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Autore: Lesta_Mancina    10/07/2012    5 recensioni
La prima notte di nozze di Regina dopo aver sposato il Re, padre di Biancaneve ed essere stata costretta a passarla con lui. La sua gioventù spezzata ed il suo nascente desiderio di vendetta verso il mondo che l'ha tradita!
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTTE DI NOZZE, NOTTE DI ODIO

 by
Lesta Mancina

 
Il Re era un brav’uomo, ma era comunque un uomo ed io ero solo una ragazza poco più che ventenne.
Una ragazza a cui era stato strappato tutto: il vero amore, il futuro, la vita, i sogni, la felicità.
Ero una ragazza spezzata che aveva appena imparato ad odiare. Ad odiare sul serio.
 
Non potevo sottrarmi al destino che mia madre aveva intessuto per me ed in cui mi aveva forzata, ma potevo iniziare a pensare a come far pagare ad ognuno il prezzo di ciò che mi aveva fatto.
 
Mia madre, Biancaneve, il Re. Questi erano i primi tre nomi di una lista che col tempo sarebbe diventata infinita.
 
Non mi ero potuta sottrarre al matrimonio e non mi potei sottrarre neppure alla prima notte di nozze.
Ma nessuno avrebbe avuto la soddisfazione di vedermi piangere, tremare di paura (che avevo, in realtà), o altro, no!
 
Quella terribile notte rimasi sdraiata immobile tutto il tempo, in silenzio. Senza emettere un gemito, senza versare una lacrima, con lo guardo fisso nel vuoto, verso il buio del soffitto a volte.
Il Re cercò di essere gentile, ma io soffrii comunque maledettamente, mentre quel uomo si prendeva praticamente a forza ciò che il mio cuore e il mio corpo avevano sempre desiderato donare a Daniel.
 
Il pensiero del mio amore perduto mi trafisse il cuore. Tutto questo avrebbe dovuto essere destinato a lui, solo a lui.
Questo avrebbe dovuto essere un piacere, non una maledizione, ed avremmo dovuto condividerlo insieme con lacrime di gioia, non di dolore.
 
-È quasi fatto, cara...- disse il Re, che ormai perso nella libido accelerò il ritmo dei suoi fianchi, acuendo la mia pena.
Sentivo il suo fiato caldo e umido sul mio collo, sapeva di vino e mi dette il voltastomaco.
Anche l'odore della sua pelle era per me nauseante. Tanto nauseante per quanto invece era eccitante ed amabile quello di Daniel.
 
-È quasi, quah-sih... fatto!- dopo essersi prima irrigidito emettendo dei versi quasi animali, il re si lasciò andare spossato, gravando su di me.
Non era solo il mio corpo a sentirsi schiacciato, la mia anima era completamente annientata. Umiliata.
 
Quante volte avevo immaginato questo momento con Daniel, con il mio vero amore.
C'erano stati momenti in cui eravamo stati colti dalla passione, il nostro amore era così incontenibile che unirci sembrava essere l'unica cosa che avrebbe potuto permetterci di placare e soddisfare il nostro legame.
Ma Daniel si era sempre dimostrato forte, aveva sempre resistito alla tentazione di cedere, anche quando ero io ad implorarlo di accettare tutto da me.
Daniel a quel punto sorrideva, con quel suo sguardo dolce e comprensivo che mi leggeva l'anima, e con un bacio sulla fronte mi diceva che lo avrebbe fatto, un giorno.
Ma non un giorno qualsiasi, il giorno del nostro matrimonio.
Avrebbe aspettato fino a quel giorno, fino a quando la nostra unione non fosse stata consacrata con voti solenni e pubblicamente accettata.
Allora avremmo unito anche i nostri corpi per sancire la completa unione delle nostre anime.
Ma fino ad allora mi avrebbe rispettata, avrebbe protetto il mio onore anche da noi stessi.
 
Ed ora, ecco cos'era stata la mia notte di nozze.
Questo era rispetto?
Questo significava forse essere onorata?
No, questo non era altro che uno stupro legalizzato chiamato matrimonio ed i capricci di una mocciosa viziata ne erano la causa!
 
Quando il Re ebbe finito di esercitare il proprio "diritto" e compiere il proprio "dovere", scese dal letto e mi diede un bacio sulla fronte, come ad una bambina a cui si augura la buona notte, quindi mi lasciò sola nella mia stanza.
Probabilmente era così che augurava sogni d'oro alla sua piccola Biancaneve, con un leggero bacio sulla fronte ed una carezza.
 
Biancaneve! Ho ancora davanti agli occhi il suo sorriso raggiante ed il suo sguardo traboccante gioia e commozione, mentre percorrevo la navata. Lei era in piedi accanto a suo padre sull'altare, di bianco vestita.
Ricordo il suo candore, la sua innocenza.
Biancaneve non era innocente!
Biancaneve era la causa di tutto questo!
Piccola mocciosa egoista, volevi di nuovo una famiglia completa? Una madre?
Bene, sarò la madre che ti meriti!
 
Biancaneve avrebbe pagato.
Ogni singolo istante di dolore che avevo provato, glielo avrei restituito tre volte! Anzi di più, doveva soffrire in eterno!
 
Poi un crampo al ventre mi fece raccogliere in posizione fetale, sentii tra le gambe la densa umidità del mio sangue, della mia innocenza ferita, riabbassai la camicia da notte al di sotto dei fianchi e piansi.
Piansi di rabbia, di dolore.
Avrei potuto avere una vita felice, avrei potuto avere tutto e infondo avevo sempre desiderato solo una casa, una famiglia e Daniel. Avremmo lavorato, viaggiato, ci saremmo amati, avremmo amato i nostri figli e i nostri nipoti invecchiando insieme.
 
Ora invece il mio sogno era stato infranto, fatto a pezzi affinché i sogni di altre persone si potessero realizzare.
Il mio lieto fine mi era stato negato per sempre e solo perché altre persone erano state più abili e senza scrupoli nell'assicurarsi il loro.
 
Mia madre aveva finalmente visto sua figlia ascendere fino alla più alta posizione sociale possibile.
Il Re aveva di nuovo una regina per il suo regno.
E Biancaneve aveva di nuovo una madre ed una famiglia completa.
 
A me non era rimasto nulla che non fossero dolore e rimpianto.
 
Non ricordo dopo quanto tempo le ancelle entrarono nelle mie stanze, ricordo solo che anche in quel caso rimasi immobile come una bambola.
Tolsero le coperte, mi sollevarono di peso, ma con reverenza. Mi spogliarono degli abiti sporchi della mia vergogna, delle mie lacrime e del mio sangue.
Alcune di loro si misero subito a cambiare le lenzuola e a rifare il grande letto a baldacchino.
 
Le altre mi immersero nella vasca da bagno e mi lavarono come si lava una neonata. Il calore avvolgente dell'acqua pulita che si portava via l'odore del re che ancora mi impregnava la pelle, fu l'unica parentesi positiva in quei momenti.
 
Per tutto il tempo fui apatica e distante, svuotata di tutto, poi avvertii una presenza famigliare accanto a me.
Una presenza che mi fece rabbrividire, mentre un'ondata di odio iniziava a scuotere il mio corpo dal profondo. Fu la scossa che mi ridiede la vita.
Una nuova vita, una vita oscura.
 
-Sei stata brava Regina, oggi sei stata impeccabile, sono molto fiera di te- disse mia madre gonfia d'orgoglio e gongolando per aver ottenuto il risultato che desiderava.
-So perfettamente quanto debba essere stato difficile e doloroso, ma appena avrai dato un erede al Re, noi saremo, per diritto di sangue, le reggenti di queste terre. Il regno sarà nostro e allora ti potrai sottrarre a questa pratica disgustosa- concluse mia madre fremendo di ambizione.
 
Ed in quel preciso istante seppi finalmente cosa fare, le mie labbra si tesero in un sorriso sottile e tagliente, ora ero io a provare piacere per l'idea che stava prendendo forma nella mia mente.
Un piacere perverso, ma decisamente invitante.
 
Potevo iniziare fin da subito a distruggere i sogni di alcune delle persone che mi avevano fatto questo.
Finalmente mi rilassai nella vasca lasciando che il torpore del sonno avesse la meglio.
Ora avevo di nuovo qualcosa per cui vivere: la vendetta e la sofferenza di chi avesse avuto il coraggio di oppormisi.
 
Ma prima di tutto, domani, avrei iniziato a studiare la magia nera e la prima magia l'avrei praticata su me stessa.
Se il mio ventre non poteva accogliere il figlio di Daniel, non avrebbe dato la vita al figlio di nessun altro!
 

FINE

   
 
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