“Blaine! Blaine! BLAINE”
Kurt stava urlando come un forsennato giù per i corridoi della Dalton, verso la camera che stava cercando.
“Blaine apri, è urgente!” bussò alla porta
“Blaine, davvero apri questa caz..-” si fermò col pugno a mezz’aria, evitando così di colpire il naso di un tipo con i capelli pieni di gel biologico.
“Che succede Kurt?” tossì, la fronte corrucciata.
“Pavarotti. E’ morto”
Blaine sgranò gli occhi, non ci poteva credere. Un altro colpo di tosse.
“M-ma che cosa s-stai di-dicendo?” balbettò in preda al panico
“Sì. Ho trovato la gabbietta sporca di sangue e piena di piume”
“Ma non è possibile, non abbiamo gatti alla Dalton”
“Lo so. Però devi venire con me”
Blaine tossì di nuovo.
 
Arrivati in aula canto trovarono tutti i ragazzi del Glee Club, intorno alla gabbietta.
“Oh. -Ting tididing ding- c’è Blaine. Du du da”
“Blaine, -uuuh uuuh uuuh- Un casino.”
“Kurt l’ha trovato –dohm dohm dohm- e ci ha chiamati subito”
Kurt prese per mano il ragazzo. E gli sorrise con aria triste.
“So quanto ci tenevi a quell’uccellino, in fondo l’hai trovato tu. Era così piccolo. E te ne sei preso cura. L’hai accudito, fino a farlo diventare bello grosso. Sappiamo quanto ti piaceva quel piccoletto”
Blaine si guardò intorno, con gli occhi pieni di lacrime. Tossì. Ancora non ci credeva.
Kurt gli diede un leggero bacio sulla guancia “Ti lasciamo da solo, tesoro. Sappiamo che vorresti dedicargli una canzone”
Blaine, ringraziò gli altri. Ancora non ci credeva.
Rimasto solo, le lacrime sgorgarono di più. Un colpo di tosse più forte lo colpì. Ancora non ci credeva.
Tossì, sempre più forte. Aprì la bocca e una piuma gialla cadde sulla sua mano.
Ancora non ci credeva che Pavarotti fosse così buono.