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Autore: ila93bey    27/01/2007    7 recensioni
è una storia vera.
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
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STORIA DI UN DEPORTATO
A scuola ci è venuto a parlare un ex prigioniero di Auschwitz,questa storia mi ha commosso tanto che ho deciso di raccontarla,e poi non mi sembra giusto che ancora oggi ci sono persone che soffrono perchè sono solo diversi dagli altri.

Un uomo stava andando a lavorare in officina ma quando arrivò vide un poveretto moltrattato da un soldato tedesco che gli stava dicendo:-traditore,hai tradito tutta la patria-.
Questo uomo non resistette e decise di intervenire e disse arrabbiato:-FERMO! LASCIALO CHE COSA VI HA FATTO!-.
Il soldato arrabbiato prese la pistola per per sparargli addosso,ma una persona lo fermò in tempo per dirgli che lui avreva il pass,(quel pass l'ho avevano tutti quelli che l'avoravano in officina)quindi aveva qualche speranza in più per sopravvivere,perchè aggiustava le maccyhine tedesche.
Il soldato tedesco bruciò il pass quindi fu costretto ad andare al campo di concentramento di Auschwitz che si trova in Polonia.
Questo ragazzo che aveva solo 18 anni fu caricato su un furgone che lo portò direttamente al campo di concentramento.
Ci disse che il campo era diviso una parte donne e bambini che andavano subito nelle camere a gas ed dall'altra parte uomini che andavano a lavorare fino alla morte.
Questo uomo che ormai ha circa 80 anni ci disse che se si cadeva a terra perchè erano stanchi venivano frustati finchè non incominciavano ad urlare dal dolore,avevano i bagni e si lavavano ma l'acqua era sporca e contaminata,infine mangiavano due volte ogni due giorni un pezzo di pane integrale e una zuppa di verdure,non mettevano mai pasta ne nient'altro,quindi non c'erano carboidrati,vuoleva dire che non avevano la giusta alimentazione per svolgere il lavoro che veniva richiesto.
Un giorno questo uomo fu buttato giù dal letto e fu convocato da un consiglio.
Erono tutti intorno a lui e gli chiesero urlando come bestie inferocite:-CHI TI HA SCRITTO QUESTA LETTERA!?-.
Il povero uomo disse con tono molto stanco.-Non l'ho so-.
Tutti gli uomini di quel consiglio si infuriarono e dissero di prenderlo a calci,pugni e adirittura a colpi di frusta.
Siccome era mal nutrito aveva un corpo molto fragile,praticamente pelle e ossa.
Iniziarono a picchiare con tutta la loro forza che avevano,dopo un pò si mise in ginocchio e poi svenne.
I tedeschi gli avevano detto di scrivere:Non dovete preoccuparvi io sto bene sono andato ad lavorare in montagna e starò via un 'annetto.
La lettera gliela aveva sritta sua madre perchè voleva sapere come stava.
La cartolina gliela aveva data sua cognata,perchè lei lavorava alle poste tedesche quindi non aveva nessun problema a spedirla fino al campo di concentramento.
Il giorno dopo era praticamente immobilizzato però si doveva alzare comunque se no veniva picchiato o adirittura fucilato.
Era ormai passato un'anno da quando era stato imprigionato nel campo di concentramento e aveva compiuto 19 anni.
I tedeschi volevano uccidere tutti i prigionieri per poi scappare,perchè stavano perdendo la guerra.
Avevano fatto spogliare tutti quanti compreso il protagonista di questa storia.
Quelli che non avevano ucciso,per fortuna tra cui anche il protagonista,li fecero rivestire con quei brutti stracci perchè dovevano aiutare i tedeschi a fuggire.
Il giorno dopo i tedeschi erono spariti.
Tutti quelli che erano sopravissuti se ne andarono per ritornare a casa.
Quando riuscì a tornare a casa svenne davanti alla porta e quando si risvegliò si trovò la madre davanti a lui che piangieva;dopo un pò incominciò a baciargli i piedi piene di piaghe.
Ci disse che sua madre l'ho faceva per amore e voleva far passare il dolore ai piedi con dei baci.

A me questa storia mi è piaciuta perchè alla fine della sua tragica esperienza sua madre era pronta a donare tutto l'amore che non aveva ricevuto nel campo di concentramento.

Vi dico che non è affatto inventata e spero di essere stata chiara e aver fatto capire che cosa ha provato questo povero signore.
  
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