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Autore: hibou    10/07/2012    2 recensioni
“Inutile dire che sei licenziato, vero?”
Il ragazzo sogghignò abbassando lo sguardo e nascondendo il volto tra le lunghe ciocche di capelli: “Non ti credevo così arrendevole” sussurrò dolcemente.
“E io non ti credevo così stronzo!”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al cospetto di Cupido







I fili d’erba si piegavano e strappavano sotto la forza prepotente della sua mano. Con noia li raccoglieva nel pugno chiuso e li lanciava in aria, fissando il loro volare flemmatico con disinteresse. Un sospiro gli sfuggì dalle labbra quando percepì il rumore attutito di passi dietro di se.

“Fa male?” mormorò senza voltarsi, carezzando il manto erboso come fosse un gattino.
La misteriosa apparizione si avvicinò e sedette al suo fianco, lo sguardo rivolto alla vasta radura che si apriva davanti a loro.
“É solletico se lo paragoni a ciò che ha comportato” sbuffò massaggiandosi la coscia. Tastò il punto dolente e la profonda cicatrice che ne deformava la pelle, una smorfia disgustata sul volto.
“Inutile dire che sei licenziato, vero?”
Il ragazzo sogghignò abbassando lo sguardo e nascondendo il volto tra le lunghe ciocche di capelli: “Non ti credevo così arrendevole” sussurrò dolcemente.
“E io non ti credevo così stronzo!”
Si voltarono e i loro sguardi si unirono; rimasero a studiarsi per un tempo indefinito, ognuno perso nei propri pensieri. Rabbia e dolore lei, delusione e frustrazione lui.
Stanca e afflitta, la ragazza voltò il viso di lato, privandogli la vista delle lacrime che, piano, avevano iniziato a rigarle il volto.
Lui scrollò la testa: “Ero seriamente convinto potesse funzionare”
“Un delinquente!” esclamò rinvigorita, facendolo sussultare; “Uno scellerato, una maledizione della natura!”
Degli uccellini scapparono spaventati.
“Come hai minimamente potuto concepire l’idea che un bastardo egocentrico come lui potesse rendermi...”
“Cosa, felice?!” la interruppe con ardore; “Non è questo il mio compito, non è questo per cui vi ho fatto incontrare!”
Silenzio.
Un sussurro e un sospiro. Sguardi che si cercano e parole che rimangono sospese, che non parlano ma racchiudono l’essenziale.
“Adesso non mi dirai che non lo amavi”
“Non è questo il punto...”
“Tu credi sia facile per me. Credi bastino un paio di frecce, due persone et voilà, il gioco è fatto. Ecco a voi l’amore, signore e signori” il sarcasmo nella sua voce e nei suoi movimenti le diedero la nausea.
Si avvicinò, il viso pericolosamente vicino al suo: “Credi mi diverta a starmene qua, solo e annoiato a vedere voi umani trovare l’anima gemella e vivere come se tutto vi fosse dovuto, vedere l’emozione nei vostri occhi e il disprezzo nei miei confronti al primo intoppo che trovate. Credi che io sia crudele, ma non è così. Io vi porgo l’amore, ma sta a voi lottare per la sua completa realizzazione, per il raggiungimento della felicità” ringhiò, la mano stretta convulsamente al terreno; “E’ troppo facile, signorinella, attribuire la colpa a me. Io ti indico la strada, sei te padrona delle tue decisioni.”
Calde lacrime sgorgarono dagli occhi scuri e caldi di lei, mentre la tristezza e il risentimento dilaniavano al loro interno.
“Tu ci invidi” sussurrò.
Lui si passò le dita tra i capelli chiari, gli occhi limpidi brillavano e sfuggivano sotto la fulgida luce del sole.
“Non immagini quanto” fu la risposta dettata dalla solitudine a cui era destinato.
La ragazza lo guardò e percepì i sensi di colpa attanagliarle il cuore. Era stata troppo dura e meschina con lui.
Estrasse da una tasca un piccolo oggetto acuminato che si era portata appresso e lo punzecchiò dolcemente su un fianco.
Sussultò, emettendo un lieve gemito che la fece arrossire e rimase a fissarla mentre si avvicinava e gli lasciava un tenero bacio sulla guancia. Spostò lo sguardo nel momento in cui, allontanatasi, lo posò sulla delicata freccia poggiata a terra e il leggero graffio che gli solcava la carne leggermente scoperta.
“Sono sicura che la prossima volta andrà meglio, piccolo Dio solitario”








Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che avete dedicato alla mia storia e spero sentitamente che vi possa essere piaciuta. Se così non fosse, non esitate a farmi presenti i punti deboli del mio elaborato, mi aiutereste molto.
Un bacio,
hibou.
  
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