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Autore: xlovedrew    12/07/2012    0 recensioni
Tra quelle braccia c'era il paradiso, fuori l'inferno, entrambi lo sanno, allora perché non perdonare con facilità ed evitare dolore? Liam Payn e Zayn Malik, due amici, trasformati in amanti.
[ITS ZIAM, BABY!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Non guardarmi, non parlarmi, fa finta che io non esista, perché tu da ora poi, non esisterai più, caro Liam James Payne » sussurrò il moro deluso. Deluso dal comportamento del suo amante clandestino, non che migliore amico; deluso dal suo gesto e un po’, anche dalla sua troppa sincerità. Proprio lì, proprio dopo aver sentito quelle lancinanti parole trafiggergli le orecchie, Liam capì la gravità del suo errore. Zayn da quel giorno in poi avrebbe fatto a meno di Liam, ma quest'ultimo non ce l'avrebbe mai fatta senza di lui. Per Liam, Zayn, era una droga. Il suo essere così fottutamente perfetto, partendo dalle sue scarpe scelte ogni santa volta accuratamente, finendo al suo famoso ciuffo perennemente in ordine. Le sue carezze, i suoi baci, i suoi abbracci in piena notte dovuto a qualche rumore prodotto dalla sua mente, le mani che si intrecciano e che accarezzano i loro corpi, i suoi sorrisi, i suoi sguardi così espressivi, tutto ciò era la droga di Liam. Quel moretto dagli occhi cioccolato, era diventato l'unica cosa di cui il nostro castano aveva bisogno. Quindi, la domanda sorge spontanea, come farà Liam a sopravvivere senza Zayn? Dopo essere andato a letto con una ballerina da quattro soldi –così la definiza Malik- quest’ultimo non riusciva nè a guardarlo, nè tanto meno a sfiorarlo. Era diventato tutto d’un tratto sporco agli occhi del pakistano. Con nessuna scusa il più piccolo tentò di difendersi. Era orribile -per lui- aver provato anche quel pizzico di piacere, quando la toccava, le sussurrava, l’ accarezzava. Ma lui non aveva nemmeno provato un quarto di ciò che provava solo sfiorando Zayn: di quest'ultimo ne era davvero innamorato, glielo aveva detto, ma lui non capiva. 
« Zay, aspetta » oppose resistenza prendendolo per un braccio. « Tu non capisci, te l'ho detto perché non volevo mentirti, non per farti andare via », sospirò pesantemente. 
Il moro, quasi indignato, si levò dalla presa del suo amato violentemente mentre gli urlava di non toccarlo. « Zayn, non puoi lasciarmi solo! » disse il cantante in preda ad un attacco di lacrime e panico. Entrò in panico quando apprese che stava perdendo il suo amato.
« Io ti lascio solo, Liam? » disse alzando il volume della voce, « Sono stato io ad aspettare in piedi il tuo ritorno, ignaro che ti stessi scopando quella mezza sciacquetta, sono io ad avere i sentimenti sfracellati in qualche parte del mio cervello, sono io che mi sento una schifezza per aver provato, per la prima volta, tutto ciò, con la persona sbagliata! » si fermò per calmarsi, « Sei tu il primo ad avermi lasciato solo, James » sussurrò quest'ultima frase.
Liam, quasi di istinto, baciò il suo amante nonché migliore amico, perché alla fine -per il riccio- il moretto, protagonista di questa vicenda, era più di un migliore amico con cui giocare a fare il cretino ed era anche più di una persona con cui con consumare passione, Liam vedeva Zayn come qualcosa di indispensabile. Qualcosa con cui si poteva confidare un momento prima e poi quello dopo si ritrovavano le loro lingue aggrappate le une alla l'altre intente a creare un bacio appassionato. Liam non poteva perdere tutto questo, non una seconda volta, non dopo che Zayn lo aveva lasciato andare per il suo bene, per poi ritrovarlo tra le sue braccia e ad accarezzare i suoi capelli per consolarlo e fargli capire che è lì, con lui. In quel momento i cuori dei due sobbalzarono. Le loro labbra che si incontravano per loro, era sinonimo di perfezione, due labbra nate per incastrarsi e appartenersi, proprio come le loro mani, i battiti dei loro cuori, le loro anime. Loro erano nati per incastrarsi in un amore che avrebbe dovuto unirli per sempre.
Zayn si staccò ferocemente dalle labbra della persona per cui avrebbe dato la vita e si diresse -con passo infuriato- verso la sua camera la quale era nello stesso corridoio, delle stessa casa di Liam e Zayn maledì il giorno in cui accettò quella convivenza nata tra due amici e finita per essere impregnata di gemiti, baci, litigate, lacrime e tanto amore. Amore innocente, torturato, sicuramente stupendo.
Iniziò a tirare pugni al muro, a spaccare oggetti, preziosi o no, scaraventò a terra la scrivania, aiutandosi dal suo palestrato fisico. Si fermò solo quando soffocò un urlo di dolore tra i denti, causato dalla mano gonfia che ormai non smetteva più di dare pugni violenti al muro. Era arrabbiato, ma il motivo per cui distruggeva tutto, era il dolore che provava. Perché gli aveva fatto questo? Non era ubriaco o qualche altra patetica scusa che facesse sentire meglio quel moretto, era cosciente, sapeva che quel gesto avrebbe distrutto Zayn, eppure lo ha fatto. Con quale scusa? Quale pretesto? Quale diavolo di motivo?
Scelse accuratamente una giacca, infilò i suoi amati occhiali da sole che non lasciavano trasparire alcuna emozione. Passò tutta a giornata in giro per quell'immensa cittá quale Londra è. Dio solo sa quante lacrime quelle lenti hanno nascosto, quanti sentimenti sono rimasti tra quei cristalli oculari e i suoi occhi. Il suo cuore non faceva altro che pulsare sempre in modo irregolare e il suo cervello non poteva più definirsi tale, era diventato un insieme di domande urlate a Liam in silenzio, risposte strozzate e accidenti vari. Camminò a lungo, due o addirittura quattro ore, camminò finché le luci serali non iniziarono a trasformare Londra in uno spettacolo tutto da ammirare. Ritornò -di mala voglia- sotto lo stessi tetto del suo amato ex-ragazzo/ex-migliore amico. Girò la chiave della serratura e si richiuse la porta alle spalle, si spogliò della giacca. Si fece un panino a doppio strato, per poi buttarlo mormorando « Ma perché diavolo l’ho fatto? », dicendo ciò, tornò in camera sua, nel suo piccolo rifugio a quattro mura.
Non ebbe tempo di imbucare il corridoio, dove si trovavo le stanze, che si trovò quella fallita di una ballerina sciacquetta –diverse erano le definizioni di Zayn verso la ex fiamma del suo Liam- uscire dalla stanza di Liam; mentre gli passò affianco, salutò il moro, il quale non si degnò di ricambiare il saluto, ma si limitò ad imprecare come un dannato, nella sua mente,  verso lei e la sua maledetta passione di aprire le gambe davanti a quella faccia che avrebbe volentieri preso a schiaffi che Liam si ritrovava. Tra gli insulti, ci scapparono anche qualche zio, nipote, fratello o cugino. Quando la ragazza sparì, uscì anche Liam. Si lanciarono uno sguardo, quello di Zayn diceva "te la scopi anche in casa nostra?", quello di Liam sembrava dire "mi manchi da morire", ma si limitarono entrambi ad un silenzio affilato dalla tensione, finchè Zayn, non piombò con una frase poco pensata « eviteresti di scopartela anche in casa nostra? », può apparire strano, ma quel possessivo, gli fece storcere il naso.
« Non abbiamo fatto niente, giuro » affermò innocente il più piccolo, con una faccia afflitta.
« Non mi importa ciò che fate, ciò che non fate, voglio solo non avere quella sottospecie di barboncino in giro per casa » disse freddo e, prima che l’altro gli possa concedere risposta, si dileguò, sbattendo violentemente la porta.

Ormai anche su Londra, come in altre parti del mondo, la notte si era impossessata del cielo, oscurandolo e donandogli quel tocco di luce lunare che serve a dargli quel tocco che la rende misteriosa, affascinante e intrigante. Quella stessa luce, colpiva i volti di Liam e Zayn, i quali proprio non riuscivano a prendere sonno. Sapete quando ad un bambino togli il peluche preferito? Quello che stringe sempre mentre dorme e che lo fa sentire protetto? Bene, quella era la sensazione di vuoto che provavano i due quella sera. Liam aveva paura di cercarlo, paura di essere scansato una seconda volta, Zayn troppo orgoglioso e arrabbiato per andare da Liam, la conclusione di entrambi, fu quella di rimanere svegli fino alle due di notte o qualcosa in più. Dopo di ché, Liam si fece forza e andò in camera del moro.
Liam lo sapeva, sapeva che Zayn era sveglio, che non riusciva a dormire per colpa sua. Lui sentiva tutto ciò che il suo moro provava, ormai lo conosceva così bene, che poteva quasi leggergli nel pensiero. 
Chiuse la porta della camera del suo “amico” alle sue spalle e si avvicinò al corpo disteso del pakistano, illuminato dalla luce fioca provocata dalla luna che traspariva dalla finestra aperta, il quale fingeva di dormire. Gli accarezzò la guancia delicatamente per poi baciargli la fronte fresca. «Piccolo, so che sei sveglio» sorrise dolcemente, non ostante Zayn non gli concesse risposta. 
« Zayn », gli baciò la guancia « non riesco a dormire e so che per te è lo stesso, quindi possiamo dormire insieme?» chiese teneramente il dolce Payne. Zayn era incerto, non diede risposta, anche se moriva dalla voglia di essere stretto fra le sue braccia, ma era orgoglioso, troppo. Liam, delicatamente, sorpassò il corpo del suo amato e finì dall’altra parte di un enorme letto. Si mise al suo fianco e posò la testa sulla mano sorretta dall’avambraccio, quest’ultimo faceva peso sul gomito posato sul cuscino. Iniziò ad accarezzargli i capelli, dopo scendere sulla guancia e finire al collo per poi ricominciare tutto. Gli canticchiò una ninna nanna con la sua soave voce e quasi il cuore del più grande scoppiò.
Cedette e buttò tutto fuori, senza pensare, una seconda volta, un’ennesima volta, come sempre. Perché diavolo non pensava di più? Perché? « Perché lo hai fatto? » rimasero nella stessa posizione.
Liam sospirò tristemente, privo di parole di frasi che potessero salvarlo e farlo tornare in paradiso: tra le braccia del moretto. « Io non lo so, Zayn, davvero. Potrei trovare una scusa, magari ti farei stare meglio, ma la verità è che mi sono trovato a letto quasi improvvisamente, avrò scollegato il cervello, non so proprio » nella sua voce c’era un tono di rassegnazione. Si stava rassegnando che non c’era scusa per il suo gesto, ne ha parlato con lei, ma era stato tutto quasi naturale.
« Tutto ciò non ha senso, lo sai vero? » disse il pakistano cambiando posizione, dando la faccia al soffitto e posando il braccio dietro la testa. In quel momento una forza estranea trattenne Liam dal posarsi sopra il suo amico e baciarlo finché avesse avuto un minimo di energia nascosta in qualche sua cellula.
« Zayn, sai cos’ha senso? » gli rispose domandandogli mentre gli regalava un’ennesima carezza. Si guardarono per una manciata di secondi, uno di quegli sguardi di cui entrambi avevano sentito la mancanza.
« Ciò che provo per te ce l’ha » e riecco quella forza strana, che ora si intrufolò nelle labbra di Zayn, quest’ultimo si trattanne da baciarlo, da abbracciarlo e stringerlo, dal commuoversi. Liam si avvicinò all’orecchio del suo amato, prese coraggio, in un millisecondo analizzò bene ciò che stava per dire, ciò che avrebbe implicato, ciò che significava e, soprattutto, prese atto che per Zayn, potrebbe non essere lo stesso e, per la prima volta pronunciò quelle parole « Zayn, non lo capisci? » lo guardò sinceramente e poi riprese « Io ti amo, Zayn Jawaad Malik ». A quel punto non c’erano più parole, più sillabe o lettere giuste, a parte una, quella fondamentale, quella che viene usata in malo modo, ma che ora era davvero perfetta: ‘Amore’. Un amore strano, fuori dal comune, ma pur sempre amore. Forse più vero dell’amore “normale” che si crea tra due persone di sesso differente, amore semplice e pure, nato da un’amicizia. Un amore stupendo, se vogliamo. Zayn si buttò praticamente tra le braccia del suo Liam, iniziò a baciarlo con passione e sentimento. Con amore. Dimenticò tutto, gli perdonò ogni cosa, si lasciò andare tra le braccia del riccio che ormai era sopra di lui. Si risentirono in paradiso, di nuovo, dopo una giornataccia passata a piangere, a torturarsi le mani e pensare agli errori.
Passarono la notte tra gemiti, baci, strusciate, risatine e amore e vi posso garantire che non c’è coppia più bella e naturale di loro.   

LOOK AT ME NOW! -Cit. Believe-

NB:
Parto col presupposto che non sono una directioner -anzi, mi garbano poco-, ergo non conosco bene i caratteri, così ho affibiato loro caratteri che mi sembravano adatti al loro aspetto, se ho indovinato sono un mito. Non ci credo, l'ho pubblicato davvero? Sono davvero stupida e affrettata. E' il mio primo slash, non sapevo come comportarmi e Zayn e Liam non rendevano le cose facili. L'ho pubblicata e non-so-perché. 
Ciò che è scritto su Danielle non l'ho penso davvero. (mento, ma non uccidetemi.)
Vabbè, non giudicate l'OS in base a ciò che penso, ma in base a ciò che pensate. 

Vi conviene recensire. *I'm watching u*

P.S: Leggete l'OS sulla OLLG.
P.P.S: pubblicherò anche una Larry. (Che-Dio-ce-ne-scampi.)


Spiegazione immagine: Ci tengo a dare un "messaggio" con quell'immagine tanto tenera posta sopra il testo. La prima foto in alto, mentre dormono, rappresenta l'ultima parte del capitolo, quella in cui si ritrovano. La seconda in basso, un bacio, è da interpretare come un bacio amichevole che nasconde qualcosa. E l'ultima in orizzontale: nell'OS c'è scritto che Liam ritiene Zayn un amico con cui confidarsi e fare il coglione e, dalla faccia del moro, si vede quanto sia idiota.

Lot of love. 
-NanaD. xxxx
   
 
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