Una lacrima le rigò la guancia, silenziosa ma rovente. E la lentezza esasperante con cui scendeva sino a bagnarle le labbra acuiva quel già forte dolore lancinante che le stava sgretolando il cuore, lasciando che ogni singolo pezzo, ogni singola goccia di sangue, si posasse sulla sua coscienza e che pesante come un macigno la risvegliasse da un’illusione a cui si era dannatamente e volontariamente abbandonata.
Vegeta non sarebbe rimasta con lei; e lei, ignorando la voce della sua razionalità, aveva deciso di non crederci.