Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: j3nnif3r    10/07/2012    10 recensioni
Quello che è successo dopo.
(Spoiler, lievi accenni shoujo-ai)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Madoka Kaname, Mami Tomoe, Sayaka Miki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note – perché certe cose è meglio dirle prima:
Non so fino a che punto tutto ciò possa considerarsi compatibile con il canon. Ho immaginato, in pratica, l’istante in cui Madoka diventa una dea e modifica tutto. Ho immaginato che abbia visitato tutte le ragazze, perché se lo meritavano.
Sono stata particolarmente cattiva con Homura, perché io la adoro ma penso sia la più sfortunata. Insomma, tutto va come va grazie al suo impegno, e alla fine si ritrova comunque senza la sua Madoka... ;__; Comunque, non disperate. Secondo me, pian piano, sarà riuscita a sentirsi meglio.
E’ la prima volta che scrivo di questo fandom. Non uccidetemi, vi prego! XD

 

 

CASE 1 - Sayaka

Le luci si spengono. E’ ora di andare.
“Hai paura?”
La voce di Madoka suona già lontana. Non riesce più a vederla. Non è sicura di aver chiuso gli occhi, prima che la musica finisse, ma non vede più nulla.
“Hai paura, Sayaka?”
Si chiama così, è vero. Adesso tutto sembra indistinto. Eppure, è molto più chiaro.
“Mi dispiace.” dice. Ha mosso le labbra? L’ha detto davvero? Non ne è sicura. “Io volevo solo...”
“Lo so.”
Le sembra di sentirla. Madoka è ovunque, ne sente il sapore, anche se non è più certa di avere un corpo. Tutto sta finendo.
Sayaka è morta, e se ne rende conto solo mentre tutto svanisce, mentre tutto cambia. E’ certa di aver capito cosa sta succedendo, ma non saprebbe articolarlo in parole. Il linguaggio è diventato inutile. Ci sono solo immagini tutto intorno, sensazioni colorate. Lei che parla con Kyosuke, arrossendo. Lei che piange stringendo le lenzuola. Lei che osserva Madoka e si sente inutile, esclusa, stupida. Lei che combatte, che diventa una strega. Tutto ciò che ha provato la investe. Piangerebbe, se potesse.
“Mi dispiace...” pensa, e le sembra di sentire che Madoka rida piano.
“Non è stato inutile, Sayaka.”
E’ come se la abbracciasse. E’ bello lasciarsi andare, finalmente. Tutto ciò che esiste non ha più importanza. C’è solo buio, e lei, e qualcosa di dolce e caldo intorno.
“Io volevo solo...”
Voleva essere guardata.
Voleva sedurlo, voleva essere l’unica. E per quello, era disposta a morire. Un essere umano triste. Un essere umano pieno di solitudine. Una bambina. Adesso poteva capire quant’era piccola, quanto la sua paura e la sua rabbia contassero poco. E tanto, insieme. Adesso iniziava a capire.
“Sei sicura di non voler tornare, Sayaka?”
Lei cerca di annuire, ma non può perché sta smettendo di esistere. E’ sicura che Madoka abbia capito. “Lui starà bene, non è vero?”
“Starà benissimo.”
“E... le altre, staranno bene?”
Ancora immagini. Kyoko. Il colore rosso. Risate, il suono di un pocky che si spezza. Il suo odore. Le manca.
“Starà bene.” dice Madoka.
L’ultima cosa che vede di lei, Sayaka ne è certa, è un sorriso.

 

CASE 2 - Kyoko  

“Cosa cazzo è, questo?” urla. Nessuno sembra ascoltarla. Prova a spalancare gli occhi, vede soltanto luce.
E’ di certo successo qualcosa.
“Sei morta, Kyoko.”
“...Madoka?”
All’improvviso, le è di fronte. Ma è tutto troppo luminoso, e non riesce a capire.
“Dove siamo? Che è successo?”
“Hai paura?”
Madoka inclina il capo e sorride, e a Kyoko viene voglia di picchiarla. E’ sempre così stupida, quella ragazzina. Sa solo dimostrarsi tanto dolce e carina, oppure piangere disperatamente. Dovrebbe stupirsi, aiutarla a capire, invece eccola lì a ridere come una cretina.
Si sente nervosa.
“Che domanda è? Certo che ho paura! Si può sapere cosa...”
Madoka le prende una mano. La lascia fare. E’ stanca, così stanca...
“Non ricordi?”
“Ricordo...” Ci pensa un attimo. Oh, è vero. E’ proprio morta. “Sì, ricordo. Questo cos’è, l’inferno?”
“Non devi aver paura, Kyoko.”
Le posa una mano sul petto. Kyoko si ritrae in fretta, arrossendo. “Che fai?” Poi la lascia avvicinarsi. Il suo tocco è caldo. Sente il battito che accellera, diventa sempre più forte. Il suo cuore sta per esplodere. Osserva il suo corpo diventare sempre più scuro, le orecchie fischiano perché i battiti diventano un unico suono costante, enorme.
“Sei triste, Kyoko?”
Immagini. Si guarda intorno, terrorizzata. Sta guardando se stessa.
“Non voglio vedere queste cose!” grida. Afferra la mano di Madoka per allontanarla, ma non funziona. Il suo corpo è strano. Non risponde. “Io...”
“Non devi essere triste.”
“Sto iniziando a stancarmi, Madoka! Cosa stai facendo?”
Lei la fissa, i suoi occhi sembrano diventare sempre più grandi. La avvolgono. Ingoiano tutto. E poi tutto è Madoka, ogni cosa diventa lei, e Kyoko si accorge di non esserci più.
Dov’è, allora? Cosa è diventata?
“Sono un fantasma, giusto? Sono morta!”
“Vuoi tornare indietro?”
I battiti ci sono ancora. Sente un sussulto. Un battito più forte, all’idea. “...Posso?”
“Vuoi?”
“Certo!”
“Non ricorderai nulla, di tutto questo.”
“...Questo?”
“Sarà un mondo diverso. Le cose andranno in modo diverso.”
“E le altre? Incontrerò le altre?”
“Sono importanti, per te?”
Qualcosa si flette in lei. E’ una sensazione strana. E’ un peccato che debba dimenticarla, perché è interessante. Si vergogna. Si sente ardere. Vuole tornare, subito, senza discuterne. La paura è diventata fretta. Quel che ancora esiste di lei è frenetico e pulsante.
“Ti prego. Fammi tornare. Voglio salvarla. Quella stupida...”
“Non puoi salvare Sayaka.”
“Sì che posso! Andrò a prenderla mentre va dal tizio con la mano distrutta, la prenderò a calci! Le farò capire che lui non la vuole! Le dirò che...”
“Sayaka è morta, Kyoko. Non può tornare.”
Il battito aumenta.
“Ma... ma tu puoi farla tornare, non è vero?” Silenzio. “...Madoka?”
“Posso. Ma...”
“Allora fallo, ti prego!”
“Ha fatto una scelta.”
Il suo cuore è stanco. Lei è stanca. E’ esausta. Non sa come sia possibile, visto che non esiste davvero. Visto che è morta.
“Quella stupida...” mormora. La voce sembra rimbalzare su qualcosa. La circonda. “Ha deciso di sacrificarsi per lui, eh?”
“E’ una sua scelta.”
“Al diavolo!”
Cosa sono quelle? Non le vede, le sente soltanto. Sono lacrime. Sta piangendo? Continua a non capire come funzioni quel posto. Sta piangendo davvero?
“Mi ricorderò di lei?” chiede alla fine.
Poi, tutto inizia.

 

CASE 3 – Mami

“Non è stato tutto inutile.”
Apre gli occhi nel vuoto.
Oh. Questo dev’essere il paradiso, o qualcosa di simile. Ha sempre creduto nella reincarnazione. Chissà cosa diventerà. Perché è morta, giusto? Le sembra che sia così. Non ricorda. Ma di certo non si trova a casa. Di certo non si trova in un posto normale.
“Madoka?”
“Hai paura?”
In effetti, non ha paura. Si sente come sospesa, come se galleggiasse. E’ una sensazione piacevole. Vorrebbe che durasse per sempre.
Sarebbe salva dai sensi di colpa.
Sarebbe come se non avesse preferito vivere, piuttosto che salvare la sua famiglia.
“...Madoka!”
Ricorda. Madoka le appare davanti. Galleggia anche lei, tutto è attutito. Si sente stordita, spaventata, confusa.
“Hai paura, adesso?” le chiede. Il suo viso è dolce. Mami porta le mani al volto e lo nasconde.
“Sono morta, vero?”
“Sì, sei morta.”
“Mi dispiace di avervi fatto assistere a quello spettacolo orribile.”
“Non è stato inutile.”
“Ma... Cos’è successo, Madoka? Cos’è successo dopo? Se sei qui...”
E’ morta anche lei? La guarda. Sembra felice. Eppure era così fragile, così insicura, Madoka. Aveva paura di tutto. Non era neanche certa di voler stringere un contratto.
“Va tutto bene, adesso.”
La abbraccia. Mami lascia che faccia, la stringe anche lei. Non capisce.
“Vuoi tornare, Mami?”
“Tornare?”
“Sì. Tornare.”
Si guarda le scarpe. E si accorge all’improvviso di non averne. Di non avere neanche i piedi, in effetti. Rimane a fissare nella luce, perplessa. “Posso davvero tornare, Madoka?”
“Sì, se lo vuoi.”
“Posso rimediare?”
“Mami...” Madoka la accarezza. Non è certa di comprendere come sia possibile, visto che non è più sicura di avere una forma. Eppure, il suo tocco è caldo e consolante. “Non devi rimediare a nulla. Devi solo perdonare te stessa.”
“Ma io...”
Tutto si riempie di facce, all’improvviso. I suoi genitori. Le altre. Tutta la gente che ha deluso. Lei stessa, inginocchiata in un angolo. Le luci artificiali fuori dalla finestra, che le si riflettono sulla faccia. Lei, da sola. Poi, tutto cessa di scorrere. Mami guarda se stessa, immobile.
“Non devi aver paura.” dice Madoka. “Andrà tutto bene, adesso.”
Fa un passo. Un altro. Le sembra di metterci un secolo, ma si avvicina. Quel corpo le fa paura, ma le ispira anche un’immensa tenerezza.
Nessuno potrà mai capire come sia stato per lei, rimanere da sola e ritrovarsi in vita, obbligata a combattere.
La stringe. “Mi dispiace...” sussurra, e quel corpo ricambia, si serra intorno a lei. Per un attimo, ha paura. Non sa cosa aspettarsi. Si sente sempre più stretta, sta per esplodere. Poi esplode, o almeno così sembra.
“Buon rientro a casa, Mami...” dice la voce di Madoka.
Madoka...?
Chi è Madoka?

 

CASE 4 – Homura

Si è persa, non sa più dove andare.
Le sembra che siano passati anni, da quando ha iniziato a camminare. Ma intorno non c’è niente. E’ facile capire che non arriverà da nessuna parte.
Si è persa, e non potrà più proteggerla.
Homura si lascia cadere, perché sopra e sotto non hanno più importanza, è tutto uguale. Vuole solo smettere di esistere. Vuole solo dormire.
“Grazie.”
“...Madoka?” Vorrebbe alzarsi, ma non riesce. Non capisce più se è in piedi o sdraiata. Tutto sta diventando sempre più strano. “Dove sei?”
“Solo adesso...”
Madoka è ovunque. Lo sente. Il suo profumo è inconfondibile.
“Madoka?”
“Solo adesso capisco, Homura. Capisco cosa hai fatto per me. Mi dispiace di essere stata così sciocca.”
“Madoka!”
Agita le mani nel niente luminoso. Ma non le vede. Dov’è finito il suo corpo? E’ diventata invisibile?
“Madoka, io... sono morta?”
“Sì, Homura. Sei morta.”
“E...” Deglutisce. La sua gola non funziona. “E tu sei morta?”
Le sembra di sentire una risatina. “Hai paura?”
“Rispondi!” grida. “Sei morta? Ho sbagliato ancora?”
Non importa, volersi tenere in piedi. Non ha più le gambe. Ci pensa con un po’ di rimpianto. Erano belle, le sue gambe, in fondo. Le mancherà, sentirsi un essere umano. Ma quella nuova sensazione non è male.
“Va tutto bene, Homura. Non devi aver paura.”
“Madoka...” Piange. Non le importa di capire come, dove... Sa di star piangendo, perché è così che funziona. Non le interessa scoprire i dettagli della fisica di questo strano mondo. “Mi dispiace, ho fallito ancora! Ma... tornerò indietro! Ce la farò! Riuscirò a proteggerti!”
Madoka la avvolge, e stavolta Homura sussulta. E’ troppo strano. E’ come avere un orgasmo in silenzio, senza potersi muovere. Il piacere che le dona quel sapore, quel sentirsi protetta, è immenso.
“Senza di te, nulla di tutto ciò sarebbe possibile, Homura.”
Sente appena le parole. Si sente troppo felice.
“Rimani con me, Madoka...”
“Vuoi tornare?”
“Tutto quello che ho fatto... l’ho fatto per stare con te, capisci? Per...”
“Vuoi tornare?”
La luce diventa più forte. “Sì, ti prego. Torniamo. Voglio che tutto... sia a posto...”
“Homura, non posso. Perché tutto sia a posto, non puoi salvarmi davvero.”
“Eh?” Cerca di divincolarsi dalla stretta, ma non può. “Aspetta. No. Questo non è ciò che volevo.”
“Ci saranno le altre.”
“Le altre?” Sta gridando. Si fa del male da sola, anche se non sa a cosa. “Le altre? Io... io ho fatto di tutto per salvarti, Madoka! Non voglio stare con le altre, io...”
“Sarò sempre con te, Homura.”
“Madoka!”
La sensazione scivola. Man mano che quella luce caramellosa fugge, il suo corpo torna ad esistere. Homura guarda le sue braccia brillare, la sua pelle tendersi. C’è di nuovo.
Il dolore di ritrovarsi in vita è immenso.
Posa una mano sulla terra e stringe. Le ginocchia le fanno male, perché si è lasciata cadere. Aveva dimenticato il dolore.

CASE 5 – Madoka

Il tempo si è fermato, ma non durerà molto. Le osserva tutte, mentre si rialzano. I loro corpi prendono di nuovo forma. Loro, e tante altre. Ovunque, intorno, ci sono ragazze che risorgono. E’ uno spettacolo delizioso.
“Sei sicura, Madoka?”
Kyubey non ha più una forma. La cosa la diverte. E’ divertente quello stato bizzarro, in cui nulla esiste davvero. Non ne sapeva nulla. Quante cose non sapeva? Di quanto non aveva idea?
“Certo che lo sono. Questa è la cosa giusta.”
“Sei pronta, allora, a perdere del tutto la tua forma umana?”
Madoka annuisce lentamente, continua a guardare verso le sue amiche. E’ come morire, adesso ricorda. Le è successo parecchie volte. E’ come morire un istante, poi tutto cambia.
Sarà con loro per sempre.

   
 
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