Lei non crede nei miracoli,

ma è convinta che il sangue nasconda segreti,

lei non crede nella provvidenza,

ma è sicura che il dolore abbia progetti.

Il cuore è sprofondato nelle sabbie mobili di un materasso,

ed il corpo è un animale imprigionato in alabastro lunare.

Dove sono le ombre dei bicchieri di vino?

Dov'è la luna ? Nuda e vogliosa delle notti di grano?

E per chi cantano le cicale soffocate nel sole?

Chi segue le lucciole e le loro lanterne di precipizio?

Lei accende la sua sigaretta

e brucia ogni miracolo.

Lei ha dimenticato la notte,

la luna ruffiana,

le sciarade

il morso dello scorpione

e la maledizione della falena.

Lei ha dimenticato le parole,

è priva di incantesimi,

umana.

Dov'è il fucile caricato dello sguardo?

Il sorriso tagliente?

Dove sono i sortilegi di miele e cannella?

Lei è prigioniera nelle venature del marmo,

custodita nelle vetrine tra i soprammobili.

Lei che credeva di esssere cometa,

lei è stampa antica,

di vetusti onori

di inaccessibili ritratti.

Lei,non ha pricipi,

e si adegua ai re,

lei nella torre di pietra

abitata dal vento,

aspetta il suo miracolo.

Ma non c'è miracolo in terra

che alzi il velo nero,

che offra carne e sangue,

c'è solo il vino rosso,

rubino artefatto,

solo il vino

falso  sangue,

falso battito.

Non eri miracolo

strana creatura,

eri solo

troppo incompresibile per questo mondo.

Non er miracolo mia indecifrabile tempesta

eri solo assaggio della mela,

non eri miracolo ineluttabile anima,

eri semplicemene

gioco di scacchi gia perduto.

Resta la bocca socchiusa  senza più rossetto

gli occhi grandi che divorano il viso

e sopravvivono ai sogni.