Mi portò a portici e quel 'viaggio' fu il più lungo della mia vita. All'inizio il solito silenzio imbarazzante, quello da farti venire un groppo al cuore.
Poi lui ruppe il ghiaccio, io ero troppo timida per farlo. Iniziammo a parlare di tutto ed io ero consapevole che di qualsiasi cosa noi parlavamo mi brillavano gli occhi.
Arrivammo al ' Granatello ' un luogo dove si vede il mare, era già notte. Facemmo quattro passi. Era tutto stranamente magnifico e adesso se ci penso mi viene da piangere, lui non è più mio. Tremo ancora come quella sera. Si vedeva il mare e milioni di luci accese sul porto di Napoli, quelle meraviglie che tutto il mondo ci invidia.
Parlammo per ore ed io vivevo quegli istanti con la paura che i miei potessero scoprire che non ero in giro con le mie migliori amiche. Quella sera c'era la partita del Napoli e da bravi tifosi dovevamo tornare per le otto e mezza. Parlammo dei nostri genitori, della scuola, dei nostri amici e anche del nostro passato. Quello fu l'argomento più imbarazzante.
Avevo freddo e lui appena vide l'orario mi tirò a se e mi baciò a lungo, contro quel muretto dove milioni di persone avevano creato le loro fondamenta d'amore con un semplice bacio.
Passarono alcuni minuti poi lui disse che era ora di tornare.
Ripercorremmo quella strada, con quei sorrisi diversi da quelli di prima, mano nella mano. La mia era congelata, come al solito, e fortunatamente ci pensò lui a riscaldarla.