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Autore: thanks tomlinson    12/07/2012    1 recensioni
Questa è la mia prima Fanfiction sui My Chemical Romance.
Pacchetto completo: Prima Frerard.
Non confidate nel contenuto, non sono in gamba. Ma ci si prova, no?
Non siete tenuti a leggerla
-- La spiaggia era così bella di notte. Sarei restato a fissare la luna rossa e piena tutta la notte. Ero seduto sugli scogli, c’era una leggera aria fredda che mi faceva venire qualche brivido. Saranno state le 3 di notte. Non capitava tutti i giorni una ‘gita’ al mare con la propria band, dovevamo staccare per un po’ dalla vita lenta e monotona della città. --
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA:
Non sono una scrittice di cose 'erotiche'
Questo è una cosa fatta più per amore che per sesso.
Quindi, se volete, potete anche non arrivare in fondo al capitolo.


“La spiaggia era così bella di notte. Sarei restato a fissare la luna rossa e piena tutta la notte. Ero seduto sugli scogli, c’era una leggera aria fredda che mi faceva venire qualche brivido. Saranno state le 3 di notte. Non capitava tutti i giorni una ‘gita’ al mare con la propria band, dovevamo staccare per un po’ dalla vita lenta e monotona della città. 
Gli altri stavano dormendo nelle tende piantate sulla sabbia poco più in la. Il fuoco era ancora acceso e ardeva senza mai perdere quella sua vivacità comune.
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Ah, l’aria di mare.
“Ehi…” fece qualcuno con la voce mezza assonnata.
Girandomi vidi Frankie.
Frankie con una maglietta nera tirata su da un lato, come dormiva lui, nessuno mai. Con una mano si strofinava l’occhio sinistro e cacciava fuori uno sbadiglio assai rumoroso.
“Che fai ancora sveglio?” mi chiede, sedendosi accanto a me, quasi appoggiandomisi addosso.
“La luna è così bella stanotte, vedi? E’ rossa, è piena, e sembra così vicina. Chissà come dev’essere andarci, sulla luna”
Frank fissava il cielo con gli occhi semichiusi.
“Già, è molto bella” bisbigliò.
Restammo così per un po’, vicini, sfiorandoci appena.
Frank, però, non sapeva.
Non sapeva cosa si celava ogni volta durante gli show, cosa rappresentava ogni bacio, cosa provavo ogni volta che mi si avvicinava.
Doveva essere tutta una cosa innocente, e devo ammettere che per un momento ho pensato di amarlo. Amarlo seriamente.
Gli presi la mano, ma era talmente perso nel suo viaggiare oltre che non se ne rese conto. 
Improvvisamente scosse la mano, ma io gliela tenevo forte. Non volevo lasciargliela per nulla al mondo.
“Gee, cos..” si ritrasse quasi impaurito.
Sembrava schifato.
Lo guardai con uno sguardo che sembrava dispiaciuto. 
Sapevo cosa provava, lo leggevo nei suoi occhi. Sono quelle piccole cose che non si possono nascondere nemmeno volendo.
In un secondo lui era già in piedi, stava per tornarsene indietro, nella sua tenda.
Prima che potesse sfuggirmi, lo afferrai per un polso.
Accadde tutto in una frazione di secondo: Si scatto si girò, la luna rifletteva sui suoi occhi, facendoli quasi apparire giallastri. Mi fissò per l’eternità di un secondo perfetto, perfetto per noi.
Mi si avvinghiò al collo, baciandomi.
Mi teneva il viso tra le mani, e dovette quasi spingersi sulle punte per baciarmi come si deve.
Non era uno dei soliti, quelli che mi dava durante i concerti.
Le sue mani non vagavano sul mio corpo come quando si scherza.
Questo non era uno scherzo.
Aprii leggermente la bocca, la sua lingua si fiondò a cercare la mia. Sembrava quasi impaziente, ci metteva quasi pressione, tant’è che mi stava spingendo sempre più verso la sabbia.
Mi fece indietreggiare con le mani, prendendo fiato. Si guardava intorno, poi si mise a fissare la tenda.
“Frank..?” Non pensavo volesse arrivare a tanto.
Mi prese la mano e mi portò verso il posto in cui eravamo accampati.
Lui era talmente maldestro che inciampò, ma per fortuna non cadde. (Ci mancava davvero poco così)
La nostra tenda era rossa e nera, Mikey dormiva in una verde e Ray nella blu.
Aprì la cerniera e si infilò dentro, mettendosi d’un lato per farmi passare. Mi fermai di fronte a lui, ma non feci nemmeno in tempo a dire il suo nome che già lo trovai a cavalcioni su di me.
Con una mano sul mio petto e una nei miei pantaloni.
Tra un bacio e l’altro ansimava.
Povero Frank, chissà cosa gli passava per la mente.
Mi girai, mettendo sopra il mio ‘amico’.
Gli sfilai i jeans e li misi in un angolo.
Il piccolo Iero aveva gli occhi chiusi, la bocca semiaperta e la pelle d’oca.
Aveva dei boxer strani però.. Ma forse era meglio non pensarci; buttai via pure quelli.
Poggiò una mano sui miei capelli, incitandomi a mettergli la testa fra le gambe. Confesso che non mi era mai accaduto, ma cosa doveva esserci di così difficile? L’anatomia maschile, in fondo, la conoscevo bene.
Uscii la lingua e inizia a leccare ‘l’universo’, come lo chiamava lui.
Si divertiva a fare cose strane. In fondo, nonostante abbia ancora qualche problema, è un ragazzo allegro.
Con una mano gli accarezzavo un fianco. Era così minuto, quel ragazzo, pareva uno scricciolo. La sua mano mi stringeva ancora i capelli, mentre io continuavo a succhiare.
Sembrerà una cosa così.. sporca, ma non lo è. Non lo era mai stata.
Ripensandoci, potrei rifarlo mille volte ancora. E mille volte ancora potrei dire di non amarlo, ma mentirei a me stesso.
Mi stacco da lui, torno a fissarlo in volto.
Balbetta qualcosa, che io interpreto come un ‘non ti fermare’.
No, caro mio, nessuno si ferma qui.
Gli bacio il collo mentre con una certa inesperienza, gli penetro l’ano.
Con la mano sinistra continuo a masturbarlo, mentre gli tengo indietro la testa con la mano destra sugli occhi.
Diamine, stavo facendo l’amore con uno dei miei migliori amici. Con la parte più bella di me stesso. 
Stavo facendo l’amore con la persona che realmente volevo nella mia vita. Ma sarebbe stato pronto ad affrontare tutto ciò per me, per noi?
Era lui quello che volevo.
Volevo solo il suo corpo, le sue labbra sulle mie, il suo profumo sui miei vestiti.
Non potevo chiedere di meglio, questo sì.
Frank ansimava, veniva.
Si lasciò accasciare su un lato, mentre sbatteva le palpebre ripetutamente.
Non era la classica scopata, quella perversa e sporca, come la vedono tutti.
Questa volta era diverso, era tutto vero, sentito. Nessuna bugia, non più.
Mi guardò. Gli sorrisi.
E lui ricambiò.
Eravamo così complici.
“Non finisce qui, vero?”
“No.. non finirà mai, Gee”

   
 
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