Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: __Sayuri__    09/07/2012    5 recensioni
[post The Avengers] [Loki/OC]
.
Può esistere redenzione per Loki, o sarà per sempre destinato ad essere una divinità oscura?
.
(dal capitolo 6)
"Vedendolo così da vicino, la ragazza si chiese come potesse un mostro simile avere un viso tanto bello. Ma, in fondo, in molti dicevano che la morte, quando ti appare, ha le sembianze di una creatura bellissima. Ti sfiora il volto in modo rassicurante e poi ti trascina con sé nell'oscurità."
.
[COMPLETA]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 20 - Speranza
Capitolo 20 – Speranza



Quando Sarah provò ad aprire gli occhi, la luce le ferì le pupille come una lama affilata, e fu costretta a richiuderli di scatto. Inquieta, si massaggiò lentamente le palpebre, respirando a fatica, mentre la mente le si affollava di domande.

Cos'era successo? Dove si trovava?

Cautamente, ricominciò ad aprire gli occhi, un po' alla volta, ma questi ripresero subito a lacrimare, appannandole la vista. Si asciugò velocemente le lacrime, spaventata, chiedendosi il perché di quel dolore lancinante che le colpiva i sensi, come se li stesse usando per la prima volta.

"Jane?" chiese con un fil di voce.
 
Persino parlare le faceva male, la gola le bruciava e le mancava il fiato. Non ottenne risposta e cominciò a preoccuparsi seriamente. Allungò le braccia in avanti, cercando a tastoni una qualche superficie familiare, senza successo.

Finalmente, dopo parecchi minuti, riuscì a mettere a fuoco i contorni dell'ambiente che la circondava e, sorpresa, si rese conto di trovarsi nella stanza di Jane. Si massaggiò le tempie, confusa. Era ancora allo S.H.I.E.L.D., ma non ricordava assolutamente come fosse arrivata nel piano adibito a dormitorio nelle fondamenta dell'edificio. Stando al suo ultimo frammento di memoria, avrebbe dovuto trovarsi nell'ufficio di Fury, insieme alla sorella, a Stark e al capo dello S.H.I.E.L.D. C'era stata quella strana luce, e poi....poi non ricordava più nulla. Provò a sforzarsi, ma cominciò a girarle vorticosamente la testa, e dovette appoggiare una mano al muro per non cadere. Che fosse svenuta? E Jane come stava? E i Vendicatori? E Loki?

Più la sua mente si affollava di domande, più sentiva crescere dentro di sé uno strano malessere, una specie di nausea, che le mozzava il respiro. Si decise ad uscire, doveva assolutamente cambiare aria e andare in cerca di Jane. Ricordò che al piano inferiore era dislocato una specie di laboratorio, forse lì avrebbe trovato qualcuno che poteva darle qualche risposta.

Poggiò la mano sulla maniglia della porta, sentendola stranamente fredda, mentre veniva nuovamente avvolta da una soffocante cappa d'ansia, che sentiva non sua, come se appartenesse a qualcun altro. Si mise una mano sul petto, inspirando con forza, e si lanciò fuori dalla stanza, praticamente correndo.

Il rumore di decine di passi, di voci, di risate, le aggredì le orecchie, amplificato e distorto, facendola barcollare. Si guardò intorno, sconvolta, mentre vari agenti e scienziati le passavano accanto, urtandola, mossi da una routine inspiegabilmente ordinaria. Rimase immobile per qualche istante, con gli occhi spalancati e la bocca dischiusa, senza capire. Che accidenti stava succedendo? Perché sembrava tutto così assurdamente normale?

Si diresse a passo svelto verso l'ascensore, infilandosi tra le porte metalliche non appena si aprirono abbastanza da permetterle di entrare, e premette freneticamente il pulsante per il piano inferiore. Fissò il fondo dell'ascensore, aspettandosi di vedere il segno del sangue versato da Loki il primo giorno che si erano incontrati, ma non riuscì a scorgerne nemmeno l'ombra. Sollevò le spalle, contrariata. Forse avevano pulito, in fondo era passata una decina di giorni.

Dopo pochi secondi arrivò a destinazione e, quando le porte si aprirono, uscì di slancio, ritrovandosi nel laboratorio. Evidentemente avevano già riparato anche quello, non c'erano più i segni dell'esplosione che ne aveva frantumato le vetrate e i monitor.

La ragazza tirò un sospiro di sollievo quando scorse i contorni una figura familiare. Nick Fury le dava le spalle, e parlava nervosamente con un altro uomo, che non riconobbe. La loro attenzione sembrava catturata da uno strano oggetto posato sopra un tavolo metallico, una specie di arma, forse uno scettro; e dallo schermo di un computer, dove la riproduzione di un grafico sembrava essersi interrotta, arrivando al livello zero.

"Che succede, professore?" chiese Fury, stupito.
Il suo interlocutore si sistemò meglio gli occhiali, avvicinandosi al monitor, sempre più costernato.

"Non saprei...fino a pochi istanti fa lo scettro era apparentemente inattivo, ma emetteva comunque delle deboli radiazioni. Mentre ora sembra completamente....spento."

I due si guardarono sorpresi. "Ne è sicuro, dottor Banner?" domandò Fury, con il respiro leggermente ansante.

"Sì...è...è finita!" esclamò il professore, lasciandosi andare ad un sorriso attonito.

Sarah trasalì. Banner? Quello era Bruce Banner, ovvero Hulk?! Quindi erano tornati sani e salvi, ed apparentemente la missione era riuscita. Ma allora perché aveva l'impressione che ci fosse qualcosa che non andava? Si fece avanti, con il cuore che batteva all'impazzata.

"Fury?" chiese con voce tremante. "Cos'è successo? Dove sono gli altri Vendicatori? Dov'è mia sorella?"

L'uomo si voltò di scatto verso di lei, fissandola con aria interrogativa, e Sarah avvertì montarle dentro una strana rabbia.  Perché non le rispondeva?

"Che ne è stato di Loki? Mi risponda, la prego!!"

Banner sgranò gli occhi, guardandola come se fosse completamente pazza, mentre Fury contrasse la mascella, contrariato.

"Che è lei?" le domandò a bruciapelo, con tono infastidito.

La ragazza lo fissò a bocca aperta, mentre abbandonava le braccia lungo i fianchi, confusa. Che razza di domanda era?

"Che cosa ci fa qui? Solo il personale autorizzato può entrare nel laboratorio, e io non l'ho mai vista prima. Dov'è il suo pass?"

Il capo dello S.H.I.E.L.D. si avvicinò pericolosamente, fissandola con sospetto, mentre la ragazza indietreggiò, rientrando nell'ascensore, presa dal panico. Com'era possibile che non la riconoscesse?
Senza nemmeno rendersene conto premette il pulsante di risalita, e si ritrovò nuovamente nel corridoio del dormitorio. Camminò a testa bassa, barcollando, sentendosi di nuovo avvolta da quella strana nausea, e ritornò nella stanza di Jane. Era tutto uno scherzo. Doveva essere uno scherzo.

Si precipitò in bagno, ma le gambe non la ressero e cadde sulle piastrelle gelide, sbattendo violentemente la testa sul lavandino. Si tirò su a fatica, aggrappandosi con le mani al bordo di ceramica e si sciacquò il viso con abbondante acqua fredda, che ricadde nello scarico mista al suo sangue. Si fissò allo specchio, aveva un sopracciglio rotto e lo sguardo smarrito. Si poggiò una mano sul viso, che era mortalmente pallido, e nella sua mente si fece strada un'idea insensata e delirante.

Si era immaginata tutto?

Deglutì, senza più riuscire a trattenere le lacrime, faticando a respirare e annaspando alla disperata ricerca d'aria.

Impossibile, lei ricordava perfettamente ogni cosa. Si ricordava di Loki, del viso, del suo ammaliante sorriso, della sua voce profonda, dei suoi occhi magnetici. Si passò un dito sulle labbra. Ricordava anche il suo sapore.

Perché, allora, sembrava l'unica ad avere memoria dei giorni appena trascorsi? Guardò di nuovo il suo riflesso nello specchio, inorridendo. Perché portava gli stessi vestiti del giorno in cui l'aveva incontrato, quando nei suoi ricordi li aveva buttati non appena era tornata nella sua vecchia casa?
 
Mentre cercava una spiegazione, udì un allarme risuonare attraverso l'altoparlante e rabbrividì. Cercavano lei.
 
Balzò nell'altra stanza, afferrò la sua borsa e il pass dello S.H.I.E.L.D. di Jane e si precipitò fuori, correndo a perdifiato. Sentì che qualcuno la stava inseguendo e le intimava di fermarsi, ma si lanciò giù dalle scale, cercando disperatamente di arrivare al garage e di raggiungere il suo pick-up rosso.

Quando finalmente lo vide davanti e lei, mentre le scale alle sue spalle rimbombavano di passi, estrasse le chiavi dalla tasca dei jeans. Mancò per due volte la serratura, poi finalmente riuscì ad aprire la portiera e mise in moto, ansimando. Guardò nello specchietto, e vide parecchi agenti puntare le armi contro di lei e fare fuoco. Sentì il rumore del vetro posteriore che andava in frantumi e il sibilo dei proiettili, e si abbassò, gridando terrorizzata. Accelerò bruscamente, sfondando nuovamente la sbarra di controllo e raggiungendo finalmente la strada. Riuscì per un soffio ad evitare un frontale con un autobus e per poco non investì un gruppo di pedoni, ma non smise di accelerare neanche per un istante. Solo quando fu abbastanza certa che nessuno la stesse seguendo inchiodò di colpo, parcheggiando l'auto sul ciglio della strada, ricevendo parecchie suonate di clacson.

Aveva il battito talmente veloce ed il respiro così affannoso che pensò le sarebbe venuto un infarto, e si poggiò con forza le mani sul viso, tentando di calmarsi. Spense l'auto e rimase lì, a pensare, mentre gradualmente il suo respiro rallentava e si faceva più regolare.

Qualsiasi cosa fosse successa, evidentemente nessun altro a parte lei ricordava i fatti degli ultimi giorni, anzi sembrava che il tempo fosse tornato indietro. Che fosse stato quello il misterioso piano di Loki? Forse, per bloccare Thanos, aveva dovuto cancellare anche una porzione di tempo. Si ricordò di ciò che le aveva detto sul Tesseract, che era una fonte di potere illimitato, e che lui sapeva controllarlo. Annuì da sola, tentando di autoconvincersi. Sì, doveva per forza essere andata così.

Scese dall'auto e cominciò a camminare senza meta, senza curarsi degli sguardi della gente, che la fissavano con aria preoccupata e perplessa. Cosa poteva fare? Gli unici che potevano avere delle risposte erano ad Asgard, e probabilmente anche Loki si trovava là. Ma lei era solo un'umana, come poteva sperare di mettersi in contatto con loro?
All'improvviso le venne un'idea. Thor. Doveva assolutamente incontrarlo.
Ficcò la mano nella borsa e ne estrasse il suo cellulare. Compose il numero di Jane e smise di camminare, fermandosi davanti ad un semaforo di attraversamento pedonale, sperando che le rispondesse.
Dopo sei squilli a vuoto finalmente udì la sua voce.

"Sì?"

"JANE!" strillò, decisamente troppo forte.

"Che c'è Sarah? E' successo qualcosa?" Chiese la sorella con tono preoccupato.

"No...niente..." prese un respiro. "Volevo chiederti, stasera, quando vieni a riprenderti il tuo pass, vuoi fermarti a cena? Dovrei chiederti un favore."

Jane rimase un attimo in silenzio "Veramente...non posso...."

Sarah non riuscì a mascherare la delusione. "Ah...capisco. Effettivamente mi avevi detto che devi andare al laboratorio..."

"Sì...cioè no, non è per quello. A quanto pare è successo un incidente allo S.H.I.E.L.D., pare che qualcuno si sia infiltrato nell'edificio, quindi hanno sospeso tutte le attività, per oggi non ci devo più andare."

Sarah si sentì morire. Perfetto, ora era ricercata dalla più potente organizzazione spionistica della Terra.

"Poi, sai, in realtà è appena arrivato Thor..." proseguì Jane, con tono imbarazzato.

Sarah dovette reprimere il troppo entusiasmo che provava nel sentire quella frase, quindi si schiarì la voce e la interruppe.

"Ma non c'è problema, può venire anche lui! Anzi, non sei stata tu a dirmi che volevi farmelo conoscere al più presto? Credo che sia giunto il momento!"

Le parve quasi di sentire la sorella sorridere attraverso l'auricolare, poi udì la sua voce squillante.
"Perfetto, allora verremo da te alle otto, ti va bene?"

"Benissimo, a dopo!" rispose la ragazza, sentendosi immensamente sollevata.

"Sarah, aspetta!!"

"Sì...dimmi?"

"...Grazie."

Jane riattaccò senza che riuscisse a risponderle, e si sentì un po' ipocrita. In fondo, se voleva conoscere Thor, non era per far piacere alla sorella. Voleva solo avere notizie di Loki. Ogni volta che lo pensava, avvertiva una strana fitta al cuore, come se inconsciamente sapesse che era in pericolo. Forse non aveva molto tempo, e quello era il suo unico tentativo. Sorrise amaramente, sorprendendosi del suo sangue freddo. Da quando era diventata così calcolatrice? Domanda inutile, sapeva benissimo chi era stato a cambiarla a tal punto.

Sospirò sconsolata, e rimase a fissare l'asfalto, esitando. Un dubbio atroce la colpì come una secchiata d'acqua gelida. E se invece si fosse davvero immaginata tutto?

Le sembrò di avere la testa completamente vuota, e stava quasi per cedere allo sconforto quando si sentì tirare per la manica della maglia. Abbassò lo sguardo, incuriosita, e incontrò gli occhi verdi di un bambino, che le sorrise innocentemente. Aveva un bel viso, dai lineamenti delicati e gentili, e dei folti capelli neri.

"Signora..." le disse indicando il semaforo pedonale, ormai diventato verde da un po' "...ora deve andare!"

Sarah sussultò, ridestandosi dai suoi pensieri cupi e sorrise intenerita. Il volto di quel bambino le ricordava qualcuno...forse lo conosceva? Cominciò ad attraversare la strada, infilandosi una mano tra i capelli, e si voltò verso di lui, sorridendo.

"Grazie, piccolo..." il sorriso le morì in volto, quando vide che al posto del bambino c'era Loki.

Avevo lo sguardo sofferente, il petto squarciato da un'orribile ferita, e sembrava che lei fosse l'unica a vederlo. Stava per gridare il suo nome e corrergli incontro, ma quando sbatté le palpebre la sua immagine era scomparsa.

Rimase qualche istante imbambolata in mezzo alla strada, poi strinse i pugni con forza e cominciò a correre come una pazza. Anche se il suo appartamento distava parecchi isolati lo raggiunse in pochi minuti e, una volta dentro, si buttò sul divano, tremando convulsamente. Non si era immaginata nulla. Era tutto vero. Loki...Loki...la stava chiamando? Era in pericolo?

Si rialzò di scatto, corse in bagno e si tamponò la ferita al sopracciglio, che aveva ripreso a sanguinare. Riuscì a mascherarla con un po' di correttore, pettinò i capelli in modo che le coprissero quel lato del viso, e cominciò a preparare la cena. Mancavano solo poche ore all'arrivo di Jane e Thor, e doveva scegliere attentamente cosa dire e quando dirlo. Probabilmente aveva una sola occasione, e non poteva sprecarla.

Quando, alle otto precise, suonò il campanello, fece un salto. Non andava bene, era troppo tesa. Inspirò profondamente, andando ad aprire la porta, e si ritrovò davanti il sorriso abbagliante di Jane, che le gettò le braccia al collo, stampandole un bacio sulla guancia.

"Ciao sorellina!" squittì, per poi indicare un uomo imponente alla sua destra, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle, due enormi occhi chiari ed un sorriso disarmante. "Ti presento Thor."

Lui le prese delicatamente la mano, che praticamente sparì tra le sue, baciandone lievemente il dorso, con una cavalleria decisamente dell'altro mondo.

"Sarah Foster" disse con tono amichevole. "È davvero un piacere."

La ragazza rimase un attimo spiazzata, guardò furtivamente Jane e poi riportò i suoi occhi neri in quelli azzurri del dio.
"P-piacere mio. Prego entrate."

Mentre li faceva accomodare e iniziava a servire la cena, Sarah fissava di sottecchi Thor. Non stentava a credere che lui e Loki non fossero fratelli di sangue, erano decisamente come il giorno e la notte. Il dio del Tuono indossava con disinvoltura un semplice paio di jeans, una canotta bianca e un'improbabile camicia a quadri, e sembrava sentirsi incredibilmente a suo agio. Era affabile, gentile e premuroso quasi in modo stucchevole.

Soprattutto, non sembrava affatto preoccupato.
 
Sconfortata, intuì che quindi neanche gli asgardiani avevano memoria di ciò che era appena successo, non sapevano nemmeno che grazie a Loki avevano vinto una battaglia altrimenti impossibile.

Sarah deglutì, tentando di tener viva un'inutile conversazione sul 'cibo midgardiano', e cercò con cautela di spostare l'attenzione sull'unico argomento che le interessava, con scarsi risultati.

Ad un certo punto decise di rischiare, e azzardò una domanda:
"Come vanno le cose ad Asgard?" chiese con aria innocente, prima di sorseggiare un po' di vino rosso.

Thor le sorrise, dopo aver trangugiato un enorme boccone.

"Molto bene, grazie. Continuiamo a preservare la pace in tutti i nove regni."

Non era questo che voleva sapere.

"Sì...ehm...e quel...quel 'criminale' che ha tentato di conquistare il nostro pianeta? Che gli è successo?"

La luce negli occhi azzurri del dio si spense di colpo.

"Mio fr....lui...lui è stato rinchiuso nelle prigioni sotterranee di Asgard, a vita, condannato a non rivedere mai più la luce."

Sarah si animò, preoccupata: dunque nessuno sapeva che molto probabilmente era ferito, nessuno l'aveva visto. Stava per travolgere Thor con un'altra raffica di domande, ma Jane le afferrò una mano, bloccandola.

"Scusa, Sarah, ma questo non è un argomento di cui Thor parla volentieri, come puoi immaginare..."

La ragazza annuì, piena di sconforto. Come poteva raccontargli di ciò che aveva fatto Loki, e sperare di essere creduta? Si alzò meccanicamente, raggiungendo il frigorifero per prendere un'altra bottiglia di vino, sentendosi impotente. Fissò per qualche istante l'interno del frigo, lasciando che un po' di quel freddo si diffondesse, e poi richiuse l'anta sospirando. Con la coda dell'occhio intravide un'ombra alla sua destra, e riconobbe di nuovo l'immagine di Loki. Rivide il dolore nel suo sguardo e, per un rapidissimo istante ne percepì la presenza e ne udì la voce.

Le sfuggì la bottiglia di mano, che si frantumò in mille pezzi sul pavimento, riversando il suo liquido rosso scuro a terra. Jane e Thor, preoccupati, si voltarono di scatto verso di lei, che cominciò a piangere senza riuscire fermarsi. Corse di fronte a Thor e, senza riflettere, spinta da un impulso irrefrenabile, gli raccontò ogni cosa, travolgendolo con le sue parole, che le uscivano dalle labbra senza freno.

Vide lo sguardo del dio passare dalla sorpresa alla costernazione, dall'incredulità alla rabbia. All'improvviso lui si alzò di scatto, lasciando che la sedia sbattesse con forza sul pavimento, e la guardò come se fosse completamente pazza.

"Tu menti, midgardiana. Sei folle. Come puoi anche solo pretendere che io creda ad una sola delle tue parole?"

Sarah ammutolì, spaventava dalla furia nella sua voce.

"E, sopratutto, come fai a sapere del Tesseract?"

Thor si voltò di scatto verso Jane, fissandola in modo accusatorio.

"Io non le ho detto nulla..." rispose lei, confusa. Poi impallidì, fissando la sorella minore incredula "Tu...sei stata tu ad entrare allo S.H.I.E.L.D. oggi? Avevi il mio pass...hai rubato delle informazioni?"

Sarah, appoggiò le spalle al muro, scuotendo la testa. Decisamente la conversazione non aveva preso la piega sperata, anzi. Aveva deluso e ferito per l'ennesima volta sua sorella e fatto arrabbiare l'unica che persona che l'avrebbe potuta aiutare, e che ora la fissava con diffidenza, immobile.

Dopo interminabili secondi di silenzio, finalmente Thor si mosse, e afferrò Jane per una mano, trascinandola via.

"Non abbiamo nient'altro da dirti, midgardiana." disse con voce tagliente, allontanandosi a grandi passi, prima di sbattere la porta con violenza.

Sarah crollò in ginocchio sul pavimento. Aveva sprecato la sua unica occasione. Non riusciva nemmeno più a piangere. Era finita. Cos'altro poteva fare? Chiuse gli occhi, ma rivide di nuovo il viso sofferente di Loki, e le mancò il respiro. No. Non poteva arrendersi. C'era ancora una persona che la poteva ascoltare, che poteva crederle, che poteva vedere che il suo cuore era sincero.

Odino.

Peccato che fosse decisamente irraggiungibile, per una povera umana come lei. Come poteva contattare il Padre degli dei?

Sorrise lievemente, mentre nella sua mente prendeva forma un'altra idea bizzarra. C'era un solo mezzo di comunicazione tra uomini e dei, da quel che le risultava. In fondo, in ginocchio c'era già.

Inspirò profondamente, poi giunse le mani, stringendole con forza, e iniziò a parlare sottovoce.

Pregò con tutta la forza, con tutta la convinzione, con tutto il cuore che aveva, per tutta la notte. E, mentre l'alba si avvicinava, ormai stremata e senza forze, sperò che Odino la stesse davvero ascoltando. 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: __Sayuri__