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Autore: Alex98    10/07/2012    2 recensioni
Questa storia è ambientata in un'Inghilterra magica e ricca di creature fantastiche. James, un ragazzo di tredici anni confinato in un orfanotrofio di Londra, dovrà svelare il mistero della scomparsa dei suoi genitori e affrontare un mondo che solo in pochi possono vedere. Queste persone sono i sognatori e James giocherà un ruolo chiave, grazie alle sue doti, nel terminare la guerra che da anni affligge il mondo magico nascosto nei nostri cuori.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I SOGNATORI

 

 

 

CAPITOLO 1

L’ORFANOTROFIO

 

 

James aprì gli occhi.

Era il 10 luglio 2012.

Nulla era cambiato nel suo orfanotrofio.

Neanche un raggio di sole penetrava dai vetri delle finestre.

Ormai erano sempre di più i ragazzi confinati in quel luogo tetro e angusto.

Ma lui era diverso dagli altri.

Si era sempre chiesto se fosse un difetto.

Si vestì svogliatamente e scese a fare colazione.

Il cibo della mensa non era granché, ma era il meglio che gli potesse capitare.

James aveva vissuto a Oxford prima di quell’orribile esperienza e aveva sempre sognato di visitare Londra, ma non quella zona di periferia.

James era un ragazzo di tredici anni.

Era stato abbandonato lì quando ne aveva otto.

Dopodichè non aveva visto niente al di fuori di quelle mura.

Le suore erano molto gentili e piangevano ogni volta che vedevano un nuovo arrivato.

Come se il destino di quei ragazzi fosse segnato.

James era un ragazzo fantasioso.

Sognava spesso di volare via e librarsi nel cielo.

Da sempre amava leggere e scrivere.

Aveva un vero talento per la scrittura.

Un talento che gli era stato tramandato da sua madre.

Non ricordava nemmeno il suo nome.

Aveva rimosso ogni ricordo prima di quel giorno.

Il giorno in cui tutto ebbe inizio.

Ricordava ancora il profumo del panettone la sera della vigilia di Natale.

Dopo la cena suo padre era andato a controllare qualcosa, come se sapesse che sarebbe accaduto qualcosa di spiacevole, e sua madre l’aveva accompagnato a letto.

Gli aveva donato un ciondolo legato a un contenitore d’argento a forma di cuore che conteneva una foto della famiglia: lui e i suoi genitori.

Gli aveva raccomandato di stare attento, ma lui, naturalmente, non poteva sapere niente.

Dopo qualche minuto un uomo era sulla soglia della loro villa.

Fuori pioveva, ma non era questa la ragione per cui indossava un cappotto.

Era un uomo scheletrico dalla pelle blu.

I suoi occhi erano dello stesso colore, ma sembravano di pietra ed erano nascosti da un logoro copricapo.

“E’ora.”aveva dichiarato con voce solenne.

E i suoi genitori erano scomparsi.

Ricordava solo quello e aveva il sospetto che molti degli orfani avessero vissuto la sua esperienza.

Ma non voleva saperlo.

Dopo quell’avvenimento aveva imparato a non fidarsi degli altri.

Aveva solo un vero amico: Jean Pierre.

Era arrivato il suo stesso giorno.

Veniva da Parigi, ma parlava molto bene l’inglese.

Era molto simpatico e sempre pronto a difenderlo.

All’orfanotrofio c’erano molti ragazzi prepotenti, perciò trovare un amico così era un vantaggio.

Era gracile come James, ma la sua determinazione gli permetteva di superare ogni ostacolo.

Era basso, i capelli rossi che gli scendevano a caschetto sulla fronte e gli occhi marroni.

James confidava solo a lui i suoi sogni, le sue paure, le sue ambizioni.

Aveva sempre voluto studiare nell’università di Oxford e laurearsi in legge per seguire le orme di sua madre.

La sua paura era il vuoto.

Quel vuoto che gli riempiva il cuore.

Quel vuoto che lo faceva soffrire ogni giorno.

Un giorno avrebbe riempito quel vuoto.

Avrebbe scoperto il mistero della scomparsa dei suoi genitori.

Era legato così strettamente solo a Jean Pierre, ma qualche volta scambiava qualche parola anche con una ragazza italiana di nome Laura.

Era alta, i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e gli occhi azzurri che brillavano alla luce del sole.

Era molto intelligente e anche lei conosceva l’inglese.

Riusciva a comprendere gli strani ragionamenti di James che lo rendevano diverso.

Lui riusciva a vedere ben oltre lo stato reale di ogni cosa.

In quell’orfanotrofio riusciva a scorgere un raggio di sole che nessuno riusciva a vedere, una speranza.

Non era matto, anzi, anche lui era molto intelligente.

Aveva solo un modo di vedere le cose diverso dagli altri.

Era un sognatore.

Ma ben presto avrebbe scoperto che quel termine lo avrebbe cambiato per sempre.

 

James era un ragazzo alto e magro, gli occhi azzurri come la madre e i capelli biondi come il padre.

Indossava gli stracci che le suore riuscivano a permettersi.

Adorava i poeti inglesi come Lord Byron, ma grazie a Jean Pierre e a Laura conosceva anche Charles Baudelaire e Giacomo Leopardi.

Insomma, era un ragazzo semplice.

Non avrebbe mai pensato che un giorno la risposta a tutte le sue domande avrebbe bussato alla sua porta.

   
 
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