Separazione
Ti dissi di lasciarmi andare, di lasciarmi fare, di lasciarti odiare.
Mi ribellai alla tua stretta forte, devastante, mi facevi male, perseguitavi il mio mondo interiore, la mia mente, distruggevi il mio cuore con languida dolcezza e con un orgasmo perenne di stimolazioni infinite.
Ero dipendente, dovevo odiarti per liberarmi di te.
Dovevo odiarmi per riuscirci.
Delirio di delizioso ebbro divertimento accompagnarono i giorni e i mesi di solitudine; volli lasciarti a posta nel dolore e disperazione, per vendetta, per crudeltà di avermi trafitto il cuore di amore.
Volevi, ma non potevi. Il tuo uragano si era abbattuto su di me senza scalfirmi, questo volevo farti comprendere, l’indifferenza che fingevo uccideva il tuo cuore, scorticava le tue interiora e annientava la tua mente.
Ti facevo male e lo sapevo.
E intanto il vuoto cupo e così ben conosciuto mi rodeva l’anima di nuovo, in silenzio, di nascosto.
Senza lasciare traccia apparente, senza forgiare segno di dolore, il nulla radeva al suolo i sensi, l’entusiasmo, la vita.
Il silenzio imperava nel suo regno di morte.