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Autore: saxy    09/07/2012    1 recensioni
Non esiste rimedio per la sofferenza.
Sono qua e penso al poco tempo trascorso insieme: inevitabile, tu eri sposato; ho accettato la tua scelta e mai ti ho aperto il cuore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non esiste rimedio per la sofferenza.

Sono qua e penso al poco tempo trascorso insieme: inevitabile, tu eri sposato; ho accettato la tua scelta e mai ti ho aperto il cuore.

La vita riserva sempre delle grandi sorprese e tu me lo dicevi ogni singola volta: la mattina quando arrivavi all'entrata mi guardavi e poi sorridevi. Non capito il tuo entusiasmo, la tua serenità, ma amavo vedere le tue labbra che mi dicevano “Buongiorno.”.

Diverse volte ti ho chiesto il motivo per cui ridevi, sorridevi, ma non mi hai mai risposto: quella domanda mi torturava eppure ogni santo giorno ti comportavi nello stesso modo.

Per un longo periodo non ci siamo visti ne' sentiti, ma il tuo ricordo era un'impronta indelebile sul mio cuore ed a quanto pare anche tu la pensavi così. Quando ti scrivevo mi rispondevi sempre con estrema gentilezza e diverse volte mi hai chiesto di farti visita: se ti avessi ascoltato.

Poi un anno fa ci siamo incontrati per caso ai giardini. Mi hai salutata con grande affetto, come se il tempo non fosse mai passato: abbiamo parlato, riso fino alle lacrime, tu mi hai offerto un gelato ed abbiamo continuato fino a che non venne buio.

Mi sono sempre sentita leggera in tua presenza. Quel giorno hai ribadito per l'ennesima volta quanto fossi splendida, quanto mi ammirassi ed io ti guardavo, perdendomi nel tuoi occhi scuri, cupi, ma così affascinanti.

Mi sarebbe piaciuto dirti quanto ti amavo, ma non potevo piombare con prepotenza nella tua vita ed in quella della tua famiglia: sei sempre stato tutto per me. Queste sono frasi dette e sentite centinaia di volte, proposizioni che non hanno molto senso fino a che non provi realmente quelle emozioni: le tue parole erano come carezze ed io mi beavo in quel paradiso; ogni volta che parlavi di tua moglie mi sentivo, però, colpita: non posso biasimarti, tu l'amavi e l'amerai sempre; ma un cuore che piange non può fingere per l'eternità.

Adesso non so cosa fare: sento di dovermi sdraiare qui sull'erba e stringermi le gambe al petto.

Tu non ci sei più.

Come posso dirti addio? Io non voglio lasciarti andare, perché ho paura che, con il passare del tempo, la mia memoria fallisca e cancelli i tuoi lineamenti, la tua voce, le tue mani.

Se avessi saputo che stavi male, sarei scappata dal lavoro e ti avrei raggiunta: probabilmente non eri solo, ma volevo che tu mi ricordassi.

L'unica cosa che mi rimane di te sono le infinite lettere che mi hai spedito ed una fredda lapide con sopra il tuo nome.

Nessuno dovrebbe aspettare un momento particolare per concedere il proprio cuore: non c'è tempo.

Questo stupido cellulare sta suonando. Devo andare.

Tornerò presto e spero di poterti incontrare in un sogno, dove tutte le mie sofferenze si placano e finalmente potrò dirti che sei sempre stato la chiave di volta della mia esistenza.

  
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