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Autore: PollyTheHomeless    12/07/2012    1 recensioni
Era una sera come tante, quella.
Il sole era già andato a nascondersi da un pezzo, lasciando il suo posto alla sua compagna notturna e alle sue piccole amiche luccicanti.
La città era viva e frizzante, le auto si muovevano più o meno tranquille per le vie della città; qualche ingorgo sparso, soprattutto ai semafori.
Persone di tutte le età –cittadini e non- passeggiavano lentamente ai bordi delle strade; chi andava in un locale a bere qualcosa, chi osservava fugacemente le vetrine dei negozi ormai chiuse da un pezzo, chi mangiava qualcosa.
Insomma, nulla di inusuale; proprio una giornata tranquilla come tante altre.
Per Takanori Matsumoto, una giornata tranquilla come tante fino a mezz’ora prima.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reita, Ruki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Insomnia

 

Era una sera come tante, quella.
Il sole era già andato a nascondersi da un pezzo, lasciando il suo posto alla sua compagna notturna e alle sue piccole amiche luccicanti.
La città era viva e frizzante, le auto si muovevano più o meno tranquille per le vie della città; qualche ingorgo sparso, soprattutto ai semafori.
Persone di tutte le età –cittadini e non- passeggiavano lentamente ai bordi delle strade; chi andava in un locale a bere qualcosa, chi osservava fugacemente le vetrine dei negozi ormai chiuse da un pezzo, chi mangiava qualcosa.
Insomma, nulla di inusuale; proprio una giornata tranquilla come tante altre.
Per Takanori Matsumoto, una giornata tranquilla come tante fino a mezz’ora prima.
Fino ad allora tutto era stato come sempre: sveglia alle otto, colazione, doccia, scelta del vestiario, trucco veloce, zaino nero borchiato in spalla e via verso lo studio di registrazione. Mattina di lavoro, pausa pranzo e poi di nuovo pomeriggio in studio a provare con i suoi band mates.
Per quanto possa essere considerata “tranquilla” una giornata con quei tre esseri (Yutaka non conta ovviamente, lui è l’unico dotato di un cervello funzionante), ovviamente, era oramai la normale routine per Takanori.
La svolta avvenne quando quella scimmia infascettata ebbe la splendida idea di autoinvitarsi a casa del preso in causa, per passare una “piacevole serata tra amici”; così l’aveva chiamata.
Takanori non poté far altro che accettare; in fondo, l’idea di passare la serata in compagnia non gli dispiaceva affatto.
In accordo comune, decisero di ordinare qualcosa di pronto in un ristorante nelle vicinanze, onde evitare possibili esplosioni in cucina e/o avvelenamenti et indigestioni.
Finito la cena, Takanori decise di accendere tv e playstation. Conosceva bene l’amico, e non aveva conosciuto serata tra amici in cui lui non avesse preteso di fare almeno una partita alla play insieme agli altri.
“Meglio accenderla subito, tanto dovrò farlo comunque” aveva pensato il più basso.
E invece, inaspettatamente, l’altro lo aveva fermato prima, sventolando davanti il viso una piccola custodia in plastica interamente nera.


 
“ Stasera niente play! Ho portato un film, voglio assolutamente fartelo vedere!”
“Che film?” chiede dubbioso l'altro..
“Vedrai…”

E aveva visto si.
Quella serata apparentemente tranquilla si era trasformata per Takanori, in un incubo vero e proprio.
Da mezz’ora si ritrovava rannicchiato sul divano, le braccia avvolte intorno alle gambe strette al petto, il viso abbassato, il ciuffo ossigenato che ricadeva volutamente sugli occhi, nella speranza di precludere alla vista ciò che gli si parava di fronte; costretto a rimanere sul divano dal biondo, nettamente più forte di lui, piccolo e mingherlino.
Takanori odiava i film horror.
Era risaputo da chi lo conosceva bene: i misteri, le urla, il sangue, e tutto ciò poteva trovarsi in un film di quel genere lo terrorizzava a tal punto da non riuscire a dormire la notte.
Una volta era stato assalito da un violento attacco di nausea alla vista del troppo sangue sparso sulla scena, figuratevi.
E che film aveva portato la scimmia?
Proprio un film horror.
Uno dei peggiori che Takanori avesse mai visto (se possiamo considerare il suo, un “vedere” vero e proprio), tra l’altro.
Non capiva se lo aveva fatto apposta oppure no. Eppure sapeva benissimo che quel genere di film lo terrorizzavano a morte; lo aveva fatto solo per farsi due risate?
Bell’amico, davvero.
Il più piccolo aveva passato il primo quarto d’ora dall’inizio del film a tentare invano di spegnere la tv, ma ogni qualvolta provava, il biondo –nettamente più forte di lui- lo costringeva con la forza a sedersi nuovamente sul divano al suo fianco.
Allora aveva iniziato a pregare l’amico di guardare qualcos’altro, ma puntualmente lo ignorava.
Intanto, le immagini continuavano a susseguirsi sullo schermo della tv, unico elemento visibile nella stanza appositamente buia, per creare maggior suspense allo spettatore.
Ogni tanto Takanori, stanco di rimanere rannicchiato, alzava leggermente lo sguardo, nella speranza di poter osservare qualcosa di normale; e puntualmente si ritrovava ad urlare terrorizzato e a nascondersi tra braccia e gambe, facendosi ancor più piccolo di quanto non fosse già naturalmente.
L’ultima volta poi, fu anche la peggiore.
La protagonista si trovava in una cantina, sporca e buia; illuminati da una lampada ad olio, decine di corpi mutilati per terra e su di una sedia, proprio di fronte ad ella, un’inquietante quanto grande, bambola di porcellana, gli occhi spalancati, completamente ricoperta di sangue, le fredde e rosee labbra dipinte piegante in un ghigno agghiacciante.
Urlò. Urlò di nuovo, chiudendosi sempre più su se stesso.
Ma questa volta il terrore fu talmente tanto che non riuscì a trattenere la lacrime; e scoppiò a piangere come un bambino, cercando di nascondersi per non farsi vedere in quello stato dall’amico. Sicuramente l’avrebbe preso in giro per tutta la vita per quella vicenda, quindi si premurò di fare il meno rumore possibile, mentre sfogava tutta la sua paura attraverso quelle piccole gocce salate.

Quella notte non sarebbe riuscito sicuramente a dormire.

Ma  a discapito delle attenzioni di Takanori, Ryo si accorse della reazione del piccolo biondo, e prontamente lo avvolse tra le braccia, cercando di rassicurarlo.
"Taka… Dai Taka, non piangere… guarda, lo spengo ok? Mi dispiace tanto, non volevo farti piangere…"
Intanto Takanori non riusciva a smettere di piangere, anche se in cuor suo si sentiva più protetto, adesso che si trovava tra le braccia dell’amico.
" Hei…"
Passò una mano tra i capelli del piccolo ragazzo tra le sue braccia, scendendo fino al mento, per poi alzargli il viso, ancora rigato dalle lacrime che non accennavano a fermare la loro corsa.
Avvenne tutto in un istante.
Il calore di quelle labbra carnose lo avvolse, come quello delle grandi mani callose sul suo piccolo viso, che asciugarono in pochi attimi le numerose lacrime che sembravano cercare la libertà eterna.

Dopotutto, forse quella notte sarebbe riuscito a dormire…


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Salve gente! Mi ripresento a voi con una nuova one-shot, e mi scuso di questo per vari motivi:
1. Questa fic non ha assolutamente senso.
2. Anziché pensare alle one-shot, dovrei aggiornare la mia Venomous Cell. 
Al momento sono completamente bloccata con quella fic; le idee le ho tutte in mente fino alla fine, ma non so come scriverle D:
Mi scuso per la mia mancanza di aggiornamenti (se importa a qualcuno) e torno a parlare di questa fic.
L'idea di questa cosina è venuta due giorni fa, quando mi son svegliata ricordandomi di aver sognato una cosa assurda, degna di un film horror di classe Z.
E pensa che ti ripensa... 
Diciamo che l'idea iniziale non era questa, ma assolutamente diversa.
È molto probabile che scriverò e pubblicherò anche l'idea iniziale u__u
È molto nosense, però boh, la scrivo lo stesso XD
Dicevo, Takanori qui mi rispecchia molto: io odio i film horror. Mi terrorizzano ç_____ç
Figuratevi che io non sono mai riuscita a giocare a resident evil perché ho una paura immane di quel gioco fin da piccola. 
Ps: ci ho giocato soltanto 10 minuti in compagnia, sostanzialmente perché ci giocava il mio ragazzo, io ero accanto a lui che guardavo sporadicamente lo schermo perché mi facevano paura gli zombie ò-ò)
Ok, non ci ho giocato xD Ma l'ho guardato è-è
Detto ciò, quest'angolino sta diventando più lungo della fic in sé, quindi chiudo ricordando (a chi può interessare) il mio profilo facebook (
http://www.facebook.com/profile.php?id=100003956863963) dove pubblico un pò di tutto oltre agli aggiornamenti. 

Ci si vede al prossimo capitolo! Un bacione,

Polly~

   
 
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