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Autore: dreamrauhl    09/07/2012    0 recensioni
non è mai troppo tardi per ricominciare a stare bene, anche se il buio sembra non voler lasciar spazio alla luce.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio.
Sarà perché sto dormendo e ho gli occhi chiusi o è perché sono io buia dentro?
Non lo so a dire il vero, spero tanto sia la prima però.

Suona la sveglia, sono già le 7 di mattina.
Come un orologio svizzero la mamma entra puntuale in camera a svegliarmi, “su, sveglia, devi andare a scuola oggi!”.
Mi giro nel letto e poi mi alzo sbuffando, “che palle”.
Vado in bagno, mi lavo il viso sperando che l'acqua faccia scivolare nel lavandino anche le insicurezze più radicate in me, i miei dubbi più intimi e le lacrime nascoste.
Niente, come al solito.
Mi guardo allo specchio e vedo soltanto una ragazzina bionda, ha gli occhi color miele, sono spenti, hanno perso la loro naturale lucentezza e vitalità.
Sarà perché non è un buon periodo forse.
Torno in camera, prendo un paio di jeans dall'armadio, una maglietta ne troppo stretta ne troppo larga e una felpa.
Mi vesto e mi posiziono davanti allo specchio della camera: è uno specchio grande, riesco a vedermi dalla testa ai piedi.
Una ragazza non troppo alta, anzi, piuttosto basta sta in piedi davanti ad esso. Ha lo sguardo rivolto verso lo specchio soltanto per vedersi, di solito lo tiene basso.
Tutto sommato le piace il suo corpo.
No, non lo ama, lo cambierebbe volentieri. Ma le piace, sì.
Prepara la cartella, prende il cellulare e le cuffiette ed esce dalla stanza.
Svelta corre a pettinarsi e a bere un misero caffè per colazione; è già ora di uscire di casa e andare alla fermata della corriera.
Si avvia a passo veloce verso dove l'aspettano i suoi amici, fuori al municipio di un piccolo paesino di provincia.
Attraversa la strada senza nemmeno guardare a destra e a sinistra, a quell'ora non c'è quasi mai nessuno.
Cammina con lo sguardo basso e le cuffiette alle orecchie, è completamente isolata dal mondo esterno.
Ne ha bisogno di momenti così, lei.
Sono forse i minuti meglio trascorsi della giornata a parer suo.
“ehi!”, dice qualcuno.
Che sbadata che è, camminando non si è accorta che ci fosse un ragazzo davanti a lei e l'ha quasi travolto!
“ehm, scusa”, dice mentre imbarazzata si toglie la cuffietta sinistra, tenendo sempre e comunque lo sguardo basso.
“tranquilla, davvero. Piacere, eric!”, le dice porgendole la mano.
Ora non può evitare di alzare lo sguardo.
Gli porge la mano sussurrandogli un misero “piacere, emily”.
È un ragazzo alto, ha i capelli castani e due occhi azzurro mare.
È completamente rapita da quello sguardo, quei capelli.. quelle labbra!
Restarono fermi per due minuti sicuri a guardarsi negli occhi, si sentì spogliata della sua corazza, si sentì lo sguardo di quel ragazzo addosso che tentava di capirla e, diciamocela tutta, ci stava riuscendo.
Le torna in mente dopo un attimo di distrazione che è in ritardo e aumenta il passo trascinandosi il ragazzo dietro a sé.
“arrivo, arrivo! Sono in ritardo anche io, eh”, dice.
“forse non sarà poi così male questa giornata”, pensa emily.
“che corriera prendi?”, chiede eric.
“quella per andare alla west high, tu?”
“anche!”.
Salgono in corriera assieme, le propone di sedersi accanto a lui.
“sei nuovo di qui, vero?”
“sì, sono arrivato tre giorni fa”
“ecco perché non ti avevo mai visto!”
“ahah ecco perché non avevo ancora incontrato una ragazza bella come te”, dice con un sorriso da mozzare il fiato persino ad una bombola d'ossigeno.
Sorride di rimando, quel ragazzo sembra simpatico.
-
emily entra a scuola e ovviamente racconta l'accaduto alle amiche.
Loro sembrano non capire, dopotutto hanno tutti i ragazzi della scuola ai loro piedi, i quali sono tutti “uno fra i tanti”, come si suol dire.
Per lei eric non era così, anche perché forse non aveva mai incontrato un ragazzo così dolce e gentile.
Decide di non dar retta loro, non ne valeva la pena.
Gli voleva bene, sì, ma in certi momenti erano davvero insopportabili!
-
uscì da scuola, aspettava quel momento dal suono della prima campanella mattutina.
Trovò il ragazzo ad aspettarla fuori dall'ingresso della scuola, fortunatamente quello giusto.
“eccoti, finalmente!”.
Anche lui non si era mai sentito così bene con una ragazza.
Sentiva che lo capiva, che ci sarebbe stata se lui glielo avesse permesso.
Sentiva che non era la solita ragazza facile che la dava al primo che passava.
Si avviano alla fermata, molto più vicini di quanto avrebbero dovuto due “conoscenti”.
In corriera si scambiano il numero.
Cominciano a sentirsi, sempre di più.
A emily piace eric, a eric piace emily.
Apparentemente nessun ostacolo.. e invece.
Anne, “l'amica” di emily, scoperto il “segreto” dell'amica, comincia a provarci con eric.
Lui non ci sta, naturalmente. Ma a emily dà fastidio vedere gli occhi lucidi e il suo sorriso splendente rivolto a lui, il suo atteggiamento da gatta morta per conquistarlo.
Litigano, pesantemente.
La loro amicizia, che forse non era mai stata tale, finisce.
-
Dopo due settimane, eric chiede di uscire per l'ennesima volta a emily.
“devo dirti una cosa, emily”
“anche io”
“comincia tu”
“vai tu, me l'hai detto per primo”
“mi piaci”
“anche tu”.
Forse quel periodo di buio che l'aveva assalita fino a poche settimane prima era finito.
Finalmente.
Ora non c'era più il nero, la solitudine.
Ora c'era il bianco, la luce.
Ora c'era il rosso, l'amore.
Ora c'era il blu, lui e il colore dei suoi occhi.
Le accarezza il viso e la bacia.
Il miglior bacio della sua vita.
L'inizio di qualcosa di magico.
  
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