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Autore: sofcwrites    11/07/2012    1 recensioni
Pensieri di Bulma, Trunks e Vegeta nelle puntate 238 e 239 di Dragon Ball Z. Forse un po' OOC.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL DESIDERIO DI RIVEDERE I PROPRI CARI


La storia è situata negli episodi 238 e 239, è vista da tre punti di vista diversi, prima Bulma, poi Trunks ed infine l’orgoglioso Vegeta.
Gli altri non potevano capire cosa io provassi, eppure dopo quella fitta al cuore mi resi conto cosa era effettivamente successo a Vegeta. Capii la gravità della situazione: era morto.
Non potevo ancora confidare agli altri cioè che avevo percepito attraverso il legame che negli anni si era creato tra me e lui, però si notava l’angoscia sul mio viso,
l’angoscia di chi aveva visto un proprio caro morire. Credo che solo Yamcha capì a cosa pensavo, d'altronde quel tipo di legame ce l’avevo avuto anche con lui
e poteva capire i miei pensieri proprio come ne sarebbe capace Vegeta, ma lui ormai è morto, ne sono sicura. Ebbi la conferma quando, al palazzo del Supremo Goku lo confessò anche a tutti gli altri,
e lì non potei che esplodere in un pianto di lacrime, urlando il suo nome ai quattro venti come se cioè lo riportasse in vita, e mi chiedo se lui mi senta e cosa pensi di me.
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Mi resi conto un po’ tardi di essere svenuto. Tra l’altro a causa di mio padre, ma non mi stupivo per quello. Mi stupivo per l’abbraccio caloroso, il simbolo di affetto, il suo sacrificio.
Non ero sicuro che stesse bene, mio padre non aveva mai fatto gesti simili, non aveva mai provato a portarmi in salvo da qualcosa, di solito diceva che dovevo imparare a cavarmela da solo.
Ma quella volta no, quella volta mio padre si trasformò da genitore indifferente a papà affettuoso premuroso ed eroico. Non avevo mai immaginato che mio padre potesse avere una faccia nascosta,
anche se mia madre continuava a ripetermelo. Speravo che lui potesse sentirmi così da sapere cosa significava lui per me e quanto gli volevo bene.
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Ecco. Dopo aver finalmente dato un po’ di affetto al mio unico figlio ero pronto per andarmene con la pace nel cuore, pur sapendo che non avrei più visto ne lui ne la mia Bulma,
che tanto mi aveva amato negli anni trascorsi insieme. Dopo tutte le anime che avevo eliminato durante la mia vita non sarei di sicuro finito in Paradiso, invece fu così.
Il mio sacrificio servì per garantirmi un posto migliore ma non avrei comunque mai più visto la mia famiglia e, dovevo ammetterlo, ne sarei stato triste.
Quando arrivai in Paradiso mi chiesero se avevo delle persone care giù nella Terra, annuii a malincuore. Re Kaio mi informò che potevo sentire i loro pensieri da quassù,
mi scappò un sorrisetto di conquista. Vidi Trunks ancora svenuto dal colpo che gli avevo inflitto, poi pensai a Bulma, lessi i suoi pensieri, sentii la sua angoscia nel sapere di avermi perso
e vidi il suo pianto disperato al palazzo del Supremo quando ebbe la conferma dei fatti appena accaduti. Non potei che intristirmi alla vista di quel pianto, non mi ero reso conto
che mi amasse a tal punto….e non mi ero reso conto di amarla così tanto anch’io. Mi sfuggì una lacrima che scese calda lungo la mia guancia sinistra e vidi Re Kaio stupito per la mia reazione.
Volevo parlare con lei, rivederla, abbracciarla per un’ultima volta. Purtroppo non mi diedero il permesso, era vietato. Però io la desideravo.
Re Kaio mi concese di andare in visita per un giorno da fantasma sulla Terra, nessuno mi avrebbe visto ma io avrei visto tutto e tutti.
Arrivai di notte e vidi Bulma ancora in preda alla rabbia e alla tristezza per la mia morte, teneva in mano la mia foto, quella che teneva sempre sul comodino.
Piangeva come una bambina, guardava la mia foto e piangeva: era veramente triste. Le parlai, le dissi che l’amavo, che volevo stare lì con lei, ma non potevo.
Lei sicuramente non poteva sentirmi ma sembrò calmarsi al suono silenzioso delle mie parole. Lei è sempre stata il mio punto debole e il mio punto di forza.
Ad un certo punto vidi Trunks svegliarsi dal brutto colpo, pensava a suo padre come un eroe ed io ne ero orgoglioso, come ero orgoglioso per ogni cosa che potesse derivare dal mio stesso sangue:
il sangue del principe dei Sayan. Ma con lui era una cosa speciale, mi definì eroico. Piansi per la seconda volta ed un’altra lacrima mi scese lungo la stessa guancia.
Stavo proprio diventando un sentimentalone, in quel momento non desideravo altro che rivedere la mia Bulma ed il piccolo, ma allo stesso tempo molto maturo, Trunks. 
Non potevo che andare fiero della mia amata famiglia.
   
 
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