Sono passati tre anni da quel triste giorno e da allora tutti hanno cercato di rintracciarmi. Wilson, Cuddy, Cameron, persino Chase e Foreman mi hanno chiamato al cellulare più e più volte. Ma io non ho mai risposto. Non volevo che mi chiedessero il motivo della mia decisione, non volevo che scoprissero la terribile tempesta che mi scuoteva l'anima, me la risucchiava e poi la vomita come se fosse una medicina disgustosa o troppo amara. Ma che dico? Non ho forse riversato in quella lettera tutta la mia frustrazione, la mia malinconia, la mia indecisione? Non ho dimostrato loro che sono solo un vigliacco? Sì, lo sono. Altrimenti tutte quelle cose non le avrebbero sapute con una stupida lettera, bensì tramite la mia voce e i miei occhi. Invece non ne sono stato capace: sono scappato. E, in fondo al cuore, mi pento di questo.
-Dr. House?
Le mie riflessioni vengono interrotte dalla mia giovane assistente, Judith Brandon.
La osservo e in questo momento mi torna alla mente Cameron.
Lei le assomiglia molto, tranne in due cose.
Gli occhi, marroni come il tronco di un albero a primavera (ma che dico, mi sto rimbambendo? House non è il momento di fare il poeta!!). Quelli della mia Allison (mia? E da quando? Oh cielo Greg torna in te!!),invece, erano verdi, profondi e... innamorati.
L'altra cosa che le distingue è la specializzazione: Cameron è un'immunologa, Brandon è neurologa.
-Dr. House? Si sente bene?- che scocciatrice.
-No, non sto bene affatto.
-Perchè? Cosa s....
-Perchè ho visto lei, stavo meglio se non veniva a scocciare!!- rispondo stizzito.
-Mi scusi, ma la vorrebbero in ambulatorio. Sa che è il suo dovere!
Accidenti! Perchè diavolo sono venuto qui? Al Princeton avevo i tre moschettieri che lavoravano per me. Ora qua la signorina-deve-fare-il-suo-lavoro mi tormenterà e non mi lascerà da solo un attimo. Il direttore me l'ha appioppata anche per i turni in clinica. Così “ti controlla” dice. Ma ora la frego io.
-Bene, Dr. Brandon. Lei cominci ad andare, poi io la raggiungo.
-Lo sa benissimo che la devo aspettare, accompagnare e controllare dottore. Non mi frega.
Tosta questa.
All'improvviso una melodia si spande per l'ufficio.
Mi dirigo verso la giacca che avevo lanciato sul divanetto appeno ero entrato e tiro fuori il cellulare. Oh no! Non può essere...
Lancio il telefono sul divanetto ed esco dall'ufficio con la mia assistente.
Non voglio rispondere.
N.d.A: grazie mille per i commenti che mi avete lasciato e per il tempo che avete utilizzato per leggere la mia ff.
Devo ringraziere le autrici delle ff che ho letto in questo sito... sono state le loro storie a spingermi a scriverne una.
Comunque ringrazio nuovamente chi mi ha commentato:
aras5: inizialmente era nata come one-shot, poi visto l'insistenza di una mia amica ho deciso di continuarla... spero ti piaccia anche il seguito!!
Mistral: so che il tema trattato era vasto, ma ho preferito non dilungarmi molto su questo "Tutti mentono" e di esprimere soprattutto i sentimenti che Greg provava in quel momento... non so se sono riuscita a spiegarmi. Volevo sottolineare il disagio che aveva colpito House nel momento della scelta: rimanere o andarsene? Grazie comunque del commento... sono sicura che in futuro mi servirà
giulia93: come ho accennato prima doveva essere solo una one-shot... poi ho deciso di continuarla. Riguardo al tema centrale, è stata una scelta dettata dal momento... non me la sentivo di allungare la lettera per non renderla, diciamo, banale.
Artemisia89: grazie mille per i complimenti... spero ti piaccia anche il seguito!!
Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto la mia ff... ribadisco è la prima che scrivo, quindi i suggerimenti e le critiche sono bene accette!!