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Autore: OnlyTheGoodDieYoung    11/07/2012    1 recensioni
In riva al mare, Finnick Odair si perde nei macabri e tristi ricordi dei recenti Hunger Games, per poi percorrere un filone di pensieri che lo porta sempre più indietro nel tempo. Viene però interrotto da un’amica che gli risolleverà il morale.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Hunger Games

Rating: Verde

Personaggi/Pairing: Finnick Odair, Anna Cresta, Finnick\Annie

Tipologia: OneShot

Lunghezza: 1.030 parole

Avvertimenti: Missing Moments

Genere: Fluff, Malinconico

Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Suzanne Collins che ne detiene/detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Hunger Games, appartengono solo a me. 

Note dell'Autore:  Finnick ha vinto i 65° HG, Annie i 60°. Il Missing Moment narrato ha luogo dopo i 61° Hunger Games. Finnick ha vinto da sei anni, ma considerato che all’epoca della sua vittoria avere 14 anni, l’ho reputato un po’ troppo giovane per fare da mentore. Quindi Ha iniziato all’età di 17 anni.
Avendo letto i libri in inglese, non so quali siano i termini tradotti in italiano, né so se i nomi (Mags principalmente) siano gli stessi. Chiedo venia nel qual caso per la mia ignoranza!

Introduzione alla FanFiction: In riva al mare, Finnick Odair si perde nei macabri e tristi ricordi dei recenti Hunger Games, per poi percorrere un filone di pensieri che lo porta sempre più indietro nel tempo. Viene però interrotto da un’amica che gli risolleverà il morale.
 
 

Why does the sun rise again?

 

 

Le dita lunghe che solleticavano la sabbia, disegnando grandi cerchi e ghirigori, le ginocchia raccolte al petto, il mento posizionato accuratamente su di esse e lo sguardo, dello stesso colore del mare, che si perdeva tra le onde, quasi come se volesse mischiarvisi. Socchiuse le palpebre spostando gli occhi chiari sulla sabbia, su quella irregolare distesa grigiastra, resa ancora più asimmetrica dalle ombre aranciate create dal sole morente.
I settantunesimi Hunger Games si erano conclusi già da tre settimane, ma Finnick Odair ancora non riusciva a togliersi dalla mente gli ultimi due tributi del Distretto 4, i suoi ultimi protetti, quelli che avevano riposto in lui e in Mags tutta la loro fiducia, quelli che lui non era stato in grado di salvare.
Chiuse con forza gli occhi, tentando così di scacciare tali pensieri dalla testa, ma quel gesto ebbe come unico risultato una lacrima, calda, solitaria e salata, che scivolò lentamente sulla sua guancia per poi compiere un veloce salto nel vuoto, fino a cadere sulla sabbia, scurendola e intrappolando in quei granellini finissimi tutto il dolore e tutti i sensi di colpa che provava.
Le immagini del viaggio verso Capitol City si sovrapponevano ai ricordi dei colloqui, delle interviste e, infine, dell’arena.
Solen, quel ragazzino tutto peperino che continuava a sorridere nonostante il mondo gli fosse crollato addosso. Sorrideva quando il suo nome fu estratto, sorrideva durante la parata, sorrideva durante l’intervista con Cesar e sorrideva anche lì, nell’arena, con una sciabola puntata alla gola. Sorrideva come per dimostrare che niente e nessuno, neanche Snow e i suoi maledettissimi Hunger Games, avrebbero potuto sottometterlo. Lui avrebbe sempre sorriso.
E poi c’era Noela. La diciottenne sicura di sé, che era addirittura arrivata illesa tra gli ultimi cinque. Le aveva promesso un bacio e un appuntamento, qualora avesse vinto e, diamine!, lui ci sperava così tanto. Ma la morte aveva trovato anche lei e il suono secco e duro del cannone risuonava ancora nelle sue orecchie.
Poi Finnick viaggiò, indietro, indietro, e ancora più indietro con la memoria.
Ripensò al suo primo anno da mentore, durante i sesantanovesimi Hunger Games, in cui erano stati estratti i fratelli Heater, brutalmente squartati durante il bagno di sangue vicino alla Cornucopia. Si sforzò poco per ricordare i loro nomi e i loro volti. Jalo, quei suoi capelli arruffati e gli occhi di un verde intenso, i tratti ancora da bambino, ma tanta determinazione, qualità inusuale in un tredicenne. Accanto a lui, in tutto, Miia, che cercava sicurezza e protezione, che ispirava tenerezza con gli occhi enormi e la boccuccia rosea.
Con un mesto sorriso Finnick ricordò che volevano fare squadra. Si erano cercati, quando l’infernale gioco era iniziato, proprio lì, in mezzo ai Careers del Distretto 2 che si divertivano a vedere la luce fuoriuscire dagli occhi delle loro vittime. Lì, si erano cercati, trovati, si erano stretti le manine e avevano iniziato a correre. Ma cosa potevano fare le gambette di una dodicenne e di un tredicenne in confronto alla velocità di un robusto diciassettenne, che era inesorabilmente piombato su di loro con poche falcate.
E l’anno successivo, quanto aveva temuto per Annie! Era lei che voleva salvare, in disaccordo con Mags, che invece avrebbe puntato tutto su Bran. Contro ogni aspettativa, lei era sopravvissuta. Danneggiata, è vero, ma perlomeno viva.
Finnick sospirò, pensando che, no, proprio non si sarebbe mai abituato.
L’odio per Snow, per le sue richieste, per gli Hunger Games crebbe in lui e sentì subito i muscoli tendersi, pronti a combattere, pronti a liberarsi di quell’ingiustizia. Pronti anche a morire per una vita libera.
Bastò un tocco per farlo rilassare. Sentì due esili braccia che gli circondavano la vita e un peso sulla spalla. Alzò cautamente il capo e sorrise, distendendo le braccia e accogliendo l’amica in un abbraccio consolatorio.
Annie assaporò a pieni polmoni la brezza marina e osservò lo specchio di cielo rosato increspato dalle onde.
“Lo sai, Fin, che il sole muore e rinasce ogni giorno?”disse, abbandonandosi alla contemplazione del tramonto.
Il giovane uomo aggrottò le sopracciglia in un’espressione confusa. “Sì, Annie, certo che lo so”
“Tutti però lo danno per scontato. Tutti danno per scontato che il sole rinasca” continuò lei, sistemandosi meglio tra le braccia muscolose dell’amico “Secondo te perché rinasce?” domandò, accarezzando lievemente e innocentemente la gamba di Finnick, che rabbrividì impercettibilmente.
Si trovava a disagio, quando Annie iniziava a dire e domandare cosa senza senso, quesiti che una qualunque altra persona non avrebbe mai nemmeno pensato. Però lo rilassava. La sua presenza, lo rilassava parecchio, e in più, spesso, i discorsi diventavano così strambi da strappargli una risata. Quindi cercava sempre di assecondarla.
“Perché è importante” rispose, stringendola quasi d’istinto quando una folata di vento più freddo scompigliò ad entrambi i capelli.
Annie parve rifletterci un attimo, poi si slegò dalla sua presa e lo fissò negli occhi, seria. Inclinò da un lato la testa e l’espressione gli ricordò quella di un bimbo curioso.
“Quindi, se tu dovessi morire, rinasceresti il giorno successivo?”
Il volto abbronzato di Finnick si deformò in una smorfia perplessa. “Io non sono il sole, Annie”
“Lo so, ma sei importante” rispose lei con ovvietà.
Un sorriso affettuoso si disegnò sulle labbra del giovane Odair. “Non sono certamente importante come il sole, An” controbatté modesto, felice di potersi mostrare per quel che era almeno con una persona.
Perché Finnick non era arrogante, non si credeva un dio e il suo ego era perfettamente nella norma. Snow e tutta Capitol City, con l’aiuto degli Hunger Games, avevano creato un’immagine di lui, che non era quella reale. E lui era costretto a fingere per amor della sua famiglia e dei suoi amici. Ma non poteva fingere con Annie.
“Lo sei per me”
La schiettezza di quelle parole fu come un secchio di ghiaccio sulla schiena. Annie lo guardava con una sicurezza e con un sguardo completamente privo di vergogna, che quasi si sentì imbarazzato.
Le sue guance si imporporarono e il sorriso divenne più grande. Lentamente si avvicinò a lei e le accarezzò dolcemente i capelli.
Depositò un bacio sulla sua fronte e si alzò, porgendole successivamente una mano.
“Anche tu lo sei per me, Annie” sussurrò, mentre insieme si dirigevano verso il Victor’s Village, consapevoli entrambi di poter contare sempre l’uno sull’altra.


 

***

 

NdA2: Hullo!
Innanzi tutto, grazie per essere arrivati fin qui!
Amo la coppia Finnick e Annie con tutto il mio cuore,
quindi ho deciso di dedicare loro la mia prima FF su Hunger Games.
Questa storia partecipa al concorso "[Hunger Games] Behind the Scenes – Missing Moments Contest" di Rowizyx.
Infine, sappiate che non mi dispiacerebbe affatto leggere i vostri pareri in una recensione.  :)
Baci,

Callie.

  
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