Erano passati tre
lunghissimi anni dalla scomparsa di Tara, e quel pensiero tormentava
Willow più
di ogni altra cosa. La sua storia con Kennedy era come il sorriso di
una
maschera che ciela l’ immensa tristezza che vi è
sotto. Ora lei piangeva, piangeva
di rabbia, di malinconia. Lacrime di tristezza e di paura rigavano a
poco a
poco il suo volto. Era di nuovo lì, distesa sopra il letto,
a chiedersi il
perché della morte di quello che era tutto il suo mondo.
Tara, sapeva sempre
cosa fare, come affrontare i problemi e come risolvere tutto.
L’ incontro con
lei era stato per Willow una pioggia dopo la siccità, un
raggio di sole in una
stanza buia. Proprio per questo essa non sapeva cosa fare, aveva
scoperto di
essere una dea, e di un potere così immenso non sapeva che
farne. Avrebbe
voluto che Tara fosse lì, a sussurrarle tra un bacio e
l’ altro la cosa giusta.
Ma lei se ne era andata, andata per sempre. Così Willow
aveva smarrito la
strada, e aveva lasciato Kennedy. Essa era stata solo un suo capriccio,
un
“passatempo” per sentirsi un po’ meno
sola. Willow aveva pensato che rompere
con lei fosse la cosa opportuna. In partenza ciò
l’ aveva fatta piangere, ma
ora la sua mente era invasa dal solito pensiero. Avrebbe dovuto
sentirsi in
colpa, o quanto meno triste, per ciò che aveva fatto a
Kennedy, ma nessuna cosa
era più triste della mancanza di Tara. Ad un tratto la porta
si aprì lentamente
e con la coda dell’ occhio, Willow scorse il viso di Buffy.
- Tutto
bene? – chiese l’ amica.
- Certo…
- rispose lei.
- Vuoi
parlarne? –
- No,
preferirei di no. –
Willow stava nella
sua stanza, quando l’ immagine della nuova camera di
Cleveland si sovrappose
con quella di Sunnydale. A poco a poco rivedeva Tara cadere a terra
trafitta dal
proiettile che l’ aveva uccisa. Pensò di sognare.
Non stava sognando, Tara era
diventata ormai un’ ossessione. Doveva subito fare
qual’ cosa. Ma cosa?
Levarsela dalla testa una volta per tutte? Impossibile. Cominciare una
nuova
vita, voltare pagina? Assolutamente no. Willow sapeva bene cosa
fare… Il punto però
era come. Riportare in vita Tara era un’ impresa a dir poco
impossibile, eppure
era determinata a farla tornare da lei. Voleva a tutti i costi
riabbracciarla.
Così decise i andare in giro per Cleveland alla ricerca di
qualcuno che la
potesse aiutare. Aprì l’ armadio posto davanti al
letto per poter prendere la
giacca. Scostò alcuni vestiti e ne notò uno,
simile a quello che indossava
quando Tara cantò per lei sul ponte, a Sunnydale. Lo
tirò fuori. Sorrise, e d’
improvviso i suoi occhi si colmarono di lacrime. Ne versò
una sola. Chiuse gli
occhi e strinse il vestito a sé.
Ora Willow
Rosemberg vagava per Cleveland alla disperata ricerca di un aiuto. Si
guardava
in torno ad ogni passo che faceva. Ad un tratto notò in un
vicolo lontano una
ragazza uscire fuori come da un edificio invisibile. Corse verso di
lei. La
ragazza spaventata indietreggiò.
- Tranquilla,
non voglio farti del male. – disse Willow cercando di
rassicurarla.
- Chi
sei? – Chiese timorosamente la ragazza.
- Mi
chiamo Willow, e sono una strega. – La ragazza sembrava non
avere più negli
occhi quella paura di prima.
- Io
sono Stacey... –
- Cosa
c’ è qui? – domando Willow con fretta.
- E’ uno
stregone, pratica incantesimi di alto livello... Credimi, se non sei
una strega
esperta questo non è il posto che fa per te. Anche se lui
è buono è capace di
fare notevoli incantesimi. –
- Grazie.
– rispose Willow. La ragazza si limitò ad annuire.
Willow con timore
alzò una mano all’ altezza dei suoi occhi.
Sentì dell’ energia. Si voltò verso
Stacey che annuì di nuovo. La strega entrò nel
misterioso luogo.
- Toc
toc è diventato out? – disse una voce. Willow si
guardò intorno tentando di
vedere chi aveva emesso quelle parole.
- Dove
sei? – domandò.
- Ovunque...
– rispose la voce.
- Come
posso fare a vederti? – Ad un tratto un uomo piuttosto
anziano avvolto in un telo
bianco si materializzò davanti a lei. La ragazza fece un
passo indietro.
- Calmati
tesoro. – disse lui – allora, cosa sei venuta a
fare? –
- Io...
– venne interrotta Willow. Lo stregone si avvicinò
a lei con meraviglia dicendole:
- Oh mio Dio... ma sei più potente di quanto io creda....!
–
- Io
sono venuta qui per un incantesimo. – sbottò
Willow impaurità.
- E
dimmi, di che si tratta? –
- Voglio
far tornare in vita la mia ragazza. –
- La tua
cosa? – domandò divertito lo stregone.
- Sono
lesbica, è un problema? –
- Ehi
tesoro, viviamo in un mondo post-Will e Grace, e io credi che mi
sorprenda se
una bella ragazzina piomba qui e afferma di essere gay? Assolutamente
no. –
- Bene...
allora? Può aiutarmi? –
- Vediamo...
–
- Vediamo?
–
- Willow....
.-
- Come
fa a sapere il mio nome? – chiese spaventata la strega. Egli
non rispose.
- C’
è
solo una cosa che può riportarla da te. –
proseguì lo stregone.
- Di che
incantesimo si tratta? Io sono molto potente, posso farne alcuni i
altissimo
livello, io.... –
- Frena
bambolina! La risposta alla tua domanda non si trova facendo una
magia... –
- E
allora come posso fare? –
- La
risposta è nel tuo cuore... – A questo punto
l’ uomo misterioso scomparve nello
stesso modo in cui era apparso, lasciando Willow perplessa e confusa.
Fine capitolo 1