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Autore: Jodie Roses    09/07/2012    2 recensioni
Los Angeles, 1985.
In quel momento c'erano solo William e Monique, e a lui bastava questo, gli bastava per pensare che forse c'era davvero un paradiso sopra di lui. Ma era sera già da un pezzo, e la notte era ancora lunga. E questa notte era diversa dalle altre. Forse questa lo sarebbe stata troppo.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Storia vera, o quella che dovrebbe essere la verità, su come è nata la canzone Don't cry. Non sono brava in questo tipo di narrazioni, perciò siate clementi!

Don't Cry

 

Give me a whisper,
And give me a sigh
Give me a kiss before you tell me goodbye
Don't you take it so hard now
And please don't take it so bad
I'll still be thinking of you
And the times we had...baby
[Guns n' Roses-Don't cry]

Lui non voleva che le cose finissero così. Non l'aveva mai voluto, mai, anche se forse avrebbe potuto prevederlo. Sì, avrebbe proprio potuto. Ma non ci aveva neanche provato, non si era mai fermato a pensarci, neanche un secondo, non aveva mai pensato al fatto che lei era fidanzata, con uno dei suoi migliori amici, poi... Avrebbe potuto, avrebbe dovuto farlo, solo che quando la vedeva perdeva completamente la testa, non ragionava più. Forse perché quando la vedeva si risvegliava dentro di lui William..si trasformava nel bambino che mai aveva smesso di esistere, e che dopo tutto quello che era successo sopravviveva ancora, protetto dalla corazza di Axl. Ma con lei quella corazza si scioglieva, come la cera quando la avvicini al calore del fuoco. E per lui era lei quel calore. Lei era riuscita a toccarlo nel profondo, come mai aveva fatto nessuno prima di allora...e lui non capiva come avesse fatto. Cos'aveva in più delle altre ragazze? Niente, non era più bella, più simpatica, più dolce delle altre, nemmeno più puttana. Non aveva fatto niente per lui, mai. In un certo senso non si meritava tutto il suo amore. Ma lui glielo dava lo stesso, glielo avrebbe ceduto volentieri. Le aveva detto ti amo, gliel'aveva detto tantissime volte, con più sincerità possibile, come mai aveva fatto con nessuno..ma lei non aveva ceduto comunque.
Diceva che lui era comunque importante, ma non quanto Izzy...già, Izzy...
Mai aveva creduto di poter provare invidia verso di lui. Perché di solito era Izzy quello più sfigato, in un certo senso...Axl combinava casini e lui li metteva a posto, lo aiutava a uscirne, gli diceva che sarebbe andato tutto bene, e lo perdonava, sempre, anche quando si portava a letto ragazze che sapeva potevano piacergli... Perché in fondo lui era Axl, tutte le ragazze lo volevano...o no?
...Evidentemente no.
Adesso oltre che a invidiarlo provava anche un certo senso di..odio? Sì, odio. Era inutile girarci tanto intorno. Lo odiava, era arrivato a odiare uno dei suoi migliori amici, il suo migliore amico, solo per una ragazza, solo perché lui era riuscito a stare con lei.
Perché aveva scelto lui? Cos'aveva di meglio, cos'aveva di speciale? Non era di certo più bello...però aveva quell'aria misteriosa che lui non sarebbe mai riuscito a eguagliare e che affascinava molte ragazze. E si, diciamolo, era quello dolce, tenero, silenzioso, capace di ascoltare i tuoi problemi, eccetera eccetera. Ma anche William era così...forse aveva solo bisogno di qualcuno che lo ascoltasse, prima di poter cominciare a ascoltare gli altri.
Ma evidentemente questo nessuno riusciva a capirlo.
E in compenso lui non riusciva a capire come Izzy..o meglio, Jeff, potesse farlo stare così...forse semplicemente non capiva quanto male ci stesse. Non si era mai messo a piangere davanti a lui...aveva preferito prima scappare via, si vergognava. Ma davvero Jeff pensava che avrebbe continuato a provarci con lei così a lungo, con così tanta convinzione se non gli importava davvero? Solo perché era invidioso, magari? Davvero era così stupido?
L'unica cosa di cui era certo era che a Izzy non piacesse Monique quanto piaceva a lui.
Sì anche se gli piaceva non la amava, non l'avrebbe mai amata come lui, mai, non ci sarebbe mai riuscito.
Mai.
E in quel momento era quella la sua unica certezza.

 

 

Los Angeles, 2 Maggio 1985 

Lei continuava a parlare e lui cercava di ascoltarla, senza però riuscire a afferrare davvero quello che stava dicendo. Solo il fatto di essere lì, da solo, con lei, senza Izzy, solo loro due, solo Monique e Axl, o meglio Monique e William, lo faceva impazzire. Continuava a fissarla, in una sorta di estasi, a spostare lo sguardo dal suo volto pallido ai suoi capelli neri e ondulati, che riflettevano la luce della luna. Era così fottutamente bella.
Si erano ritrovati lì, in quel parchetto insieme, a quell'ora tarda quasi per caso. In teoria quella sera sarebbero dovuti uscire insieme lei e Izzy, in pratica Axl si era messo in mezzo per “rompere le palle come al solito”. Si era seduto fuori dai gradini di casa di Izzy a aspettarli, e quando erano scesi li aveva raggiunti, e aveva dato a Monique il mazzo di rose che aveva con sé, che aveva preparato solo per lei. Dopo quel gesto Izzy gli aveva lanciato un'occhiataccia. Anzi, sembrava avesse voluto picchiarlo, ma dopotutto restava comunque il suo migliore amico. Monique l'aveva preso, arrossendo e balbettando un ringraziamento. Ma dopo aver visto la reazione del suo ragazzo evidentemente aveva cambiato idea. Si avvicinò a lui e gli disse di non preoccuparsi, e che sarebbe tornata subito, poi prese una mano di Axl e gli chiese se potevano scambiarsi due parole in privato. E Axl ovviamente aveva accettato, felice come una pasqua.
E così si erano ritrovati insieme in quel parco in centro a Los Angeles, a mezzanotte passata di quella tiepida notte primaverile. Monique l'aveva portato lì forse perchè pensava fosse un posto adatto, perchè le piaceva, chissà.
-Axl, mi stai ascoltando?- chiese a un tratto, guardandolo interdetta.
-Sì..cioè, no, non riesco a concentrarmi con te davanti- le disse con gli occhi che gli brillavano, facendo un sorriso smagliante.
Lei arrossì, ma lo riprese in tono fermo -Axl, per favore, sto cercando di farti un discorso serio...-
-Okay, okay, scusa- disse lui, senza smettere di sorridere.
-Senti, io volevo dirti che...devi smetterla di fare così...-
-Fare così cosa?- chiese lui, senza capire.
La ragazza fece un sospiro e si passò le mani nei capelli -Devi smetterla di provarci, di farmi queste avance, di portarmi i fiori, io sto con Izzy, amo lui, fattene una ragione, devi rendertene conto, anche per il tuo bene, perchè noi non potremmo mai stare insieme, sì io ti voglio bene lo stesso, non potrei non volertene dopo tutto quello che hai fatto, ma so che tra di noi non potrebbe mai funzionare, me lo sento, e devi smetterla di intralciare il nostro rapporto, anche perchè lui è il tuo migliore amico...- disse tutto d'un fiato.
Axl sgranò gli occhi e la guardò, come se non potesse credere alle sue parole, come se non si fosse aspettato tutt'altro. In effetti, si era aspettato tutt'altro. Anche solo il fatto che lei gli volesse parlare in privato equivaleva per lui non a una proposta di matrimonio, ma quasi. Ma dopotutto in quel momento era William e i bambini, si sa, si entusiasmano per niente, e pensano sempre che la speranza sia l'ultima a morire, continuano a sperarci.
-Axl..stai bene?- chiese lei, titubante.
Infatti il ragazzo continuava a fissarla con tanto d'occhi, aveva aperto la bocca ma non era riuscito a dire niente, e aveva anche cominciato a tremare, tremava come se avesse cominciato a fare freddo, freddo da morire. Rimase così a fissarla per un tempo indefinito, poi riuscì a trovare la forza di dire qualcosa. -E' vero...?-
Lei lo guardò con aria triste. -Sì, è vero...-
-Quindi tu...tu non mi ami?-
-No...- disse con aria ancora più triste.
Axl la guardò di nuovo, la fissò per alcuni, secondi, poi abbassò lo sguardo e cominciò a piangere. Sì, piangeva, piangeva come non l'aveva mai fatto da troppo tempo, o forse no. Sì, aveva già pianto altre volte per lei, ma questa volta era diverso, non si era mai sentito dire che non era amato, e sentirlo proprio da lei, che era la cosa che più amava al mondo, era orribile, sentiva che il mondo gli era crollato sotto i piedi, sarebbe voluto morire, invece l'unica cosa che era capace di fare era stare lì, seduto su quella panchina accanto a lei, senza riuscire a smettere di piangere.
-No dai Axl ti prego, non fare così..- disse Monique, ma per tutta risposta lui pianse più forte, cominciando a singhiozzare. Allora lei gli si avvicinò e lo abbracciò, e appena sentì che la ragazza lo stava abbracciando le butto istintivamente le braccia al collo, piangendo ancora più disperatamente, appoggiò la testa sulla sua spalla, e pensò che erano settimane che sognava quel momento, ma che l'aveva sognato in modo completamente diverso. E pensava anche che non si sarebbe mai voluto staccare da lei, e che nonostante le parole orribili che gli aveva detto anche solo abbracciarla lo rendeva felice, e in quel momento credette davvero che ci fosse il paradiso sopra di lui. Ma era sera già da un pezzo, e la notte sarebbe continuata ancora per molto, troppo.
-Non piangere- disse.
-Non ne posso fare a meno..- singhiozzò lui, tentando di riprendere fiato -perchè anche dopo tutto quello che mi hai detto ti amo lo stesso, ti amo veramente, ti amo più di qualsiasi cosa, ti amo anche più di quanti ami me stesso...-
La ragazza si morse un labbro, sentendosi terribilmente in colpa. Stava per dire qualcosa, e forse sarebbe riuscita a far stare davvero meglio il rosso, a farlo smettere di piangere, ma venne interrotta da Izzy. Sì, il suo ragazzo era appena arrivato e li fissava con occhi spalancati.
-Che cazzo è successo?- chiese, e per una volta tanto sembrava quasi più stupito che arrabbiato.
Monique allora si alzò, lasciando bruscamente Axl, che colto di sprovvista per poco non sbattè la faccia sulla panchina. Si alzò e andò incontro al suo ragazzo, con un mezzo sorriso.
Gli si avvicinò e gli prese una mano, poi abbracciò anche lui, come aveva fatto con Axl, e gli diede anche un piccolo bacio. Poi avvicinò la bocca all'orecchio del moro e gli sussurrò “ti amo”.
Fece di nuovo quel mezzo sorriso accennato, un sorriso triste, poi lasciò la stretta del chitarrista e si allontanò da lui. Lo superò e cominciò a camminare, allontanandosi, con la testa bassa e le spalle curve, e Izzy era talmente stordito che non potè far altro che guardarla andare via, senza poter far niente. Continuò a seguirla con lo sguardo finchè non girò un angolo e non la vide più, e anche allora rimase lì per parecchi minuti a fissare il punto in cui era scomparsa.
Finalmente dopo un po' riuscì a riprendersi, e si voltò a guardare il rosso, che era ancora seduto lì. Durante tutto quel tempo non aveva fatto altro che osservare la scena, impotente, con le lacrime che ancora gli rigavano il volto.
E ad un tratto Izzy si rese conto di tutto. Si rese conto di quanto fosse stato immensamente stupido, di quanto avesse fatto soffrire Axl, di come per colpa di quella sua stupida voglia avesse rischiato di perdere il suo migliore amico.
Così si sedette accanto a lui e lo abbracciò, come aveva fatto Monique, solo che anche lui era sul punto di scoppiare a piangere.
-Scusami Axl, davvero, sono stato uno stupido, un coglione, un bastardo, un pezzo di merda, mi sono comportato da stronzo, non volevo farti soffrire, davvero, ma non pensavo ci tenessi così tanto, se l'avessi saputo non l'avrei neanche sfiorata...-
Axl continuò a piangere, ma almeno adesso si sentiva un po' meglio, col suo migliore amico accanto.
-Lo so che probabilmente mi odierai dopo tutto questo, e faresti bene, ma sappi che adesso vorrei solo tornare indietro nel tempo e sistemare le cose...- continuò il moro -e se vuoi stasera puoi venire a stare da me...-
Il rosso si strofinò gli occhi e cercò di raddrizzarsi -Grazie, ma sinceramente adesso vorrei stare un po' da solo...casomai..vengo domani, ok?-
-Perfetto...a domani allora-
-Sì,..a domani-
Axl stava già per alzarsi quando il moro lo fermò.
-Axl..un'altra cosa, prima che tu vada via..-
-Che c'è?..-
-Non piangere-

  
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