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Autore: indiceindaco    09/07/2012    3 recensioni
Una storia, l'ennesima, su Matt, Mello e Near. Un omaggio ad uno dei miei film preferiti, Kill Bill.
Per raccontare la storia di quello fedele, dell'invincibile e del coraggioso.
Enjoy.
***
"Non è una perfetta e semplice immagine della vita e della morte? Un pesce che sbatte la coda sul tappeto e un pesce che non sbatte più la coda. È così potente che anche una bambina di quattro anni, ignara del concetto della vita e della morte, ne ha capito il senso."
[Cit. Bill].
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Near | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:

In questi casi delle note sono più che doverose. Ed è normale che non si sappia da dove cominciare. In questi casi si inizia dal titolo, non trovate? Ebbene: The flower of carnage, è il titolo di una canzone di Mejko Kaji. Ma non è una semplice canzone, questa è la canzone! Colonna sonora di uno dei momenti più struggenti della cinematografia. Dal capolavoro di Quentin Tarantino, Kill Bill. Nello specifico si tratta del finale di Kill Bill Volume I. The flower of carnage, quest'unione semantica quanto mai contrapposta, fa da sottofondo al duello fra La Sposa -Black Mamba- ed Oren Ishii -Mocassino D'Acqua-. Trovo che sia uno dei migliori duelli cinematografici mai visti e con due delle migliori attrici che Hollywood possa vantare. Ed ogni volta, Oren che si accascia nella neve, che muore nel suo giardino d'inverno, mi scioglie il cuore. Ecco il perché di questa storia, della canzone che l'ha accompagnata, del suo titolo, della citazione d'apertura, persino della trama. Spero che qualcuno possa apprezzare e cogliere ogni riferimento, mio personale omaggio a Tarantino, "Kill Bill" ed Oren.

 

 

Shura no Hana

*The Flower of Carnage*

 

"Non è una perfetta e semplice immagine della vita e della morte?

Un pesce che sbatte la coda sul tappeto e un pesce che non sbatte più la coda. 

È così potente che anche una bambina di quattro anni, 

ignara del concetto della vita e della morte, 

ne ha capito il senso."

 

Bill

 

***

 

"Shindeita

Asa ni

Tomorai no

Yuki ga furu

[…]

Iin na naomosa

Mitsumete aruku

Yami wo dakishimeru"

 

 

"La neve dolorosa cade nel mattino di morte
[…]
cammino con il peso della via lattea sulle mie spalle
ma tutto ciò che c’è, è un ombrello che si aggrappa all’oscurità"

 

 

La notte. Ha il profumo dei fiori appassiti in questa città.

Cammino cadenzando il fumo ed i passi.

Piede sinistro, boccata, inspiro.

Sento lo sfrigolio, la gola pizzica ed i polmoni s'infiammano.

Piede destro, i nervi si rilassano, espiro.

Solo il rumore del mio andare sembra farmi compagnia, in questo vicolo buio e sudicio.

Di fronte a quel palazzo sgangherato, dai vetri infranti e dal portone cigolante dietro di me, non riesco a pensar ad altro che all'oceano che hai voluto mettere fra noi.

Un oceano che ho dovuto attraversare e nel quale mi sento annegare.

L'incertezza accarezza il palato, mischiandosi alla nicotina ed al catrame già spenti e abbandonati nel vicolo.

Sento lo squittire di un ratto, nell'angolo buio, mi scappa un sorriso: sembra quasi il mio cuore.

Poggio la mano sul ferro freddo e opaco, anche alla luce intermittente di un neon stanco.

Sono sul pianerottolo vuoto, nessun tappeto pronto a lavar via i chilometri dai miei anfibi.

Sembra passare un'eternità, eppure la mia mano è già sul legno marcio e lascia stridere le nocche contro la porta.

Silenzio. Ha il rumore dell'infrangersi della neve, quella nel giardino della Wammy's House, dei primi giorni di dicembre, quelli del tuo compleanno.

La tua voce è oltre la porta, domanda senza chiedere, e non mi è mai sembrata così lontana.

-Apri.

Poi i tuoi occhi sbigottiti, svuotati di qualsiasi punto interrogativo e qualcosa alla bocca del mio stomaco.

Ecco un ombrello aprirsi sul mio cuore, ora non piove più, non sento più lo scrosciare dell'acqua.

-Matt… 

Oltrepasso la barriera della porta, sono di fronte a te.

-Ti ho trovato... Te l'avevo detto che ti avrei trovato. E tu hai sorriso, perché? Perché hai dovuto sorridere quel giorno, quando te ne sei andato? 

Mello. Mi guardi e ogni parte di te sembra volermi mandare un messaggio diverso, mentre ti inondo con le mie parole, con le mie paure, con i miei dubbi. Sono così tante le cose che mi stai comunicando che il frastuono mi svuota la mente.

Non ci sono parole per dirti quanto mi sei mancato, come la stanchezza della tua assenza possa essere spazzata via dal tuo sguardo non so spiegarmelo.

-Perché sapevo che mi avresti trovato.

Non rispondo ma, mentre la tua lingua scivola sulla mia, irrigidendosi quando assaggia le incertezze ormai evanescenti, finalmente capisco…

Io sono quello che torna,

quello che resta.

Io sono il fedele.

***

 

"Yuku onna

Namida wa tooni
Sutemashita

Furimuita
Kawa ni"

 

"Tutte le lacrime di compassione e i sogni
le notti di neve e il domani non hanno alcun significato

Ho immerso il mio corpo nel fiume della vendetta"

 

 

Il Re di Fiori sembra sorridere fra le mie mani.

Lo accatasto con cura contro un Asso di Picche.

Ogni movimento è fondamentale, non esiste esitazione o insicurezza.

Un passo falso e tutto crollerebbe: perderebbe di senso.

La luce filtra attraverso il castello di carte.

Sembra trapassarmi, ma non riporto ferite.

Alzo lo sguardo sul piano più alto, è quasi compiuto.

Ma le fondamenta non sono solide, non dovrei sorprendermi: la torre più alta rischia di infrangersi.

Un errore e tutto si frantumerebbe.

Una porta sbatte, il vento si insinua sulla mia spina dorsale, la carezza della tua rabbia.

-Non finisce qui, Near. 

Sibili contro di me, guardandomi dall'alto della mia posizione fetale.

Ti guardo e non tradisco emozione, penserai che non ti veda, ma semplicemente non sento nulla.

Non riesco a ribattere, o a provare empatia di fronte al vulcano del tuo rancore. 

-Come preferisci, Mello.

Gli occhi si assottigliano: è affascinante leggere le sensazioni delle persone sui loro volti.

Quella che porti è la maschera del disprezzo?

-Verrà il giorno in cui io sarò il primo. In cui io sarò l'unico, Near. Dovessi morire.

Sparisci, sbattendo la porta, come un temporale estivo, di quelli che arrivano senza preavviso. 

Mi rivolgo nuovamente al mio castello, abbandono il Due di Quadri sulla cima.

Ora tutto e stabile e perfetto: sulla torre più alta è il Due a far capolino, nulla trema più.

Poi soffio, e tutto s'infrange...

Tutto è nelle mie mani,

l'esattezza non ammette dubbio.

Io sono l'invincibile.

***

 



"Giri mo nasake mo
Namida mo yume no
Kinou mo ashita mo
Henno nai kotoba

Urami no kawa ni
Mi wo yudanete
Honma wa tooni
Sutemashita”

 

"Sono solennemente risoluti a ritornare vivi, se non vittoriosi.

[…]
Non mi interessa la gentilezza
preferisco l’egoismo da te amore mio.
Oh, il mondo è un sogno o un’illusione?"

 

 

Poggio le cuffie sul tavolino, la voce di quell'inutile idiota mi innervosisce.

Le tue dita picchiettano sui tasti consumati di uno dei tuoi giochini.

Spengo il monitor, scavalco la poltrona, due falcate.

Segui i miei movimenti con la coda dell'occhio, me ne sono accorto Matt.

Tiro un debole calcio al tavolino di legno, svuotato dai tarli, talmente leggero da allontanarsi senza bruschi rumori.

Alzi lo sguardo e mi fissi interrogativo, mentre una musichetta patetica segna la vittoria dell'ennesimo livello sul tuo ageggino.

I tuoi occhi mi inondano sicuri, nel guardarmi, d'esser al sicuro.

Come puoi, Matt?

Non dovrebbero provar paura, le persone come te?

Io riesco solo a sentire il frastuono di una realtà che mi crolla addosso in ogni istante, sotto la quale rimarremo sepolti. Eppure tu mi rivolgi sempre quello sguardo caldo.

Strappo dalle tue mani il videogioco tascabile, scagliandolo lontano.

-Ehi! Non è gentile, da parte tua, trattare Sonic così!- protesti, scherzoso.

-Sta zitto, Matt.

Sono cavalcioni su di te adesso: le rotule che premono contro i tuoi fianchi, le mani sulle tue spalle, il calore della tua eccitazione crescente contro il mio interno coscia.

In questi momenti so cosa voglia dire sentirsi vivere e dimentico ci possa essere davvero un domani.

Ma va bene così, finché il tuo sapore si mischia alla cioccolata, finché il frastuono smette di violare il mio udito, finché la realtà impallidisce.

Non può esserci qualcosa di più giusto.

Niente ha importanza, neppure il fuoco.

 

Non mi sono mai concesso 

il lusso dell'avere paura,

Io sono il coraggioso.

 

***

 

 

 

 

"Toozakaru
Tabinohima

Itteta tsuru wa
Ugokasu
Naita
Ame to kaze

Kieta mizu mo ni
Hotsure ga miutsushi"

 

"Nel nome del Cielo, loro sono i nostri soldati,
quello fedele, l’invincibile e il coraggioso.
ora è giunto per loro il momento di abbandonare la terra dei loro avi."

 

 

 

 

I proiettili che sibilano, quando esplodono sotto la pelle umida d'adrenalina.

 

Il boato delle lingue di fuoco, quando accarezzano le membra vinte dal silenzio.

 

Il sorriso del destino, quando alla fine la vittoria arriva, ma senza soddisfazioni. 

 

 

E anche se non ci sarà nessuno a tornare, anche se il dolore della perdita fa sembrare sbagliata la realtà...Tutto è compiuto.

 

 

 

 

 

  
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