Fanfic su artisti musicali > Big Bang
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Autore: XxSoniaxX    11/07/2012    3 recensioni
Ogni essere umano nella propria vita è costretto a subire qualche colpo di scena, per Myu la scoperta del passato, del tradimento del padre nei confronti della madre fu un vero e proprio shock, tanto quanto la scoperta di avere un fratello nascosto.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima FF sui Big Bang spero vi piaccia! :)

Ps: Mi chiamo Sonia ho 19 anni e sono di Genova, conosco i BB da poco ma lì ho amati fin da subito!

 

****************

 

Lacrime, nient'altro che acqua salata uscita dai miei occhi, il cuscino ne fu strapieno tanto da iniziare ad inumidirsi, credevo che la famiglia Ree vantasse del fatto di essere una famiglia sempre unita, eppure bastò così poco per spezzarla come un ramo.


Lasciai che le urla dei miei genitori straziassero l'aria in questa ormai inutile casa, non compresi il perchè mio padre dopo 24 anni se ne uscì con la storia del tradimento, non credevo neanche fosse possibile.


Eppure lo disse per filo e per segno, seduto sulla poltrona della sala proprio di fronte ai miei occhi e a quelli di mia madre, uno dei suoi soliti viaggi di lavoro, di ritorno nel suo paese natio in Corea del Sud, l'incontro con una donna e il fatidico tradimento.


Riuscii malapena a guardarlo, mentre mia madre rimase per qualche minuto in silenzio a guardare il nulla, poi sentii la necessità di scappare da quell'uomo che per tutto questo tempo aveva mentito all'amore di mia mamma e alla fiducia di sua figlia.


Non volevo sapere nient'altro, solo andare via da questa spregievole situazione ormai creatasi, ciò che ne poteva essere di mio padre non mi importava, non volevo più vederlo nella mia vita.


Le urla cessarono e così anche le mie lacrime, delusa, ferita, come una presa in giro così tanto pesante da innescare dentro di me una bomba pronta ad esplodere, poi sentii un sussurro provenire dalla sala, < un figlio? > disse la voce ormai addolorata di mia madre.


Sgranai gli occhi, non potevo credere a quella eslamazione, distesi le braccia sul materasso, sistemai i lunghi capelli castani dietro la testa e lentamente portai la schiena diritta.


L'unica cosa che ormai percepii, fu il rumore leggero della porta d'ingresso che si chiuse dal di fuori, varcai la soglia di camera mia ritrovandomi così nel piccolo corridoio sporgente nella sala, < l'hai buttato fuori? > domandai con voce rauca a mia madre, la vidi girarsi con occhi lucidi e quei capelli ricci tinti di rosso erano ormai spettinati in ogni lato, < cosa avrei dovuto fare Myu? >, < hai fatto bene mamma > esclamai particolarmente agitata.


Entrambe ci sedemmo nei piccoli divanetti posti nel salone, < non ho mai dubitato di tuo padre, anche quando era lontano in viaggio chissà dove; e adesso guarda, tutto rovinato > lasciai sfogare mia madre e il suo povero animo distrutto, < ha fatto perfino un figlio con quella donna >, < un figlio? aspetta quindi io avrei un fratello? > mi alzai di scatto, < si, un certo Jiyong della famiglia Kwon > misi le mani sulla testa ed iniziai a vagare per la casa, < questo ragazzo sa della mia esistenza? > domandai scettica, < è a conoscenza di suo padre ma di te non credo >.


Adesso che sapevo tutto, dovevo trovare un modo anche io per sfogarmi e pur di non mettere sotto sopra la camera, uscii per le vie di Milano e andai a trovare la mia amica Stefy.


A malapena riuscii a spiegare la mia situazione, a fatica trattenevo le lacrime e il coraggio di non buttarmi sotto un ponte, < cavolo Myu questa è davvero pesante, mi dispiace così tanto > feci cenno con la testa come per dire "tranquilla non preoccuparti" ma a dire il vero non riuscivo a smettere di singhiozzare, < adesso cosa farai, ti metterai in contatto con questo tuo fratellastro? >, < no > esclamai spaventata.


Anche se ero già stata a Seul per via dei miei nonni paterni, dopo ciò non avrei mai più messo piede in quella città, anche se ne ero perdutamente innamorata.
Il giorno dopo mi sveglia in preda al panico, l'incubo della notte mi aveva causato non poco shok, io che rincorrevo quel bambino coreano chiamandolo "fratellino", iniziò a darmi sui nervi.


Durante i giorni seguenti la situazione non migliorò, anzi nella mia testa vagava sempre l'immagine di mio padre nelle braccia di un altra donna, anche se trascorrevo la maggior parte nel tempo ad aiutare mia madre in negozio, entrambe eravamo come assenti con la mente rivolta ai mille pensieri.


Mentre l'ultima cliente del giorno portava via il suo bel mazzo di fiori, mia madre si avvicinò a me con cautela, < io ti capisco tesoro > cercai di decifrare il messaggio, < che cosa mamma? che penso che mio padre sia uno sfascia famiglie? > sboffonchiai, < no mi riferivo alla tua curiosità di sapere com'è tuo fratello > mi alterai, < ma anche no > o forse si. Ricevetti un piccolo sorriso di conforto da mia madre, in quel momento compresi la realtà, volevo vedere il viso del mio fratellastro, vedere se in qualche modo eravamo uguali, conoscere la sua vita e per almeno una volta  pensare di non essere più l'unica figlia della mia famiglia. 
 

  
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