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Autore: Mrs_Bets_Styles    10/07/2012    5 recensioni
One-shot, la mia prima OS.
Settembre 1945. La guerra è arrivata anche nel paesino dove abitano Anne e Zayn, pronta a portare distruzione e dolore ma soprattutto un finale duro e doloroso da accettare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa Onse-Shot è dedicata alla mia amica, Annalisa.
Anche se ci conosciamo da solo un anno ma a me sembra di conoscerti da una vita.
Ti voglio bene, B.



A better life with you.


Settembre 1945.

La guerra era giunta anche nel paesino sulla costa, un paesino tranquillo che non aveva mai dato nessun problema. Era un paesino indipendente, autonomo; Si procurava il cibo dai campi che coltivavano con ardore e fatica. Prelevavano acqua dai pozzi che erano stati costruiti tempi lontani e precedenti ai nuovi abitanti, contadini per lo più.
Avevano un'unica scuola, solo due maestri. Un uomo ed una donna. Carl e Sophie.
Carl e Sophie erano marito e moglie, avevano studiato fuori. Avevano deciso, insieme, di aiutare il paesino dal punto di vista culturale così erano partiti per York e con frequenti sacrifici erano riusciti a laurearsi.
La festa in paese fu enorme quando tornarono. Ammazzarono tutti i vitelli più grandi, bevvero il miglior vino preso dalle vecchie botti e festeggiarono fino a tarda sera. 
Un anno dopo, erano riusciti a costruire un edificio che andasse bene come 'scuola'. 
Aveva tredici stanze, tra queste c'erano due bagni, uno per i ragazzi e uno per le ragazze. Un'altra stanza era occupata dalla biblioteca. Era l'unica biblioteca del paese e chi voleva poteva recarsi a leggere o prendere in prestito libri. Le restanti dieci stanze erano attribuite a classi. 
Non c'erano dei veri e propri banchi ma tavolini che la popolazione aveva donato alla scuola. 
Tra quelle stanze, si erano conosciuti due ragazzi: Annalise, da tutti chiamata Anne, e Zayn.
Zayn era arrivato in paese con un commerciante arabo, venuto dalla Spagna, mentre cercavano invano di scappare dalla guerra civile e da Francisco Franco.
Zayn era un orfano. Kalif, il mercante, l'aveva trovato e preso con se'.
Quando erano arrivati al paese erano tutti e due quasi in fin di vita e l'unico dottore del paese aveva lavorato settimane con loro prima di poter dichiarare che erano guariti. In queste settimane, la popolazione si era apprestata a cercare un alloggio ai due fuggiaschi. Era un appartamento vecchio, rovinato e pieno di crepe. Ma era l'unico luogo dove potessero stare. Kalif e Zayn si rallegrarono vista la cordialità di quella popolazione e li ringraziarono infinite volte per aver donato loro almeno un tetto sotto cui dormire.
Zayn non riusciva a credere di avere davvero una casa, di poter finalmente frequentare una scuola e condividere ciò che sapeva con gli altri. Ma soprattutto non vedeva l'ora di avere degli amici.
Kalif promise a Carl e Sophie di insegnare tutto sulla sua cultura araba, sulle spezie, sulla matematica, sulla geografia e senza accorgersene aveva trovato un impiego. Aiutava i due coniugi maestri, che attenti ascoltavano le sue lezioni rapiti.
Fu tra i banchi di scuola che Annalise conobbe Zayn. Erano entrambi curiosi di conoscere una cultura diversa dalla propria e non accorgendosene era nata una scintilla tra loro, era nato l'amore.
Si vedevano di nascosto nelle campagne, mangiucchiavano qualche mela e parlavano.
La cosa bella del loro rapporto era che parlavano a non finire, senza paura che l'altro potesse annoiarsi  perchè entrambi amavano sentire il suono della voce dell'altro.
Anne amava perdersi negli occhi scuri e profondi di Zayn. ogni sua parte del corpo aveva una storia da raccontare e lei amava sentire il suono della sua voce che raccontava le avventure e le disavventure che aveva vissuto. Entrambi avevano qualcosa che l'altro desiderava avidamente.
Zayn aveva la libertà. Aveva sperimentato ogni tipo di cultura con la quale aveva avuto un contatto. Aveva viaggiato, assaporato nuove culture e imparato diverse lingue.
Anne aveva la stabilità. Aveva una famiglia, degli amici, un paese dove vivere senza paura che un giorno o l'altro l'avrebbero mandata via. 
Lei aveva davvero tutto questo. 
I suoi genitori facevano i contadini nei campi, un mestiere valoroso in paese e in quel modo si sarebbero assicurati cibo sano e salutare di produzione propria.
Anne aveva un fratello, Peter.
Da qualche mese lavorava con i genitori nei campi e grazie alla sua corporatura robusta il raccolto procedeva di bene in meglio.
Anne invece si occupava della casa ora che aveva terminato la scuola.
Aveva un'amica, la sua unica e fedele amica, Bethany. Viveva nella casa affianco alla sua ed era l'unica a sapere della sua relazione con Zayn. 
Ma tutto questo era cambiato quando avevano arruolato tutti gli uomini della città nell'esercito. Essendo quest'ultimi tutti robusti e ben nutriti i nazisti li avevano arruolati tutti, ragazzi e uomini dall'età di quattordici anni fino a sessanta.
Avevano lasciato alle donne il compito di occuparsi dei campi e utilizzavano l'edificio scolastico come rifugio per i soldati, in quanto fosse l'edificio più grande del paese.
Portavano via gli uomini arruolati per giorni, li portavano a combattere nei paesi limitrofi e nessuno poteva sapere chi avrebbe fatto ritorno e chi invece non sarebbe più tornato a casa. 
Zayn non era stato arruolato in quanto il colore della sua pelle era più scuro e i nazisti avevano deciso che al fine di quelle battaglie lo avrebbero giustiziato al centro dell'unica piazza del paese. Lui non se ne preoccupava, diceva ad Anne che prima che sarebbe successo loro sarebbero scappati insieme alla ricerca di un futuro migliore, e una volta trovato un luogo adatto si sarebbero stabiliti lì, lui avrebbe cominciato a lavorare per mantenerli e lei sarebbe rimasta in casa con i loro figli. 
Ma Anne, era comunque preoccupata per lui e Kalif. In più ogni giorno attendeva notizie del padre e del fratello Peter, che da qualche giorno erano partiti per una nuova battaglia. 
Ogni mattina, Anne con Bethany e Zayn andavano ai campi per coltivare la terra sotto il sole caldo che picchiava sul loro corpo. Zayn aiutava le donne e i bambini nei campi dato che non era arruolato e voleva rendersi utile in tutti i modi. Voleva aiutare a tutti i costi quella popolazione che tempo prima aveva aiutato lui e Kalif quando ne avevano avuto bisogno. 
"Ho trovato un posticino dove possiamo stare un po' soli senza alcuna preoccupazione" disse Zayn all'orecchio di Anne.
Anne trasalì per la paura che qualcuno avesse potuto sentirlo. 
"Questa sera rincasano i soldati. Meglio di no, Zayn." rispose la ragazza.
Zayn sbuffò e fermò un attimo la pala con la quale continuava a scavare da ore ormai.
Anne lo imitò e si alzò andando accanto al ragazzo. 
"Sai che non è per colpa tua. Sono solo preoccupata per quello che potrebbe succederci." gli sussurrò accarezzandogli la spalla nuda, sudata e abbronzata dal sole.
Lui le accarezzò la guancia, prese una ciocca di capelli riccioluti e neri come il carbone e lo portò dietro l'orecchio della ragazza. Poi afferrò il piccolo cappello che la ragazza aveva cucito per ripararsi dal sole e lo posizionò sul suo capo. Le sorrise "Lo so, Anne. Lo so." 
Lei sorrise. "Domani. Domani ci recheremo in questo luogo e staremo insieme come prima di tutto questo disastro." lo rassicurò lei sorridendo.
Lui la guardò intensamente con uno sguardo carico di sentimenti ed emozioni che la ringraziavano per il suo comportamento con il quale cercava di appagare sempre tutti.
"Sì, ragazzi. Vi coprirò io se succederà qualcosa, state tranquilli." disse Bethany che aveva sentito tutto mentre lavorava il campo.
"Grazie Bethany.." la ringraziò Zayn e tornarono a lavorare saltando il pranzo. Tornarono a casa quando sentirono la tromba che annunciava il ritorno dei soldati. Anne di precipitò in paese lasciando gli attrezzi a terra e ferendosi i piedi nudi calpestando la terra. Bethany correva dietro di lei impaziente di vedere se suo fratello minore, Timothy, era riuscito a sopravvivere.
Arrivarono giusto in tempo per la 'parata-dei-sopravvissuti' come la chiamavano loro.
Videro sfilare molti uomini del paese dai visi stravolti e stanchi mentre cercavano con lo sguardo i propri familiari.
Dopo qualche minuto, l'ansia stava uccidendo le due ragazze, non si vedevano nessuno dei loro parenti.
"Anne!" la ragazza sentì chiamarsi da un punto lontano dalla parata e riconobbe la voce del fratello.
Iniziò a spintonare le donne che attendevano i mariti e arrivò vicino al fratello, ferito.
"Peter! Grazie al cielo. Dov'è papà?" chiese la ragazza iniziando a buttare acqua sulla ferita del fratello steso a terra all'ombra di un albero.
"Mamma l'ha visto dal campo e l'ha aiutato a tornare a casa, sperava che tu mi trovassi qui.." ripose il fratello sforzandosi e tossendo.
"Sta' tranquillo Peter. Andiamo a casa, ti aiuto io." disse Anne prendendo il fratello da un braccio e issandolo sulla sua spalla. 
Il ragazzo camminava appena ed erano costretti a fermarsi ogni volta per fargli riprendere fiato. 
La ragazza, date le gravi condizioni del fratello, decise di non riportarlo a casa ma nello studio del dottore.
La casa di quest'ultimo brulicava di donne disperate con mariti che perdevano sangue da ferite e ustioni. 
Il dottore riconobbe i due giovani e aiutò Anne a portare Peter dentro l'abitazione. 
"Avete fatto bene a portarlo qui, Annalise. Ora tornate a casa a salutare vostro padre." disse il dottore rassicurandola. Lei sorrise e diede un ultimo saluto a suo fratello che aveva perso i sensi.
"Tornerò domani, dottore. Grazie ancora" disse la ragazza, ed uscì da quell'edificio che odorava di disperazione e malattia.
Mentre percorreva la strada verso casa si ricordò di Bethany, l'aveva abbandonata alla parata. Si sarebbe diretta a casa sua a vedere come stava Timothy.
Ma fu bloccata da una scena raccapricciante.
Una ragazza col viso coperto dalle mani e dai lunghi capelli castani era piegata a terra singhiozzando. 
Anne si avvicinò lentamente per vedere se quella ragazza fosse qualcuno che conosceva in modo da poterla consolare.
Avvicinandosi, le si mozzò il fiato in gola e le si riempirono gli occhi di lacrime. Era Bethany.
Lei si buttò a terra con lei, le prese il volto tra le mani e la strinse al suo petto piangendo con lei. Capì subito cos'era successo. Timothy era caduto in guerra e per lei non c'era più famiglia. 
I genitori erano morti cadendo in un dirupo nei campi e lei era rimasta sola ad accudire il fratellino piccolo, appena quattordicenne. 
Anne passò la notte con Bethany, nella sua casa. 
La ragazza non si era mai addormentata, era rimasta immobile abbracciata dall'amica, piangendo per tutto il corso della notte. 
Il mattino seguente, le persone che avevano subito dei lutti potevano non andare nei campi, i soldati erano tornati nei loro reggimenti per portare i bottini di guerra e parlare con i sovrintendenti. Il paese era libero per qualche ora. 
Anne si recò nei campi con Zayn al suo fianco.
"Come sta Kalif?" domandò Anne gentilmente.
"Sta aiutando il dottore come puo' con le erbe, il dottore dice che un aiuto fa sempre bene." rispose il ragazzo guardando dritto davanti a se'.
"E Peter?" domandò questa volta Zayn.
"È tornato a casa questa mattina presto. Sta bene, è guarito quasi totalmente.." rispose la ragazza guardandolo negli occhi.
Zayn l'abbracciò forte cercando di trasmettergli sicurezza che neanche lui aveva più.
"Aspetto solo che tutto questo finisca. Non riesco più a convivere con tutto questo male" rispose lei singhiozzando.
"Vedrai, passerà tutto velocemente.
Questa guerra finirà e noi saremo persone libere. Libere di sognare, di parlare, di vivere. Avremo libero arbitrio e non ci sarà più distinzione di razza. La gente si accorgerà che fare la guerra è solo uno spreco. Uno spreco di soldi ma soprattutto di vite

Quella mattina lavorarono, lavorarono sodo. Pensando a tutte le mogli, le figlie e le sorelle che adesso erano in lutto e allora loro lavoravano il doppio. Lavoravano per loro sfogando tutta la rabbia e il rancore che avevano dentro.
Tornarono a casa in silenzio. Si scambiarono un dolce bacio sulle labbra e si diedero appuntamento davanti un vecchio casolare abbandonato. Avrebbero passato lì la notte.
Quando si separarono sentirono lo squillo i tromba che annunciava il ritorno dei soldati dal regime. Rientrò in casa velocemente.
"Annalise! Non ci siamo nemmeno salutati!" disse il padre vedendola. 
La stritolò in un abbraccio che diceva 'Sono rimasto in vita per voi, per te, tua madre e tuo fratello'.
Lei ricambiò l'abbraccio e vide che sia lui che il fratello si erano rivestiti con abiti militari.
"Andate già via?" chiese lei sentendo gli occhi lucidi.
"Dobbiamo fare una missione speciale. Torneremo, Anne. Torneremo." disse Peter abbracciandola.
Li vide uscire, stretta al petto della madre nascose il suo viso mentre piangeva.
"Vedrai, torneranno." ripetè la madre consolandola.
Quando fu certa che la madre si fu assopita, sgattaiolò fuori casa e si diresse al casolare abbandonato che si trovava poco fuori dal paese. 
Aspettò Zayn, diventando ansiosa ogni minuto che passava.
"Annalise!" la chiamò lui. Lei gli corse incontro e lo abbracciò assaporando il suo odore sulla camicia nuova.
"Pensavo non saresti venuta!" disse lui incitandola ad entrare.
La casa era diroccata, piena di crepe e sembrava che stesse per cedere da un momento all'altro. 
"Saremo al sicuro qui! Stai tranquilla." la rassicurò lui guidandola tra quelle stanze in rovina.
Si sedettero a terra e fecero quello che gli piaceva fare di più, parlare. Parlare di quello che stavano vivendo, parlare di loro due, di Bethany e di tutto il paese. A notte fonda, dopo una serie ininterrotta di baci passionali si coricarono l'uno tra le braccia dell'altro. Sentendo i respiri regolari di lui, Anne si addormentò col sorriso sulle labbra. 
Capì qual era il segreto della sua felicità. Era lui.

A svegliarla furono delle voci. Alcuni gridavano, altri incitavano questi ultimo a tacere. 
"Zayn! Zayn!" lo chiamò lei scrollandolo dal sonno profondo.
"Che succede?" disse lui svegliandosi di soprassalto. 
Lei gli fece cenno di tacere e di ascoltare.
"È solo un casermone abbandonato." diceva qualcuno.
"Secondo me c'è qualcuno che sta pianificando la ribellione" continuava qualcun altro.
Anne abbracciò Zayn, stava per succedere qualcosa di terribile.

Bethany uscì di casa con la sua scodella di minestra e si sedette sulle scalone ad ammirare il cielo.
"Timothy. So che sei li su! Stammi bene a sentire." gli occhi gli si riempirono di lacrime.
"Mi hai lasciato sola. Lo so, non è colpa tua. Ma di quei bastardi infami assetati di sangue. Cosa può risolvere una guerra?" ormai piangeva e guardava il cielo alla ricerca del volto del fratellino. 
"Ti chiedo solo una cosa. Stammi vicino da lontano. Fammi percepire la tua presenza e io sarò felice, vivrò la mia vita per me e per te." concluse il suo 'dialogo' con suo fratello e mentre stava rientrando a casa sentì un rumore di passi. Erano i soldati.
Si stavano dirigendo verso ovest, ma le porte della città si trovavano a nord.
Incuriosita si avvicino ad un soldato che la riconobbe, era Peter il fratello di Anne.
"Peter! Dove state andando?" chiese la ragazza.
"Ci dirigiamo verso un casolare abbandonato, si trova ad ovest. Alcuni credono che ci siano fuggiaschi che si sono accampati li dentro." rispose lui con aria afflitta.
Al principio Bethany annuì ma poi una scintilla le illuminò gli occhi e a stento trattenne un grido. Zayn ed Annalise erano dentro quel casolare.
I suoi piedi iniziarono a correre passando per la palude, lontana dai soldati. Voleva arrivare prima di loro e avvisare Zayn e Anne di quello che stava per accadere. 
Poco dopo arrivò al casolare, i suoi piedi erano macchiati di fango e sangue per le ferite e a stento riusciva a respirare.
Cadde a terra quando vide che i soldati erano già arrivati.
Un soldato del paese disse "È solo un casermone abbandonato." Bethany sospirò sperando che gli altri soldati l'avrebbero appoggiato e sarebbero andati via da lì.
"Secondo me c'è qualcuno che sta pianificando la ribellione" disse un soldato straniero. 
Sentendo quelle parole la ragazza uscì dai cespugli e gridò "È solo un casermone abbandonato. Sta cadendo a pezzi. Non sprecate le vostre armi e il vostro tempo qui" 
Tutti si voltarono verso di lei, e solo in quel momento si accorse in che guaio si era appena cacciata.
"Bethany vai via." sibilò Peter avvicinandosi.
"Non fate fuoco su quel casolare!" gridò Bethany.
"Soldato! Fermo!" un ufficiale richiamò Peter che si stava avvicinando a Bethany con gli occhi lucidi. Al comando lui si fermò dando le spalle alla pattuglia e rivolgendosi solo alla ragazza sussurrò "Va' via. Ti prego!" 
A lei scivolò una lacrima sul viso e scosse la testa.
"Non posso, Peter." sospirò "Mi dispiace" 
Poi prese fiato, si asciugò una lacrima col dorso della mano e disse "Voi, esseri spregevoli. Avete ucciso mio fratello. Come potete avere voi il giudizio per decidere chi deve o non deve morire. Chi è degno o chi non è degno di essere considerato una persona come gli altri. Chi siete voi?" disse scandendo le ultime tre parole decisa.
"Soldato. Uccidila." disse sempre lo stesso ufficiale rivolgendosi a Peter.
Lui scosse la testa, una, due, tre lacrime scesero lungo le sue guance. "Non posso." disse abbastanza forte da farsi sentire dal suo superiore.
"Ho detto uccidila." ripetè lui.
Bethany guardò Peter negli occhi.
"Non posso." disse lui.
"E perchè non puoi?" domandò l'ufficiale.
"Perchè io... Io la amo." disse lui non muovendosi con lo sguardo fisso negli occhi di lei.
In quel momento sia lei che lui non sentirono più niente. Non sentirono la risata dell'ufficiale a quella risposta. Non sentirono il comando di fare fuoco su di loro.
Ai stavano amando, in quel momento, in quel luogo un attimo prima della loro morte. 
Peter ebbe appena il tempo di dire un 'Ti amo' con il labiale prima che una pallottola gli si conficcasse nel cuore.
Lei lo vide cadere e avvertì una fitta dolorosissima al petto. Non riuscendo a distinguere se fosse stato un colpo di fucile o il dolore per la morte di Peter, si accasciò a terra e morì.


"No." gridò Annalise da dentro il casolare. "No." ripetè.
Avevano appena visto la morte di Peter e Bethany.
Si buttò tra le braccia di Zayn, presa da continui tumulti e singhiozzi.
Non stava piangendo per la loro morte imminente ma per la morte atroce che i suoi occhi avevano appena visto. 
Si sdraiarono abbracciati, piangendo.
Zayn non ebbe mai pensato a come sarebbe morto. Un tempo pensava che sarebbe morto di fame, poi Kalif l'aveva trovato.
"Ti ho amato, ti amo e sempre ti amerò Annalise." disse lui sussurrando al suo orecchio.
La ragazza alzò lo sguardo gli occhi erano rossi e gonfi e le guance piene di lacrime.
"Zayn, non possiamo vivere questa vita insieme. Ma ne vivremo un'altra. Una vita migliore, insieme per l'eternità."
Con queste parole, la rassicurazione di una vita perfetta insieme i due videro il fuoco entrare nella stanza e avvolgerli.
Si scambiarono un ultimo bacio, delicato e affettuoso e lì dentro una stanza di un casolare in rovina morivano Zayn Malik e Annalise Pearson.


Quando i soldati fecero irruzione nel casolare bruciato, rimasero delusi.
L'unica cosa che riuscirono a trovare erano due corpi abbracciati. Due corpi che erano passati a miglior vita.



Bets.

  
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