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Autore: Angel Selphie    26/01/2007    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Squall si dichiarasse alla persona amata mediante una lettera? [SeiferxSquall]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mwahhaaaaaahhahahahhaahh (risata sguaiata!)! Come ve la passate? Bene? Male? Da vomito? Beh, non che siano affari miei, dopotutto! Scusate, dovrei settare la Deficiente mode off, ma non ne ho voglia! Troppo complicato! =P
Bene, vorrei non dovermi dilungare, ma mi tocca, quindi preparatevi! Questa storia è ambientata nel bellissimo mondo di Final Fantasy 8! Ovviamente si tratta di shounen-ai…mwahahahahahhaaahahh! Che beota che sono! Vabbè, che stavo dicendo? Ah, sì…W SETO KAIBA…ehm…no…mi sa che mi sono sbagliata! Palle! Prima di perdere il cervello, stavo dicendo che ‘sta benedetta fic su Final Fantasy 8 è una…no, non ve lo dico…ma sì, dai…una Squall x Seifer!!!! Che trovata originale, non è vero? =P Naturalmente è ambientata dopo la sconfitta di Artemisia…solo che non avendo finito il gioco, non so se Seifer torna con gli altri oppure no…beh, visto che l’autrice sono io, decido che è tornato al Garden, e che è pure diventato SeeD! Detto questo non mi pare il caso di aggiungere altro! Buona lettura a tutti!
Selphie, the Angel of Darkness


Una lettera d’amore

Caro Seifer,
prima di gettare questa lettera nel cestino, vorrei pregarti di leggerla fino alla fine. Già ti immagino comodamente spaparanzato su una poltrona nella tua stanza, con la mia lettera in mano e una sigaretta in bocca, mentre ridi della mia cronica stupidità. E quando avrai finito di scompisciarti, appallottolerai questo misero foglio di carta e spegnerai la tua cicca nel posacenere…a proposito di sigarette, mi chiedo perché da quando sei tornato non fai altro che accendertene una dopo l’altra. È una cosa che mi dà un fastidio terribile, non tanto per una mia personale avversione per il tabacco, quanto più per il fatto che sono cosciente che ogni boccata di fumo che aspiri è un piccolo pezzetto della tua vita che se ne va. Dovrei farmi i fatti miei, ma non sopporto di stare a vedere che ti fai del male, senza poter far niente per fermarti, conscio del fatto che mi rideresti in faccia. Non mi piace vederti soffrire, e anche se per te fumare non è certo una sofferenza, lo è per me, che so quali effetti negativi causa il fumo. Ma non ho certo cominciato a scrivere con l’intenzione di creare un saggio sugli effetti nocivi della nicotina, e se continuo di questo passo rischio di perdere il filo del mio discorso, che mi sono preparato tanto faticosamente.
A questo punto credo proprio che ti starai chiedendo il motivo della mia missiva. Beh…il fatto è che a parole non sono molto bravo, e ho pensato che a scriverlo mi sarei sentito più a mio agio…
Ti amo, Seifer!
Non ridere, non è uno scherzo. Fin da quando ti ho visto per la prima volta mi sei piaciuto. La tua impassibilità, l’alone ghiacciato che ti difendeva dal mondo, la tua superbia, la tua arroganza, ma anche la tua determinazione, la tua forza…sono solo alcune delle cose che mi hanno fatto innamorare di te, dei tuoi meravigliosi occhi, più lucenti di due acquemarine, dello stesso colore del mare, dei tuoi capelli biondi, del tuo sorrisino sardonico…era bellissimo vederti camminare per i corridoi del Garden, con il tuo Gunblade sempre in mano, mentre il soprabito candido che indossi da sempre svolazzava leggero ad ogni tuo anche minimo movimento. La tua bellezza mi incanta, il tuo comportamento mi affascina, e da stupido non ho mai avuto il coraggio di dirti niente, per paura che tu potessi giudicarmi, e per paura che quelle persone che, sfidando il mio caratteraccio, si erano avvicinate a me potessero allontanarsi. Vivevo felice, camminavo su soffici nuvolette rosa fatte di speranze e sogni, fino a quel maledetto giorno in cui te ne sei andato con la Strega, inghiottito da una parete bianca e fredda come neve.
Da quel punto per me è cominciato l’inferno. Sapere che ti eri schierato dalla parte del nemico, che ERI il nemico, e che alla fine solo uno di noi due sarebbe uscito vincitore mi atterriva. Io avrei dovuto ucciderti, fare del male a colui che amavo. Non sai quante sere ho passato a piangere abbracciando il cuscino, e chiedendomi se tutto ciò era giusto, arrabbiandomi con Dio perché non capivo perché la mia vita dovesse essere costellata di sofferenze.
Il mio target…solo questo avresti dovuto essere per me, e invece ogni volta che combattevo contro di te, che la lama della mia arma si macchiava del tuo sangue, era come se quella stessa lama mi straziasse il cuore. Ma dovevo essere forte, o per lo meno fingere di esserlo. Non potevo dimostrarmi debole proprio io, il nuovo comandante del Garden di Balamb.
E ora è passato un anno, tu sei tornato, ed io…io non so se devo essere felice o cos’altro. Da quando sei di nuovo fra noi, ti comporti ancora più freddamente di prima. Posso immaginare cosa voglia dire per te far ritorno in un luogo dove tutti ti considerano un traditore, ma la tua glacialità mi fa male, tanto, troppo…non so, mi sento così stupido, stando qui a scrivere queste cose di cui probabilmente non ti importerà mai nulla, ma voglio che tu sappia ancora un cosa: sono con te, non ti considero né un traditore né altro del genere. Per me eri, sei e sempre sarai Seifer, la mia antitesi, il mio mondo, quell’idiota che mi ha lasciato un segno indelebile sia sulla fronte che nel cuore.
Beh…non so che altro dire. Ah, soltanto un’ultima cosa: se mi vuoi, sai dove trovarmi.
Ti amo.
Per sempre tuo,
Squall

Squall rilesse la lettera con attenzione. Sì, poteva andare. Trasse un respiro profondo: adesso doveva trovare il coraggio di andarla a consegnare al destinatario. Non sapeva come avrebbe fatto a guardare ancora Seifer negli occhi, se questo avesse rifiutato i suoi sentimenti, né aveva la più pallida idea di come avvicinarlo per consegnargli la missiva, e con quella, anche il suo cuore, sperando che non lo stracciasse in tanti piccoli pezzettini come, ne era certo, avrebbe fatto con quel foglio di carta.
Si sentiva particolarmente scemo: si stava facendo dei problemi come un ragazzino inesperto quando, invece, era ormai prossimo ai diciotto anni. Tuttavia, come diceva Quistis, per certe cose lui rimaneva comunque un bambino. Con un sospiro si passò una mano tra i capelli, ravviandoli. Così facendo, quasi inconsciamente, le sue dita incontrarono la fantomatica cicatrice. Il pensiero del ragazzo corse immediatamente a quel giorno di quasi due anni prima. Lui era stato costretto da Quis a fare un training con il suo più acerrimo rivale, nonché suo amore segreto. Si erano recati in un posticino isolato, nella pianura di Arkland, e lì ci avevano dato dentro a suon di magie e fendenti di Gunblade. Per quanto lui tentasse di eguagliarlo, Seifer si era comunque dimostrato più abile, e proprio nel vivo della battaglia lo aveva atterrato con un Fire, per poi colpirlo alla fronte con la sua invincibile arma. Da quel giorno, il segno di quella battaglia era rimasto impresso sul suo volto, e così sarebbe stato per sempre.
Squall si riscosse. Doveva andare a cercare Rinoa. Lei era un’esperta in campo sentimentale, e sicuramente avrebbe saputo consigliarlo bene. Sorrise: erano stati insieme per un breve periodo, poi però lui si era accorto che non stava facendo altro che ingannarsi e così di comune accordo si erano lasciati. Nonostante ciò, erano rimasti in ottimi rapporti, e non era raro che si trovassero in giardino a discutere delle vicende amorose del comandante del Garden. A quanto pareva, anche in questo caso il pomeriggio sarebbe trascorso tra i sospiri rassegnati di Squall e i sorrisi di incoraggiamento di Rinoa.
Il giovane SeeD si riprese da tutto quel groviglio di riflessioni, che comunque non lo avrebbero portato alla soluzione del suo problema. Afferrò la lettera, preventivamente chiusa in una busta immacolata, eccezion fatta per un vistoso “PER SEIFER” scritto in rosso, e poi uscì dalla sua stanza, avventurandosi per i corridoi dell’accademia.


Seifer si accese una sigaretta, e poi si accostò alla finestra che dava su un piccolo giardinetto. Quanto gli era mancato il Garden. Credeva che non vi avrebbe più fatto ritorno. Fortunatamente così non era stato, ed ora se ne stava tranquillo, “a casa”. Purtroppo però i nove decimi degli studenti non lo avevano accolto proprio a braccia aperte. Beh, e come dar loro torto? In fondo aveva fatto un gran bel casino! Ma ora era cambiato, era un ragazzo diverso, e a dimostrarlo era stato il suo esame per diventare SeeD, brillantemente superato. Ora era un soldato d’élite alla pari di Squall, Zell o Quistis. Almeno i suoi vecchi amici stavano dalla sua parte, e di questo era loro davvero grato, tuttavia lo infastidiva camminare per la scuola, sentendosi puntati addosso migliaia di sguardi curiosi e talvolta disgustati. Per questo si era chiuso in se stesso ancora di più, diventando freddo anche nei confronti dei pochi amici che gli erano rimasti. E in particolar modo nei confronti di un certo Squall Leonhart, il SeeD più taciturno dell’intero Garden. Quel ragazzo…gli provocava un tale scombussolamento interiore. Sapeva di esserne innamorato da sempre, ma non gli si era mai avvicinato, in parte anche per causa della sua fama di bad boy: non voleva rischiare di compromettere quella che già si preannunciava una brillante carriera in campo militare.
Forse la sua cara amica Rinoa avrebbe saputo consigliarlo, smuoverlo un po’: insomma aveva deciso di dire tutto a Squall, di dichiararsi, ma non aveva idea di come. In fondo non aveva mai avuto una storia in vita sua, e sentiva il bisogno di essere guidato. Tratta questa conclusione, uscì dalla sua camera, sbattendo la porta: certe cose lo rendevano troppo nervoso!
Tuttavia ebbe fortuna: incrociò Rinoa quasi subito! La giovane stava tornando dalla biblioteca, con un paio di libri sotto il braccio, e avanzava chiacchierando con una ragazza in uniforme. Il biondino non sapeva se interromperla o meno: il suo problema aveva atteso per anni, ed non sarebbero certo state un paio d’ore a fare la differenza…forse! Cosa fare? Per fortuna fu proprio la ragazza mora ad accorgersi della presenza dell’amico, e dopo essersi congedata dalla sua accompagnatrice, gli si avvicinò con un sorriso.
-Buongiorno Seifer! Qualcosa non va? Hai un’aria parecchio abbattuta! Posso aiutarti?-
-Ciao Rinoa! Mi trovi proprio così messo male?-
-Beh, diciamo pure che hai visto tempo migliori!-
-Come darti torto…-
-Possibile che ci sia qualcosa che riesce a preoccuparti così tanto?-
-Uhm…hai presente certe…questioni di cuore?-
-Problemi con una donzella?-
-Non scherzare! Non è propriamente ciò che si definisce donzella…l’espressione più corretta è iceberg ambulante!-
-Spiegati!-
-Occhi celesti, capelli color cioccolata, cicatrice sulla fronte…non ti viene in mente proprio nessuno?-
-SQUALL????-
-Shhh! Non serve che lo sappia tutto il Garden!-
-Scusa! Mi è sfuggito! ;-P-
Rinoa era rimasta letteralmente spiazzata da quella rivelazione. Certo, da ormai sei mesi era a conoscenza dei sentimenti che il comandante nutriva nei confronti di un certo ragazzo biondo molto problematico, ma non credeva che anche lui…oh, insomma! E adesso cosa doveva fare? Di certo Squall non si sarebbe mai mosso da solo. Forse raccontare tutto a Seifer era una buona idea. Chissà che dando a quei due una spintarella le cose non si sistemassero da sé…Però era altrettanto vero che ormai erano entrambi diciottenni, e avrebbero potuto anche cavarsela da soli, e che diamine! Sì, sì! Non avrebbe aperto bocca riguardo a quella faccenda, si sarebbe limitata a dare consigli…altrimenti quei due non sarebbero mai cresciuti.
-Vieni Seifer! Andiamo a parlarne in giardino, ti va?-


Squall girava per il Garden come un’anima in pena. Era da quasi un’ora che andava avanti e indietro, cercando la sua amica, ma di lei non c’era nessuna traccia. Accidenti! E ora cosa poteva fare? Voleva consegnare la lettera al destinatario entro sera, più che altro per levarsi quel peso dal cuore e andare a dormire un pochino più tranquillo, quindi, non essendo riuscito a farsi dare consigli, avrebbe agito a modo suo, magari infilando la busta sotto la porta della camera dell’amato. Nah, era un metodo subdolo, da codardi. Consegnargliela di persona, quella era la cosa migliore. Ma come controllare l’emozione? Certo, se avesse guardato LUI negli occhi, sarebbe certamente arrossito, e allora il caro Seifer avrebbe capito tutto quanto, e gli avrebbe fatto una bella risata in faccia. E allora? Fare una figuraccia per dimostrarsi coraggiosi, o evitarla ricorrendo ad un metodo ipocrita?
Non ebbe il tempo di rispondersi, perché una mano sulla spalla lo fece trasalire. Si voltò per capire chi lo avesse avvicinato, e davanti a lui trovò Quistis. Quistis…QUISTIS! Lo avrebbe aiutato lei!
-Ehi Squall! Non si saluta più?-
-Ah, Quis! Scusami, non ti avevo vista!-
-Sarà meglio per te!-
-Ehm, senti…vorrei chiederti una cosa!-
-Dimmi tutto, ti ascolto!-
-Avrei bisogno di un consiglio in campo sentimentale…-
-Squall…mi dispiace dirtelo, ma mi sa che ti sei rivolto alla persona sbagliata! Io nelle faccende di cuore sono sempre stata una frana totale!-
-Ah…-
-Però se vuoi posso sempre provarci!-
-Grazie Quis!-
-Allora, dimmi qual è il problema!-
-C’è una persona, qui al Garden, una persona speciale di cui mi sono innamorato…ho pensato di rivelarmi tramite lettera, perché con le parole non sono mai stato bravo, però non so come fare a fargliela avere…-
-E chissà chi è questa persona misteriosa…- sorrise Quistis, alludendo alla busta che Squall teneva tra le mani, sulla quale spiccava chiaramente il nome del destinatario.
-Eddai, Quis, non sfottere! Piuttosto, che devo fare?-
-Squall, non so cosa dirti, se non “sii te stesso”! Non forzarti se non te la senti, ma lasciati guidare da quello che ti suggerirà di fare il tuo cuore!-
-Beh…è meglio mettergli la busta sotto la porta o consegnargliela in mano? Tu che faresti?-
-Io…penso che farei uno sforzo, e gliela consegnerei di persona. Ma se non te la senti…-
-NO! Ce la farò! Ho aspettato troppo a lungo, e adesso devo rischiare! Grazie Quis! Ti voglio bene!-
-Anch’io Squall! Vai, adesso, e in bocca al lupo!-
-Crepi!- urlò il comandante, allontanandosi lungo il corridoio.
Non sapeva se sentirsi felice per aver ottenuto delucidazioni, o in ansia per quello che lo attendeva. La sua maledetta timidezza…se così si poteva definire! Infatti non aveva nessun problema quando si trattava di avere a che fare con emeriti sconosciuti, ma se davanti a lui c’era un amico (per non dire altro) allora non gli riusciva di sbloccarsi. Era matematicamente sicuro che avrebbe fatto una figuraccia di quelle bestiali: sarebbe arrossito fin sopra i capelli, avrebbe cominciato a balbettare, e alla fine non ne avrebbe cavato un ragno dal buco. Qui però non poteva permettersi di sbagliare, era come una missione di guerra: se avesse fallito, avrebbe perduto l’unica possibilità di realizzare il suo sogno.
Beh…era giunta l’ora…gli mancava solo di trovare Seifer. Incrociando le dita, riprese la sua frenetica ricerca.


-Bene, signor Almasy! Adesso mi dirai tutto quanto!- cominciò Rinoa, dopo essersi seduta su una panchina nel grazioso giardino dell’accademia.
-Ok, allora…Squall mi piace. Da quando l’ho conosciuto, ho sempre fatto in modo di attirare la sua attenzione. Lui, per mia fortuna, è un tipo che reagisce alle provocazioni, ma d’altra parte a volte è così ingenuo che non capirebbe mai. E se già prima non riuscivo a esprimergli quello che urlava il mio cuore ogni volta che lo vedevo, ora che mi sono chiuso in me stesso ancora di più mi sarà praticamente impossibile. Inutile dire che non posso sperare in una sua prima mossa: non so se gli piaccio, sarei scemo se aspettassi lui!-
-E quindi?-
-Quindi toccherà a me prendere l’iniziativa…ma non so…come fare? Lo avvicino con una scusa e lo bacio all’improvviso?-
-NO! Assolutamente! Rischieresti di essere scambiato per un maniaco!-
-E allora? Devo dirgli personalmente tutto quanto?-
-Beh, sarebbe la scelta più saggia!-
-Ma io non so…insomma, potrebbe non prendermi sul serio!-
-Uhm…è una possibilità da non escludere…ma se non provi non saprai mai, giusto?-
-Sai che ti dico Rinoa? Hai ragione! Non sono un coniglio! Farò vedere a tutti quanto sa essere coraggioso il mitico Seifer Almasy!-
-Sì, e soprattutto modesto, vero?-
-Eh eh…grazie Rinoa!- esclamò il ragazzo biondo, abbracciando l’amica con entusiasmo.
Non immaginava però che Squall, dopo aver cercato dappertutto, fosse arrivato a perlustrare anche il giardino, e che avesse assistito da lontano a tutta la scena.
Il comandante del Garden, infatti, se ne stava in piedi, stringendo convulsamente la busta tra le mani, e guardava la scena che gli si era presentata davanti con gli occhi fuori delle orbite. Ma i dolori cominciarono quando, allo stupore iniziale, si sostituì una feroce fitta al cuore. Che stupido che era stato! Non si era minimamente preoccupato del fatto che forse Seifer aveva la ragazza! Imbecille! Ma possibile che fosse l’unico a intraprendere qualsiasi causa che fosse senza speranza? E poi…era Rinoa quella seduta di fianco a lui! Ma bene! Allora le cose stavano così! Lei lo aveva preso per i fondelli! Sapeva tutto, e sicuramente lo aveva detto al biondino…chissà quante risate si erano fatti, pensando alla sua stupidità cronica!
Bene, era inutile che rimanesse lì impalato. Con uno scatto, Squall gettò a terra la busta e scappò lungo il corridoio, senza nemmeno rendersi conto che stava piangendo come un bambino.
Contemporaneamente Seifer, che non si era accorto di nulla, si era alzato dalla panca.
-Rinoa, io vado! Speriamo in bene!-
-Tranquillo! Al massimo ti dice di no! Ma ti assicuro che io, se fossi in lui, non mi lascerei scappare un’occasione come quella che gli stai offrendo!- lo incoraggiò la giovane, facendo l’occhiolino.
-Eh eh…non credo che sarà così scemo da mandarmi via…o almeno me lo auguro! Vieni anche tu?-
-Per quale motivo? Per farti da terzo incomodo?-
-No, ma…-
-Senti, sei adulto e vaccinato! E adesso, per l’amor del cielo, VAI!-
Senza indugiare oltre, il ragazzo si voltò e si diresse verso l’entrata del giardino, con l’intenzione di cercare il suo pucci. Ma la sua attenzione fu attirata da un qualcosa di bianco che giaceva, stropicciato, sulla pavimentazione. Incuriosito, raccolse il misterioso oggetto, e lo squadrò con attenzione. Si trattava di una lettera sigillata, sul cui dorso era scritto niente popò di meno che il suo nome. La curiosità si impadronì di lui: si infilò in fretta l’oggetto in tasca e corse in camera sua, ansioso di venire a conoscenza del contenuto di quella misteriosa missiva.


Tirò su col naso per la ventesima volta nel giro di pochi minuti. Per quanto lo volesse, non riusciva a bloccare le lacrime. Lo sapeva, in fondo! Aveva fatto male a fidarsi degli altri! Se avesse continuato a vivere nel suo mondo di ghiaccio, in una situazione del genere avrebbe sofferto sicuramente meno. Ma ora che le cose erano cambiate, era inutile rimpiangere il passato. Avrebbe dovuto trovare la forza di andare avanti, senza Seifer, senza Rinoa, senza nessuno che non fosse se stesso. Sospirò, aprendo il secondo pacchetto di fazzolettini di carta. Stava giusto per soffiarsi il naso, quando qualcuno bussò alla porta. Alla primitiva tentazione di fingere di essere fuori, subentrò un filino di curiosità, così si asciugò in fretta e furia gli occhi.
-Avanti!- mormorò, augurandosi di non essere udito.
Sfortunatamente per lui, le sue preghiere non furono esaudite, perché poco dopo sentì la porta aprirsi. Girò la testa, tanto per rendersi conto di chi fosse venuto a scocciarlo, e per poco non svenne. Davanti a lui c’era Seifer, con un sorriso dolcissimo che gli incurvava appena le labbra, e le braccia leggermente allargate, quasi avesse voluto invitarlo ad abbracciarlo.
-Squally…ho letto la lettera!-
-Bene! Mi fa piacere! Sei venuto qui a prenderti gioco di me e dei miei sentimenti?-
-Perché dici questo? Squall, io sono venuto qui solo per dirti che so quello che provi, perché è lo stesso che sento anch’io per te!-
A questo punto il ragazzo moro si alzò in piedi, stizzito.
-Smettila! Finiscila di prendermi in giro! Posso solo immaginare quanto ti stia divertendo adesso. Beh, mi dispiace, ma non permetto a nessuno di usarmi come giocattolo. Sono stato abbastanza chiaro?-
-Perché non mi credi?-
-Perché ti ho visto prima, assieme a Rinoa sulla panchina! Se state assieme per me non è un problema, ma ti prego di non venire a prendermi in giro!-
-Cristo, Squall! Io…io non ti sto prendendo in giro…-
Ma il comandante fece orecchie da mercante, e si voltò dall’altra parte.
-Squall…guardami negli occhi…Squally…-
Nessuna risposta.
-Ah, allora è così! Hai paura, vero? Hai paura di scoprire che ti amo! Ma tu sei fatto così, ti diverti a fare la vittima della situazione! Lanci il sasso e poi nascondi la mano! E intanto di diverti a pensare che il mondo intero ce l’abbia con te! Beh, mi dispiace dirtelo, ma devi crescere Squall! Porco cazzo! Cosa credi, che io non abbia sofferto, forse? Credi che mi piacesse guardarti da lontano, rendendomi conto che con te non avrei mai avuto speranze? Credi che sia stato felice quando ti sei messo con Rinoa? Credi che tutto mi sia sempre scivolato addosso come acqua? Squall, Dio santo, vuoi guardare un po’ più in là del tuo naso? Pensi di essere l’unico ad avere dei problemi? Beh, non è così! E vuoi sapere perché ho iniziato a fumare? Perché le sigarette erano l’unica cosa che riusciva a farmi stare meglio, a farmi dimenticare la tua freddezza, a farmi sentire in pace col mondo! Credimi, lo so che è una cazzata, che sono stato imbecille a cominciare, ma pur di riuscire a smettere di tormentarmi per te sarei stato disposto a qualsiasi cosa! Quindi non fare la vittima, smettila! E se renderti conto di amare qualcuno ti crea di questi problemi, per lo meno non venirmi a illudere, e resta nel tuo brodo!-
Ancora silenzio.
-Per me sei sempre stato un traguardo irraggiungibile, un sogno irrealizzabile, il più nascosto dei miei desideri. Ero convinto che non ti avrei mai avuto, quando ho trovato la tua lettera. E mi sono illuso, povero allocco, ho creduto di avere una chance…e invece mi sono solo scontrato contro un muro di ghiaccio. Però, nonostante tutto, ti amo, e continuerò ad amarti, che ti piaccia o no, signor comandante, perché proprio non mi riesce di odiarti!-
Squall rimase scosso da queste parole piene di angoscia. Seifer aveva ragione. Si comportava da bambino viziato, giocava con i sentimenti altrui…era solo uno sciocco immaturo che non si meritava per niente l’amore di quel ragazzo stupendo che gli stava di fronte, e che nonostante tutto non lo odiava.
-E comunque, non so che idea tu ti sia fatto sul rapporto che c’è fra me e Rinoa, ma ormai dovresti averlo capito che non ci lega altro che amicizia…-
Scemo! Era stato uno scemo! Aveva dubitato di Seifer, il suo Seifer…Si voltò verso di lui, e tenendo lo sguardo fisso al pavimento mormorò un flebile –Scusa…-.
-Perché ti scusi?-
-Per non averti creduto, Seifer. Hai ragione, sono solo uno stupido viziato, però ti prometto che cambierò!-
-Non voglio che tu cambi! Mi piaci esattamente come sei, con tutti i tuoi difetti e i tuoi pregi! Quindi non azzardarti…capito, Squally?-
-Mh…-
-Embè? Che ti prende?-
Seifer non ottenne risposta, perché l’altro lo abbracciò stretto, e nascondendo il viso sul suo petto scoppiò in singhiozzi.
-Squally…-
-Seif, me la dai una possibilità?-
-Guarda, non voglio neanche risponderti! È la domanda più scema che potessi pormi!-
-Devo prenderlo come un sì?-
-Solo se adesso mi dai un bel bacio!-
Il ragazzo moro non aspettava altro. Alzandosi un po’ in punta di piedi posò le sue labbra su quelle del compagno, con una tale dolcezza che il povero Seifer per poco non si sentì mancare. Il suo sogno, il sogno di una vita si era avverato,e lui non poteva che esserne felice. Ne era certo, adesso che si erano ritrovati, lui e Squall sarebbero stati insieme per sempre.


Fine

  
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