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Autore: CharlieMadison1    10/07/2012    2 recensioni
«Ma non avevi comunque capito che io ti amavo.» Riprese con tono solenne.
«Hai usato il passato.» Sottolineai «E' giusto che sia così, stai con Ran e ami lei. Va bene, Shinichi puoi andare a casa.»
«Rischiando che tu ti uccida?»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mistakes.





Capitolo 3.
Quando Subaru varcò la soglia di casa mia, provai una strana sensazione avvolgermi. Paura e uno strano presentimento che qualcosa di brutto stava per succedere.
Non mi facevo suggestionare facilmente, ma con lui era diverso.
«Che vuoi?» Domandai spiccia. Non volevo che quell'individuo rimanesse troppo a casa mia. Era come se lui infettasse qualcosa di mio.
I suoi occhi indagatori osservavano il salotto con aria sospetta e questo mi stava dando parecchio fastidio.
Sospirò.
«Calmati.» Cominciò serio «Vermouth è tornata.»
«Impossibile. Shinichi l'ha uccisa.»
«Si è salvata. Shinichi l'aveva data per morta ma per uno strano caso, Vermouth si era salvata. Qualcuno l'ha soccorsa e adesso lei è qui.»
Volevo vedere nello sguardo di Subaru una nota di leggerezza. Qualcosa che mi facesse capire che tutto ciò era uno scherzo. Passavano i secondi e il suo viso non mutava. Rimaneva fermo, impassibile.
«Ho già chiamato Jodie. Lei e la sua squadra sono già in azione. Stanno tenendo casa tua e quella di Shinichi sotto controllo. Inizialmente abbiamo preferito tenervi all'oscuro di questa faccenda ma mi sono opposto e ho deciso di raccontarti tutto quanto.»

***

Stavo sfogliando il vecchio album delle fotografie del liceo e delle vacanze di quei meravigliosi cinque anni trascorsi che purtroppo non sarebbero più tornati indietro.
Mi stavo accorgendo di quanto fosse difficile la vita di una persona che non sapeva cosa volere dalla vita. Era senza senso, soprattutto quando questa persona si comportava come una persona istintiva che non usava la ragione.
Forse l'avevo usata troppo per risolvere i milioni di casi con cui avevo avuto da fare.
Mi sdraiai totalmente sul letto, stesi le braccia e puntai lo sguardo verso la soffitta. Oramai anche lei stava diventando interessante.
Mi chiedevo come avevo fatto a finire nelle lenzuola di Ai. Eppure io avevo sempre amato Ran, fin da quando eravamo bambini, pensavo che era lei quella giusta.
Quella che sapeva tutto su di me.
Invece Ai era riuscita a sconvolgermi a farmi cambiare. A mettere confusione nella perfezione che c'era dentro di me.
Facevo fatica a credere a tutto ciò ma era così.
Sentii il cellulare squillare, ma non ero volenteroso di alzarmi e andare a rispondere; in quel momento non avevo affatto voglia di parlare con nessuno. Volevo starmene da solo a pensare e riflettere su che cosa avrei dovuto fare.
Ran.
Ero stato egoista nei suoi confronti. Lei mi aveva sempre aspettato per tutto quel tempo. E anche quando tutto era finito, io le stavo facendo del male.
Forse non eravamo destinati a stare insieme forse dovevo lasciarla andare e magari lei sarebbe stata più felice.
Però il pensiero che Ran non avrebbe più fatto parte della mia vita mi stava stringendo il cuore, anche in quel momento. Come avrei potuto allontanarmi da lei. Lei che per così tanti anni era stato l'unico motivo per cui avevo sconfitto l'organizzazione, l'unico motivo che mi aveva spinto a cercare di tornare ad una vita normale...
Ero stato uno stupido.
Terribilmente stupido da capire solo dopo che lei era quella giusta.
«Shinichi. Lo sai che non dovresti essere qui.» Disse Ai scompigliandomi i capelli. Eravamo seduti sul divano e io avevo poggiato la mia testa sulle gambe di Ai.
«Non so che fare con Ran. Litighiamo sempre. E' sempre nervosa. Non riesco a creare quel legame che c'era prima tra noi.»
Sospirò.
«Non voglio essere un rimpiazzo.» Sussurrò flebile. Mi alzai e la guardai diritto negli occhi.
Ogni volta che la vedevo sentivo qualcosa.
«Non-non lo sei.» Le dissi baciandola.
Ai mi respinse.
«Sì. Sì che lo sono! Quando tu e Ran litigate, vieni a lamentarti da me! Quando tu e lei andate d'amore d'accordo non ci sei mai. Ma non pensi a me? Non pensi al fatto che anch'io ci possa rimanere male?!» Urlò.
Sapevamo entrambi che tutto ciò che c'era tra noi era un'illusione. Che mai niente sarebbe divenuto realtà. Era una questione di tempo.
Le lacrime iniziarono a rigarle sul volto. Afferrai il polso di Ai e l'attirai a me.
«Scusami.»

Prima dovevo andare da Ai e scusarmi per tutto ciò che le stavo facendo. Non si meritava di soffrire per me. Lei si meritava il meglio e di certo non ero io, quello.
Mi alzai dal letto e mi diressi giù, intanto controllai chi mi avesse chiamato e con grande sorpresa notai che era proprio Ai.
Una volta da lei, suonai il campanello e mi ritrovai Subaru alla porta. Sgranai gli occhi sorpreso e mi domandai che cosa stava succedendo.
Mi diressi immediatamente da Ai e le dissi che avevo qualcosa di urgente da dirle. Lo stesso mi ripeté lei.
Decisi di cominciare: «Ai, lo sai bene anche tu che tra noi non potrà funzionare. Che tra noi c'era futuro. Lo sapevi anche tu, che era semplicemente questione di tempo e che prima o poi questa decisione l'avrei presa.» Presi respiro e guardai attentamente Ai.
Il suo sguardo non diceva niente, anzi piuttosto sembrava scocciata ad aver ascoltato ciò che le avevo detto.
«Bene. Un impiccio in meno. Caro Shinichi, ti devo annunciare che Vermouth è tornata e che per colpa tua adesso tutti noi, siamo fregati. E sai perché? Perché adesso quella donna sarà riuscita a trovare abili assassini che metteranno in subbuglio l'intero Giappone. Lei ucciderà tutti e la colpa sarà tua, perché l'hai data per morta quando non lo era!» Esclamò rabbiosa.
«Vermouth è morta!» Ripetei io alzando la voce. «L'ho vista io morta!»
«Non è così!» Controbatté Ai.
Intanto anche Subaru si intromise nella nostra discussione: «Appunto.» Una strana voce femminile rimbombò nella stanza.
Sia io che Ai ci voltammo verso Subaru e lui si stava togliendo la parrucca e gli occhiali e una folta chioma d'oro cadde sulle spalle.
«Vermouth!» Esclamai.



***Note Finali***
Ed ecco qui il terzo capitolo. :) Ringrazio chi continua a leggere la storia e chi ha commentato allo scorso capitolo.
Alla prossima
Kitkat.
   
 
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