Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: lubitina    11/07/2012    0 recensioni
Il cuore di un Saiyan può essere distrutto, ma mai piegato.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve, questa è la mia prima fanfiction, quindi semmai capitasse di leggerla, siate clementi con le recensioni.. ;/ Dai prossimi capitali Gohan inizierà a narrare i suoi ricordi, quindi se volete, seguite ^^ Lubitina


Dovetti ringraziare mia madre, quando iniziai a scrivere. Il poter mettere nero su bianco ciò che si ricorda è un modo, crudele o generoso, di cristallizzare gli eventi. Poterli ripercorrere a piacimento, goderne e ferircisi, per poi tornare a gioire del presente.
Mi chiamo Son Gohan. Sono nato in una solitaria casetta alle pendici del monte Paoz, da una donna di nome Chichi, che mi crebbe con amore e dedizione.  Ed avevo la coda, lunga abbastanza da potermela stringere attorno alla vita, come una scimmia. Una scimmia senza peli, e con lo sguardo innocente di un bambino. Perché sì, a quei tempi lo ero davvero.
Ho visto mio padre morire e tornare in vita ben due volte. Entrambe le volte l’ho pianto, pensando di non poter mai più riemergere dal mare del dolore in cui temevo di inabissarmi.
L’ho visto abbandonarmi volontariamente, assieme a mia madre, per altre due volte, inseguendo chissà quali chimere di forza, così come quando era piccolo inseguiva farfalle.
Se ora potessi parlargli, non so cosa gli direi. Chissà, forse intimamente lo detesto, col suo sguardo calmo e innocente come quello di un bambino, quello che mi aveva costretto a perdere quando ero fin troppo piccolo, ponendomi dinnanzi a orrori che non avrei potuto neanche immaginare, nemmeno nelle peggiori storie che mia madre mi raccontava per farmi addormentare, durante le sue infinite assenze. Ma del resto, è il modo di  amare che i Saiyan hanno scritto nel DNA, che uno strano caso del destino ha voluto compatibile con quello umano. La mia conoscenza ora me lo insegna. 
Quando penso a Goku, la rabbia, anche ora, prende il sopravvento su di me. Non riesco a scriverne senza vedere la mia mano tremare, le vene iniziare a pulsare, e sentir salire quel fin troppo familiare groppo alla gola. Non so neanche perché mai io abbia iniziato a scrivere queste…”memorie”…scrivendo di lui. Forse ne ho profondamente bisogno, tanto quanto lui aveva bisogno di libertà, e solamente quella gli era necessaria. Ma non gli bastava mai. Una sfida era il prologo di un’altra,peggiore e più sanguinosa, e stillava sempre sangue non suo. Ecco, l’ho detto. L’ho odiato come padre, ammirato come eroe. Coraggio, disprezzo della morte, del suo eterno ciclo, della sua ineluttabilità, c’erano in lui, che neanche ne conosceva il significato. Chissà, forse ora riuscirà ad eluderla di nuovo.
Sono un po’ sadico con me stesso. Rimugino sul suo sorriso, mentre teneva due dita sulla fronte, che fece più male di qualunque schiaffo mai dato. Se solamente mi avesse riempito di botte, come un padre umano, forse il vuoto dentro di me non sarebbe stato così sconfinato. Avrei avuto qualcosa da ricordare, oltre alle sue assenze pregne dei dolorosi silenzi di mia madre, che si asciugava silenziosamente le lacrime, lavando i piatti sempre troppo sporchi, e il cui crudele destino regalò un suo emulo, identico in tutto e per tutto, da crescere di nuovo, e d'amore obbligato. Oh, dio, Trunks, come ti invidio. Come ti ho invidiato fin dal momento in cui sei nato. Tu hai un padre. Uno che ha amato davvero tua madre, con rude passione, non con calma accondiscendenza e noncuranza. Che è rimasto, che è cambiato per amore dei suoi occhi azzurri. E che non se n’è mai andato davvero.
Siamo figli delle scimmie. Metà scimmia, metà umani. Ho odiato ed odio la mia metà di scimmia, rancorosa e violenta, orribilmente forte rispetto a tutti coloro che mi circondano, e con cui ho condannato anche mia figlia.
Ma mio padre non era rancoroso e violento, né vendicativo e orgoglioso come il Principe. Semplicemente, viveva. Non esistono aggettivi per descriverlo. Aveva senso della giustizia? Sì, finchè il combattimento gli dava piacere. Credeva in qualcosa? Ovvio, conosceva personalmente le divinità di quest’Universo, eppure non peccava di tracotanza. Era consapevole della sua forza? Chissà, non era di certo superbo e altezzoso. Sa di aver fatto soffrire sua moglie e suo figlio per quanto basterebbe ad annegare nel dolore per mille vite? No.
No, questo non lo sa e non lo saprà mai. Il senso di responsabilità esulava dal suo modo di essere, semmai un modo ci sia stato. Era imprevedibile come un bambino, incapace di trattenersi come una scimmia, leggero come una farfalla, capace di strappare il cuore con le mani a nemici ed amici, con una freddezza incomprensibile.
Non conoscerà mai il sedicenne che ogni giorno andava a visitare la sua tomba, quella misera stele di pietra graffiata appena,”Son Goku”, eretta in una radura della foresta in cui, da giovane, correva spensierato.
E che lì davanti, mentre nel sottofondo gli uccelli cantavano e gli scoiattoli si rincorrevano sui rami, piangeva le sue più acide lacrime, chiedendogli perché, perché, perché lo avesse abbandonato. 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: lubitina