The Red Letter A
In ogni momento della giornata, quando, per sbaglio, entra
nel mio campo visivo, mi ricorda il mio misero fallimento.
I suoi capelli lunghi mi ricordano la donna che non è mai
stata mia. Il suo viso è un’ombra del suo.
Di notte i suoi occhi mi tormentano e trapassano la mia
anima con indifferente delizia.
Di giorno mi scopro a scrutare il suo volto tagliente alla ricerca della prova dell’adulterio la cui scena riempie la mia mente d’immagini di crudele passione.
E la risata di lei risuona tra le pareti della casa come
l’urlo di una Banshee che preannuncia la mia morte.
Mi viene a prendere, ammantata del suo sangue rosso come le
nostre nozze. Le sue unghie graffiano l’ardesia dei tetti mentre priva di forze
ma nutrita di vendetta striscia verso di me.
I capelli mi avvolgono come una coperta d’infante divenuta
sudario, deformando il mio corpo malato almeno quanto la mia anima.
Essa è crudele, perversa, distorta a causa d’un amor
crudele.
Si nutre di disperazione e atrocità mentre ecco che arriva
in un silenzioso boato di ossa rotte.
In pezzi.
La mia bellissima sposa. In pezzi.
-Padre? Il suo caffè. -
La voce è distorta e lontana.
Mi sveglio con un sussulto dai miei incubi di sangue e
morte.
Padre. E sul suo volto iniziano a comparire le prove.
L’eredità dell’uomo che ha ricevuto quell’amore.
Quelle labbra strette, perfette per rimanere immobili in
modo immutabile?
Adulterio.
La parola semplice e vibrante che mi convince ad afferrare
il bisturi ed affondarglielo nel petto.
Parole amare come il più mortale dei veleni oltrepassano le
mie labbra con violenza.
Lui si protegge dai miei colpi, ma non apre bocca. Non
geme. Non piange.
Ricoperto del suo sangue scopro con orrore che le prove del
terribile delitto sono sempre lì, dinanzi ai miei occhi. Non sono riuscito a
distruggerle.
Mi afferra il polso e mi fa lasciare l’arma, che cade sul
pavimento con un frastuono assordante.
Con rinnovato odio contemplo la tela distrutta e il
particolare più intenso rimasto intatto.
E qualcosa scivola lungo le mie guance.
Qualcosa dal gusto nauseabondo del fallimento.
Cado senza badare alla caduta.
Il frutto del Peccato m’impedisce di dissolvermi nell’aria.