per il quale mi venera è
che ci sono ragioni
per farlo," rispose Rachel, stranamente priva di ogni malizia nella
voce,
"ma quella era la vecchia Rachel. Ora sono più che convinta
di non essere
l'unica star all'interno di questo club e sono più che certa
del fatto che ci
sia qualcuno al mio livello sei tu ..." tornò nuovamente ad ammiccare, con aria da
finta innocente.
Santana
si trovò a sbarrare gli occhi, un po' per la sorpresa di
quell'atto di onestà e
un po' per il tono quasi malizioso con cui Rachel aveva pronunciato
quelle
parole. "Io sono di certo al tuo
livello Berry, forse anche meglio ... non ho bisogno che tu me lo
faccia notare."
E poi Rachel assunse un'espressione maliziosa che Santana probabilmente non si sarebbe mai aspettata. "Oh, non ne dubito," commentò, avvicinandosi a lei per abbassare la voce e sussurrare, "puoi dimostrarmi tutti i tuoi talenti quando vuoi ..."
Se
avesse potuto guardarsi allo specchio Santana avrebbe giurato che gli
occhi le
erano di certo usciti dalle orbite. Non sapeva se essere imbarazzata o
lusingata da quegli approcci ormai palesi. Non si sarebbe mai aspettata
di
trovarsi in una situazione tanto imbarazzante.
Rachel
Berry ci stava provando con lei.
Rimase
qualche secondo a pensare cosa avrebbe potuto risponderle, ma poi
decise di non
farlo.
E
Rachel pensò all'istante di approfittare di quel momento
che, a suo parere, era
di esitazione. "Sai, forse non te l'ho mai detto ..."
continuò a
sussurrare senza neanche preoccuparsi dalla gente che passava,
sporgendosi
quasi sulle punte per parlarle, "ma anche io ho tanti talenti nascosti
…"
"Davvero?"
chiese Santana ironica "Hai sfinito tutti i membri del Glee spiegandoci
ognuno dei tuoi fenomenali talenti per tre anni ... speravo non ci
fossero
altri talenti nascosti" l'ultima frase era volutamente cattiva. Era
l'unico modo per far finire quel momento imbarazzante.
Rachel
allora, quasi sconfitta, abbassò lo sguardo ed
arricciò le labbra. In quel
momento le passò per la mente che quella non era una
conclusione definitiva:
Santana avrebbe fatto meglio a sapere che sarebbe tornata presto
all'attacco.
In
realtà, non era ancora certa dell'origine di quella fissa.
Alle volte pensava
che fosse colpa del fatto che ultimamente l'appagamento sessuale che
riceveva
da Finn era venuto a mancare e ... Santana era lì ed emanava
sesso da tutti i
pori. Sì, perché dalla prima volta, tutto era
stato diverso per Rachel. Non che
si fosse trasformata in una dipendente dal sesso, ma diventava sempre
più
semplice lasciarsi andare a pensieri poco casti senza sentirsi in
imbarazzo.
Santana
rimase qualche secondo a fissare la ragazza, evidentemente delusa,
prima di
congedarsi con un semplice "Ci vediamo, hobbit".
Camminò per il corridoio che portava all'uscita e, nel frattempo, continuò a chiedersi cosa diavolo fosse preso alla Berry.
Rachel
rimase lì, ferma e delusa. Non sapeva perché ma
si aspettava che Santana
reagisse diversamente. Forse tutti i pensieri che aveva fatto sull'idea
che
Santana potesse insultarla semplicemente per una specie di odio-amore
erano
stati semplicemente una fantasia bizzarra. Ad ogni modo, non poteva
dedurlo da
una chiacchierata.
Rachel
Berry aveva una missione e Rachel Berry non falliva mai.
Santana
sbuffò in maniera neanche troppo indiscreta: non aveva idea
del perché
Schuester volesse vederla in aula canto, ma non le andava. Stava per
godersi
qualche minuti di intervallo tra una lezione e l’altra da
passare con la sua
BrittBritt e non voleva rinunciarci per qualche stupida inutile
constatazione
sul Glee Club.
Ma
dopo quello che era successo con la TroubleTones, non aveva neanche
intenzione
di continuare a creare problemi. Si decise a lasciare che il senso del
dovere
la invadesse e avanzò lungo quel corridoio, fino a
raggiungere l’aula canto.
Vi
entrò e si chiuse la porta alle spalle. Ma la situazione era
strana.
Le
luci erano spente ed era sola in quell’aula.
Sembrava
che in aula non ci fosse nessuno e non capiva se quello fosse uno
scherzo o un
errore. "Ragazzi? C'è qualcuno?" cominciò chiedere, apparentemente
al vento, senza
ricevere risposta.
Ma
poi sentì il rumore prodotto dalla chiave che girava nella
serratura alle sue
spalle.
"Hey"
qualcuno con una vocina fin troppo familiare la chiamò alle
sue spalle.
"Se
è uno scherzo, è di pessimo gusto, nana! A causa
di cosa sto sprecando minuti
preziosi della mia vita?" le chiese acida, voltandosi verso di lei.
Perché
erano arrivate solamente loro due, se doveva essere presente tutto il
Glee?
Almeno questo era quello che le era stato detto.
"Non
li sta sprecando mica ..." sussurrò già Rachel
con un sorrisetto in volto.
Era davvero una strana fusione vedere quell'espressione ammiccante sul
suo
volto docile. "Ho pensato che forse tu volesse darmi
l'opportunità di
vedere quanto alte sono le note che prendi ..." le fece, sapendo che
Santana Lopez non era il tipo da farsi sfuggire i doppi sensi.
Quella
Rachel ammiccante la spaventava e inquietava. Dentro di se dovette
ammettere
che non l'aveva mai trovata poi così male - forse era la
questione del naso a
far crollare tutto - ma non aveva neanche mai pensato
all'eventualità di farci
qualcosa che non comprendesse il prenderla in giro o il duettare. "Mi
hai
già sentita cantare Rachel" le rispose cercando di deviare
il discorso.
"Sì,
e sei stata fantastica," le rispose la Berry, cominciando a camminare
verso
di lei, facendo quasi scivolare i piedi sul pavimento in un passo
elegante.
Sembrava stesse tentando di attuare un piano di seduzione, nonostante
non fosse
molto esperta, "ma sono sicura che se ... 'stimolata' a dovere,
potresti
avere un'estensione ancora più interessante ..."
Santana
si trovò abbastanza spiazzata. Di solito era lei a tenere
quel tipo di atteggiamento
pieno di malizia con frasi piene di doppi sensi.
Non
si era mai trovata dall'altra parte della barricata.
Doveva
ammettere che Rachel sembrava essersi vestita anche meglio del solito
con
quella camicetta bianca e la gonna scura un po' più corta
del solito.
"Nana
lo sai che io sono fidanzata e che tutta questa situazione è
molto inquietante
vero?"
"Non
lo è!" rispose all'istante Rachel, ignorando la questione
'fidanzata'. In
realtà, neanche lei era certa della direzione che voleva
prendessero le cose,
quindi non sapeva se preoccuparsi o meno di quel dettaglio. L'unica
cosa che
sapeva era che stava avvertendo un graduale bisogno di lei e non poteva
fare a
meno di pensare a quando lo avrebbe soddisfatto. Anche
perché, conoscendo
Santana, probabilmente era un'esperta e avrebbe potuto insegnarle un
miliardo
di cose ... "Non c'è niente di inquietante, siamo solo ...
io e te!"
"E
questo ti sembra poco inquietante?" le rispose con la voce che tremava.
Era tutto così strano, non riusciva a spiegarsi il motivo di
quel comportamento
da parte di Rachel. Era assolutamente evidente quale fosse il suo fine
e non
sapeva se fermarla o meno. Scosse la testa cercando di far uscire quei
pensieri
inopportuni perché lei aveva Brittany e quella che adesso le
stava facendo
delle avances era Rachel Berry.
"Ovviamente!"
si affrettò a rispondere Rachel, fermandosi a neanche mezzo
metro da lei,
"non c'è nulla di inquietante. Era una proposta innocente,
non dirmi che
ci hai visto malizia?" domandò come se volesse insinuare che
se ci aveva
visto malizia era perché c'era qualche parte del suo
inconscio che voleva vedercela.
Santana
la guardò male a quella frase. A che gioco stava giocando?
prima la provocava e
poi si tirava indietro facendo passare lei per la pervertita.
"Berry,
senti, non ho tempo. Spiegami cosa diavolo vuoi da me adesso e
perché hai
inventato questa balla della riunione così me ne posso
andare" il tono
scocciato di Santana era dovuto solamente alla frustrazione di fronte a
quegli
atteggiamenti incomprensibili.
"Te
l'ho detto ..." sussurrò allora, tranquilla e disinvolta,
Rachel,
"voglio mostrarti un nuovo lato di Rachel Berry che gli altri non hanno
ancora avuto occasione di conoscere ..." fece un altro passo verso di
lei,
trovandosi quasi faccia a faccia. Non si aspettava che Santana si
opponesse
così fermamente, in fondo, aveva sempre gli ormoni scossi.
"Perché
solo a me?" chiese insistendo Santana. Voleva farle confessare quali
fossero
le sue vere intenzioni perché nulla spiegava la chiamata ad
una riunione
inesistente o le frasi piene di doppi sensi e il tono malizioso.
Rachel
le concesse un altro sorrisetto malizioso prima di allungare una mano e
cominciare ad accarezzare la spalla di Santana, scoperta a causa della
divisa.
"Perché
ho sempre pensato che tu ... fossi una donna così sicura di
sé e a buon motivo.
Perché sei così carismatica, così
sexy, hai quel sorriso contagioso ..."
cominciò a farle in un sussurro, facendo passare lo sguardo
da quella carezza,
agli occhi dell'altra, con i proprio sempre più scuri a
causa del nascente
desiderio.
Santana
si trovò a tremare a quel leggero contatto, ma
cercò di non darlo a vedere.
"Il
tuo tono non era malizioso, giusto, Berry?" chiese perché
non avrebbe
potuto negare in quel momento che la sua voce era modellata ad hoc per
sedurla.
"No
..." fece in un sussurro ironico Rachel, quasi volesse farle
chiaramente
intendere che lo era e come. Aveva sentito la pelle di Santana reagire
a quel
contatto e ne era decisamente soddisfatta, "continui a vedere malizia
...
mi domando se non sia perché è esattamente quello
che vuoi .."
"Rachel,
io non sono te. So riconoscere la malizia quando la vedo. L'ho usata
parecchio
in questi anni" rispose l’ispanica, facendole capire che non
era il genere
di persona che poteva essere presa per stupida.
"Lo
so, lo so" rispose Rachel, senza neanche preoccuparsi di considerare
quello che davvero Santana tentava di dirle mentre la punta delle sue
dita
scivolava lungo il braccio dell'ispanica, cambiando traiettoria. "So
che
conosci la malizia e sono anche certa del fatto che sai apprezzarla
..."
"Ok,
ora basta" si schernì Santana allontanando la mano che la
stava sfiorando.
Era tutto assolutamente sbagliato e se c'era una cosa davvero sbagliata
era il
fatto che fosse ancora li e non avesse ancora esplicitamente mandato al
diavolo
Rachel.
"Sono
perfettamente d'accordo!" fece dunque Rachel, lasciando che almeno la
propria mano si allontanasse, "basta parlare e passiamo ai fatti!"
esclamò soddisfatta, tagliando gli ultimi centimetri di
distanza e poggiando
una mano sul suo fianco.
"Cosa
diavolo vuoi fare?" domandò Santana, spalancando gli occhi
per quella
presa di posizione di Rachel. Non riuscì a staccare la mano
dal suo fianco o a
scacciarla questa volta.
Era
più che altro sconvolta.
Rachel
le rivolse, questa volta, una specie di sorriso rassicurante - per
quanto
potesse essere rassicurante in una situazione così
agghiacciante - e accarezzò
il suo fianco, "Tu non ti muovi e io ti bacio" le annunciò
soddisfatta,
come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Santana
rimase bloccata dalla consapevolezza che aveva avuto ragione fin
dall'inizio.
Non
sapeva cosa stesse predendo alla nana, forse Finn era rimasto
scarsissimo a
letto esattamente come lo ricordava, e cercava da lei uno sfogo oppure
semplicemente era passata all'altra sponda come spesso aveva suggerito,
ma solo
scherzando.
Rachel
notò che Santana non stava rispondendo e il suo primo
pensiero fu che l'avesse
catturata nella propria morsa e che quella ne fosse una prova
più che evidente.
"Quindi
... posso?" domandò per ricevere la conferma, sporgendosi
già sulle punte,
ansiosa di raggiungere quelle labbra piacevoli all'aspetto, immaginarsi
al
tocco.
Santana
a quel punto si mosse terrorizzata da quello che sarebbe potuto
accadere di li
a qualche secondo.
"Non
provarci nana" il suo tono era duro. Detto questo, si mosse indietro in
modo da farle capire anche fisicamente che non voleva quel bacio, non
lo
desiderava affatto.
Ma
Rachel le fece venire immediatamente dubbi sul perché avesse
anche dovuto
rispondere a quella domanda visto che, un istante dopo, stava
già portando la
mano dietro il suo collo. L'avvicinò a sé con
decisione e poggiò le proprie le
labbra sulle sue e la baciò con fermezza, nonostante le
bocche fossero ancora
serrate.
Santana
la allontanò con uno spintone, quel tanto che bastava per
farla staccare.
"Conosci
il significato della parola ‘no’, por Dios?!"
Santana era furiosa e lo era
perché esistevano dei limiti ed un no era un no e Rachel non
poteva
semplicemente decidere di ignorare le sue risposte dopo averglielo
perfino
chiesto.
"Io-io
.." balbettò però all'istante Rachel. Quel
contatto breve era stato fin
troppo piacevole. Le labbra di Santana erano calde, morbidissime,
piacevoli e
ne era ancora un po' stordita, "volevo solo ..." tentò di
rispondere,
ma blaterò semplicemente.
"Cosa
Rachel? Dime, volevi solo farti picchiare?" le urlò addosso
Santana
arrabbiatissima.
Non
poteva credere che la principessa Disney si fosse trasformata
improvvisamente
nella strega cattiva. Scosse la testa disgustata mentre aspettava una
risposta.
A
quel punto Rachel abbassò lo sguardo, arricciando le labbra.
"Volevo solo
sapere che sapere avevi ..." mormorò, quasi tutto quello che
avesse fatto
fosse la cosa più innocente del mondo, quasi avesse
dimenticato tutta la
malizia che ci aveva messo fino a qualche secondo prima.
"Vattene"
le ordinò secca Santana. Le dispiaceva un po' vederla in
quello stato, ma
voleva uscire da quella situazione il prima possibile e rimanere un po'
di
tempo sola a pensare. Ne aveva bisogno davvero.
E
Rachel si sentì così in colpa. Non credeva che la
reazione di Santana sarebbe
stata così spropositata e ciò le fece realizzare
che forse aveva davvero
esagerato. Insomma, era all'ultimo anno di liceo, non avrebbe
più dovuto
prendere quelle fisse e cotte per una sua compagna in modo
così stupido da
importunarla. Forse.
Alzò
di nuovo lo sguardo e incontrò i suoi occhi, ma non era
pronta per chiedere
semplicemente scusa ed arrendersi.
"Okay
... me ne vado ora ..." specificò 'ora' perché
Santana si rendesse conto
del fatto che era semplicemente un 'arrivederci' dovuto al fatto che
aveva
bisogno di pensarci.
Fece
qualche passo all'indietro e, senza attendere la risposta
dell'ispanica, le
diede le spalle, quasi scappando da quell'aula, dopo aver aperto la
porta che
aveva precedentemente chiuso a chiave.
Santana
contemplò la figura di Rachel che si allontanava e non
poté fare a meno di
pensare che si era cacciata involontariamente in una situazione molto
spiacevole, soprattutto in prospettiva Nazionali, doveva avevano
bisogno di una
Rachel Berry più che lucida e motiva. Sarebbe stato un bel
problema se,
conoscendo il carattere infantile della Berry, avesse deciso
semplicemente di
astenersi dall’esibirsi soltanto per quel capriccio. Ma
forse, semplicemente,
non avrebbe rinunciato alla possibilità di esibirsi alla
Nazionali come solista
neanche per quello.
Santana
aveva passato ore a ragionare su cosa fare.
Alla
fine si era convinta che la scelta migliore fosse chiedere scusa a
Rachel per
la sua reazione e evitare l'esplosione nucleare per il bene di tutti:
non
potevano permettersi di perdere le nazionali.
Era
il loro ultimo anno, l’ultima occasione per poter alzare quel
trofeo, tutti
insieme. E non avrebbe mai potuto sopportare di causare ulteriori
problemi, come
aveva già fatto, per altro, qualche mese prima.
La
avvistò di fronte al suo armadietto che lo fissava con aria
persa.
"Rachel
..." la chiamò per attirare la sua attenzione, decidendosi a
farsi avanti.
Rachel
sollevò lo sguardo verso di lei, confusa. Aveva riconosciuto
chiaramente la sua
voce e non aveva idea del perché l’avvicinasse. In
fondo, se voleva che
smettesse di comportarsi in un certo modo, non poteva pretendere di
camminarle affianco
tranquilla, come se nulla fosse. Non aiutava la situazione e angosciava
soltanto ulteriormente Rachel.
“Sì?”
domandò semplicemente, con lo sguardo ancora un
po’ vuoto e pizzicandosi le
labbra all’interno della bocca.
"Possiamo
parlare di quello che è successo ieri?" chiese prima di
cominciare a
parlare perché voleva evitare ogni genere di esplosione da
parte di Rachel. Non
voleva traumatizzarla prima di tutto. Al cenno di assenso della
ragazza, anche
se fortemente indeciso, Santana cominciò a parlare "ti
chiedo scusa, ho
esagerato. Lo hai fatto anche tu, però, e vorrei parlare di
questo."
Rachel
reagì inarcando un sopracciglio: in realtà non si
aspettava neanche che Santana
volesse affrontare quell'argomento. Pensava che avrebbe semplicemente
finto che
non era accaduto nulla. Quella osservazione la coglieva di sorpresa
perché non
sapeva esattamente perché voleva parlarne e come. Quindi si
limitò a fare un altro
cenno incerto, pronta ad ascoltare cosa aveva da dire.
Santana
capì di essere sulla strada giusta. L'unico modo per evitare
che quella
situazione si ripetesse era riuscire ad arrivare alla fonte del
problema in
maniera diretta, senza girarci intorno.
"Perché
hai cercato le mie attenzioni in quel modo?" chiese
l’ispanica, esitando
un po', ma facendole capire che l'avrebbe ascoltata qualunque cosa
avesse avuto
da dire.
"Io
..." fu la risposta istintivo di Rachel, ma non ebbe un continuo
immediato, perché abbassò subito lo sguardo, "non
lo so. Mi sentivo così
strana, mi sento così strana," specificò, per
farglielo capire senza
fraintendimenti, "quando tu sei intorno, non lo so. Era semplicemente
la
cosa più naturale e non le ho messo un freno
perché io seguo sempre gli
istinti."
"Anche
troppo, Rachel." Rispose Santana aggiungendo anche un ghigno per dare
enfasi alla frase. Rachel era ovviamente confusa, ma la cosa essenziale
era
capirne il motivo. Sapeva che non poteva essere improvvisamente
attratta da lei
senza un vero motivo, anche se, in effetti, lei era Santana Lopez per
cui tutto
poteva accadere.
"Beh
..." rispose la mora, chiudendo l'armadietto e rivolgendo di nuovo lo
sguardo a Santana, "le persone istintive sono le migliori a letto - o
così
si dice - e tu non mi hai dato neanche una possibilità di
dimostrartelo!"
Non
fu tanto la protesta a sorprendere Rachel stessa, ma il fatto che lo
stesse
dicendo con un tono serie che non aveva neanche programmato di avere in
quell'occasione.
Santana
guardò Rachel confusa. Non poteva credere che dopo tutto
quello che era
successo avesse
ancora il coraggio di
insistere con quella storia.
Doveva
ammetterlo, di certo era coraggiosa abbastanza e dotata di una discreta
faccia
tosta - ma questo lo sapeva già.
"Non
ti darò mai la possibilità di dimostrarmelo
Rachel" nel dirle questo
Santana trattenne una leggera risata che Rachel avrebbe potuto
confondere con
una risata di scherno.
Il
suo piano era ancora in atto e non poteva fallire facendo scatenare
l'ira di
Rachel su di se e sul Glee.
"Ma
... perché?" domandò esasperata Rachel, prima di
allargare le mani ed indicarsi.
Non le passava neanche per la testa che Finn o Brittany potessero
passare per
quel corridoio in quel momento, perché era troppo presa
dalla situazione,
"sono davvero così male? Eppure pensavo che fosse un
problema di
abbigliamento o ... il fatto che sono così petulante e-"
"Rachel!
riprendi il controllo!" Le ordinò Santana facendola calmare.
"Bene,
prima di tutto - e non osare mai dire in giro che te l'ho detto - non
sei male.
Secondo, io ho Brittany e non posso tradirla perché la amo."
Cercò di semplificare
il discorso il più possibile perché aveva capito
che Rachel era davvero
soltanto molto confusa.
"Quindi
..." fece Rachel, prendendo un respiro profondo, prima di parlare,
"... non è perché non sono attraente? E' ...
perché hai Brittany?"
domandò insicura.
Si
stava quasi convincendo a confessare a Santana cosa le era passato
esattamente
per la mente prima di cominciare a perseguitarla.
"Brittany
è il motivo per cui faccio praticamente ogni cosa...
“ rispose l’ispanica, “comunque
se mi dici il motivo per cui improvvisamente mi hai trovata attraente,
ne
possiamo parlare …" Santana si sentì
particolarmente buona, e doveva
esserlo quel giorno, e decise di darle un'altra chance di sfogarsi.
"Mmmh
..." rumoreggiò Rachel, ancora incerta. Certo, l'idea di
confessare
l'aveva sfiorata, ma non ne era proprio sicura. "E' una storia
particolare
..." si perché la motivazione era decisamente futile e aveva
il
presentimento che Santana l'avrebbe accolta con una fragorosa risata.
"Ti
ascolto." Rispose incuriosita Santana. Era davvero interessata alla
storia
di Rachel Berry - non avrebbe mai pensato potesse accadere, in
realtà - e
voleva ascoltarla fino alla fine, ansiosa di scoprire cosa
l’aveva spinta ad
un’assurdità come quella.
"Okay
..." si deciso Rachel, continuando a sospendere continuamente le frasi,
abbassando lo sguardo e arrossendo in parte. "Sai che mi preoccupo
costantemente per il mio futuro, la mia brillante carriera ed ogni cosa
affinché la mia vita possa essere perfetta e io possa
dimostrare all'universo
che nessuno è migliore di Rachel Berry, vero?"
domandò tutto d'un fiato,
con la sua vocina petulante, a tratti fastidiosa, tornando almeno un
po' in sé.
"C’è
ancora qualcuno che non lo sa?" rispose Santana alzando leggermente gli
occhi al cielo, prima di sollevare un sopracciglio, non capendo
però
esattamente cosa avesse a che vedere la sua solita mania per
l’essere una diva
con ciò che aveva fatto. "Continua..." le intimò
quindi, desiderosa
di scoprirlo.
"Quindi
un paio di giorni fa mi sono chiesta: come faccio a diventare un idolo
vero e
proprio?" fece, pronunciando quella domanda con fare teatrale,
chiudendo
perfino gli occhi. "E allora ho cominciato a girare su blog e forum di
artisti importanti, come Lady GaGa, Britney Spears, Fergie, Jessie J e
via
dicendo ..." le spiegò, prendendosi un'altra pausa, per
assicurarsi del
fatto che Santana stesse ascoltando con attenzione ogni singola parola.
La
citazione di tutta quella serie di nomi, apparentemente lanciati a
caso, stava
interessando Santana più di quanto non credesse possibile.
Voleva solo capire
dove sarebbe andata a parare Rachel e cosa aveva a che fare Fergie con
quegli
imbarazzanti tentativi di flirt che le aveva concesso. Quindi
l’ispanica si
ritrovò ad annuire, come per spingerla a continuare ed
arrivare ad una
conclusione.
"Dunque
ho scoperto che questi forum sono per lo più popolati da
ragazze.
Capisci?" le chiese, improvvisamente con occhi sognanti, "Questo
significa che se voglio fare successo, ho bisogno di colpire il
pubblico
femminile! Parlano per ore, sono molto meglio dei fanboy, stanno
incollate
avanti allo schermo a fantasticare sul loro idolo, nonostante sia una
ragazza!" le spiegò, sperando che Santana capisse
perfettamente quel
collegamento.
"Quindi
tu mi stai dicendo che ci hai provato con me per un tentativo assurdo
di guadagnarti
una fangirl e vedere se saresti riuscita a conquistare il tuo pubblico
femminile?" Santana questa volta non riuscì davvero a
trattenersi e le
scoppiò in pratica a ridere in faccia.
Era
davvero tutto troppo assurdo per non farlo.
"Tecnicamente,"
si affrettò a precisare Rachel, con un sorriso sulle labbra,
"volevo più
che altro testare se una donna avrebbe potuto trovarmi attraente e,
visto che
tu mi hai detto che in fondo non sono male ..." le spiegò,
facendo
spallucce, "direi che quantomeno posso tenermi soddisfatta dal
risultato
di questo esperimento, no?"
"Rachel
limitati a cantare ... fidati" le rispose l’ispanica,
continuando a ridere
come una matta. Ormai non si controllava più e spegnere le
proprie risate di
fronte all'ilarità della situazione diventava impossibile.
"E
non ho dubbi sul fatto che ciò mi porterà al
successo," confermò Rachel
perché sì, le sue qualità di cantante
non potevano essere messe in discussione
da nessuno al mondo, "ma se voglio essere una vera icona, non basta
semplicemente cantare, devo ... scuotere gli ormoni di tutti! E'
importante in
questo millennio di sesso e depravazione!"
"Nana,
credo davvero che tu debba limitarti a quello che sai fare meglio ...
incanterai tutti comunque" le disse cominciando a limitare le risate.
Voleva
farle davvero capire che la carriera della diva sex symbol non era la
sua.
"E
se cambiassi un po' stile?" domandò insistente, ma
cominciando a rendersi
conto del fatto che forse l'ispanica aveva ragione, "Magari con un look
diverso, potrei ..." lasciò la frase in sospeso, attendendo
il commento di
Santana.
"Potresti
rimanere te stessa e apprezzare chi ti amerà anche se non
sei una bomba sexy.
Non sei male Rachel, non renderti ridicola cercando di essere qualcosa
che non
sei" il commento di Santana voleva essere il più sincero
possibile. Sapeva
che ne aveva bisogno e in quel momento si sentiva in vena di elargire
buoni
consigli.
Rachel
rimase a pensarci un istante. In un certo senso, cambiare qualcosa di
se stessa
non era mai stata una prerogativa. Ci aveva provato diverse volte nel
corso
degli anni di liceo e ce ne fosse stata una finita bene. Tutte un
disastro, e
si ostinava ancora a provarci.
Quindi,
forse, Santana aveva ragione.
Si
convinse ad annuire, facendo comparire un sorriso sulle proprie labbra.
"Dunque
... suppongo di dovermi scusare per ... quegli approcci."
Mormorò
sentendosi ancora un briciolo in imbarazzo al pensiero di tutto quello
che le
aveva detto, di come l’aveva toccata e baciata in maniera
piuttosto invadente.
"Immagino
di sì" rispose Santana, con un sorriso fatto apposta per
convincere Rachel,
che non era davvero arrabbiata con lei per quello che era successo,
anche se
aveva reagito male sul momento. Poteva capitare a tutti infondo di
sbagliare
approccio.
"Hum
... okay." Si decise la mora, alzando per un istante lo sguardo al
soffitto, come per riflettere o ricordare qualcosa. Lo
abbassò nuovamente verso
Santana e poi aggiungere trionfante, "Perdoname!"
Notò
subito l'espressione sorpresa della Lopez, quindi pensò di
aver detto chissà
quale cavolata, "Scusa, l'ho sentito dire a Madonna in 'Sorry' e-"
"E’
ok." Le rispose Santana colpita, "è ok." Ripeté,
scoppiando poi
in una fragorosa risata, ma questa volta non era una risata di scherno.
"Dai, andiamo a lezione." La incoraggiò prendendo la strada
verso
l'aula.
Rachel
sorrise ancora e cominciò a camminare al suo fianco verso
l'aula più che decisa
a lasciarsi alle spalle quella pessima figura.