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Autore: Angel Selphie    26/01/2007    4 recensioni
Mi sono divertita ad immaginare quello che potrebbe essere accaduto dopo la puntata “Sfida sul Lago Bajkal”, della prima serie di Beyblade!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Hiwatari, Rei Kon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rifacimento del finale della puntata “Sfida sul Lago Bajkal”, con il punto di vista di Rei…è ovviamente una shounen-ai Kei x Rei…dubbi?


Sfida sul Lago Bajkal: quello che accadde dopo...

Sono quasi le otto e Kei non è ancora rientrato in albergo…quel ragazzo mi preoccupa! Domani c’è anche la prima gara del mondiale, e abbiamo bisogno di lui…IO ho bisogno di lui. Perché? Dopo quello che ci ha fatto non dovrei neanche perdere tempo con lui ma…c’è sempre un “ma”. Infatti…dopo aver visto le lacrime che ha versato, dopo aver sofferto per la sua rassegnazione ad una morte certa, dopo essermi accorto che per una volta tanto ha lasciato cadere la maschera, rendendosi vulnerabile…no, è più forte di me, non ce la faccio a rimanere impassibile. Lo so, non dovrei perdonarlo, ed ero deciso a non farlo, ma il Kei che ho visto oggi, il vero Kei, mi ha fatto cambiare idea. Quando l’ho visto sprofondare lentamente nel lago ghiacciato, avrei voluto buttarmi con lui, salvarlo o essere trascinato giù nel nero abisso. E quando finalmente siamo riusciti a trarlo in salvo lo avrei dapprima picchiato, e poi abbracciato talmente forte da levargli il respiro.
Oh, bussano alla porta…Stancamente mi alzo dal letto su cui ero seduto e mi dirigo verso l’uscio. Sarà sicuramente il Professor K che mi chiama per cena, anche se non ho voglia di scendere. Prima di aprire il battente, getto una rapida occhiata al letto vuoto, quello di Kei…tornerà mai indietro? A detto di dover sistemare una faccenda, ma quanto ci metterà? La risposta mi arriva poco dopo, quando me lo ritrovo davanti, appoggiato con aria distrutta allo stipite della porta. È più pallido del solito, e sta tremando come una foglia. Ha anche le labbra blu…deve aver preso tanto di quel freddo, ‘sto scemo…è senza cappotto! Beh, senza indugiare lo accompagno dentro sorreggendolo, visto che non ha la forza di tenersi sulle gambe.
-Sei impazzito?- gli chiedo quasi urlando.
Non vorrei gridare, ma mi fa troppo preoccupare, e io non voglio vederlo star male.
-Tutto ok…- mormora lui, tirando su col naso.
-Vado a prepararti un bel bagno caldo, capito? Tu stenditi e non ti muovere dal letto, ok?-
-Non sei mia madre, piantala!- grugnisce, scorbutico come sempre.
-Scusami tanto se sono in pena per te!!!-
-Nessuno te lo ha chiesto. E poi non ti serve a nulla fingere. Tanto lo so che siete ancora incazzati con me!- ribatte acidamente.
-Nessuno di noi è incavolato, anzi! Siamo tutti felicissimi che tu abbia finalmente capito ciò che è giusto!-
-Hn…- è il suo ultimo commento.
Ed io, idiota, al posto di offendermi e di lasciare che si arrangi, corro a prendergli una coperta e gliela poso sulle spalle, perché la smetta di battere i denti, al che lui mi guarda e accenna un sorriso…ed è qualcosa di stupendo, non è solo un movimento delle labbra, ma anche i suoi occhi brillano di una luce diversa. Il mio cuore sta accelerando rapidamente i battiti, devo smetterla di fissarlo, perché se non lo facessi potrei anche baciarlo all’istante.
-Sei un baka, Rei…- sghignazza, stringendosi nel plaid.
-Perché?-
-Perché più io ti tratto male, più tu ti preoccupi per me. Sei proprio strano…-
Beh, è piuttosto tardi, e devo preparargli la vasca, così prima di sparire dietro la porta del bagno gli faccio una linguaccia. Poi, una volta dentro, apro i rubinetti e doso l’acqua in maniera che sia bella calda. Quando poi la vasca è quasi piena, ci butto dentro un bel po’ di bagnoschiuma profumato, preparo gli asciugamani e sistemo il tappetino. Controllo che anche l’accappatoio sia al suo posto, e infine torno in stanza per chiamarlo.
È steso sul letto, con gli occhi chiusi…sembra che stia dormendo, ed è talmente carino, piccolo e indifeso…finalmente dimostra la sua vera età, e non gioca a fare il ragazzo più grande. Mi si stringe il cuore al pensiero di doverlo svegliare, ma non posso fare altrimenti: ho già preparato l’acqua per il bagno! Così mi avvicino a lui, e lo scuoto leggermente per una spalla. Sono costretto a ripetere l’operazione un paio di volte, prima che si degni di aprire gli occhi, ancora mezzo addormentato.
-Che ore sono?- mi domanda sbadigliando.
-Sono le otto passate. Ti ho preparato il bagno, ma ti conviene muoverti prima che l’acqua si geli!- gli intimo.
-Va bene…- mormora lui, alzandosi con lentezza quasi esasperante e togliendosi la coperta dalle spalle.
Senza pronunciare altre parole, si chiude nella toilette, mentre io riordino un pochino il letto, che è completamente disfatto. E nel frattempo mi chiedo cosa avesse Kei di così importante da fare al monastero, che conti dovesse regolare…chissà cos’è successo?!? Beh, non ha senso che stia lì a rimuginarci sopra, perché tanto quello scorbutico non me lo dirà mai. Certo che…ci sono letteralmente rimasto da merda quando l’ho visto all’amichevole. Mi sono sentito come se l’intera galassia avesse deciso, improvvisamente, di cadermi addosso. Insomma, io mi fidavo di Kei, e poi lui stava cambiando, maturando, era diventato più aperto e disponibile. Quanto ho pianto dopo quella partita! Mi sono chiuso qui e non sono uscito né per pranzo né tantomeno a cena. Per fortuna è tutto finito! Adesso nessun Black Dranzer e nessun monaco pazzo in stile Borkov riusciranno a far allontanare il mio amico dal nostro gruppo e da me…gli voglio troppo bene, e giuro che non permetterò mai più che possa accadere un altro episodio come questo.
Riordinando, trovo la sciarpa di Kei abbandonata a se stessa sul suo letto. Beh, lì non la lascio di certo, così la prendo per piegarla…caspita! È morbidissima, sembra fatta di seta…eh eh, certo che il mio amico si tratta bene. Però, mi fa un effetto strano stringere tra le mani qualcosa di suo…lui, che è così geloso delle sue cose…c’è da sperare che non esca adesso dal suo “ritiro spirituale”, altrimenti rischio di prenderle di santa ragione. Svelto, appoggio la sciarpa piegata su una poltroncina, e proprio in quel mentre la porta del bagno si apre: ne esce un Kei tutto bagnato, con i capelli scomposti, avvolto da un accappatoio di spugna bianca.
Per la decima volta nell’arco di un’ora rimango letteralmente a bocca aperta: dire che è stupendo vuol dire sminuire la sua reale bellezza. Non so come definirlo…un angelo nero è quello che più gli si avvicina, ma è comunque troppo poco…
Abbacinato, lo fisso ancora un po’…dannazione, devo anche essere arrossito, me lo sento! A questo punto, visto che non mi viene in mente nulla di intelligente da dire, sarà il caso che mi metta a pensare alla cena.
-Kei…mi chiedevo se hai voglia di scendere giù nella sala a pranzo…Se non te la senti ti capisco, non importa…-
-Infatti…non ho voglia di andare dagli altri…non saprei come comportarmi…per questa sera preferisco rimanere qui…- mi dice, balbettando un po’.
-Allora resto qui anch’io!-
-Non devi sentirti obbligato!- afferma, un po’ stizzito.
-Non mi sento affatto obbligato, e se volessi me ne andrei con gli altri e ti lascerei qui da solo! Lo faccio solo perché ho voglia di restare in camera…con te…- mi scappa detto, e di nuovo le mie guance vanno a fuoco.
-Grazie, cinese!-
Uffa potrebbe almeno sprecarsi a chiamarmi per nome, no? Tuttavia non voglio badare a questo particolare, non ho voglia di litigare. Desidero soltanto che stia bene, a suo agio.
-Allora, se la metti così…vado a prendere qualcosa da sgranocchiare…ti va?-
Silenzio.
-Kei…che c’è? Perché non mi rispondi?-
Un singulto.
Mi avvicino a lui, che se ne sta seduto sul suo letto, e lo guardo in viso. Calde lacrime gli solcano le guance, ha gli occhi gonfi e un’espressione tristissima.
-Kei, ma tu…stai piangendo!-
Non dice nulla, ma si butta fra le mie braccia, singhiozzando come un bambino. Adesso anche i miei occhi cominciano a pizzicare, così nascondo il viso nell’incavo della sua spalla. È bellissimo stare così, a contatto con la sua pelle bagnata che profuma di fiori, mentre ciocche argentee mi solleticano appena il collo. E così adesso siamo in due a piangere, liberandoci del dolore, consolandoci e donandoci un affetto che non credevamo di provare. Beh, forse facendo così non lo sto aiutando tanto, ma ho bisogno di sfogarmi, dopo tutta la paura.
-Rei…-
-Sì?-
-Ho tanta paura…adesso nulla sarà più come prima! E se gli altri non mi volessero più? Se TU non mi volessi più? Rei…restiamo così, restiamo per sempre così…-
-Kei…io…ho temuto che te ne fossi veramente andato, ho passata giorni tremendi, chiedendomi come avrei fatto senza di te, senza vederti, parlarti, con la consapevolezza che eri diventato un nemico…-
-Potrà mai tornare tutto come prima?-
-Sì, gli altri ti vogliono bene, IO ti voglio bene…ti amo, Kei…-
-Rei…da quanto…è da tanto che spero di sentirtelo dire…io non avrei mai avuto il coraggio, mai…ma tu…io…noi…ti amo anch’io, baka!-
Le lacrime aumentano…sono talmente tante che ho paura di prosciugarmi, ed è talmente bello essere qui, tra le braccia della persona che amo, mentre questa mi asciuga gli occhi, prima di depositare sulle mie labbra il bacio più dolce della mia intera esistenza.
Non so per quanto rimaniamo avvinghiati così…potrebbero essere secondi, come anche ore…so che dopo, quando ci separiamo, se ne esce con uno dei suoi soliti commentini acidi.
-Per fortuna che ero io ad aver bisogno di essere consolato!-
-Taci, scemo! In fondo ho fatto anch’io la mia parte!- lo rimbecco, abbracciandolo più forte.
-Te lo concedo, perché mi sento buono, angioletto mio. Sei un tesoro.-
E detto questo mi bacia in fronte, prima di condurmi verso il letto, dove entrambi ci stendiamo sotto le coperte, stretti l’uno all’altro con il proposito di non separarci più. In breve sento il sonno aleggiare nell’aria, ma ho voglia di parlare un altro po’ prima di addormentarmi.
-Kei…-
-Cosa c’è, baka?-
-Mi prometti che non mi lascerai mai più?-
-E perché mai dovrei? Adesso che ti ho accanto a me, nulla ci separerà, capito bene, cucciolo?-
Annuisco piano, godendomi il calore e l’atmosfera magica che si è creata attorno a noi.
-E mi prometti anche che mi amerai per sempre?-
-Cosa? Per sempre? E chi ti sopporta, fino alla fine dell’eternità?-
-Beh, grazie, sai?-
-Scherzavo! Ti amerò fino a che lo vorrai!-
-Allora temo per te che sarà un periodo mooooooooolto lungo!- dico ridendo.
Kei non risponde nulla, si limita a baciarmi dolcemente sulla bocca, prima di scivolare assieme a me nel mondo dei sogni.


Fine

  
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