Vous qui croyez avoir
tout vu
Vous qui avez voyagé, qui avez lu
Que plus rien jamais n'étonne
Bienvenue à Vérone!
Romeo et Juliette - De l’haine à l’amour
Verona, piazza Brà.
Una voce, che Mercuzio riconosce appartenere a Orlando, valletto del principe Escalus suo zio, dichiara:
“In questo mese di maggio dell’anno del Signore 1594 avverrà l’importante unione tra i due nobili casati della nostra Verona , i Montecchi e i Capuleti, attraverso il matrimonio del giovane Romeo e della bella Giulietta. Siano tutti i cittadini invitati a questo festoso evento fra sette giorni al cospetto di sua Signoria il principe e dell’arcivescovo Petronio.
“Oh zio! Che
notizia è mai questa?” si chiede Mercuzio,
incuriosito “Debbo assolutamente
avere una conferma di qualche sorte. Ma la fortuna è dalla
mia: ecco il prode
Tebaldo giungere di gran carriera.”
Entrano
nella piazza intanto Tebaldo, nipote di madonna Capuleti, e i suoi
compari.
“Salute
messeri! Una parola, di grazia”
“Siamo già a
sei, caro Mercuzio!” Tebaldo, con un balzo, stringe la mano a
Mercuzio “Ma
dimmi, cosa ti porta a quest’ora, in mezzo a noi?”
“Ah, mio
signore, avete udito la gioiosa notizia? Vostra cugina, la leggiadra
Giulietta,
sposa il nostro Romeo! Quando è stato siglato questo
accordo? E i due
interessati se ne interessano, ne sono a conoscenza?
“Frena
Mercuzio! Rischiate di stendermi con le parole più che con
un affondo della
vostra spada. Ebbene, era da tempo che il vecchio Capuleti, ormai non
più nel
fiore degli anni, meditava questo matrimonio. Egli e il buon Montecchi
hanno
visto i loro figli crescere insieme, e dunque, quale migliore
conclusione di
questa?”
“Giuste
parole le vostre. E allora, festeggiamo. Volete accompagnarmi da mio
zio il
principe per due chiacchere?”
“Acconsento,
pur sapendo che mi tratterete per le prossime due ore.
Andiamo.”
Mentre
stanno uscendo, Abramo, servo di Tebaldo, nota un’ombra scura
all’angolo della
piazza l’ombra di un giovane conosciuto. Si tratta infatti di
Benvolio, cugino
e intimo confidente di Romeo; egli li stava osservando da un pezzo, ma
ora
notando lo sguardo indagatore di Abramo, fugge verso la sua dimora.
“Che
stravaganti questi Montecchi!” Pensa Abramo, voltandosi.