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Autore: _FamigliaVargas_    10/07/2012    2 recensioni
Una Cross con il mio OC di Montecristo ed il famosissimo romanzo Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas.
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“E come dovrò chiamarti, d'ora in avanti?”
“Chiamatemi Conte, Conte di Montecristo...”
“Allora, sì fatta la vostra volontà, Conte di Montecristo...”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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IL CONTE

DI MONTECRISTO

 

L'isola era deserta, una roccia di forma quasi conica che sembrava essere nata direttamente dai vulcani sottomarini, per poi essere spinta verso la superficie del mare.
Edmond, si beò di quella vista.

Sono a Montecristo Faria, sono a Montecristo!
Ho trovato la grotta, sono vicino al tesoro Faria!”

Avrebbe urlato di gioia, se soltanto l'emozione non intorpidisse tutti i suoi sensi.
Aveva fatto esplodere la grande roccia che bloccava il passaggio della grotta, ora, con trepidante attesa, si accingeva ad entrarvi.
La grotta, constatò lui stesso, era più luminosa di quanto si aspettasse, grazie a delle feritoie che lasciavano passare la luce calda del sole e che mostravano il colore azzurro del cielo, l'aria più che umida sembrava tiepida ed era sprovvista del consueto odore stantio e di chiuso.
Dantès la percorse tutta, bloccandosi poi sul fondo, una figura, sembrava una donna, dormiva placida su delle rocce rialzate che le servivano come letto.
Era distesa son una mano appoggiata accanto al viso, rivolto verso di lui, l'altra delicatamente appoggiata sul suo petto, che si alzava ed abbassava a ritmo regolare, le gambe leggermente piegate, donavano a quella creatura l'aspetto di una principessa delle favole.
Dantès fu a dir poco sorpreso e shockato.
L'entrata, prima che la facesse esplodere, non era stata mai aperta, si capiva da tutto il muschio che era cresciuto all'esterno, allora, come poteva un essere umano sopravvivere li dentro.
Perso nei suoi pensieri, non si accorse che la creatura aveva aperto gli occhi, rialzandosi dal suo giaciglio.

Chi sei straniero?”

Chiese la creatura.

Mi chiamo Edmond, Edmond Dantés.”

La creatura si avvicinò ad Edmond, cominciando a camminargli attorno, studiando la sua figura, sembrava stesse fluttuando tanto i suoi movimenti erano aggraziati.
Edmond studiò, anch'egli, la creatura, non aveva mai visto una persona con tali fattezze quasi angeliche.
I lunghi capelli neri come la notte più limpida, che cascavano sulla schiena come la più preziosa delle sete, incorniciavano un volto dall'ovale perfetto sulla quale erano incastonati dei zaffiri dal colore dei mari più limpidi, il naso era dritto e senza imperfezioni, le guance piene, spolverate da un leggero rossore che risaltava maggiormente su quella pelle candida come la schiuma del mare e delle labbra piene e rosse, incurvate in una leggera nota di stupore.
La creatura era alta e slanciata, il corpo rcoperto da una leggerissima tunica bianca, seguendone ogni minima curva e mettendo in risalto la morbidezza dei fianchi, lasciando intravedere delle mani dalle dita lunghe e ben curate.
Edmond ne era sicuro, stava sognando, non poteva esistere al mondo una creatura di tale bellezza paradisiaca.

Raccontami la tua storia straniero.”

La voce dell'angelo era melodiosa, come il canto di un usignolo.
Edmond, seguì con gli occhi la creatura, non perdendola mai di vista.

Facevo il marinaio su una nave chiamata Faraone e stavo per diventarne capitano, ma venni arrestato nel 1815 per un crimine che non ho commesso ed imprigionato al Castello d'If, 14 anni sono passati, arrestato che avevo 19 anni e finalmente libero a 33.”

L'angelo si fermò un secondo, osservando il vuoto ed annuendo al nulla, per poi ricominciare a camminare lentamente.

Come hai fatto a scoprire questo posto?”
Un mio caro amico, un altro detenuto, mi raccontò della triste storia della famiglia Spada, facendomi venire a conoscenza del testamento segreto di Guido Spada.”

La creatura si bloccò sul posto, sgranando gli occhi.

Infine è stato rinvenuto, perché tu e non un discendente degli Spada?”
La famiglia Spada è ormai estinta, il mio carissimo amico fu il segretario dell'ultimo degli Spada che alla sua morte lo nominò suo erede, il mio amico morì di epilessia giorni addietro e nominò me come suo successore.”

Ancora una volta, la creatura si mise ad osservare il nulla, alzando una mano, come se stesse accarezzando l'aria.

Io ti credo, Edmond Dantès.”

Edmond, se possibile, rimase ancora più shockato davanti alla cieca fiducia di quella donna.

Perdonate la mia indiscrezione, potrei sapere il vostro nome?”

La donna osservò Edmond, tenendo la mano sollevata, muovendola piano.

Il mio nome? Io non ho nome....”

Edmond si rabbuiò un poco, credendo di aver toccato una ferita scoperta della donna.

“Non sai chi sei?”

Continuò a chiedere curioso, rivolgendosi a lei dandole del tu.

No, io so chi sono, ma non ho un nome, o meglio, non ho un nome umano come il tuo...”
Nome umano? Cosa intendi con nome umano?”

Edmond credette di essere veramente capitato davanti ad un angelo, oppure una creatura degli inferi più neri, ma era così bella e pura che no, Dantés si convinse di essere davanti ad una creatura buona.

Il mio nome è Montecristo”
Montecristo? Ma allora porti il nome dell'isola?”
Oh, no, Edmond Dantès, sei in errore, io non porto il nome dell'isola, io sono l'isola.”

Allora Edmond capì.
Sapeva dell'esistenza dei Rappresentanti e gli aveva anche visti durante i suoi lunghi viaggi, ma mai, mai era stato così vicino ad uno di loro.
Mai aveva avuto l'onore ed il piacere di poter parlare con queste creature quasi magiche.

“Che cosa ti spinge a credermi così ciecamente, potrei anche mentirti.”
Vedi Edmond, Noi Rappresentanti nasciamo con una capacità straordinaria, siamo in grado di comunicare con tutto ciò che ci circonda, dalla terra al vento, ma dobbiamo essere in grado di mantenere questo privilegio e purtroppo quasi nessuno di Noi ci riesce, per fortuna mia, sono in grado di parlare coi venti e con i mari.
Sono loro che mi raccontano cosa succede nel Mondo, e solo loro che mi hanno confermato la tua storia, ti credo giovane Edmond e so che non stai mentendo...
Ma...
Vorrei che mi citasti, parola per parola, il testamento di Guido, solo per sicurezza.”

Edmond annuì, recitando a memoria il testamento, ormai impresso a fuoco nella sua mente.

Oggi 28 marzo 1492, essendo costretto per lo mio meglio di seguire in un con le mie genti Cesare Borgia nella guerra di Romagna, e dovendo essere preparato a qualunque tradimento per parte di questo principe, dichiaro a mio nipote Giulio Spada, mio erede universale, che ho nascosto in una direzione che egli conosce per aver visitato con me, cioè nella isola di Monte Cristo tutto quanto io posseggo in pietre preziose, diamanti, argenterie, che solo io conosco questo tesoro per il valore di due milioni di scudi romani e che egli troverà passando la ventesima pietra della roccia a partirsi dal seno dell'Est in linea retta.
Due aperture sono state praticate in queste grotte: il tesoro sta nell'angolo più lontano della seconda, il qual tesoro lascio a lui e cedo in tutto come mio solo erede.
28 marzo 1492, GUIDO SPADA”

Montecristo sorrise, ricordando quelle parole pronunciate dalla bocca stessa di Guido.

E sia Edmond, il tesoro spetta dunque di diritto a te, è arrivato per me il momento di adempiere al mio veto e di consegnare tutte le ricchezze della famiglia Spada al suo legittimo erede, possa esso guidarti verso la pace che desideri.
Tuttavia, dovrai trovarlo da solo, anche se credo che questa sia una passeggiata in confronto a tutto quello che hai passato, no?”
Mia Signora...”

Edmond s'inginocchiò ai piedi di Montecristo, che rise davanti a tanta galanteria, peccato che...

Sei molto gentile Edmond, ma io non sono una donna.”
Non sei una donna?!”

Chiese shockato il giovane Edmond.

No.”
I tuoi lineamenti mi dicono il contrario!”

Montecristo continuò a ridere, di una risata cristallina come le onde del mare.

Non sei il primo uomo che mi fa notare questo dettaglio, Guido ebbe la tua stessa reazione.”.
Non posso creder a quello che vedo allora.”
Si, mi rendo conto che il mio aspetto è molto forviante, ma ti assicuro di non esser donna e di non esserlo mai stato.”

Edmond piegò il capo, quasi imbarazzato.

Ti chiedo di perdonarmi allora, non intendevo offenderti.”
Oh, suvvia, te l'ho già detto, non sei il primo uomo che mi crede donna e non sarai l'unico, orsù, al lavoro Edmond, un tesoro ti sta aspettando.”

Edmond annuì, studiando il da farsi.
Secondo il testamento ci doveva essere un'altra grotta all'interno di questa.
Cominciò ad ispezionare i muri della grotta, battendo contro la parete.
Fu con somma gioia che udi, all'ennesimo colpo, un rumore sordo, come se la parete all'interno fosse vota.
Cominciò a lavorare con la zappa, notando che dalla parete cadevano delle comunissime pietre da taglio, diverse dalla parete in granito.
Lavorando di buona lena, riuscì ben presto a liberare il passaggio, fiondandosi subito all'interno della seconda grotta.
Questa seconda grotta era molto più bassa e scura, con l'odore acre e stantio di chiuso.
Sapendo benissimo dove andare, si diresse nell'angolo più profondo ed oscuro, l'ora della verità.
Avanzò verso l'angolo, e ricominciò a lavorare, sperando che il tutto non fosse solo un terribile scherzo del fato.
Dopo il sesto colpo, il ferro della zappa colpi dell'altro ferro, provocando un rumore simile a campane.
In un istante, Dantès scavo una buca profonda, riuscendo a riesumare un vecchissimo forziere in legno e ferro, dove, nel mezzo del coperchio, risplendeva il blasone della famiglia Spada, una spada messa di piatto sopra uno scudo ovale, tipico scudo italiano.
Trascino, con non poca fatica, quel baule nella prima grotta, mostrandolo fieramente a Montecristo, che annui in sua direzione.

Come ho già detto, quel tesoro è tuo di diritto, apri il forziere...”

Ed Edmond non se lo fece ripetere una seconda volta.
Esaminò ogni lato del forziere, individuando la serratura, introdusse la parte tagliente della zappa tra il fondo ed il coperchio, posandoci sopra tutto il peso del corpo per far leva, facendo così saltar via il coperchio.
Il baule era diviso in tre parti: nella prima brillavano scudi d'oro, nella seconda
verghe d'oro non brunite, ma disposte in buon ordine e nella terza, diamanti, perle e rubini.
Edmond infilò la mano in quest'ultima metà, facendo risuonare le pietre preziose come se fosse grandine.
Si voltò verso Montecristo, dopo essersi riempito le tasche di diamanti.

Adesso devo andare, i miei compagni di viaggio potrebbero tornare a momenti. Tu cosa farai?”
Io resterò qui, a vegliare un'ultima volta sul tesoro degli Spada.”

Edmond annuì, anche se voleva che quella creatura uscisse dalla grotta con lui.

Tornerò...”

Montecristo annuì, sorridendo in sua direzione.

Lo so...”

Edmond corse come un pazzo verso la spiaggia, giusto in tempo per il ritorno della Giovane Amelia e del suo equipaggio.
Fece scalo a Livorno con la nave e lì, vendendo i suoi diamanti ad un banchiere ebreo, riuscì a comprarsi una nave, dove fece costruire due cabine e degli scompartimenti segreti in entrambe.
Ripartì subito dopo la consegna del vascello, arrivando due giorni dopo a Montecristo.
Ritornò all'entrata nascosta della grotta, ritrovando il suo tesoro e Montecristo ad attenderlo.
Insieme, portarono il forziere al vascello, dove nascosero il tesoro negli scoparti segreti.

Dove hai intenzione di andare adesso?”
Dove abbiamo intenzione di andare...”

Montecristo sorrise saputo, riformulando la sua domanda.

Dove abbiamo intenzione di andare, Edmond?”
Ad ottenere la mia vendetta....”
E come dovrò chiamarti, d'ora in avanti?”
Chiamatemi Conte, Conte di Montecristo...”
Allora, sì fatta la vostra volontà, Conte di Montecristo...”

Portandosi la mano al cuore, Montecristo s'inchinò, davanti al suo Conte, sorridendo.
Era l'inizio della loro storia...

 

 

Credete mi piaccia essere il Conte di Montecristo?

Egli è un uomo terribile, freddo e senza pietà.

Ma se quell'uomo, ora esiste, non è certo per colpa mia.

Mi bastava essere chiamato Edmond Dantès, null'altro avrei voluto dalla vita, ma quella vita mi fu tolta da:

Villefort, Morcerf, Danglars pur complice e quell'altro vile di Caderousse, che tutto sapeva e tacque

nel seppellire il giovane marinaio, a qui ben poco bastava, hanno dato la vita al vendicatore che torna ora per la resa dei conti.

Tanto peggio per loro...”


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Note:
Yeah, non mi piace per niente, ma questa storia mi ballava in testa da troppo tempo.

Il testamento di Guido Spada l'ho preso da internet, mentre la frase finale in corsivo è presa dal telefilm Il Conte di Montecristo nel 1998, con Gérard Depardieu.
Bon, credo di aver finito, un grazie a chi ha letto e perdono per gli errori di grammatica.

   
 
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