Parole...
Lily
Potter, in meno di due giorni, aveva fatto di
tutto: era diventata madre; aveva ricucito i rapporti con la sua
famiglia e
instauratone di nuovi con i Malfoy; si era ripresa Scorpius con il
benestare di
Rose Weasley e veniva additata da tutto il mondo magico come una poco
di buono.
Le colpevoli di quest’ultimo atto erano due donne: Astoria
Greengrass, sua
suocera, che la disprezzava per essere identica a sua volta a sua
suocera
Narcissa, e Molly Weasley, sua nonna,
che l’accusava di aver distrutto la vita alla
nipote preferita Rose.
Aveva messo così in cattiva luce una famiglia di eroi.
Lily
si sentiva in colpa per tutto: aveva distrutto
la reputazione della sua famiglia, allontanato per sempre sua madre dai
suoi
nonni e fatto litigare Scorpius e Draco con Astoria. La signora Malfoy
per
questo motivo si era rinchiusa in camera e non parlava e vedeva
nessuno.
Narcissa le aveva riferito che ciò che Astoria faceva
all’interno del
Manor non era
importante. Tuttavia lei
si sentiva in colpa anche per questo. Aveva minato, con le sue azioni,
la pace
di tre famiglie: I Potter, i Malfoy e i Weasley.
Scorpius,
come sua madre Ginny, cercava di starle
sempre accanto, ma nessuno riusciva a toglierle quella strana apatia.
Nessuno
riuscì a farle cambiare idea: si sentiva
sporca e non poteva che dare ragione alle migliaia di streghe che ogni
giorno
le inviavano lettere minacciose. Queste l’accusavano di aver
distrutto la vita
della dolce Rose Weasley, che, a causa delle sue deplorevoli azioni, si
era
rintanata dai Granger, i nonni materni, in Australia.
L’ultima
prova che Lily dovette affrontare fu la
visita di rito per il suo bambino che sarebbe avvenuta proprio quella
mattina.
Scorpius non volle sentir ragioni: si sarebbero recati al San Mungo per
far
vedere ad un vero medimago il loro primogenito. Lily doveva reagire e
quello
era l’unico modo. Lui l’amava perché era
una donna orgogliosa, battagliera,
bella e sensuale. Non voleva una fotocopia sbiadita di sua madre,
altrimenti si
sarebbe preso Rose.
-
Sei pronta? - chiese entrando nella loro stanza da
letto.
-
Quasi – rispose Lily, più pallida del solito.
-
Hai mangiato? - chiese cauto Scorpius,
osservandola con la coda dell’occhio.
Aveva
indossato un abito arancio che faceva
risaltare la sua pelle candida e il rosso dei suoi capelli, che,
morbidi, le
ricadevano sulle spalle.
-
Un po’ di latte e un biscotto...- rispose,
perdendosi nell’osservare il giardino dalla grande finestra
della loro stanza.
-
Lily…-
-
Lo so, ma ho lo stomaco chiuso – rispose
vergognandosi.
-
A volte penso che tu non ci ami –
Lily
si ghiacciò, punta sul vivo dalle parole di
Scorpius.
-
Che
dici? – urlò, svegliando suo figlio,
immediatamente coccolato da Scorpius.
-
Se
tu ci amassi, lotteresti per far
capire a tutti quegli imbecilli là fuori e a quelle due
serpi che si sbagliano.
Che noi siamo a questo punto perché ci amiamo. Che abbiamo
fatto tutto questo
perché vogliamo stare insieme. Invece, così, non
fai altro che confermare le
loro idee: che ti sei presa me solo per gioco e che non ti importa
nulla di
Anthares -
-
Cosa
dovrei fare, secondo te?
Passeggiare per il Manor affinché mi fotografino per
sbattermi sulla prima
pagina di un giornale? - chiese Lily, stringendo la spessa tenda tra le
mani
senza però girarsi verso Scorpius, ancora intento a
fissarla…
-
Mangiare,
Lily, e riprendere ad
allattare tuo figlio - disse Scorpius.
Lily
boccheggiò.
-
Amarmi
come sai fare tu. Farmi sentire
ancora importante per te - Scorpius sperava che con quelle parole la
sua Lily
tornasse da lui.
-
Avevi
detto che mi avresti sposato, ma
dal giorno che abbiamo firmato il contratto non abbiamo più
parlato, non hai
più voluto parlare - le ricordò Scorpius.
-
Non
me la sento - affermò Lily,
scostando le tende e girandosi verso il biondo
-
Perché?
- domando Scorpius. - Per Rose?
Presto troverà qualcuno che la ami veramente. O per tua
nonna? - concluse.
-
Mia
madre sta soffrendo a causa mia -
replicò Lily.
-
Non
è colpa tua se tua nonna è una
stronza, come non è colpa mia se lo è anche mia
madre -
-
Scorpius,
non parlare in questo modo -
-
Cosa
dovrei dire? Che sei tu la
stronza?- gli urlo.
-
Io
volevo stare con te, quanto tu con
me. Non posso fare le cose per compiacere gli altri; non posso
rinunciare
all’unica donna che amo e che ho mai amato per far felice mia
madre... o tu tua
nonna – concluse, incamminandosi verso l’uscita.
Sentirlo
ammettere i
suoi sentimenti, nonostante stessero litigando, era una cosa stupenda
per Lily.
Non
poteva rinunciare a
lui o alla loro nuova famiglia. Non poteva assolutamente
disinteressarsi del
suo bambino.
-
Scorpius
– lo richiamò Lily.
-
Sì?
- disse il biondo, girandosi un
poco.
-
Aspettami
-
Scorpius
ghignò: era riuscito nel suo intento o
almeno l’aveva smossa da quella finestra. Ora dovevano solo
uscire alla luce
del sole e presto sarebbero diventati una vera famiglia.
****
Erano
giunti con una materializzazione congiunta
direttamente alla reception del San Mungo, evitando così i
giornalisti, che,
grazie a qualche soffiata anonima, avevano saputo del loro arrivo.
Scorpius,
con Anthares tra le braccia, si avviò,
seguito da Lily, nell’andito del secondo piano.
L’infermiera che stava al banco
della reception li guardò un attimo, prima di abbassare
ritmicamente lo sguardo
sul giornale che leggeva avidamente poco prima del loro arrivo.
Scorpius
sbuffò nel notare la luce negli occhi della
vecchia strega: li aveva riconosciuti, dunque, per evitarla, non la
degnò
nemmeno di uno sguardo, incamminandosi direttamente verso lo studio
della
magipediatra.
Lily
abbassò lo sguardo raggiungendolo.
-
Dove stiamo andando? -
-
Dal medimago per i bambini – rispose.
-
Scorpius! Forse dovevamo chiedere –
-
Non c’è bisogno, lo conosco -
Scorpius
sapeva chi era il medico di Anthares,
questo turbò Lily.
Forse,
era stata una sua fiamma ai tempi di Hogwarts, una delle tante che
aveva avuto
prima di Rose e durante.
Non
seppe nemmeno per quale strana ragione pensò che
fosse una donna, lui non l’aveva detto.
Lo
seguì silenziosa fino a quando non giunsero
davanti alla porta. Scorpius era alto tanto che non riuscì
nemmeno a leggere la
targhetta sulla porta.
Un brivido
scese lungo la schiena di Lily: forse dietro quella porta ci sarebbe
potuta
essere la nuova amante dell’uomo che amava. Perché
stava pensando a tutte
quelle cose non lo sapeva nemmeno lei, in effetti tutto strideva. Solo
poche
ore prima Scorpius le aveva confermato il suo amore.
-
Avanti
– una voce di donna lì invitò ad
entrare. Scorpius era già dentro in effetti. Lily stava
immobile accanto alla
porta, la luce delle grandi vetrate le impedivano di vedere chi fosse
la
medimago.
Così,
prese coraggio ed entrò.
-
Bene,
accomodatevi – disse ancora la
medimago che ora Lily aveva riconosciuto.
Annaspò
un attimo prima di abbassare lo sguardo per
non incontrare gli occhi castani della sua amica Alice Paciock.
Aveva
nascosto anche a lei la sua storia clandestina
con Scorpius e, dal tono distaccato che aveva questa, non
l’era piaciuto.
Alice,
oltre ad essere sua amica, era anche la
fidanzata di Albus: sarebbe riuscita a tenere il segreto con suo
fratello? No,
senza dubbio no, si dicevano tutto.
-
Allora,
per prima cosa - disse Alice,
posando i suoi occhi su Scorpius - voglio sapere ora e data di nascita
per
inserire il bambino nel mio elenco dati -
-
Anthares
– replicò Scorpius - nostro
figlio si chiama Anthares - concluse il giovane pozionista.
-
Sì,
cosi inserisco Anthares nel mio
elenco - replicò la medimago.
-
È
nato il 10 Giugno 2030, alle tre del
mattino -
-
Bene
– disse Alice, iniziando a scrivere
su un grosso libro blu.
-
Ora
vi farò alcune domande, poi visiterò
il bambino –
-
Bene
– rispose Scorpius per tutti e due.
Alice storse il naso vedendo che Lily ancora non sollevava la testa e
si
innervosì. Quella non era la ragazzina irriverente che a
soli dieci anni la
metteva in imbarazzo con i suoi fratelli.
-
Il
bambino viene allattato? - chiese
come prima cosa.
-
No
– disse Scorpius
-
Sì
- disse Lily.
-
Mettetevi
d’accordo –
-
Non
viene più allattato – rispose infine
Scorpius.
-
Perché?
- domandò la medimago
-
Perché
Lily non ha più latte – rispose
Scorpius.
-
Immagino
–
-
Cosa?
- disse molto debolmente Lily,
prendendo finalmente la parola.
-
Immagino
che non ha più latte, Signora -
disse freddamente Alice, sconvolgendo con quella frase quella che fino
a otto
mesi prima era una delle sue più care amiche.
-
Io
l’ho perso ...- ribatté Lily
sollevando un poco il viso.
-
Può
essere. - replicò la medimago - ma
se ciò è avvenuto, è solo colpa sua -
-
Alice!
- la richiamò Scorpius.
-
Se
non fosse così abbattuta, suo figlio
sarebbe più sano: invece è magro e molto debole,
perché il latte che beve non è
quello di sua madre, ma qualche intruglio preparato in una laboratorio
di
pozioni - concluse
Alice Paciock
-
Io...-
cercò di dire Lily. - Non
capisci...- aggiunse, abbassando ancora lo sguardo sulle mani
intrecciate in
grembo.
-
Cosa
non capirei, signora Potter? Che
sta rifiutando suo figlio perché si sente inadeguata e
colpevole? - quella
frase fu una stilettata al cuore, l’ennesima.
-
Alice!
Per favore...- la pregò Scorpius.
Lily
iniziò a piangere, Alice non le aveva mai
rivolto delle frasi così cattive. Se
le
meritava? Oh sì, si meritava tutto.
-
Da quanti giorni non mangia?-
-
Sta
mangiando...-
-
Scorpius,
sei venuto qui per sapere come
fare con tuo figlio e la tua compagna non collabora. Almeno fallo tu -
disse
con tono acido la medimago.
-
Mangia
poco, a volte un solo tozzo di
pane -
Alice
socchiuse gli occhi.
-
Da
oggi seguirà questa dieta – disse
porgendo un foglio a Scorpius che l’afferrò. Lily
non disse nulla.
-
Vi
consiglio un posto tranquillo,
lontano dai giornalisti a caccia di scoop – aggiunse. -
Dovete trovare un
vostro equilibrio, non servo certo io per illuminarvi su questo -
Scorpius
annuì.
-
Fatemi
sapere dove andate e verrò anche
settimanalmente a visitare il bambino. Ora ha bisogno di tutte le
vostre
attenzioni, ma non esiste solo lui, pensate a anche a voi stessi -
-
Grazie
– disse Scorpius, alzandosi per
prendere Anthares che Alice aveva finito di visitare.
-
Non
c’è di che – rispose la medimago.
-
È
un bel bambino – aggiunse voltandosi
verso Lily.
La
Potter sollevò un attimo lo sguardo, incrociando
gli occhi dell’amica.
Chiese
scusa con lo sguardo e, quando Alice spalancò
le braccia, Lily non riuscì a trattenersi nel rifugiarvisi
dentro per godere di
quell’abbraccio.
-
Scusa
– disse sotto lo sguardo attento
di Scorpius, che decise di lasciar sole le due donne.
Lily
e Alice parlarono per quasi un ora, si
confrontarono e chiarirono le loro divergenze, rinsaldando la loro
decennale
amicizia.
Quando
Lily uscì dallo studio della sua amica,
l’unica cosa che disse fu:
-
Penso
che Alice e Albus siano perfetti
come madrina e padrino di Anthares. Tu che ne dici?-
Scorpius
ghignò.
-
Ottimi
– disse.
-
Potremmo
sposarci lo stesso giorno –
annunciò Lily, aspettando con ansia la risposta di Scorpius.
Scorpius
si girò di scatto, non poteva crederci. Se
avesse saputo prima che effetti poteva avere una chiacchierata con
Alice
Paciock, l’avrebbe contattata prima.
Voleva
sposarlo. Lo amava allora.
Un sorriso
gli si allargò sul viso, mentre Lily lo guardava ansiosa in
attesa di una
risposta.
La
baciò, congiungendo bramoso le sue labbra con
quelle della donna, che ricambiò con altrettanto trasporto.
Nemmeno si
accorsero di essere stati sommersi dai flash magici, fino a quando una
voce, a
loro sconosciuta, non li ridestò da quel paradisiaco momento.
-
Potete
girarvi anche da questa parte? -
chiese.
Scorpius
si staccò immediatamente e, prima di
materializzarsi in direzione del Manor, urlò ogni rimbrotto
possibile contro
quei giornalisti da strapazzo.
In
altre circostanze sarebbe stato furioso, ma ora,
con Lily al suo fianco e Anthares tra le sue braccia, anche comparire
sulla
Gazzetta del Profeta, nelle pagine di cronaca rosa, non gli importava.
Lui,
Scorpius Malfoy, era un uomo felice: Lily
Potter, l’unica donna che amava, presto sarebbe diventata sua
moglie.