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Autore: Leo    11/07/2012    3 recensioni
...è sicuramente una storia vera. Ma non so se definirla una storia romantica, o una storia drammatica, o cosa. Quando un faro si spegne si può andare incontro al naufragio, o nel peggiore dei casi alla morte. Ma in fondo un naufragio può essere anche solo una piccola rivoluzione.
Non scrivevo da un po', spero vivamente di non essermi completamente dimenticato come si fa. Buona lettura
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta un pescatore, uno di quelli che raggiungeva la costa solo di notte, quando nessuno solcava le onde possenti o la calma piatta del mare, oltre al suo peschereccio malandato e dal dubbio gusto. E ogni notte, con la luna splendente o con il nero delle nubi notturne, lui puntava la sua imbarcazione verso l’insistente luce di un faro, che squarciava ogni nero e ogni buio, e lo raggiungeva nonostante tutte le intemperie che facevano scricchiolare il legno fracido. Lui tornava sempre verso quella luce, e tutto il pescato andava lontano da lui, venduto per pochi spicci, utili a tenere insieme ancora e ancora i pezzi di quell’imbarcazione cadente, per un’altra uscita, per un altro ritorno.

Successe una volta che il faro smise di splendere. Il pescatore aggrottò le sopracciglia, ma non volle arrendersi, e così non gettò l’ancora. La notte era più nera del solito, le stelle non si vedevano, e la luce della luna riusciva a illuminare a mala pena il viso dell’uomo, che con gesto calmo ma deciso accese una sigaretta. Il mare era piatto, e tuttavia era il più pericoloso di tutti. Perché i pericoli maggiori sono silenziosi, e strisciano accanto alle anime tutti i giorni, portando angoscia e agonia, o nel migliore dei casi il terrore un mostro dalle ignote fattezze possa in un momento qualsiasi saltar fuori e divorarci all’istante. Così quel mare così calmo in quella notte così nera nascondeva la potenza di una corrente invisibile, che trascinò con sé la nave, lontano da quel faro. E il pescatore non poté impedirlo.

E quando la nave si arenò su di un’isola lontana egli quasi non se ne stupì. E ciò che succede quando si è nel buio. Si sbatte, si inciampa, si cade, a volte si sorride, ma forse è solo per non piangere…

La nave non ripartì mai più, e il pescatore non poté tornare verso il faro. E finì per mangiare tutto ciò che pescava, perché quando sentiva un fremito allo stomaco nel guardare il faro in lontananza puntare con forza verso il mare lo confondeva per fame…

 

Aaah, è da un po’ che non scrivevo, e questo ritorno è un po’ inaspettato. Spero possa piacere a qualcuno.

 

  
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